piernelweb
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martedì 16 ottobre 2007
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il poliziesco definitivo
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Rielaborando un suo progetto per la tv (Sei solo, agente Vincent), Mann realizza una delle pellicole più convincenti degli anni 90, capace ridefinire il poliziesco, il noir e il crime-movie. Il film prende forma attraverso una narrazione convergente, che con uno stile del tutto personale e innovativo ha la capacità di "creare un mondo in cui l'azione definisce e racconta realmente i personaggi". Ogni dettaglio ha un elevato peso specifico, ogni sequenza scava e ci racconta qualcosa dell'interiorità dei due contendenti e dei loro partner. L'atmosfera cupa coadiuvata dall'ottima fotografia di Dante Spinotti alimenta la sensazione dell'ineluttabilità del confronto, Vincent e Neil si percepiscono a distanza, si confrontano come in una partita a scacchi, si stimano ma sono perfettamente consapevoli delle regole del gioco.
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Rielaborando un suo progetto per la tv (Sei solo, agente Vincent), Mann realizza una delle pellicole più convincenti degli anni 90, capace ridefinire il poliziesco, il noir e il crime-movie. Il film prende forma attraverso una narrazione convergente, che con uno stile del tutto personale e innovativo ha la capacità di "creare un mondo in cui l'azione definisce e racconta realmente i personaggi". Ogni dettaglio ha un elevato peso specifico, ogni sequenza scava e ci racconta qualcosa dell'interiorità dei due contendenti e dei loro partner. L'atmosfera cupa coadiuvata dall'ottima fotografia di Dante Spinotti alimenta la sensazione dell'ineluttabilità del confronto, Vincent e Neil si percepiscono a distanza, si confrontano come in una partita a scacchi, si stimano ma sono perfettamente consapevoli delle regole del gioco. Tutti i personaggi di Mann hanno una dinamica importante e solo apparentemente i personaggi femminili rivestono un ruolo secondario; lontane sì dal baricentro dell'azione ma motore direzionale delle scelte dei loro compagni. L'azione c'è ma ha un ruolo subordinato e in 3 ore circa di pellicola si risolve in due sequenze chiave: la rapina alla banca con la seguente sparatoria per le strade di Los Angeles davvero eccelsa per tecnica e intensità e l'inseguimento finale per il definitivo faccia a faccia impreziosito da un favoloso utilizzo dei giochi di luce degli aerei in decollo. Inutile sottolineare l'importanza delle interpretazioni dei due "mostri" per eccellenza, la pellicola assume ulteriore rilevanza per essere l'unica a proporre, sfida nella sfida, un confronto straordinario De Niro - Pacino che ne esalta le qualità e dal quale è difficile stabilire un reale vincitore. Ottimi anche Voight, Kilmer, Sizemore, Venora e Judd. Un film imperdibile, il poliziesco definitivo. Voto: 10
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(di taniamarina)
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(di fede81)
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cronix1981
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giovedì 2 dicembre 2010
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quando il cinema diventa arte
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Jon Voight, Robert De Niro, Al Pacino, Val Kilmer, una giovanissima Natalie Portman, Ashley Judd,... Basterebbe solo citare il cast per rendersi conto che ci si trova di fronte ad un film di livello eccezionale.
Ma non è solo il cast a fare la differenza in quest'ottima pellicola diretta da Michael Mann: la trama, la sceneggiatura, l'ambientazione, la colonna sonora, la fotografia. Sono tutte tessere che vanno a formare un puzzle di straordinario livello.
Semplificare il film come la sfida tra il bene (Al Pacino) e il male (Robert De Niro), significherebbe banalizzare il film, sminuire la straordinaria interpretazione dei due co-protagonisti (e degli altri personaggi) e smontare il grande lavoro fatto dal regista e dallo sceneggiatore.
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Jon Voight, Robert De Niro, Al Pacino, Val Kilmer, una giovanissima Natalie Portman, Ashley Judd,... Basterebbe solo citare il cast per rendersi conto che ci si trova di fronte ad un film di livello eccezionale.
Ma non è solo il cast a fare la differenza in quest'ottima pellicola diretta da Michael Mann: la trama, la sceneggiatura, l'ambientazione, la colonna sonora, la fotografia. Sono tutte tessere che vanno a formare un puzzle di straordinario livello.
