pegg94
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martedì 8 agosto 2017
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un secondo capitolo decisamente meglio riuscito.
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Non avevo grandi aspettative per questo secondo capitolo di Annabelle( il primo spin off della saga de "L'evocazione" non mi aveva colpito e l'avevo trovato, salvo alcune sequenze, noioso e prevedibile) invece sono rimasto sorpreso, in positivo. In primis qui la regia è veramente ottima, Sandberg è migliorato notevolmente rispetto al suo primo lungometraggio( Lights Out), le musiche sono perfette per creare la giusta atmosfera, le piccole attrici sono straordinarie e il film spaventa, eccome se spaventa. Certo, utilizza molti Jump Scare, ma la maggior parte dei quali sono realizzati e contestualizzati alla perfezione(insomma, niente gatti che salatano fuori o rumori improvvisi a caso).
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Non avevo grandi aspettative per questo secondo capitolo di Annabelle( il primo spin off della saga de "L'evocazione" non mi aveva colpito e l'avevo trovato, salvo alcune sequenze, noioso e prevedibile) invece sono rimasto sorpreso, in positivo. In primis qui la regia è veramente ottima, Sandberg è migliorato notevolmente rispetto al suo primo lungometraggio( Lights Out), le musiche sono perfette per creare la giusta atmosfera, le piccole attrici sono straordinarie e il film spaventa, eccome se spaventa. Certo, utilizza molti Jump Scare, ma la maggior parte dei quali sono realizzati e contestualizzati alla perfezione(insomma, niente gatti che salatano fuori o rumori improvvisi a caso). Peccato solo per la consueta stupidità di alcuni personaggi e per la realizzazione degli effetti visivi, decisamente pessimi.
Se non sapete cosa fare e volete godervi un horror estivo divertente, spaventoso e realizzato più che bene allora correte in sala, non ve ne pentirete( e magari riguardatevi il primo Annabelle, potrebbe essere utile ai fiini della trama). Voto: 7
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[+] la minaccia demoniaca nella sua immane potenza
(di antonio montefalcone)
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festuceto
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martedì 21 luglio 2020
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nessuna idea, tanta amarezza
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Più passano gli anni e più avverto l'amara sensazione che la critica cinematografica sia morta, o agonizzante, il che è più inquietante di qualsiasi bambolotta demoniaca. Parliamo della critica, di chi dovrebbe conoscere le basi della costruzione narrativa e dell'arte cinema, non del pubblico generalista. Annabelle, il primo capitolo, era un prodotto chiaramente commerciale e intriso di banalità, ma con una parvenza di dignità. Poi arriva l'inevitabile prequel perché giustamente di latte da mungere ce n'è tanto, ma, siamo onesti, quanti anni sono che il cinema horror continua a propinarci i soliti vecchi noiosi cliché? Non i soggetti, quelli sono ancora più vetusti, ma le situazioni e le tecniche che dovrebbero suscitare paura o inquietudine.
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Più passano gli anni e più avverto l'amara sensazione che la critica cinematografica sia morta, o agonizzante, il che è più inquietante di qualsiasi bambolotta demoniaca. Parliamo della critica, di chi dovrebbe conoscere le basi della costruzione narrativa e dell'arte cinema, non del pubblico generalista. Annabelle, il primo capitolo, era un prodotto chiaramente commerciale e intriso di banalità, ma con una parvenza di dignità. Poi arriva l'inevitabile prequel perché giustamente di latte da mungere ce n'è tanto, ma, siamo onesti, quanti anni sono che il cinema horror continua a propinarci i soliti vecchi noiosi cliché? Non i soggetti, quelli sono ancora più vetusti, ma le situazioni e le tecniche che dovrebbero suscitare paura o inquietudine. La verità è che in Annabelle 2, come in tanti film del medesimo filone, assistiamo a un imbarazzante e deprecabile abuso del classico materiale del cinema horror paranormale, al servizio di una storia pigra e dozzinale. Chiunque abbia visto nella propria vita più di una manciata di film horror riuscurebbe serenamente a prevedere qualsiasi situazione da jumpscare proposta in Annabelle 2 e gran parte dello svolgimento della trama. Se nel processo non subentrasse anche una sottile noia che muta in fastidio dinanzi a certe ingenuità registiche, sarebbe almeno un buon intrattenimento. Ma il cinema resta un'altra cosa.
