elianto
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lunedì 12 febbraio 2001
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capolavoro assoluto
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Dopo questo film il cinema si può dividere in due A.P. (ante Pulp Fiction) e D.P. (dopo Pulp Fiction); la sua potenza è così innovativa che verrà preso a modello di riferimento per tutti i film seguenti che cercheranno unire ironia caustica, umorismo nero, dialoghi irrestibili nella loro "minimalità", violenza e divertimento, mantenendo costantemente personaggi e storie come parentesi incastonate nell'incredibile atmosfera di "assurda" credibilità che pervade tutto il film.
[+] resterà nel cuore del cinema pulp fiction
(di alex budroni )
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marv89
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mercoledì 2 giugno 2010
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i genitori di quentin hanno strofinato una lampada
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Innovazione, genio, originalità questi sono gli aggettivi da utilizzare per delineare il profilo di questo capolavoro e della mano di colui che lo ha creato. Esente da classificazione da genere cinematografico precedentemente esistente, Pulp Fiction si crea uno spazio tutto suo segnando un anno zero non solo nel pulp ma in tutto il paronama cinematografico mondiale. Nell'anno di nascita 1994 crea nella critica e nel pubblico un entusiasmo tale da mettere sullo stesso livello il successo di Tarantino a quello che Welles ottenne con Quarto Potere, il che è tutto dire. Il Film in questione fa parte della gloriosa trilogia pulp del regista insieme a "una vita al massimo" e "le iene" posizionandosi cronologicamente come terzo e ultimo film ed è precisamente il secondo film che Quentin gira come regista consacrandolo definitivamente come cineasta ai massimi livelli.
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Innovazione, genio, originalità questi sono gli aggettivi da utilizzare per delineare il profilo di questo capolavoro e della mano di colui che lo ha creato. Esente da classificazione da genere cinematografico precedentemente esistente, Pulp Fiction si crea uno spazio tutto suo segnando un anno zero non solo nel pulp ma in tutto il paronama cinematografico mondiale. Nell'anno di nascita 1994 crea nella critica e nel pubblico un entusiasmo tale da mettere sullo stesso livello il successo di Tarantino a quello che Welles ottenne con Quarto Potere, il che è tutto dire. Il Film in questione fa parte della gloriosa trilogia pulp del regista insieme a "una vita al massimo" e "le iene" posizionandosi cronologicamente come terzo e ultimo film ed è precisamente il secondo film che Quentin gira come regista consacrandolo definitivamente come cineasta ai massimi livelli. Pulp fiction è definibile appunto come film pulp nel quale si ha a che fare con gangster e situazioni estreme al limite della commedia classica il tutto mixato per ottenere un cocktail esplosivo; confermata la tecnica dello snodare la cronologia del film così da creare un percorso circolare,come nel precedente "le iene", marchio di fabbrica di Tarantino e prova di originalità e genio; la pellicola è il risultato di uno studio malato che ha portato il regista ad entrare in contatto con la cultura europea e a scrivere la sceneggiatura a ruoli già assegnati cioè adattando il personaggio all'attore rendendo così il cast di una perfezione allarmante percepibile subito anche dallo spettatore meno attento. Ma il genio vero si vede nell'arte di citare o ispirarsi ad altre pellicole creando una sorta di puzzle composto da un numero elevato di tasselli uniti con uno stile di composizione e una capacità di scelta dei pezzi da accoppiare GENIALE tanto citarne alcune: Taxi driver, American graffiti, la vita è meravigliosa, il laureato, il colore dei soldi, fronte del porto, c'era una volta in america...prendendo da tutti sia il più stupido dei particolari, come il modo di aprire la valigetta di noodles, sia "copiando" le successioni di ripresa come in taxi driver; questo può apparire come un gioco sporco, come una sorta di copia-incolla, ma il modo in cui viene fatto e il genio che fa da collante ai pezzi del puzzle fanno gridare al capolavoro.