Semplificare il film come la sfida tra il bene (Al Pacino) e il male (Robert De Niro), significherebbe banalizzare il film, sminuire la straordinaria interpretazione dei due co-protagonisti (e degli altri personaggi) e smontare il grande lavoro fatto dal regista e dallo sceneggiatore.
Si tratta di un'opera complessa, che va analizzata sia macroscopicamente, che nei piccoli dettagli, che spesso fanno la differenza tra un buon film e un ottimo film.
Neil McCauley è un rapinatore di professione, all'apparenza un freddo calcolatore, pianificatore ed esecutore di rapine, privo di ogni scrupolo. In realtà è una persona, con i suoi pregi e i suoi difetti, con i propri limiti e le proprie debolezze. Non un personaggio portatore dei soliti stereotipi del rapinatore freddo e insensibile ad ogni costo. E proprio per questo non può essere identificato semplicemente come il cattivo.
Allo stesso modo Vincent Hanna è un detective dai modi istrionici, ma eccezionalmente competente. Ha intuito, gli piace il proprio lavoro e, anzi dedica tutta la propria vita al lavoro, al punto che non ha quasi una vita privata. Matrimoni falliti alle spalle e l’attuale matrimonio che sta andando in pezzi. Hanna non incarna lo stereotipo del perfetto poliziotto, non è a caccia di delinquenti per sete di giustizia. È una persona a cui piace il proprio lavoro e cerca di farlo nel miglior modo possibile. In poche parole non è possibile qualificarlo come il buono.
La bellezza di questo film sta nei due protagonisti, che sono persone vere, ma anche nelle altre comparse, che non sono solo pezzi sulla scacchiera. Anche loro fanno parte del gioco. La durata del film infatti permette di analizzare la psicologia di molti personaggi, capirne lo stato d’animo e i comportamenti, senza però togliere spazio all’azione. Il film infatti ha ritmo. I dialoghi sono molto ben congegnati. La trama è avvincente, lineare, coinvolgente e credibile.
Certo, Pacino e De Niro sono due mattatori, più eccentrico il primo e più introverso l’altro. Però quando entrano in scena c’è da rimanere a bocca aperta, come quando i due si incontrano al Kate Mantilini e danno vita ad un serrato dialogo, faccia a faccia, che entra di diritto nella storia del cinema, o nella scena finale, quando il dialogo è sostituito dall’azione.
Il film è davvero bello, non lascia spazi all’improvvisazione e si mantiene sempre su un altissimo livello qualitativo, sino al finale. Una delle pietre miliari del cinema.
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taniamarina
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mercoledì 11 agosto 2010
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la sfida l'ha vinta michael mann
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Due mitologie a confronto: l'uno recita in modo aggressivo e frenetico, l'altro trattiene tutto dentro, facendo trapelare ciò che di più profondo si può intuire nelle sue espressioni. Anche se in un primo momento potrebbe sembrare un'operazione commerciale basata sulla sfida di due mostri sacri, in verità questo film è una macchina di lusso che corre veloce, un film d'azione semplicemente perfetto con scene straordinarie ed un ritmo serrato che non scade mai. Sarebbe stato troppo comodo e logico per Mann scegliere di impostare la recitazione degli altri attori sotto tono, invece ha ben deiso di osare e tutti sono bravissimi e caratterizzati in modo efficacissimo.
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Due mitologie a confronto: l'uno recita in modo aggressivo e frenetico, l'altro trattiene tutto dentro, facendo trapelare ciò che di più profondo si può intuire nelle sue espressioni. Anche se in un primo momento potrebbe sembrare un'operazione commerciale basata sulla sfida di due mostri sacri, in verità questo film è una macchina di lusso che corre veloce, un film d'azione semplicemente perfetto con scene straordinarie ed un ritmo serrato che non scade mai. Sarebbe stato troppo comodo e logico per Mann scegliere di impostare la recitazione degli altri attori sotto tono, invece ha ben deiso di osare e tutti sono bravissimi e caratterizzati in modo efficacissimo. Nel vedere questo film, si avverte che sul set c'era la consapevolezza di un grande evento cinematografico; e se è vero che viene da chiedersi chi dei due è stato il più bravo, è altrettanto vero che la risposta può essere solo una: il più bravo di tutti è stato il regista che non si è fatto prendere la mano dal carisma dei grandi attori, ma ha fatto di questo film un capolavoro della cinematografia moderna
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tony montana
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mercoledì 8 dicembre 2010
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il capolavoro di michael mann
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Un professionista del crimine, Neil McCauley, è il capo di una efferata band ed è famoso per la velocità con cui riesce a tirarsi fuori da ogni situazione complicata. Durante l'assalto a un furgone portavalori la situazione prende una piega difficile ed è costretto a eliminare i tre agenti della scorta. Ma un poliziotto-segugio, Vincent Hanna, fallito nei sentimenti ma implacabile nella professione, gli si mette alle calcagna. Dopo mesi di indagini serrate, il poliziotto riesce a individuare tutti i componenti della band. Ormai sa tutto di loro: si tratta solo di incastrarli. Comincia un lungo e teso gioco tra gatto e topo, nella preparazione del drammatico scontro finale.