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ninopellino
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mercoledì 30 agosto 2017
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ottima regia per un horror magistrale
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Un gruppo di ragazze orfane trova ospitalità presso una grande casa appartenente ad una coppia di coniugi che anni prima avevano perso la loro figlia in un incidente stradale. In una stanza segreta di tale casa si nasconde una spettrale bambola misteriosa che conserva un terribile segreto legato al passato della famiglia. Quando una delle ragazze inizia a sbirciare all'interno della casa fino a scoprire la fatidica stanza e dunque a riportare alla luce la bambola nascosta, ciò sarà purtroppo causa di strani avvenimenti che inizieranno a manifestarsi e che turberanno la psiche di tutte le persone che abitano dentro la casa. Questo film trova il suo punto di forza nella magistrale regia di David F.
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Un gruppo di ragazze orfane trova ospitalità presso una grande casa appartenente ad una coppia di coniugi che anni prima avevano perso la loro figlia in un incidente stradale. In una stanza segreta di tale casa si nasconde una spettrale bambola misteriosa che conserva un terribile segreto legato al passato della famiglia. Quando una delle ragazze inizia a sbirciare all'interno della casa fino a scoprire la fatidica stanza e dunque a riportare alla luce la bambola nascosta, ciò sarà purtroppo causa di strani avvenimenti che inizieranno a manifestarsi e che turberanno la psiche di tutte le persone che abitano dentro la casa. Questo film trova il suo punto di forza nella magistrale regia di David F. Sandberg in quanto capace di catturare l'attenzione dello spettatore grazie ad una serie di effetti visivi ed inquietanti e grazie ad una tensione sempre costante giocata sull'ambientazione cupa e sinistra. Nulla di nuovo a livello di trovate creative per un film horror in quanto il regista utilizza dei cliché del genere ormai già collaudati da altre analoghe e precedenti pellicole, ma, c'e da puntualizzarlo, lo fa con stile e bravura. Curioso, per il resto, forse l'aspetto della sceneggiatura e soprattutto della trama in quanto la coppia di coniugi ha il coraggio e la disinvoltura di voler ospitare un gruppo di giovanissime ragazze, pur essendo coscienti dell'agghiacciante passato che si cela all'interno dell'abitazione e che ci verrà portato a conoscenza durante le sequenze finali della pellicola. Inoltre ho notato spesso una volontaria e "costruita" assenza dei grandi, manovra questa per consentire che le scene di azione si concentrino prevalentemente a mostrarci le povere ragazze impaurite a vedersela da sole contro forze maligne. Le ultime scene finali ci fanno intendere che probabilmente forse ci sarà un seguito e comunque il messaggio del film è quello di farci intendere il concetto che il male purtroppo esiste e sarà sempre pronto a colpire. Film, nell'insieme, decisamente più che discreto
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cristian
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domenica 27 agosto 2017
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annabelle 2: missione compiuta
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David Sandberg, dopo l’ottimo esordio in lungometraggio nel 2016 con l’horror Lights Out - Terrore nel buio, stupisce e spaventa ancora di più il pubblico con Annabelle 2, sequel del modesto Annabelle e spin-off di The Conjuring, fortunata saga iniziata dal regista James Wan (Saw - L’enigmista). Sandberg sfrutta con maestria tutti i possibili cliché del genere, riuscendo a dare vita ad un miscuglio di ansia e paura veicolati attraverso la ormai famosa bambola demoniaca.
Samuel Mullins (Anthony LaPaglia), costruttore di bambole, e la moglie Esther (Miranda Otto) vivono insieme da dodici anni senza la figlia Bee, morta in un incidente stradale.
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David Sandberg, dopo l’ottimo esordio in lungometraggio nel 2016 con l’horror Lights Out - Terrore nel buio, stupisce e spaventa ancora di più il pubblico con Annabelle 2, sequel del modesto Annabelle e spin-off di The Conjuring, fortunata saga iniziata dal regista James Wan (Saw - L’enigmista). Sandberg sfrutta con maestria tutti i possibili cliché del genere, riuscendo a dare vita ad un miscuglio di ansia e paura veicolati attraverso la ormai famosa bambola demoniaca.
