Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Francesca Comencini |
Attori | Valeria Golino, Luca Zingaretti, Laura Chiatti, Giuseppe Battiston, Luca Argentero Valentina Lodovini, Teco Celio, Teresa Acerbis, Bebo Storti, Fabio Ghidoni. |
Uscita | venerdì 3 novembre 2006 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,71 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 dicembre 2017
Nella Milano di oggi si incrociano e si sfiorano le storie di persone molto diverse tra loro, le cui vite sono, in maniera invisibile, governate dal denaro. In Italia al Box Office A casa nostra ha incassato 866 mila euro .
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A Milano, dove hanno soffiato via anche la nebbia, si muovono e si incrociano personaggi anonimi e di rilievo, le cui vite sono ugualmente regolate dal denaro. Quella di Ugo, banchiere corrotto, sposato a una donna malinconica e depressa e controllato da Rita, capitano della Guardia di Finanza, innamorata e non corrisposta nel privato. Per strada invece si prostituisce Bianca, di cui si invaghisce Otello, un pregiudicato agli arresti domiciliari che ascolta il Rigoletto e, come il gobbo mantovano, tenta invano di riscattare la fanciulla amata. Poi c'è Elodie, modella e amante di Ugo, sedotta e abbandonata come la "traviata" verdiana, che trova il suo "Alfredo" in Gerry, commesso in un grande magazzino e marito fedifrago. Come Gerry, ambizioso e stanco di versare nell'indigenza, anche al professore pensionato di Teco Celio il denaro non sembra bastare mai, buttato e consumato dentro le costose vetrine del centro. Tutto intorno Milano assiste alle loro vite spese male.
Il film di Francesca Comencini si apre su Milano dentro un campo lunghissimo, è la città dove si svolgeranno i destini dei protagonisti, le relazioni interpersonali intrattenute per denaro, impedite dal denaro e terminate per denaro. La Milano dei traffici e delle intercettazioni, la Milano post tangentopoli che si è bevuta tutto davanti ai bar, ai negozi, alle banche, agli scheletri delle fabbriche in disuso, cullata dallo sferragliare incessante dei tram. Milano, la città del padre Luigi Comencini, la città della Scala e del melodramma verdiano, che accompagna le sequenze sottolineando liricamente l'evoluzione emotiva dei personaggi. Da Milano, che nasconde i suoi affari sporchi ma anche la sua bellezza, l'Italia può forse ricominciare, perché è nel capoluogo lombardo che risiedono i centri finanziari, le banche, la Borsa. La livida fotografia di Bigazzi impressiona Milano e sostiene la poetica impegnata di Francesca che si conferma la più "grande" delle sorelle Comencini.
Nel segno del piccolo o grande denaro, grande inquinatore. Si comincia con una riunione di banchieri e imprenditori per organizzare un business tipo furbetti del quartierino. E c'è chi parla un milanese grottesco e macchiettistico. Primo segnale dello scarso amore verso la città. La conferma arriva subito, con alcune inquadrature di Milano, grigia e tragica come una città dell'est dove non è passato l'89. Segue Bianca, prostituta dell'est vessata dal protettore, amata da fuoruscito già strangolatore di donne. Ecco Elodie, prostituta di classe con cocaina, mantenuta da Ugo (Zingaretti) banchiere e personaggio centrale insieme a Rita (Golino) capitano della guardia di finanza che spia il banchiere. Ugo sodomizza l'amante sopra un mobiletto di plastica dopo che lei aveva sedotto Gerry, commesso ambizioso, dedito a posizioni sessuali più consone. Rita è innamorata di un ragazzino e soffre terribilmente per l'accortezza sessuale di lui che non vuole diventar padre mentre lei vorrebbe essere madre. Un inciso: il sesso è sempre tragico e disperato. Bianca va in coma, ed è incinta. Viene tenuta in vita per il parto. Il bambino dovrebbe essere comprato da Ugo, ma rimane alla sorella di Bianca che lo alleverà col fuoruscito.
Se non si bada a tutto questo, e molti non ci badano, il film è ben tenuto in pugno dalla regista che sa certamente raccontare, a episodi. Certo dovrebbe seguire un corso di scrittura e nel frattempo giovarsi di autori diversi. Il film ha ottenuto un'accoglienza mediatica sproporzionata. Si è cercato di vendere un evento che evento non è. Pagine intere sui quotidiani maggiori. Alla Festa di Roma ha, come si dice, creato dibattito. Solo che il dibattito non è riuscito ad accendersi, come un cerino umido. È stato detto che la storia è troppo disperata, che propone l'immagine di una città e di un paese senza speranze. È vero, ed è il marchio della ditta Comencini. Difficile che dalle sorelle arrivino buone notizie. E poi qualcuno ha detto: Milano. È comodo attribuire alla città del denaro -la Borsa, le banche, il business in generale sono lì- il disastro materiale e morale di tutto. Però Milano è garante economico del paese. Forse è stata troppo maltrattata. Fa impressione un film italiano dove non si parla romano. Certo per Roma valeva una franchigia, anzi, molte franchigie. La capitale: città di felice e rutilante amministrazione, un po' ville lumière, un po' expo del mondo e un po' Disneyland, soprattutto città di ministeri e finanziamenti. La regista, inseritissima, non poteva proprio toccare quell'establishment.