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Un professionista del crimine, Neil McCauley, è il capo di una efferata band ed è famoso per la velocità con cui riesce a tirarsi fuori da ogni situazione complicata. Durante l'assalto a un furgone portavalori la situazione prende una piega difficile ed è costretto a eliminare i tre agenti della scorta. Ma un poliziotto-segugio, Vincent Hanna, fallito nei sentimenti ma implacabile nella professione, gli si mette alle calcagna. Dopo mesi di indagini serrate, il poliziotto riesce a individuare tutti i componenti della band. Ormai sa tutto di loro: si tratta solo di incastrarli. Comincia un lungo e teso gioco tra gatto e topo, nella preparazione del drammatico scontro finale.
Ci sono molte ragioni per cui può valere la pena guardare un film, ragioni d’ogni natura. A prescindere da ogni altro aspetto però, il motivo principale per non perdersi Heat è che si tratta dell’unica occasione che si ha per ammirare, l’uno di fronte all’altro, due fra i più grandi attori che abbiano mai calcato un set cinematografico: Robert De Niro e Al Pacino, finalmente faccia a faccia ad oltre vent’anni di distanza dall’uscita de Il Padrino Parte II, un capolavoro che, pur annoverando entrambi gli interpreti, li destinava a due piani temporali separati, impedendone così la contemporaneità sullo schermo.
Un incontro-scontro esplosivo e leggendario che tutti i fan della settima arte si immaginavano e solamente sognavano.
Se si è alla ricerca di un modello cinematografico in grado di fornire una valida esemplificazione di come si possano costruire e caratterizzare al meglio i personaggi nel contesto di un film, allora occorre soffermarsi su quest’opera di Michael Mann che in tema di configurazione dei personaggi, ma non solo, può davvero insegnare qualcosa. Lo studio, nonché la contrapposizione dei due protagonisti può definirsi magistrale, specialmente se si considera che l’ambito è quello, non favorevolissimo, del poliziesco d’azione, che abitualmente non fa dell’analisi il suo punto forte. Heat, proprio in virtù di una sceneggiatura che contempla personaggi di straordinaria solidità, molto ben pensata e sapientemente costruita, si eleva nettamente al di sopra del prodotto medio di genere.
Il film si incentra sul confronto sempre più ravvicinato fra il rapinatore esperto e il poliziotto navigato; due individui che, pur essendo l’uno rappresentante della criminalità e l’altro della legge, possiedono peculiarità caratteriali, nonché valori morali, che mal si sposano con le rispettive professioni. Neil, pur riconoscendosi nel suo ruolo di fuorilegge, sente intimamente il bisogno di ridefinire la propria vita, di normalizzarla, e quando conosce Eady capisce che è giunto il momento di regolarizzare la propria esistenza, perché «la vita è breve, ogni momento è regalato». Vincent invece, ossessionato com’è dai criminali che deve acciuffare, finisce col trascurare gli affetti, colleziona divorzi, e riesce a rendersi insopportabile a chi gli vuole bene. Il “cattivo” è posato, scrupoloso, vendicativo ma al tempo stesso dotato di sensibilità; il “buono” è rude, istintivo, incapace di anteporre la famiglia al lavoro. Mann gioca abilmente con queste contraddizioni e con ogni elemento contrastante per costruire un intreccio in grado di appassionare lo spettatore, ma anche di suscitare nello stesso empatia verso i vari stati d’animo dei personaggi.
