Noi poveri terrestri mortali non l'abbiamo ancora sfangata dalla minaccia dell'AIDS ed è sempre allarme rosso. È con questo spirito che Angels in America è arrivato da noi, portandosi dietro anche la sua rivelazione: Jeffrey Wright. Un attore talmente spettacolare da poter essere definito un'"ultrattore" e in grado di trasformarsi in qualsiasi personaggio: dal pittore Basquiat all'omosessuale effeminato che ha in cura un Al Pacino che ha contratto l'HIV, fino a un machissimo e tatuatissimo uomo. Dotato di un'anima artistica notevole e, come i grandi maestri, forte dell'abilità del mimetismo, ha dietro di sé una lunga e premiata gavetta nel teatro, ma non considera minimamente il cinema come un'inutile e fastidiosa appendice di glamour. Anzi, la abbraccia, soprattutto quando si deve confrontare con personaggi in conflitto con il mondo.
Sogno nel cassetto? L'avvoc-attore!
Nato a Washington da un'avvocatessa, diventa orfano di padre quando aveva solo un anno. Cresciuto dalla zia infermiera e spinto dalla madre, diventa uno studente di scienze politiche presso il Amhrest College, nel Massachusetts nel lontano 1987, iscrivendosi poi alla prestigiosa scuola per soli maschi St. Albans School, con l'intenzione di diventare un avvocato e quindi di seguire le orme materne. Ma il sogno nel cassetto cambierà radicalmente quando comincerà ad approcciarsi alla recitazione. Diventa talmente bravo nella messa in scena da ottenere una borsa di studio presso la New York University, che poi lascerà, dopo due mesi, per occuparsi a tempo pieno della sua carriera di attore, andando incontro alle ire materne. Di notevole calibro e veramente talentuoso, comincia a farsi notare in qualche spettacolo off-Broadway.
Debutto cinematografico
Debutta sul grande schermo solo nel 1990, quando Alan J. Pakula lo inserisce nel cast della buona trasposizione cinematografica del best seller di Scott Turow Presunto innocente, dove ha occasione di recitare con Harrison Ford, Brian Dennehy, Raul Julia e Greta Scacchi. L'anno successivo è accanto a Sidney Poitier e Burt Lancaster nel film tv Separate But Equal e l'anno dopo ancora con Samuel L. Jackson in Due vite in pericolo (1992).
I Tony Awards e la consacrazione con Angels in America
Dopo qualche partecipazione televisiva ne Le avventure del giovane Indiana Jones (1993) e New York Undercover (1994), torna a sui palchi di Broadway e vince un Tony Award per la migliore interpretazione maschile in "Angels In America - Perestroika" (1994), dove interpreta l'infermiere omosessuale fortemente effeminato Belize che poi riproporrà per il piccolo schermo nei sei episodi televisivi de Angels in America (2003), in un cast che comprenderà anche Patrick Wilson, Al Pacino, Meryl Streep, Emma Thompson, Mary-Louise Parker, Justin Kirk, Ben Shenkman, James Cromwell e Michael Gambon, riuscendo a strappare un Emmy Award e un Golden Globe come miglior attore non protagonista in una miniserie televisiva. Ma Broadway continua ad adorarlo, anche perché gli offrirà un secondo Tony come miglior attore per la piece teatrale "Topdog/Underdog" nel 2002.
Prima di Angels in America
Ma gli anni del successo di Angels in America, sono ancora troppo lontani e verranno dopo la comparsata nel film Infedeli per sempre (1996) e il ruolo da protagonista in Basquiat (1996), dove Wright interpreta il ruolo dell'artista Jean Michel Basquiat, accanto a Dennis Hopper e suo cugino Brian Wright che otterrà invece la parte di un piccolo Basquiat all'inizio del film (è stato proprio lo zio a proporlo alla produzione). Recita anche in: Se mi amate (1997), qualche episodio del telefilm Homicide - Life on the Street (1997), Celebrity (1998) di Woody Allen con Kenneth Branagh e Leonardo DiCaprio, Cavalcando con il diavolo (1999), Cement - Fino all'ultimo colpo (1999) e Delitto + Castigo a Suburbia (2000). È il caldo agosto del 2000, quando sposa l'attrice Carmen Ejogo, dalla quale avrà un figlio, Elijah. E subito dopo la luna di miele, eccolo di nuovo a lavoro, davanti alla cinepresa di: Hamlet 2000 (2000), Shaft (2000) con Samuel L. Jackson, Alì (2001) con Jon Voight, D-Tox (2002) con Sylvester Stallone e Kris Kristofferson e finalmente Angels in America, con tutta la popolarità che gli ha portato.
Dopo Angels in America
Nel 2004 osannato dalla critica, riesce a ottenere un piccolo ruolo nel solido film di Jonathan Demme The Manchurian Candidate (2007) con Denzel Washington e i ritrovati Meryl Streep e Jon Voight, passando poi al nostalgico Broken Flowers di Jim Jarmusch con Sharon Stone e allo spionistico Syriana (2006) con William Hurt. Dopo Lady in the Water (2006), ritorna alla spy story con l'agente della CIA Felix Leiter ne Casino Royale (2006) di Martin Campbell, rinnovato capitolo narrativo del classico James Bond con Daniel Craig, Eva Green, Caterina Murino, Judi Dench, Giancarlo Giannini e Claudio Santamaria, che poi riprenderà anche ne Quantum of Solace (2008).
Grande amico di Adrian Pasdar, recita con Nicole Kidman ne Invasion (2007). Nel 2011 è ancora protagonista del grande schermo con il futuristico Source Code, diretto da Duncan Jones e recita nel film politico di George Clooney Le idi di marzo e nel film diretto da Stephen Daldry Molto forte, incredibilmente vicino. Nel 2013 passa poi al thriller con Broken City, in cui recita accanto a Mark Wahlberg, Russell Crowe e Catherine Zeta-Jones. Tra le interpretazioni più recenti troviamo Panama Papers, No Time to Die, The French Dispatch e Asteroid City di Wes Anderson.
Curiosità
Mentre si trovava in Louisiana per le riprese di W., il 12 luglio 2008 viene arrestato assieme al collega Josh Brolin e ad altri cinque membri della troupe per essere stato coinvolto in una rissa in un locale notturno! Come dire, impeccabile al cinema, ma non tanto nella vita!