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Mazzola Valentino
The Wayback Machine - https://web.archive.org/web/20160603183040/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Mazzola.html

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Anno

Squadra

Serie PT RT
1938-39 Alfa Romeo
C
-
-
1939-40 Venezia
A
6
1
1940-41 Venezia
A
27
6
1941-42 Venezia
A
28
5
1942-43 Torino
A
30
11
1944 Torino
A
25
21
1945-46 Torino
A
35
16
1946-47 Torino
A
38
29
1947-48 Torino
A
37
25
1948-49 Torino
A
30
16
Dati anagrafici
Cognome Mazzola Nome Valentino
Nato a Cassano D'Adda (Milano) Data 20/01/1919
Altezza ND Peso ND
Esordio 31/03/1940, Lazio-Venezia 1-0 Ruolo Mezzala
Nazionale
Pt
Rt
 Esordio
 12
 4
05/04/1942, 
Italia-Croazia 4-0

 

Uno dei più grandi giocatori mai espressi dal nostro calcio, l'uomo squadra per eccellenza. Nasce calcisticamente in una squadretta aziendale, l'Alfa Romeo e attira sulla sua persona le attenzioni del Bari. Quando però i galletti sembrano ormai aver chiuso per il suo ingaggio, spunta il Venezia. Il primo torneo coi lagunari, non è felicissimo. E' un giocatore in anticipo sui tempi, non la classica mezzala dotata di grande tecnica, ma scarsa propensione alla corsa che caratterizza quella epoca del calcio, ma un interno capace di spaziare su tutto il campo e di abbinare la quantità in dosi industriali alla qualità. Quando comincia a scaricare il contachilometri, è estremamente difficile stargli dietro. A Venezia, fa coppia con un altro grande incompreso, Ezio Loik, appena scaricato dal Milan e insieme fanno la fortuna dei neroverdi. Quando la Juventus sembra ormai aver proceduto al loro acquisto, Novo opera un vero e proprio colpo di teatro e mette in mano a Bennati, presidente veneziano, l'assegno che dirime la controversia. E con questo atto, comincia la costruzione del mito del Grande Torino. Gli inizi non sono esaltanti, anche perchè la squadra granata gioca ancora col Metodo, ma quando Novo ed Erbstein optano per il Sistema, i due diventano una vera e propria ira di Dio. Valentino, in particolare, diventa il simbolo di una squadra senza eguali. La sua debordante e straripante vigoria fisica, colpisce l'immaginario collettivo. Difende e attacca con eguale efficacia, quando salta di testa è praticamente impossibile prendere il pallone e se gli avversari lo fanno arrabbiare, chiama i compagni al forcing, il famoso quarto d'ora con cui il Grande Torino ribalta gare che sembravano perse. A Roma, dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio di una rete, sente qualcuno dire che il giallorosso Valle gli sta impartendo una lezione di calcio. Chiama i compagni e gli dice che è arrivato il momento di giocare: il risultato finale sarà un catastrofico, per la Roma, sette ad uno per il Torino. Qualche problema lo ha invece con la Nazionale. In maglia azzurra, il nervosismo indotto dalle grandi attese, gli impedisce nei primi tempi di esprimere tutta la sua classe, anche se poi comincia a calarsi nella parte. E' uno dei giocatori più attesi in vista del Mondiale del 1950, in Brasile, ma non farà in tempo ad andarci. Il 4 maggio del 1949, infatti, l'aereo che stava riportandolo a casa, insieme ai compagni del Grande Torino, va a schiantarsi contro il muraglione della Basilica di Superga. Nella sciagura, la più grave di tutti i tempi per il calcio italiano, perisce tutta la squadra che aveva fatto sognare gli italiani e che era diventata il simbolo dell'Italia che stava per ricostruirsi dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale. Comincia la lunga notte del calcio italiano... 


 
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