Per citare alcuni titoli delle sue pellicole, questo articolo dovrebbe avere il bollino rosso. Ci proviamo: Il marchese del grilletto, Novizie, Amleto - Per amore di Ofelia, Biancaneve e le 7 nane, Paolina Borghese ninfomane imperiale, Napoleone imperatore perverso, Don Juan, Penocchio e c'è persino un titolo rubato a Pippi Calzelunghe, ma con qualche variazione di consonante! La fantasia parodistica di Luca Damiano, alias Franco Lo Cascio, è mostruosamente divertente e fertile! I suoi film pornografici non solo eccitano, ma riescono anche a farti scoppiare qualche risata, soprattutto quando c'è Francesco Malcom di mezzo! Allievo di quel geniaccio di Joe D'Amato, prende da lui tutto il suo lato trasgressivo e diventa a tutti gli effetti uno degli artigiani italiani del cinema hard dagli Anni Settanta al porno commerciale degli Anni Novanta, anche se precedentemente era passato per le commedie scollacciate. Ama definirsi "il pornosauro" e gioca con la cultura inserendola nelle sue pellicole. Tanto per fare un esempio, come avete potuto notare precedentemente, ogni sua pellicola richiama personaggi storici realmente esistiti, fiabe, romanzi e, perché no, anche capolavori della settima arte come Lola e il professore, remake porno de L'angelo azzurro con Marlene Dietrich. Raramente attore, è divenuto celebre grazie al grosso e fantastico successo che ha travolto anche gli attori che dirigeva.
Gli inizi nel "cinema ufficiale"
Nato a Roma, ha cominciato a lavorare nel mondo del cinema come assistente regista di Aldo Grimaldi per la pellicola L'oro del mondo. Era il lontano 1968 e nel film recitavano Romina Power, Albano, Linda Christian, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Nino Taranto e un giovanissimo Enrico Montesano. Conosciuto sotto vari pseudonimi fra cui Luca Damiano, Frank G. Carroll, Lucky Faar Delly, Luciano Fardelli e Mark Principe (come si usava negli Anni Settanta per americanizzare il nome dell'autore), passa poi ad aiuto regista di Fernando Di Leo per pellicole come La bestia uccide a sangue freddo (1971) con Klaus Kinski, ma anche Il boss (1973) e Il poliziotto è marcio (1974) con Vittorio Caprioli. Ogni tanto lavorerà anche come montatore - La notte dei serpenti (1970) e Il sole nella pelle (1971) - e non si lascerà sfuggire qualche parte da attore, come nel caso del decamerotico Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti - Decameron n° 69 (1972) pellicola di Joe D'Amato con Stefano Oppedisano. Ma principalmente, reciterà solo in film che lui stesso dirigerà.
Il debutto come regista
E a cominciare a dirigere un film ci pensa nel 1974, quando gli propongono la regia di Piedino il questurino con Franco Franchi e Giacomo Rizzo. Un buon inizio per i palati poco fini degli Anni Settanta, che continuerà con L'educanda (1975) sempre con Giacomo Rizzo. Seguiranno poi pellicole horror come Un urlo nelle tenebre (1975) girato assieme ad Angelo Pannacciò e comiche come Ah sì? E io lo dico a Zzzzorro! (1976).
Il suo cinema porno negli Anni Ottanta
Luca Damiano, insomma, viene dal cinema ufficiale e con una particolare predilezione per le commedie scollacciate ed è proprio su quei set che comincia a capire che era proprio il sesso ciò che il pubblico voleva vedere e allora, perché non offrirglielo direttamente su un piatto d'argento? Nei primi Anni Ottanta, lavora nel genere pornografico e importa diverse pellicole che hanno come protagonista Marina Lotar nella più libertina Francia. Da questi film verranno poi tolte le scene più hard riadattantoli a soft per il mercato italiano.
Il suo cinema porno negli Anni Novanta
Negli Anni Novanta, lo stile di Luca Damiano è riconoscibilissimo: storie prese dalla Storia o dalla letteratura, uso di costumi, scenografie accurate, l'esistenza di una trama... Ha, insomma, un successo enorme ed è suo il merito di averci fatto scoprire star del porno come: Lollipop, Babette, Ives Baillat, Karin Schubert, Carole Nash, Richard Voisin, Christoph Clark, Lydia Chanel, Simona Valli; Shalimar, Andrea Nobili, Roberto Malone, Maria Bellucci, Francesco Malcom, Olivia Del Rio, Eva Falk e, non ultima, Milly D'Abbraccio. Nel 1999, accetta persino di interpretare se stesso nel film Guardami di Davide Ferrario, ispirato alla vita della sua amica Moana Pozzi.