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A casa nostra, film (2006) di Francesca Comencini con Luca Zingaretti, Laura Chiatti, Luca Argentero, Valentina Lodovini, Valeria Golino, Teco Celio, Giuseppe Battiston, Fabio Ghidoni Un film drammatico che esplora da diverse angolazioni il tema della maternità nel complesso caleidoscopio della vita umana contemporanea dove nel grigio melmoso delle bassezze fa capolino [...] Vai alla recensione »
Un film discreto quello della migliore (come regista) tra le sorelle Comencini. Un mosaico di tante storie italiane che si accavallano ricongiungendosi nella scena finale. Un credibile ritratto di una nazione dove vizi e virtù sono in perenne lotta tra loro. Zingaretti e Golino emergono. Discreto anche il resto del cast. Un peccato che alla Chiatti venga chiesto quasi sistematicamente di spogliarsi [...] Vai alla recensione »
Il film all'inizio è molto difficile da capire seppur nel suo tentativo di partire da frammenti "parlo di immagini e di contenuti" per arrivare ad un nucleo compatto nel suo messaggio. MI piace come sono trattati i personaggi e la loro umanità - a volte disumana o meglio venduta. Caotico soprattutto all'inizio. L'impostazione del film mi ricorda film già visti [...] Vai alla recensione »
Film corale alla Altman, sì ma diretto dalla Comencini e interpretato da mezzi attori. La regista, che è tale per ragioni di famiglia, ha polso debole e tanta presnzione in corpo che fortunatamente non riesce ad esprimere del tutto, tranne che alla fine con il ricatto sentimentale. Nessun approfondimento, solita visione intellettuale borghese (una iattura ereditata dal peggior neo-realismo) [...] Vai alla recensione »
Film corale con un dato in comune: la difficoltà di vivere nel mondo moderno. La sceneggiatura non affonda e la regia, come conseguenza, è incerta sul tono da prendere. Le vidende si ritorcono su se stesse, diventano prigioniere di una involuzione letteraria rivolta all'ingiù. Si respira una vaga atmosfera masochistica.
È difficile raccontare il presente, dargli immagini e senso. E proprio questo tenta di fare A casa nostra (Italia, 2006, 101'). Con molta generosità, con molta sincerità, Francesca Comencini e il cosceneggiatore Franco Bernini raccontano Milano, e attraverso Milano l'Italia. Intrecciando microstorie individuali, tentano di mostrare un senso non più solo individuale, non più solo "micro".
«Voi credete di poter fare come vi pare, ma questo paese è anche casa nostra!». Così il capitano della Guardia di Finanza Valeria Golino a brutto muso al furbetto Luca Zingaretti dopo mesi di intercettazioni senza essere riuscita a incastrarlo: un magistrato sta dalla sua parte. E lui, rabbioso: «Lei è una donna sola, quelli come lei provano gusto a perseguitare quelli come me».
Ancora un bel film di Francesca Comencini. Il precedente, Mi piace lavorare, si stringeva attorno a una donna oppressa nel suo ambiente di lavoro da quella forma subdola di persecuzione che va sotto il nome di «mobbing». Adesso, anziché un solo personaggio al centro, ce ne sono una decina in cifre decisamente corali, costruite però anche questa volta attorno a un unico tema, il denaro e quel suo strapotere [...] Vai alla recensione »
Misteri del cinema. Perché A casa nostra di Francesca Comencini, prima ancora d'iniziare la sua strada nelle sale cinematografiche, ha sollevato disappunto, ostilità? Mugugni dalla platea della Festa romana del cinema, proteste milanesi per come nel film è vista (o non è vista) Milano, la ex capitale morale degradata a terra di conquista per furbetti e furboni.
A casa nostra, recentemente presentato alla Festa del Cinema di Roma, dove non sembra abbia avuto una buona accoglienza, ha il sapore aspro della realtà dei nostri giorni, così latitante nel cinema italiano: è questo il suo maggior titolo di interesse, se altri non ne avesse. In tale occasione Francesca Comencini è stata bersaglio di alcune accuse insensate circa la presunta, sana «milanesità» che [...] Vai alla recensione »
Francesca Comencini è tra i pochi registi italiani capaci di porsi di fronte alla realtà. Lo aveva fatto qualche anno fa con un lavoro documentario struggente e urgente come Carlo Giuliani, ragazzo (2001). Poi ha sperimentato la coproduzione con il sindacato per affrontare il mobbing in Mi piace lavorare (2003). Questa volta, con A casa nostra, affronta un'opera corale che investe diverse tipologie [...] Vai alla recensione »
Non ci sarebbe nulla di male a fare un film sul denaro. Basta non chiamarsi fuori. C'è riuscito benissimo perfino un francese, Philippe Le Guay, che nelle interviste d'accompagno a "Il costo della vita", otto personaggi e i loro estratti conto, dichiarava una madre taccagna, un padre prodigo, lui che da piccolo non aveva ancora deciso di chi vergognarsi maggiormente.