Straordinariamente simbolica in quest’ottica la scena della caffetteria, nella quale McCauley e Hanna si ritrovano seduti ad un tavolo a discutere delle proprie vite come si fa tra vecchi amici, come se l’essere preda e cacciatore per un attimo non contasse nulla, salvo poi salutarsi con un avvertimento reciproco. Molto della riuscita di questa scena, come di tutto il film, si deve ovviamente allo straordinario talento di Al Pacino e Robert De Niro, che impersonano alla perfezione i rispettivi personaggi. Forse De Niro si guadagna un punto in più in virtù di un ruolo solo in apparenza facile, che in realtà necessitava di una recitazione particolarmente misurata. Pacino offre la consueta ottima prova, ma è agevolato da una parte nella quale può esprimersi nel modo a lui più congeniale, ovvero sbraitando e gesticolando all’eccesso. Anche i personaggi secondari sono ben costruiti e il cast di contorno è molto ricco. Fra gli altri, citiamo i nomi di John Voight, Ashley Judd, Val Kilmer, una giovanissima Natalie Portman e un Tom Sizemore sempre validissimo in ruoli di supporto come questo. Da segnalare anche l’ottimo doppiaggio di Giancarlo Giannini per Pacino e di Ferruccio Amendola per De Niro.
L’atmosfera generale è decisamente suggestiva, e molto del merito va ad una regia estremamente comunicativa e ben dosata, fatta di movimenti di macchina sempre opportuni, e d’inquadrature statiche quando la situazione lo richiede. La macchina da presa pare trovare sempre l’angolo giusto, la prospettiva migliore, per scrutare l’azione. Il regista è fra l’altro coadiuvato dalla bella fotografia realizzata dall’ottimo Dante Spinotti, che eccelle letteralmente nella valorizzazione delle numerose scene notturne. La resa dei conti finale è un po’ deludente visto che si concilia poco con l’atmosfera generale delle tre ore di proiezione, però chiude perfettamente uno dei più grandi film degli ultimi vent’anni, che ha ridefinito e perfezionato un genere e che certamente non è da perdere.
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bella earl!
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lunedì 7 novembre 2011
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al pacino e bob de niro: la caccia è aperta.
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- Devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo come devo essere. -
Vincent Hanna è un marine pluridecorato ritiratosi per diventare un tenente della Divisione Rapine/Omicidi di Los Angeles, la città degli angeli. La sua carriera piena di successi viene a intralciarsi bruscamente con la strada di un grandissimo ideatore di piani di rapina sottoforma d'arte che di nome fa Neil McCauley. L'abile ladro sta progettando il colpo della vita per potersi mettere a proprio agio economicamente e poter fuggire insieme alla sua ragazza. Altri tre abili ladri lo seguiranno in questa "impresa" per vivere una nuova vita.
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- Devo tenermi la mia angoscia. La devo proteggere. Perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo come devo essere. -
Vincent Hanna è un marine pluridecorato ritiratosi per diventare un tenente della Divisione Rapine/Omicidi di Los Angeles, la città degli angeli. La sua carriera piena di successi viene a intralciarsi bruscamente con la strada di un grandissimo ideatore di piani di rapina sottoforma d'arte che di nome fa Neil McCauley. L'abile ladro sta progettando il colpo della vita per potersi mettere a proprio agio economicamente e poter fuggire insieme alla sua ragazza. Altri tre abili ladri lo seguiranno in questa "impresa" per vivere una nuova vita. Hanna dovrà fermarli ad ogni costo.
E' Michael Mann a dirigere il poliziesco definitivo, un film a cui tutti i seguenti Thriller s'ispireranno. Mann è puntiglioso, lavora bene e dimostra la sua esperienza.con un'ottima regia. Gli interpreti sono ciò che sul mercato c'è di meglio: Val Kilmer, Jon Voight, Natalie Portman e Tom Sizemore accompagnati ovviamente dagli spettacolari Al Pacino e Bob De Niro. Le interpretazioni sono esperte Pacino è esuberante e traborda grandezza da tutti i pori, mentre De Niro è più razionale e trasmette aria di sicurezza e di "sapere il fatto suo". Poliziesco finale.
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ultimoboyscout
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sabato 24 settembre 2011
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la regola dei 30 secondi netti.