Samuel Mullins (Anthony LaPaglia), costruttore di bambole, e la moglie Esther (Miranda Otto) vivono insieme da dodici anni senza la figlia Bee, morta in un incidente stradale. I due decidono di aprire la loro casa ad alcune orfane, guidate da suor Charlotte (Stephanie Sigman). Due bambine in particolare, Janice (Talitha Bateman) e Linda (Lulu Wilson), diventeranno le vittime preferite di una bambola diabolica che trasformerà le loro vite in un vero e proprio incubo.
Sandberg con Annabelle 2: Creation rivitalizza il panorama horror riportando finalmente in sala un’atmosfera fatta di tensione e inquietudine. La regia si dimostra di ottima fattura fin dall’inizio. La storia, come si addice al genere, scorre lenta e la cinepresa indugia parecchio su quello che sarà il teatro dell’intera vicenda: la casa dei Mullins. Annabelle 2 è un lento scoprirsi non della storia in sé che è già, in parte, conosciuta fin dalle prime fasi del girato, ma della presenza demoniaca che utilizza la bambola come veicolo tra il mondo dell’invisibile e quello del visibile. Il film risponde a tutte le regole classiche del genere horror ma non per questo si rivela banale come si potrebbe pensare. Ansia, paura, attesa spasmodica dello svelarsi improvviso del demone, stati d’animo pienamente coinvolti in questa pellicola che, pure nella sua complessiva semplicità, stupisce. Sandberg padroneggia attori (tutti ottimi), sequenze e situazioni con disarmante facilità e pare divertirsi parecchio a giocare con l’oscurità allo scopo di terrorizzare lo spettatore. La primordiale paura del buio viene utilizzata con grande consapevolezza dal regista svedese che, col passare dei minuti, ne fa l’elemento sempre più preponderante del film fino ad avvolgere completamente chi guarda. Le sequenze orrorifiche si susseguono con cadenza dosata all’inizio per poi essere sparate a raffica, funzionando quasi tutte. Ottime le scene in cui la presenza diabolica è ancora appena percepibile in fondo ad un corridoio buio o in una stanza apparentemente inaccessibile. Allo stesso livello va giudicato il sonoro che evidenzia i classici scricchiolii e i movimenti di porte, finestre e sedie. Apprezzabile anche la sequenza finale che mette in evidenza un montaggio di tutto rispetto.
Cast di livello e molto credibile quello al servizio di Sandberg. Anthony LaPaglia e Miranda Otto, attori navigati, interpretano perfettamente la disperazione di due genitori che hanno visto morire la figlioletta. Brave anche le due piccole Talitha Bateman (molto espressiva) e Lulu Wilson. Manca una prestazione al di sopra delle altre perché sono in realtà la bambola e il demone che questa contiene i veri protagonisti della pellicola e ciò fa sì che i personaggi umani siano soltanto le vittime di un gioco troppo più grande di loro.
In definitiva, Annabelle 2: Creation è un prodotto che soddisfa e terrorizza il grande pubblico, sorprende gli scettici e porta David Sandberg, dopo l’apprezzato Lights Out - Terrore nel buio, allo step successivo che potrebbe consentirci di dire se siamo di fronte ad un fuoco fatuo o ad un nuovo maestro dell’horror. Il fatto che sia sotto l’ala protettiva di James Wan (produttore del primo film e co-produttore di Annabelle 2) fa ben sperare.
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elgatoloco
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lunedì 12 ottobre 2020
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sandberg meglio di leonetti
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Anche se nel tempo andiamo sempre piùi indietro; comlplicando ulteirormenete le cose dal punto di vista narratologico o meglio di una evneutale ricostruzione storica di questa trilogia, questo "Annabelle 2-Creation"di David F.Sandberg, che nella regia sstituisce John eonetti, mentre la sceneggiatura è ancora una votla di Gary Dauberman, è senz'altro superiore al film"prototipo"di 3 anni anteriore, che si perdeva nell'inconsistenza di fondo, più assoluta, se ha senso esprimersi così(sul piano logico poco, in quanto l'inconsistenza= al nulla). Siamo in nìepoca anteriore, dicevo, in una sorta di casa.famiglia , invero molto rudiemntale e su base volontaria, dove un curioso fabbro-costruttore di bambole(ancra la bambola, da sempre votiva, oggetto magico, totem e tabù ad un tempoin moltissime cultrure, Frazer e Freud avevano già capito moltissimo), che accoglie bambine di diverse età e rag azze in attesa comunquea di adozione in quanto orfnae, che aspettnao di essere adottate, ma dove, ancora una volta(cfr.