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expo
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martedì 16 luglio 2002
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o lo ami o lo odi
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io sono della famiglia di coloro che lo amano (e ci mancherebbe altro..). Il film è semplicemente straordinario, con i suoi dialoghi semplici a tal punto da diventare disarmanti, se vogliamo qualunquistici ma pieni di significato. E' la contraddizione fatta film: il cattivo che diventa redentore, il killer invincibile che viene ucciso mentre...si trova in bagno, il doppiogiochista che la spunta e il capomafia sodomizzato, ma si può? semplicemente geniale! e alla fine c'è anche una morale che esce come inaspettata da un intreccio mostruoso di storie con almeno un punto in comune. Tarantino ha realizzato un film che non mi stancherò mai di guardare fino all'ultima scena, sono arrivato a quota 30 ma c'è ancora tempo per gustarlo.
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io sono della famiglia di coloro che lo amano (e ci mancherebbe altro..). Il film è semplicemente straordinario, con i suoi dialoghi semplici a tal punto da diventare disarmanti, se vogliamo qualunquistici ma pieni di significato. E' la contraddizione fatta film: il cattivo che diventa redentore, il killer invincibile che viene ucciso mentre...si trova in bagno, il doppiogiochista che la spunta e il capomafia sodomizzato, ma si può? semplicemente geniale! e alla fine c'è anche una morale che esce come inaspettata da un intreccio mostruoso di storie con almeno un punto in comune. Tarantino ha realizzato un film che non mi stancherò mai di guardare fino all'ultima scena, sono arrivato a quota 30 ma c'è ancora tempo per gustarlo. Grande Quentin.
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jkh
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giovedì 5 luglio 2001
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stiamo ancora a discutere?
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ragazzi,,,,il Film x eccellenza,,,questo si ke è cult,basta pensare a quante volte è stato citato e quanti cloni ha generato.howard hawks diceva ke per fare 1grande film bastano 3grandi scene,,qui ce ne sono almeno 5.
1- il dialogo surreale,allucinato e di jules ke cita la bibbia prima di uccidere i 2 ke avevano fatto saltare 1affare.
2-travolta ke balla con uma thurman
3-l'overdose di eroina risolta con l'iniezione di adrenalina
4-bruce willis inseguito dal boss mafioso ke aveva tradito
5- vincent ke spara per sbaglio in testa ad 1ostaggio riempendo l'auto di pezzi di cervello.
il film definitivo e il più rappresentativo degli anni 90.
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(di buffalmacco)
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(di jennyx)
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andrea
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martedì 6 marzo 2001
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la piena maturità non + espressa
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Avrei preferito utilizzare 4 stelle e mezzo xchè i capolavori assoluti nascono, soprattutto oggi, rarissimamente ma...Tutti hanno visto o sentito parlare di questo film, ma pochi hanno visto quel che si può considerare il suo antefatto (ed esordio) "Le Iene", straordinario esempio della capacità di scrivere dialoghi straordinari dicendo nulla!!E di costruire scene magistrali con pochissimi elementi!!Questo si ripete in Pulp Fiction attraverso 1 piena maturità espressiva che sa utilizzare senza 1 sbavatura attori perfetti!!!Invece non riuscirà a diventare cult come questi 2 Jackie Brown, confezionato accuratamente e interpretato da attori perfetti ma non "respirato" da Tarantino come i 2 precedenti, insomma 1 esercizio di stile(per quanto raffinato) x non deludere gli estimatori!!!
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(di grantfloyd)
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strangelove'90
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lunedì 14 febbraio 2005
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l'arte del nulla
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Proprio così, l'arte del nulla. Perchè con questo film Tarantino non ci vuole parlare di nessun argomento pesante o scottante: semplicemente vuole divertirci ed intrattenerci. E ci riesce alla perfezione. L'idea di trarre un film dai cosiddetti "Pulp Magazines" è assolutamente geniale. Se poi ci aggiungiamo il cinefilismo del grande Quentin, la tecnica strepitosa, gli attori in gran forma (come dimenticarsi dei due killer Travolta e Jackson o della sensualissima Thurman?), le scene memorabili (Jackson che cita Ezechiele, la vendetta di Willis e Rhames -tenuti prigionieri da un commerciante dai dubbi gusti sessuali-, il ballo di Travolta con Uma, la testa che esplode sull'automobile, il signor Wolf.
