Tra le serie più acclamate e premiate degli ultimi anni, Fargo può contare sulla partecipazione di numerose star internazionali. E intanto si prepara la stagione 4 con una forte componente italiana.
di Andrea Fornasiero
Nel 2006 un assassino arriva in una piccola cittadina del Minnesota e fa un patto con un assicuratore, precipitandolo in una spirale di inganni e malvagità sempre più irresistibile. Nel 1979 due famiglie criminali, una del Minnesota e una del North Dakota, si fanno la guerra per colpa di una coppia di sposini. Nel 2010 due gemelli in Minnesota vivono una rivalità sempre più accesa, ma il più ricco dei due ha un problema ben peggiore del fratello: il minaccioso Varga, esponente di una compagnia dagli affari loschissimi che prende progressivamente controllo del suo business.
«Per una stagione di Fargo non ho bisogno solo di un'idea, ma di un centinaio di idee e personaggi. Non escludo una nuova stagione, ma è un lento processo».
Ha lo stesso titolo del film dei fratelli Coen del 1996, e i due registi sono infatti produttori della serie, ma Fargo è del tutto una creatura di Noah Hawley, sviluppata per la il canale americano FX diretto da John Landgraf, forse l'executive con maggior fiuto e attenzione della scena statunitense. Fidarsi di un autore relativamente alle prime armi - che aveva ideato solo due serie dalla vita breve - per una produzione così prestigiosa è stata una grande scommessa vincente: Fargo è oggi una delle serie più acclamate, vincitrice di 3 Golden Globes e 6 Emmy Awards oltre che insignita della partecipazioni di grandi star di Hollywood, da Billy Bob Thornton a Kirsten Dunst e Ewan McGregor.
Al film originale dei Coen regala qualche rimando, spesso nascosto come easter egg per gli spettatori più attenti, mentre ne conserva soprattutto lo spirito: ossia storie di persone più o meno ordinarie che commettono un crimine e finiscono per precipitare in un vortice sempre più violento. Un caos dominato da figure diaboliche, come Lorne Malvo interpretato da Billy Bob Thornton e Varga incarnato da David Thewlis, ma dove trova spazio anche la determinazione dei buoni, come le poliziotte cui hanno prestato il volto Allison Tolman e Carrie Coon.
Ai racconti morali delle stagioni uno e tre si affianca la più spregiudicata seconda stagione, ambientata negli anni 70 e dal taglio quasi pulp nei suoi eccessi di violenza e follia. Anche qui però il cuore della vicenda sono persone ordinarie che lasciano i binari di una vita serena per il crimine, finendone travolti e scoprendosi capaci di azioni che nemmeno immaginavano.