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Anche se nel tempo andiamo sempre piùi indietro; comlplicando ulteirormenete le cose dal punto di vista narratologico o meglio di una evneutale ricostruzione storica di questa trilogia, questo "Annabelle 2-Creation"di David F.Sandberg, che nella regia sstituisce John eonetti, mentre la sceneggiatura è ancora una votla di Gary Dauberman, è senz'altro superiore al film"prototipo"di 3 anni anteriore, che si perdeva nell'inconsistenza di fondo, più assoluta, se ha senso esprimersi così(sul piano logico poco, in quanto l'inconsistenza= al nulla). Siamo in nìepoca anteriore, dicevo, in una sorta di casa.famiglia , invero molto rudiemntale e su base volontaria, dove un curioso fabbro-costruttore di bambole(ancra la bambola, da sempre votiva, oggetto magico, totem e tabù ad un tempoin moltissime cultrure, Frazer e Freud avevano già capito moltissimo), che accoglie bambine di diverse età e rag azze in attesa comunquea di adozione in quanto orfnae, che aspettnao di essere adottate, ma dove, ancora una volta(cfr.numer one, ma non solo, da smepre c'è una tradizione letteraria e fi,lmica vastissima sul tema"bambole maledette", senza dover parlare di voodoo e del famoso romanzo di Ulrike Meinhof"Bambule" che, invero apparentemente, c'entra ben poco.,..), dove la presenza di una bambina a priori, ossia quando arriva nella casa, invalida precipita le situazioni o meglio, anche per la maggiore , fatale, empatia con il pubblico, accentua il carattere"dark"della vicenda, Da Poe, Lovecraft, Campbell, ma anche da King siamo ancora lontani, ma rispetto al primo fiklm il progresso è certo innegabile. Decisamente con questo film Sandberg, di cui non conosco il film d'esordio "LIghts out", si conferma autore.riegsita interessante, compie un doppio "miracolo": risolleva le sorti della serie filmica e fa in modo che la storia non si sfaldi, come decisamente rischiava di fare con il primo film, appunto . IN un film quasi tutto"al femminile"Miranda Otto, Stephanie Sigman, Lulu WIlson se la cavano decisamente bene, come anche il"vilain"(che in realtà è tale solo in apparenza, dato che in realtà...è"ancipite",sospeso tra il male e il bene)Anthony La paglia , attore ormai quasi famoso... Ultima considerazione: torna il tema dell'anima richiesta dai démoni... El Gato
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monfardini ilaria
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lunedì 27 maggio 2024
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il miglior capitolo sulla bambola maledetta
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Nel 2013 esce nelle sale cinematografiche un film che nel bene o nel male è diventato un vero e proprio caso mediatico, divenendo il capostipite di una saga che va avanti ancora oggi e che porta il suo stesso titolo: sto parlando di The Conjuring, in italiano conosciuto come L’Evocazione, diretto dal regista James Wan e basato sulle vicissitudini della famosa coppia americana di ricercatori del paranormale, Ed e Lorraine Warren. Nel film, tra i vari oggetti indemoniati disseminati nel museo dei coniugi Warren, si fa un focus particolare su una bambola, la famosa Annabelle, che esiste veramente, sebbene si tratti di una Raggedy Ann di pezza e non dell’inquietante bambola in porcellana propostaci nella pellicola.