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Proprio così, l'arte del nulla. Perchè con questo film Tarantino non ci vuole parlare di nessun argomento pesante o scottante: semplicemente vuole divertirci ed intrattenerci. E ci riesce alla perfezione. L'idea di trarre un film dai cosiddetti "Pulp Magazines" è assolutamente geniale. Se poi ci aggiungiamo il cinefilismo del grande Quentin, la tecnica strepitosa, gli attori in gran forma (come dimenticarsi dei due killer Travolta e Jackson o della sensualissima Thurman?), le scene memorabili (Jackson che cita Ezechiele, la vendetta di Willis e Rhames -tenuti prigionieri da un commerciante dai dubbi gusti sessuali-, il ballo di Travolta con Uma, la testa che esplode sull'automobile, il signor Wolf...) ed i paradossi temporali. Ed è proprio il tempo ad essere al centro del film: le storie si incrociano, si uniscono, si dividono e si distruggono, come in un puzzle, o in un gioco di specchi.
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[+] super
(di danyy)
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mr.619
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domenica 4 luglio 2010
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ricerca acquisita del carattere letterario
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La " summa " culturale ed artistica di Quentin Tarantino di tutti i decenni del ventesimo secolo, visti attraverso gli occhi dei personaggi creati dalla società a loro congenita nella loro stessa natura, in cui sono intrinseche mode e stili di vita tutt'oggi presenti, quali la junk cultutre, il cool, il pop, il funk ed il pulp.
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simon
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giovedì 29 maggio 2008
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inimitabile
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il maniacale lavoro di tarantino e strapremiato,il film e un capolavoro,dialoghi perfetti,un travolta ritrovato che con samuel lee jackson calza a pennello,la thurman in spledida forma,strabiliante.
le scene sono di una precisione maniacale,i dialoghi che non hanno nessuna sbavatura,questo è tarantino,pignolo,originale nel genere pulp,perchè dopo le "iene" ripetere un successo come questo non e facile.
non è uno di quei film che ti ricordi per detrminate scene,dato che è curato in ogni singolo dialogo e movimento,nessuna sbavatura dunque.
si merita di essere un cult.
osservando il film lo schermo sembra emanare energia,colore,reatà;
ed è per questo che si può assapporare varievolte ed ogni volta scoprendo nuovi particolari.
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il maniacale lavoro di tarantino e strapremiato,il film e un capolavoro,dialoghi perfetti,un travolta ritrovato che con samuel lee jackson calza a pennello,la thurman in spledida forma,strabiliante.
le scene sono di una precisione maniacale,i dialoghi che non hanno nessuna sbavatura,questo è tarantino,pignolo,originale nel genere pulp,perchè dopo le "iene" ripetere un successo come questo non e facile.
non è uno di quei film che ti ricordi per detrminate scene,dato che è curato in ogni singolo dialogo e movimento,nessuna sbavatura dunque.
si merita di essere un cult.
osservando il film lo schermo sembra emanare energia,colore,reatà;
ed è per questo che si può assapporare varievolte ed ogni volta scoprendo nuovi particolari.
mi sentirei di omaggiare su tutti la thurman che ha compiuto uno splendido lavoro,surreale,perfetta.
quentin ha saputo intrattenere benissimo il pubblico nonostante la durata del fim,lo spettatore non ne risente la lunghezza,le scene intrecciate lasciano un dubbio,una formadi cuiosità sino alla fine in modo tale da non stufare mai.
tecnicamente perfetto.