Soldi, soldi, soldi. È il denaro che muove il mondo, e chi non si adegua è un povero sprovveduto. A casa nostra, di Francesca Comencini, ha il gusto amaro di una storia, anzi di tante storie che conosciamo fin troppo bene. Le molte vicende che s'intrecciano a Milano hanno i due poli estremi in Ugo, potente uomo d'affari, e Rita, capitano della Guardia di Finanza che sta cercando d'incastrarlo per i [...] Vai alla recensione »
Il personaggio più simpatico del nuovo film di Francesca Comencini, quello che smuove davvero i sentimenti dello spettatore, è un pensionato corpulento e affezionatissimo alla moglie, che passa le giornate in casa con lei tentando di non farle (di non farsi) mancare nulla. Se vuole mangiare uno stracotto, lo cucina con un Barolo da 50 euro, e pazienza se lei brontola.
All'inizio, un gruppo di uomini d'affari pranza in un ristorante di Milano, parlando di una scalata che si preparano a fare, e anche d'altro: la loro voracità, sguaiataggine, volgarità, lascia subito capire che il tema di A casa nostra (s'intende: in Italia) di Francesca Comencini è il potere del danaro visto nella città più ricca d'Italia. O almeno, così si dice: mentre sembra che le città più ricche [...] Vai alla recensione »
A casa nostra di Francesca Comencini, da oggi nei cinema, racconta, senza infingimentì, l'Italia di oggi attraverso la lente del denaro che tutto compra e niente soddisfa. Dieci personaggi che si intrecciano in diverse storie ambientate a Milano, «cartina di tornasole» di un modus vivendi che parla -a chi vuol capire e sentire - del «chi siamo» e «dove andiamo».
«Il denaro è il vero protagonista del film. Il denaro è diventato centrale nelle nostre vite e nei comportamenti, è entrato perfino nei nostri corpi». A leggere queste dichiarazioni di Francesca Comencini a proposito del suo nuovo film, A casa nostra, si è portati a pensare a una storia di denuncia o a un instant movie sui nuovi ricchi. E invece - e questo è un bene - ci si trova di fronte a un'incisiva [...] Vai alla recensione »
Sono note le polemiche suscitate dal film di Francesca Comencini A casa nostra per la presunta negatività dell'immagine di Milano sottesa al film stesso. Per una volta che Milano non è semplicemente «Milano da bere» ci sarebbe di che rallegrarsi, invece... E dire che uno dei punti dl forza del film è proprio il paesaggio metropolitano fotografato con rara sensibilità artistica su toni freddi, grigi [...] Vai alla recensione »
Il denaro, ha raccontato la regista e sceneggiatrice (con Franco Bernini) Francesca Comencini è il motore di A casa nostra, la spinta, l'ideale in funzione del quale si sviluppa la narrazione del film. Un tema arido e spietato, una pulsione solo "quantitativa", che prescinde persino dall'ambizione di realizzazione personale. Infatti, alcuni dei protagonisti, più o meno maturi, più o meno consapevoli, [...] Vai alla recensione »
Un pugno di storie, tutte ambientate a Milano. Che non è più la Milano da bere, ma una metropoli da girare con l'occhio costantemente rivolto al portafoglio. Perché è spesso vuoto. Perchè può diventarlo da un giorno all'altro. Perché anche se è gonfio, non è mai abbastanza gonfio. E comunque la tua vita non puoi mai dirigerla dove ti porta il cuore, ma dove la indirizza, in ogni momento della giornata [...] Vai alla recensione »
Milano sentina del malaffare o punta dell'iceberg Italia? Il titolo, A casa nostra, intende senza dubbio il Paese, ma le panoramiche che raccordano i frammenti di storie del film di Francesca Comencini intanto mostrano le città in un clima di sempiterno autunno. Non grigia, ma ferrigna, fotografata già protagonista, anche suo malgrado, anche in certi scorci d'obbligo - per tutti la torre Velasca [...] Vai alla recensione »
Ridurre cronaca giudiziario-politica italiana a pretesto per raccontare sventure femminili è la trovata di A casa nostra di Francesca Comencini. La regista perde così, scambiando il fine per il mezzo, l'occasione del suo primo bel film, offertale dalla fotografia di Luca Bigazzi: Milano non veniva mostrata così, nel suo gelo non solo atmosferico, dai tempi dei romanzi di Scerbanenco.
La requisitoria etica sul morbo del denaro come unico valore in una Milano non più da bere ma da spendere e buttare via è un'occasione perduta per riprendere il racconto sullIitalia ormai interrotto da decenni. Francesca Comencini muove le sue pedine: un banchiere spregiudicato alla "furbetti del quartierino", i suoi intrighi, la sue amante traditora, la capitano della Finanza che lo persegue, una [...] Vai alla recensione »