elgatoloco
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sabato 3 settembre 2016
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clair americano sempre grande
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Grande sempre, questo René Clair del periodo bellico, costretto a emigrare in America dal governo di Vichy, che gli aveva confiscato i beni, con quel gioco straordinario tra"realtà quotidiana"(o ciò che intendiamo per essa)e l'"altro", il"perturbante", per dirla en psychoanalyse, ossia l'irruzione del fantastico(il fantasma qui è un anziano giornalista, collega del protagonista, in panni normali, solo dalla voce e dall'atteggiamento particolari, che può far pensare a una sua "diversa collocazione"nel mondo), che si realizza anche, un po'ironicamente, non "comicamente", con la capacità di antevedere il futuro, avendo sottomano il giornale quotidiano del giorno seguente.
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Grande sempre, questo René Clair del periodo bellico, costretto a emigrare in America dal governo di Vichy, che gli aveva confiscato i beni, con quel gioco straordinario tra"realtà quotidiana"(o ciò che intendiamo per essa)e l'"altro", il"perturbante", per dirla en psychoanalyse, ossia l'irruzione del fantastico(il fantasma qui è un anziano giornalista, collega del protagonista, in panni normali, solo dalla voce e dall'atteggiamento particolari, che può far pensare a una sua "diversa collocazione"nel mondo), che si realizza anche, un po'ironicamente, non "comicamente", con la capacità di antevedere il futuro, avendo sottomano il giornale quotidiano del giorno seguente. Da un soggetto scritto da Inglesi e Americani, Clair(qui comunque anche sceneggiatore)ricava un film sospeso tra commedia e "dramma"di grande delicatezza, che ironizza anche sulla famosa querelle destino-caso(non vorrei spingermi a fornire troppi elementi a chi ama la"sorpresa"vedendo un film che non conosce), con dei tocchi(touches) straordinari di verve e di esprit de finesse che si esprimono anche in un happy end, "sospeso", tutt'altro che"gridato", molto sottotono o meglio carico anche del proprio opposto, l'attesa comunque di un futuro, che, giornali di domani a parte, il bravo Larry non riceverà certo dalla brava e bella moglie(Linda Darnell), già assistente/ presunta"medium"dello zio presunto mago o, se si vuole, "illusionista", in un film in cui l'illusione(ossia la messa in discussione del"reale percepito- vissuto")è tutto. Clair,di formazione dadaista e surrealiste, pur senza"dogmatismi di appartenenza", è straordinario per quanto si diceva all'inizio, ossia per come coglie"il fantastico", il"doppio"(ma anche qui , pur se intendiamo l'inconscio, dato che il"fantasma"è anche questo, in psicoanalisi, parte costitutiva dell'inconscio stesso e giustamente si parla di"fantasma filmico", espressione che a Clair s'attaglia benissimo), come anche(ed è, se ci pensiamo, sempre nella stessa catena semantica)per la capacità di gestire un sub-finale da pochade o meglio da vaudeville(anche le prove registiche teatrali di Clair sono memorabili), con tanto di sparatorie, fughe e inseguimenti, grande confusione. >Benissimo il protagonista Dick Powell, idem(in un ruolo comunque più contenuto)la Darnell, Jack Oakie quale "mago", travolgente e vulcanico(la nota"comica", appunto), Edgar Kennedy, pessimo commissario di polizia(chissà se nell'originale risuona un po'l'accento irlandese?)e John Philliber, delicato fantasma. El Gato
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biscotto51
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venerdì 6 agosto 2021
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grande film
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Chi non vorrebbe avere in mano il giornale di domani, in modo di prevenire il futuro e giocarsi la vita come gli pare, essendo in vantaggio sul destino? In questo divertente film succede. Film capolavoro, appena un gradino sotto a "La vita è meravigliosa", che tratta più o meno dello stesso argomento, ma all'incontrario: come sarebbe stato il mondo se noi non fossimo mai nati. Se accadde domani merita 5 stelle, la vita è meravigliosa ne merita 6. Poveretto chi non ha visto quest'ultimo.
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