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Recensione: Por donde pasa el silencio - Cineuropa

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SAN SEBASTIAN 2024 New Directors

Recensione: Por donde pasa el silencio

di 

- Sandra Romero fa appello a un'emozione intima e a un'autenticità quasi documentaristica nel suo primo lungometraggio, incentrato su un ritorno alle radici in cui emergono sensi di colpa

Recensione: Por donde pasa el silencio
Antonio Araque in Por donde pasa el silencio

Sandra Romero sarà un nome da ricordare nel panorama cinematografico spagnolo dei prossimi mesi. A 31 anni, ha già avuto modo di confrontarsi con nomi del calibro di Rodrigo Sorogoyen: ha diretto diversi episodi della serie Los años nuevos [+leggi anche:
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, oltre ad aver presentato in anteprima mondiale il suo film d'esordio, Por donde pasa el silencio [+leggi anche:
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intervista: Sandra Romero
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, nella sezione New Directors del 72mo Festival di San Sebastian, suscitando un grande entusiasmo.

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Con lo stesso titolo del cortometraggio premiato al festival di Malaga 2020, il suo esordio nel lungometraggio è incentrato sulla figura di Antonio (interpretato da Antonio Araque, apparso in Amanece e Notas sobre un verano [+leggi anche:
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), che torna da Madrid al suo villaggio di Jaén durante le vacanze di Pasqua e lì si scontra con tutto ciò che si è lasciato alle spalle: una famiglia tutt'altro che perfetta, un'amante del passato e, soprattutto, un turbine di emozioni che pensava di essersi lasciato alle spalle, oltre a un senso di spaesamento.

Estremamente personale, il film si attacca alla realtà e ne estrae i temi e le emozioni che interessano Romero, con i quali si identifica pienamente poiché attinge ai propri amici (Antonio Araque e suo fratello Javier Araque, attore non professionista) e alla sua città natale: Écija. Così, il paesaggio andaluso e le sue peculiarità – dove la famiglia è un pilastro solido, assorbente e inamovibile – sono il palcoscenico su cui il protagonista torna, portando il peso della contraddizione interiore di oscillare tra il riconoscibile e, allo stesso tempo, il sentirsi fuori posto.

Lo scontro tra individualità e appartenenza è un altro dei temi affrontati da questa regista, che ha portato nel suo film gran parte della verità dei suoi attori: Javier Araque espone alla telecamera la malattia di cui soffre, il che apre le porte al senso di colpa del fratello gemello per aver avuto la fortuna di non soffrire degli stessi disturbi e al dubbio se lo stia aiutando o meno a distanza.

Inoltre, Sandra Romero ha utilizzato diversi attori dilettanti (Javier e sua sorella María, per esempio) combinati – non sempre in perfetta armonia – con professionisti come Mona Martínez (Adiós [+leggi anche:
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intervista: Paco Cabezas
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) e Tamara Casellas (Ama [+leggi anche:
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). Da questa miscela emerge un ritratto ruvido, epidermico e duro di relazioni familiari dove a volte non c'è un amore sano, dove trionfa l'incomunicabilità e si esige troppo. La regista cattura tutto questo con zero artifici e un'overdose di naturalezza, ricordando Entre dos aguas [+leggi anche:
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intervista: Isaki Lacuesta
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, un film anch'esso su due fratelli – altri due ragazzi come questi del film di Romero – e ambientato nel sud della Spagna, che cinque anni fa portò a Isaki Lacuesta la sua seconda Conchiglia d'Oro in questo stesso festival.

Por donde pasa el silencio è una produzione di Playa Chica Films, Mammut Films, Icónica Producciones e Aúna Producciones. Le vendite internazionali sono a cura di Latido Films.

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(Tradotto dallo spagnolo)


Photogallery 25/09/2024: San Sebastian 2024 - Por donde pasa el silencio

5 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Sandra Romero
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - @studio.photo.dar, Dario Caruso

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