hosh
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lunedì 25 settembre 2023
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che letterine...senza ong e con migrantiamericani.
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Qundo gli erei, 200, giapponesi attaccarono pearl harbor
diverse persone pensavano che il paese americano
fosse morto, inutile dirlo, lo stesso popolo americano
fece un controllino perchè seppure con delle divergenze
non s'aspettava una cosa del genere e neanche da altre
persone che lo sembravano, ma se il popolo e l'esercito americano
potevano essere stati ingannati in qualche maniera, con
e gli sbarchi di anzio e in normandia l'esercito di immigrati americani e inglesi
dando una risposta ineluttabile
poi distrusse quelle dittature così che in odierno
ancora ne parlano e parlano, l'impresa dei migranti americani
disincantando e liberando il paese
portando alla cioccolata.
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Qundo gli erei, 200, giapponesi attaccarono pearl harbor
diverse persone pensavano che il paese americano
fosse morto, inutile dirlo, lo stesso popolo americano
fece un controllino perchè seppure con delle divergenze
non s'aspettava una cosa del genere e neanche da altre
persone che lo sembravano, ma se il popolo e l'esercito americano
potevano essere stati ingannati in qualche maniera, con
e gli sbarchi di anzio e in normandia l'esercito di immigrati americani e inglesi
dando una risposta ineluttabile
poi distrusse quelle dittature così che in odierno
ancora ne parlano e parlano, l'impresa dei migranti americani
disincantando e liberando il paese
portando alla cioccolata..., un quantitativo di tritolo sufficiente a
dissuadere i fhurer e duci che i loro calcoli erano
sbagliati e non conoscevano la democrazia mondiale. Per
ciò la storia è narrabile con scene e spettacolo del film.
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contrammiraglio
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venerdì 20 febbraio 2015
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fortezze, non superfortezze!
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Come tutti i films di Hawks ha ritmo e divertimento; uno dei migliori films ANCHE propagandistici di sempre!
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fixer
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mercoledì 3 dicembre 2008
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impegno e disimpegno
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In questo film ci sono alcuni dei temi cari e tipici di Hawks: l'amore per l'aviazione, il cameratismo, l'amicizia virile, il coraggio e la professionalità. Ma qui ce n'è un altro ancora e forse vale la pena parlarne, visto che gli altri temi sono già stati abbondantemente trattati e sviscerati fin nei minimi dettagli. Mi riferisco al patriottismo: terreno minato, si sa, soprattutto quando si parla di un artista disincantato come Hawks. Il Ministero della Guerra e ambienti governativi fecero pressioni, negli anni di guerra, sulle case cinematografiche perchè sostenessero lo sforzo bellico con film che inculcassero sentimenti di amor patrio, orgoglio nazionale, sostegno incondizionato alla guerra.
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In questo film ci sono alcuni dei temi cari e tipici di Hawks: l'amore per l'aviazione, il cameratismo, l'amicizia virile, il coraggio e la professionalità. Ma qui ce n'è un altro ancora e forse vale la pena parlarne, visto che gli altri temi sono già stati abbondantemente trattati e sviscerati fin nei minimi dettagli. Mi riferisco al patriottismo: terreno minato, si sa, soprattutto quando si parla di un artista disincantato come Hawks. Il Ministero della Guerra e ambienti governativi fecero pressioni, negli anni di guerra, sulle case cinematografiche perchè sostenessero lo sforzo bellico con film che inculcassero sentimenti di amor patrio, orgoglio nazionale, sostegno incondizionato alla guerra. Jack Warner non negò mai quest'appoggio e anzi giunse perfino a indossare l'uniforme di tenente colonnello. Il 1943 è l'anno d'uscita non solo di Arcipelago in fiamme (Tit.Orig.: Air Force) ma soprattutto Casablanca. Questi due film raffigurano la stessa posizione iniziale dei personaggi in esame: John Garfield (serg.John Winocki)e Bogart (Rick). Garfield non intende prolungare la ferma, Rick non vuole saperne di appoggiare la resistenza francese. Entrambi ostentano un atteggiamento di rifiuto verso l'impegno.
I due film cercano di far rilevare, con una sapiente strutturazione del racconto, quanto questo atteggiamento sia "egoistico" e quanto sia invece "giusto" schierarsi. "Bentornato alla lotta" dirà Paul Henreid (Laszlo) a Bogart, quando questi si "convertirà".
Nel caso di Garfield, Dudley Nichols, lo sceneggiatore, decide di inserire un personaggio che metta ancora più in rilievo, se mai qualche spettatore disattento, non se ne fosse accorto, la posizione opposta rispetto a quella di Garfield. Mi riferisco al motorista interpretato da Harry Carey. Questi ha un figlio che è pure combattente e subito la sua tacita disapprovazione si evidenzia quando ode Garfield decidere di non prolungare la ferma. Qui Carey rappresenta il "giusto" sentimento nazionale, quello che ogni buon americano dovrebbe provare. La cosa è ancor più evidente quando Carey riceve la notizia del ferimento del figlio e, nonostante tutto e senza lamenti, si butta di nuovo sul lavoro.
La reazione di Garfield e cioè la sua decisione di impegnarsi è la reazione che l'America vuole. Sono ammessi tentennamenti, mugugni, ma alla fine il dovere chiama e non ci si può sottrarre.
Buona parte del cinema di questo tipo è proprio la parabola che va dal disimpegno all'impegno.
La cosa curiosa è che il disimpegno è una tipica rappresentazione dell'eroe americano, simbolo di libertà ed indipendenza. Qui invece, questa posizione è condannata come egoistica e sterile. Il rifiuto di impegnarsi non porta a nulla di buono; l'impegno invece è visto come un bene della comunità: essa sopravvive nella misura in cui il singolo partecipa alla lotta per difenderla. L'individualismo, segno tipico degli eroi del West, che riesce a trascinare spesso la comunità, prima riluttante, verso la lotta contro la sopraffazione e il sopruso, cambia radicalmente la propria valenza: è la comunità che trascina, alla fine, l'individuo, inizialmente riluttante, verso l'impegno comune.
Garfield è sì protagonista qui, ma in realtà il vero protagonista è l'equipaggio del B-17: ancora una volta è il gruppo (la comunità) che conta. Un gruppo unito vince. L'America, se è unita, nel fronte interno quanto in quello esterno (al fronte), vincerà.L'unità che le mancherà nel Vietnam e le farà perdere la guerra.
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