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Film strepitoso, con due attori magnifici in forma smagliante ed un regista in stato di grazia. I personaggi interpretati da Pacino e DeNiro sono il fiore all'occhiello della pellicola, così diversi se non all'opposto ma accomunati da diverse cose, prima fra tutte che nessuno dei due è un eroe e che nessuno dei due resta troppo simpatico. Il poliziotto Vincent Hanna, interpretato da Pacino è un vero cacciatore, punta la sua preda e non la molla fino alla fine. Il criminale Neil McCauley è un gelido e calcolatore DeNiro: per entrambi il proprio lavoro è più di una vocazione, un'ossessione, sono due maniaci che raramente appaiono contemporaneamente nella stessa inquadratura e nonostante il loro carisma lasciano spesso spazio al resto del cast, notevolissimo nei personaggi secondari.
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Film strepitoso, con due attori magnifici in forma smagliante ed un regista in stato di grazia. I personaggi interpretati da Pacino e DeNiro sono il fiore all'occhiello della pellicola, così diversi se non all'opposto ma accomunati da diverse cose, prima fra tutte che nessuno dei due è un eroe e che nessuno dei due resta troppo simpatico. Il poliziotto Vincent Hanna, interpretato da Pacino è un vero cacciatore, punta la sua preda e non la molla fino alla fine. Il criminale Neil McCauley è un gelido e calcolatore DeNiro: per entrambi il proprio lavoro è più di una vocazione, un'ossessione, sono due maniaci che raramente appaiono contemporaneamente nella stessa inquadratura e nonostante il loro carisma lasciano spesso spazio al resto del cast, notevolissimo nei personaggi secondari. Più asciutta e contenuta l'interpretazione di DeNiro, teatrale e chiassosa quella di Pacino. Il film è divisibile in due parti abbastanza distinte: la prima è intensa e descrittiva, la seconda più veloce e ricca d'azione e i 159 minuti di durata non annoiano mai nonostante s'ingarbugli parecchio. Pellicola molto densa e senza pause, tanta azione ma anche forti risvolti psicologici, non solo nei personaggi ma più nello specifico nello scontro tra il poliziotto ed il rapinatore. Perchè il loro prima di essere uno scontro sul campo è soprattutto una sfida a scacchi di testa. In questo affresco stranamente romantico (in questo Mann è stato clamoroso!) possiamo poi trovare elementi minori ma pur sempre necessari allo svolgimento della storia, ovvero ironia della sorte, casualità, scelte e coincidenze. L'accettazione dell'ultima missione suicida ricorda parecchio quella de "Il mucchio selvaggio". Due le scene clou: l'incontro nel bar tra i due protagonisti e la fantastica sparatoria dopo la rapina in banca. Metto questo film tra i primi cinque della mia personalissima classifica all-time, credo sia il poliziesco per antonomasia e dico meno male che c'è chi crede ancora nel cinema come Michael Mann!
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filippo catani
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lunedì 29 luglio 2013
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un ottimo thriller
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Los Angeles. Una banda di rapinatori capitanata da un leader senza scrupoli colleziona una serie di colpi da milioni di dollari. Sulle loro tracce si mette un esperto tenente della polizia già autore di numerosi arresti eccellenti. Tra il poliziotto e il criminale inizierà una sfida letale.
Ottimo thriller di Mann che riesce a gestire un'ottima sceneggiatura e soprattutto riesce ad ottenere il massimo dalle straordinarie interpretazioni del duo Pacino-De Niro. Forse l'unico piccolo difetto sta nell'eccessiva durata che nella parte centrale della pellicola fa perdere un po' di ritmo alla stessa. Il film poi non solo descrive con realismo e brutalità i colpi della banda ma effettua una analisi psicologica di tutti i personaggi ma soprattutto delle donne che popolano la scena.
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Los Angeles. Una banda di rapinatori capitanata da un leader senza scrupoli colleziona una serie di colpi da milioni di dollari. Sulle loro tracce si mette un esperto tenente della polizia già autore di numerosi arresti eccellenti. Tra il poliziotto e il criminale inizierà una sfida letale.
