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Europa. Uscire dall'Euro: Parlarne anche a sinistra?Tribuno del Popolo
mercoledì , 20 luglio 2016
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Europa. Uscire dall’Euro: Parlarne anche a sinistra?

Europa. Uscire dall’Euro: Parlarne anche a sinistra?

Mentre sempre più cittadini europei sembrano essere sempre più delusi o scoraggiati dall’operato dell’Unione Europea il discorso di “uscire dall’Euro” è stato lasciato quasi integralmente, almeno in Italia, all’estrema destra. Visto e considerato che l’austerity sembra rispecchiare la natura stessa dell’Ue, forse non sarebbe opportuno imbastire il discorso anche a sinistra non lasciando un tema importante come quello del recupero della “sovranità” alle destre?

Uscire dall’Euro sarebbe una tragedia, dicon tutti, ma continuare con le politiche di austerty imposte dall’Ue nella realtà non fa che aumentare la delusione e lo scoramento dei cittadini dei singoli Paesi, ormai frustrati dalla consapevolezza di aver sostanzialmente smarrito la sovranità statale nei singoli paesi. Quando si sente parlare di “sovranità” però molti benpensanti di sinistra storcono il naso e così un tema di importanza capitale come quello del recupero della sovranità, e quindi della possibilità di decidere all’interno dei propri confini, viene lasciato a personaggi di estrema destra come Salvini o la Meloni. Un errore madornale da parte della secredente sinistra che invece ha come unica prospettiva quello della “correzione” dall’interno dell’Unione Europea, un fine sicuramente meritorio ma che non parla alla pancia della gente. Alla pancia ci parla invece Salvini che promette ai cittadini di riportare la sovranità perduta, e in questo senso anche la Le Pen in Francia sta riscuotendo successi proprio cavalcando il risentimento della popolazione nei confronti dell’Ue e delle sue politiche. Tutto questo rappresenta un errore in quanto se le cose dovessero peggiorare, e tutto lascia presumere che l’austerity continuerà, il malcontento popolare aumenterà, andando inevitabilmente a destra laddove esistono spacconi e fanfaroni alla Salvini che da anni parlano di exit strategy e di uscita dall’Ue. Per la verità ne parla anche Grillo con il Movimento Cinque Stelle, e infatti anche Grillo proprio come Salvini rappresenta la figura di quel capopopolo capace di parlare direttamente ai sentimenti più retrivi e bassi del popolo. La sinistra, o appunto quella secredente tale, invece non vuole sporcarsi le mani e continua a invocare un “buonsenso” che non solo non paga dal punto di vista elettorale, ma finisce anche per legare l’immagine stessa della sinistra alla difesa dell’Ue. Sarebbe invece necessario inaugurare una nuova sinistra che abbia il coraggio di criticare l’Unione Europea in modo sistemico mettendone in discussione modalità ma anche le stesse finalità. Una sinistra capace di contendere alle destre più estremiste anche il populismo, cominciando ad esempio ad affrontare anche il tema di una exit strategy alternativa all’Euro, una exit strategy da sinistra che rompa con l’Ue non sulla base dell’egoismo, come propone la Lega Nord(padroni a cà nostra e varie amenità), ma sul suo contrario. Una sinistra capace di proporre un percorso alternativo ai popoli europei che in questo senso vengono quasi tenuti in scacco da governanti che fingono solamente di far scegliere il popolo. Una sinistra capace di rompere con l’Ue ad esempio circa la questione Ucraina, dove Bruxelles si è allineata beceramente alle posizioni della Casa Bianca imponendo sanzioni controproducenti alla Russia, una sinistra capace di rigettare le guerre di civiltà e di rilanciare invece l’umanesimo, il progressismo, il socialismo che sono gemmati proprio dalla cultura di matrice europea, oggi completamente schiacciata dal neoliberismo e dalla cultura del denaro. Una sinistra che torni a diventare idealista proponendo al popolo un immaginario alternativo, una prospettiva storica di breve e medio termine che eviti di lasciare il discorso sulla dicotomia: Euro a tutti costi o No Euro con Salvini e Le Pen. Non è possibile che la gente sia obbligata a scegliere da una Europa dei mercati e dell’austerity e una Europa nera dei nazionalismi. Ci va una terza via, e a questo dovrebbe pensarci una nuova sinistra, magari comunista, adeguata a cogliere le sfide del tempo.

Gb

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Un commento

  1. Mi spiace tanto che rispetto ad una giusta riflessione sulla secredente sinistra e la sua mancanza di soluzioni alla situazione attuale: migranti, euro, crisi economica irreversibile, fiducia mal riposta nel neokeynesismo etc, si colleghi le risposte populiste della destra (front Nationalle) e della Lega al movimento 5 stelle che oramai è elettoralmente ancora tanto Grillo, ma politicamente (fortunatamente ) assa8i di più; lo so l’ideologia e il bisogno identitario sono troppo forti per rinunciarvi anche in fase di estinzione ma il reddito di cittadinanza, il finanziamento alle piccole imprese con i soldi accantonati dalle retribuzioni dei parlamentari, la rivendicazione di una democrazia diretta (referendum legislativi e non abrogativi, senza quorum, revoca dei mandati, massimo due mandati etc) sono temi tanto di sinistra che la sedicente tale non è in grado nè di comprendere nè di portare avanti. Le proposte vincenti dei veri difensori degli interessi popolari (che oggi sono sempre più larghi rispoetto a quelli della “sola” classe operaia, sono proposte inclusive, unitarie, dialoganti tutto il contrario di ciò chew quotidianamente fanno Sel Rifondazione e la miriade di partiti autentici della sinistra in estinzione.

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