PLOTONI NUOTATORI DELLA III DIVISIONE CAVALLERIA COMANDATA DA S.A.R. IL CONTE DI TORINO

Luca Comerio

DCP. Kinemacolor.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Si ha notizia che la prima sala italiana a proiettare il Kinemacolor sia stata il Cinema Centrale di Genova, di proprietà di Stefano Pittaluga. Si sa anche di proiezioni effettuate a Milano al Teatro dei Filodrammatici, dove i milanesi poterono ammirare i primi film a colori già nei primi mesi del 1912. […] Da articoli apparsi sul “Times”e su “The Bioscope” si apprende che il sistema arrivò anche in Vaticano, in una proiezione privata per il Papa effettuata nel giugno 1913 […].
Come si è recentemente scoperto, Luca Comerio girò dei film documentari in Kinemacolor. Negli anni del conflitto in Libia, era sul posto; non sappiamo se avesse già ammirato il sistema a colori, comunque, quasi certamente molto del materiale sulla guerra in Tripolitania proiettato al Centrale di Genova era suo. […] Si potrebbe supporre che a Genova Comerio sia venuto in contatto con qualche operatore di Urban. Per il resto si sa poco, e nulla è documentato sulle modalità con cui Comerio venne in possesso di una macchina da presa Kinemacolor né si può escludere che Comerio possa aver agito in violazione del brevetto. Fatto sta che queste pellicole non recano il logo di Urban e del Kinemacolor, ma presentano il celebre marchio di Comerio sul titolo, senza nessun accenno al sistema a colori.

Livio Gervasio, Il cinema a colori naturali. Il Kinemacolor in Italia in Michele Canosa, Giulia Carluccio, Federica Villa, Cinema muto italiano: tecnica e tecnologia. Brevetti, macchine, mestieri, Carocci, Roma 2006

Copia proveniente da

Il restauro è stato realizzato in 4K dal laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato d’epoca, Kinemacolor bianco e nero. Una volta eseguita la scansione, si sono separati i fotogrammi in pari e dispari. Un filtro verde/ciano e un filtro rosso/arancio è stato associato ai fotogrammi delle corrispondenti densità. L’intervento digitale si è limitato alla stabilizzazione dell’immagine e alla pulizia manuale. Nessun intervento di riduzione del pompaggio luminoso è stato applicato per non alterare la natura del sistema. Le immagini così ricombinate vengono proiettate a una velocità di 16fps