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Prima di mettere in atto l'assedio, Alessandro pensò di attaccare i nemici che dominavano il passo attraverso cui era giunto a Pelion. Questo passo era piccolo, e solo quattro uomini potevano attraversarlo marciando in avanti.
Prima di mettere in atto l'assedio, Alessandro pensò di attaccare i nemici che dominavano il passo attraverso cui era giunto a Pelion. Questo passo era piccolo, e solo quattro uomini potevano attraversarlo marciando in avanti.


Fece pertanto affidamento a un singolare metodo di attacco. Dispose una parte della sua fanteria e della cavalleria davanti all'insediamento di Pelion in modo da poter eseguire le sue manovre difendendosi da un eventuale attacco di Clito. Poi diresse la sua [[falange (militare)|falange]] di centoventi uomini verso la pianura sotto le alture su cui si erano disposte le truppe di Glaucia, che osservavano sorpresi la marcia del nemico. Alessandro ordinò alla sua falange di attaccare gli Illiri, che rimasti basiti dall'azione macedone furono costretti a ritirarsi. Durante questo scontro non morì nessun militare macedone. Tuttavia non sappiamo se ci siano stati dei morti tra gli Illiri.
Fece pertanto affidamento a un singolare metodo di attacco. Dispose una parte della sua fanteria e della cavalleria davanti all'insediamento di Pelion in modo da poter eseguire le sue manovre difendendosi da un eventuale attacco di Clito. Poi diresse la sua [[falange (militare)|falange]] di centoventi uomini verso la pianura sotto le alture su cui si erano disposte le truppe di Glaucia, che osservavano sorpresi la marcia del nemico. Alessandro ordinò alla sua falange di attaccare gli Illiri, che rimasti basiti dall'azione macedone furono costretti a ritirarsi. Durante questo scontro non morì nessun militare macedone, ma non sappiamo se ci siano stati dei morti tra gli Illiri.

Tuttavia, alcune truppe di fanteria illiriche si ergevano ancora sulle alture dominando il guado, e per Alessandro era necessario prenderne il controllo per avere a portata di mano l'intera pianura. Prima di impegnarsi in battaglia, Alessandro decise di ristabilire il suo campo sul lato opposto del fiume vicino al guado, al fine di garantire la sicurezza sia delle sue operazioni che del suo campo. Nel farlo, però, correva il pericolo di essere preso alle spalle e attaccato dagli Illiri mentre i Macedoni attraversavano il fiume. Così ordinò alle sue truppe di girarsi e cogliendo d'anticipo il nemico, iniziò una carica con i suoi [[eteri (antica Grecia)|etèri]]. Nel frattempo ordinò anche ai suoi arcieri di girarsi e scagliare le loro frecce dalla metà del fiume.

Dopo aver guadagnato un posto di sicurezza sulla sponda opposta del fiume, Alessandro riuscì a rifornire liberamente l'esercito e aspettare i rinforzi. Ma prima che i rinforzi arrivassero, gli esploratori di Alessandro gli riferirono che gli Illiri, pensando che Alessandro fosse in ritirata, stavano trascurando le difese del loro insediamento.


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==

Versione delle 19:51, 29 giu 2017

Assedio di Pelion

Assedio di Pelion
parte della campagna balcanica di Alessandro Magno
Data335 a.C.
LuogoPelion, Illiria, nell'attuale Albania
CausaEspansionismo macedone
EsitoVittoria di Macedonia
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
15 000
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L'Assedio di Pelion fu condotto nel 335 a.C. da Alessandro Magno contro le tribù illiriche dell'odierna Albania. Per Alessandro era fondamentale prendere il controllo del passo in quanto forniva un accesso facile alla Macedonia e all'Illiria necessario ad affrontare i disordini di Atene e Tebe che in quel periodo insorgevano in Grecia.

La città di Pelion fu un importante punto di demarcazione del regno di Alessandro, che si impose a nord come monarca delle tribù del Danubio, e successivamente a sud delle città-Stato greche cadute sotto la sua egemonia. Il controllo di questo posto gli permise infatti di marciare velocemente col suo esercito in Grecia e di portare a termine la totale distruzione di Tebe.