film riuitissimo
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fabio alviggi
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mercoledì 20 marzo 2002
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più esplosivo dei cannoni di navarone
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Sicuramente uno dei più grandi film dell'ultimo decennio, e comunque l'unico ad aver rivoluzionato il modo di fare cinema di tanti altri registi che hanno cercato di imitare, più o meno bene, il personalissimo stile di Tarantino. La grandezza di questo regista, al di là della storia che racconta, sta nella capacità di caratterizzare i personaggi in modo tale che ognuno di questi brilli di luce propria, e non si avverte la differenza tra protagonisti e attori minori. Nei film di Tarantino nessuno è un comprimario ed è per questo che attori strapagati fanno a gara per partecipare ai suoi film al minimo sindacale. In qualche modo ogni personaggio è unico, basti pensare ai memorabili Vince e Jules, entrambi impiegati-Killer ma diversissimi tra loro, oppure al mitico Wolf che risolve i problemi da vero professionista.
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Sicuramente uno dei più grandi film dell'ultimo decennio, e comunque l'unico ad aver rivoluzionato il modo di fare cinema di tanti altri registi che hanno cercato di imitare, più o meno bene, il personalissimo stile di Tarantino. La grandezza di questo regista, al di là della storia che racconta, sta nella capacità di caratterizzare i personaggi in modo tale che ognuno di questi brilli di luce propria, e non si avverte la differenza tra protagonisti e attori minori. Nei film di Tarantino nessuno è un comprimario ed è per questo che attori strapagati fanno a gara per partecipare ai suoi film al minimo sindacale. In qualche modo ogni personaggio è unico, basti pensare ai memorabili Vince e Jules, entrambi impiegati-Killer ma diversissimi tra loro, oppure al mitico Wolf che risolve i problemi da vero professionista. L'altra grande capacità di Tarantino sta nel costruire dialoghi apparentemente banali ma in realtà di grande effetto pur non avendo la pretesa di lanciare alcun messaggio allo spettatore, parlando di cose che possono riguardare la vita quotidiana di chiunque, dalla differenza del sistema metrico decimale che in Europa "non sanno neanche che c....vuol dire", alla differenza di vedute sul significato di un massaggio ai piedi fatto alla moglie del capo, fino alla prova di lealtà mostrata da Vince con la stessa moglie del capo, per arrivare a quello che a mio parere vale tutto il film: il dialogo conclusivo dell'ormai redento Jules, il quale trovandosi in un periodo di transizione vuole risparmiare l'improvvisato rapinatore senza però risparmiargli un bellissimo sermone con sguardo minaccioso nel quale cerca di interpretare il significato di un brano tratto dalla Bibbia che ripeteva prima di uccidere un uomo a sangue freddo. I dialoghi così dettagliati concludono a volte in esplosioni di violenza sempre accompagnata da una irresistibile vena ironica. Veramente originale e divertente la scena del colpo che parte per sbaglio a Vince e uccide il negretto. Il bagaglio culturale di Tarantino, davvero vasto, attinge prevalentemente dal violento cinema duellante Giapponese, dall'America anni 70' , di Fonzie e dei B-movies, della musica di Joe Tex e dei Kool & The Gang, nonchè dal cinema francese di Godard. Con Pulp Fiction ha raggiunto il culmine della sua creatività riuscendo a combinare perfettamente violenza, humor nero e forza recitativa.
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franknfurter
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domenica 23 gennaio 2011
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tarantino allo stato puro
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Capolavoro assoluto del regista di Knoxville. Pulp Fiction racchiude in sè un numero svariato di genere: hard boiled, gangster, commedia, B-movies, exploitation e chi più ne ha più ne metta. La sceneggiatura frammentata,le inquadrature senza stacchi o quella del bagagliaio e i dialoghi fantastici i sono veri marchi di fabbrica del regista. Che dire di questo film...il giovane Tarantino si trova a gestire grandi attori come Samuel L Jackson, Christopher Walken e Tim Roth: il risultato è quello che tutti noi conosciamo, cioè un gran bel film pieno di violenza ma a tratti anche divertente. Conclusione: premio oscar alla miglior sceneggiatura originale.
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