Ottimo thriller di Mann che riesce a gestire un'ottima sceneggiatura e soprattutto riesce ad ottenere il massimo dalle straordinarie interpretazioni del duo Pacino-De Niro. Forse l'unico piccolo difetto sta nell'eccessiva durata che nella parte centrale della pellicola fa perdere un po' di ritmo alla stessa. Il film poi non solo descrive con realismo e brutalità i colpi della banda ma effettua una analisi psicologica di tutti i personaggi ma soprattutto delle donne che popolano la scena. Al Pacino sacrifa la sua vita interamente al lavoro cercando di tenerne lontana il più possibile la moglie che però ne soffre troppo. Inoltre deve anche prendersi cura della problematica figlia di lei (una giovanissima Natalie Portman) alle prese con un padre completamente assente. De Niro è un criminale senza scrupoli ma con un rigido codice d'onore che solo in parte romperà per amore di una donna che finirà per essere stritolata da una storia d'amore con un uomo che lei credeva essere un rappresentante (peraltro la donna non nasconde di sentirsi molto sola). Poi c'è anche la moglie del migliore amico di De Niro (interpretato da Val Kilmer) la quale sottoposta alle pressioni di una relazione tutt'altro che stabile dovrà decidere del futuro suo e del suo bambino. Insomma un thriller denso e psicologico in cui a fare le spese dei rispettivi lavori degli uomini sono le donne che tentano (invano) di stargli accanto. Ormai per gli amanti del genere specialmente negli ultimi anni sono sempre più rare le pellicole del genere ben confezionate; molto spesso infatti ci si trova a prodotti sacrificati ad inutili inseguimenti e sparatorie.
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eugenio98
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venerdì 10 luglio 2015
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un duello che centra il segno
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Quando un gruppo di criminali attacca un furgone portavalori, causando tre vittime, il tenente Vincent Hanna si mette sulle tracce dei malviventi fino al duello finale con il loro capo.
Film cult degli anni ’90, Heat è forse la pellicola più famosa del regista d’azione Michael Mann che mette alla luce la grande sfida dei due mostri della recitazione, Al Pacino e Robert De Niro, oltre quella dei due personaggi che interpretano.
Con estrema abilità di regia, pur con dialoghi ogni tanto un po’ retorici, Mann riesce a far mantenere allo spettatore l’attenzione sul film, facendolo entrare anche nelle vite dei due protagonisti che affrontano un forte dramma esistenziale.
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Quando un gruppo di criminali attacca un furgone portavalori, causando tre vittime, il tenente Vincent Hanna si mette sulle tracce dei malviventi fino al duello finale con il loro capo.
Film cult degli anni ’90, Heat è forse la pellicola più famosa del regista d’azione Michael Mann che mette alla luce la grande sfida dei due mostri della recitazione, Al Pacino e Robert De Niro, oltre quella dei due personaggi che interpretano.
Con estrema abilità di regia, pur con dialoghi ogni tanto un po’ retorici, Mann riesce a far mantenere allo spettatore l’attenzione sul film, facendolo entrare anche nelle vite dei due protagonisti che affrontano un forte dramma esistenziale. In questo modo il regista ci rende partecipi della vicenda domandandoci, attraverso anche sequenze di litigio e vita quotidiana, per quale dei due noi parteggiamo. Pacino e De Niro si dividono il film recitando insieme soltanto nella celebre scena dell’incontro al ristorante e nell’ultima sequenza. Nonostante il poliziotto e il criminale siano nemici, tra loro vige un rapporto di stima, ma allo stesso tempo anche di sfida. Ciò è reso benissimo nella scena del ristorante in cui ciascuno dei due cerca di far capire all’altro la propria visione del mondo senonché, verso la chiusura del loro incontro, indugiano nel raccontarsi i loro sogni.
Solo al termine del film vengono a galla le paure di ognuno, fino all’emozionante sequenza in cui si stringono la mano, guardando in direzioni opposte, accompagnati dalla musica di Moby che rivela la conclusione della sfida tra i due titani.
Nell’edizione italiana, il duello è affrontato anche da Giancarlo Giannini e Ferruccio Amendola, rispettivamente le voci di Pacino e De Niro, i quali conferiscono un grande accento all’estrema malinconia che abbraccia tutto il film. In mezzo ai due attori principali, ci sono altri artisti emergenti, come Val Kilmer e Natalie Portman, i cui personaggi ricoprono ruoli chiave nella vita dei due protagonisti.
Heat è il capolavoro che centra il segno, andando oltre il genere del poliziesco e guardando alle varie strade che si possono intraprendere da una sola stretta di mano.