Antefatto

Durante una campagna sul Danubio contro alcune delle tribù settentrionali sconfitte precedentemente da suo padre Filippo II, ma non ancora completamente sottomesse, Alessandro ricevette la notizia della rivolta illirica condotta da Clito dei Dardani e Glaucia dei Taulanti.

Alessandro si preoccupò di questa notizia perché l'insediamento di Pelion occupava uno dei passaggi più importanti tra l'Illiria e la Macedonia. Se avesse perso il controllo di questa regione, Alessandro avrebbe infatti dovuto compiere una lunga marcia intorno a una catena montuosa a sud per poi proseguire in territorio illirico. Ciò avrebbe concesso alle polis greche ribelli un ampio tempo per prepararsi all'arrivo di Alessandro mentre quest'ultimo si sarebbe occupato di sconfiggere gli Illiri.

Durante il cammino verso Pelion, Alessandro fu aiutato dal principe agriano Langaro, che si offrì di proteggere l'esercito macedone dagli illiri compiendo frequenti incursioni nel territorio degli Autariati. In questo modo egli riuscì a controllare i ribelli e permise ad Alessandro di proseguire la sua marcia indisturbato.

L'assedio

Fase iniziale

Alessandro arrivò con 15 000 soldati e pensò subito di attaccare gli Illiri, sperando di sconfiggere Clito prima che giungessero i rinforzi di Glaucia. Come prima cosa fece costruire l'accampamento macedone. Egli notò che i Dardani avevano già preso il controllo della città e circondato la valle disponendosi sulle creste delle montagne. Decise dunque di assalire le truppe nemiche che dominavano le alture riuscendo a spingerle dietro le mura di Pelion. Fallendo in un primo tentativo di assedio della città, Alessandro cominciò a distribuire i suoi soldati intorno alla valle per accerchiare i Dardani, ma fu interrotto il giorno seguente dall'arrivo dei Taulanti e costretto ad abbandonare le alture conquistate precedentemente.

Battaglia

Costretto a scendere nella pianura da Glaucia, Alessando si trovò in una situazione pericolosa: fu circondato da nemici in grado di rifornirsi liberamente di tutte le provviste necessarie alla battaglia decidendone i tempi, mentre a sud la rivolta di Tebe e Atene avrebbe potuto far cadere l'egemonia macedone.

Prima di mettere in atto l'assedio, Alessandro pensò di attaccare i nemici che dominavano il passo attraverso cui era giunto a Pelion. Questo passo era piccolo, e solo quattro uomini potevano attraversarlo marciando in avanti.

Fece pertanto affidamento a un singolare metodo di attacco. Dispose una parte della sua fanteria e della cavalleria davanti all'insediamento di Pelion in modo da poter eseguire le sue manovre difendendosi da un eventuale attacco di Clito. Poi diresse la sua falange di centoventi uomini verso la pianura sotto le alture su cui si erano disposte le truppe di Glaucia, che osservavano sorpresi la marcia del nemico. Alessandro ordinò alla sua falange di attaccare gli Illiri, che rimasti basiti dall'azione macedone furono costretti a ritirarsi. Durante questo scontro non morì nessun militare macedone, ma non sappiamo se ci siano stati dei morti tra gli Illiri.

Tuttavia, alcune truppe di fanteria illiriche si ergevano ancora sulle alture dominando il guado, e per Alessandro era necessario prenderne il controllo per avere a portata di mano l'intera pianura. Prima di impegnarsi in battaglia, Alessandro decise di ristabilire il suo campo sul lato opposto del fiume vicino al guado, al fine di garantire la sicurezza sia delle sue operazioni che del suo campo. Nel farlo, però, correva il pericolo di essere preso alle spalle e attaccato dagli Illiri mentre i Macedoni attraversavano il fiume. Così ordinò alle sue truppe di girarsi e cogliendo d'anticipo il nemico, iniziò una carica con i suoi etèri. Nel frattempo ordinò anche ai suoi arcieri di girarsi e scagliare le loro frecce dalla metà del fiume.

Dopo aver guadagnato un posto di sicurezza sulla sponda opposta del fiume, Alessandro riuscì a rifornire liberamente l'esercito e aspettare i rinforzi. Ma prima che i rinforzi arrivassero, gli esploratori di Alessandro gli riferirono che gli Illiri, pensando che Alessandro fosse in ritirata, stavano trascurando le difese del loro insediamento.

Bibliografia