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cpettine
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sabato 9 gennaio 2016
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yin e yang
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“Heat - La sfida” mai titolo fu tanto opportuno, il film infatti è proprio una sfida, eterna, tra il bene e il male, tra il bianco e il nero, ma soprattutto tra Al Pacino e Robert Ne Niro, due giganti che hanno scritto pagine importanti del cinema hollywoodiano e che vogliono sfidarsi sul ring del genere “poliziesco-rapina-a-mano-armata” tanto caro al cinema d’oltre oceano. Se il genere in realtà sta virando verso 007-mission impossible da una parte o verso film dove la destrezza si alterna con l’ammazzatina pulp, “Heat - La sfida” rimane sul territorio classico del film di genere, con le tipiche figure del poliziotto violento e del criminale onesto. Al e Robert non si incontrano quasi mai, tranne che in una memorabile chiacchierata su un tavolino di un bar, e in poche battute riassumono il film ed il loro rapporto: nessuno dei due ha intenzione di cedere la palma del miglior attore protagonista all’altro, fino alla ultima sanguinosa sfida.
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“Heat - La sfida” mai titolo fu tanto opportuno, il film infatti è proprio una sfida, eterna, tra il bene e il male, tra il bianco e il nero, ma soprattutto tra Al Pacino e Robert Ne Niro, due giganti che hanno scritto pagine importanti del cinema hollywoodiano e che vogliono sfidarsi sul ring del genere “poliziesco-rapina-a-mano-armata” tanto caro al cinema d’oltre oceano. Se il genere in realtà sta virando verso 007-mission impossible da una parte o verso film dove la destrezza si alterna con l’ammazzatina pulp, “Heat - La sfida” rimane sul territorio classico del film di genere, con le tipiche figure del poliziotto violento e del criminale onesto. Al e Robert non si incontrano quasi mai, tranne che in una memorabile chiacchierata su un tavolino di un bar, e in poche battute riassumono il film ed il loro rapporto: nessuno dei due ha intenzione di cedere la palma del miglior attore protagonista all’altro, fino alla ultima sanguinosa sfida. Non ci sono “buoni” e “cattivi”, ci sono semmai scelte di vita portate avanti con incessante caparbietà e mentre la scelta negativa del “criminale” De Niro porta con se una aderenza “onesta” ai codici criminali di rispetto e lealtà, la scelta del poliziotto, che sacrifica la sua vita dietro un interminabile inseguimento del “male”, distrugge i rapporti umani e matrimoni, lasciando dietro il suo cammino tanti cadaveri almeno quanti quelli veri del collega malvivente. Il criminale che vuole amare una donna, e il poliziotto che aggredisce l’ex moglie sono il nero con il cuore bianco e il bianco con il cuore nero, eterni Yin e Yang del grande schermo. Per dirla in termini occidentali De Niro-Pacino 1-1 X.
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biso 93
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venerdì 29 gennaio 2016
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il poliziesco
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Il miglior film di quel maestro di nome Michael Mann. Suggestivo, maestoso, crudo, realistico, intimista. Sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente. Molte delle scene di questo film sono ormai nell'immaginario collettivo ed hanno fatto scuola riguardo a questo genere di film. Oltre ad essere spettacolare e ben girato, il film crea un equilibrio quasi perfetto fra azione e quiete, tra spettacolarita' e approfondimenti psicologici..attraverso un'analisi introspettiva di ogni personaggio piu' o meno importanti. Heat e' il risultato della fusione di un film commerciale con un film autoriale. La presenza e la sfida dei due mostri sacri della vecchia hollywood e' storia del cinema.
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Il miglior film di quel maestro di nome Michael Mann. Suggestivo, maestoso, crudo, realistico, intimista. Sono solo alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente. Molte delle scene di questo film sono ormai nell'immaginario collettivo ed hanno fatto scuola riguardo a questo genere di film. Oltre ad essere spettacolare e ben girato, il film crea un equilibrio quasi perfetto fra azione e quiete, tra spettacolarita' e approfondimenti psicologici..attraverso un'analisi introspettiva di ogni personaggio piu' o meno importanti. Heat e' il risultato della fusione di un film commerciale con un film autoriale. La presenza e la sfida dei due mostri sacri della vecchia hollywood e' storia del cinema. La scena finale con la musica di moby in sottofondo e gli sguardi di De niro ed Al pacino, meriterebbe da solo decine di oscar. Mann con questo capolavoro snobbato al tempo dai critici*( assurdo), ha decisamente alzato il livello. Imperdibile.
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