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Nel 2013 esce nelle sale cinematografiche un film che nel bene o nel male è diventato un vero e proprio caso mediatico, divenendo il capostipite di una saga che va avanti ancora oggi e che porta il suo stesso titolo: sto parlando di The Conjuring, in italiano conosciuto come L’Evocazione, diretto dal regista James Wan e basato sulle vicissitudini della famosa coppia americana di ricercatori del paranormale, Ed e Lorraine Warren. Nel film, tra i vari oggetti indemoniati disseminati nel museo dei coniugi Warren, si fa un focus particolare su una bambola, la famosa Annabelle, che esiste veramente, sebbene si tratti di una Raggedy Ann di pezza e non dell’inquietante bambola in porcellana propostaci nella pellicola. Visto il successo di The Conjuring, e l’interesse sollevatosi intorno alla figura di Annabelle, la Casa di Produzione New Line Cinema, insieme alla Safran Company ed all’Evergreen Media Group, fa uscire nel 2014 il primo di una lunga serie di spin-off del film di Wan, Annabelle, appunto, diretto dal regista e direttore della fotografia John R. Leonetti. Il film sposta il focus proprio sulla famosa bambola, e sulle vicissitudini a cui vanno incontro tutti coloro che ne entrano in contatto. Dopo l’uscita del secondo capitolo di The Conjuring, Il Caso Enfield, nel 2016, nel 2017 prende vita anche un capitolo due dello spin-off, Annabelle 2: Creation che, come si può intuire dal titolo, ci racconta le origini della diabolica bambola. Diretto da David F. Sandberg, regista svedese resosi noto per il corto ed il lungo che portano lo stesso titolo, Lights Out, e seguito nel 2019 da Annabelle Comes Home dello sceneggiatore Gary Dauberman, Annabelle Creation è sicuramente il segmento più riuscito della serie di spin-off e, a mio modesto parere, dell’intera saga del Conjuring Universe, che vede anche due film dedicati al demone Valak, The Nun 1 e 2, un terzo capitolo di The Conjuring, Per Ordine del Diavolo, oltre ai film La Llorona e L’Uomo Storto. In quanto unico film di questo Universo che ha incontrato pienamente i miei gusti è doveroso che oggi vi parli un po’ di questo Annabelle 2: Creation.
Siamo nel 1943: in una bella dimora di campagna abitano Samuel, la moglie e la figlia piccola, Bee. Lui produce stupende bambole artigianali, e tutto sembra andar loro per il meglio finchè un giorno, rincasando, un’auto non travolge, uccidendola, la bimba. Dopo 12 anni di silenzio e dolore i due coniugi decidono di ripopolare di vita e di grida infantili la propria casa, e lo faranno accogliendo 6 giovani orfane e la suora che le accompagna. Tutto è loro permesso nella grande dimora silenziosa, tranne entrare nella camera della loro bimba defunta, Annabelle, detta Bee. Ma la stanza sembra richiamare insistentemente una delle bambine, Janice, che ha una brutta disabilità motoria alle gambe. La piccola scoprirà nella cameretta di Annabelle uno stanzino buio e completamente tappezzato di pagine della Bibbia, ed al centro, seduta su una sedia, una bambola dall’aspetto demoniaco. Ma tale bambola non è demoniaca solo nell’aspetto, e i residenti di casa Mullins se ne accorgeranno presto ed a loro spese. Ormai Annabelle è libera, e intenzionata a rimanerci, senza che nessuno possa più rinchiuderla in gabbia. La storia che si nasconde dentro di lei nasce dal dolore e dalla disperazione, il terreno più fertile del quale si nutrono ed a quale si attaccano i demoni per farsi traghettare nel nostro mondo.
Buona la prova del cast, in questo Annabelle Creation, anche se la vera rivelazione non sono gli adulti ma le piccole attrice che interpretano le orfanelle, sebbene anche la messicana Stephanie Sigman nel ruolo di Suor Charlotte, e gli australiani Anthony LaPaglia e Miranda Otto in quello dei coniugi Mullins non siano affatto male. Tra le piccole si fa notare Linda, la minore del gruppo, con i suoi grandi ed innocenti occhioni azzurri che rendono impossibile non amarla. Ad interpretarla la baby attrice americana Lulu Wilson, che sebbene all’epoca delle riprese avesse già 12 anni tuttavia è riuscita ad apparire più piccola ed indifesa, creando un forte senso di empatia con lo spettatore; Lulu è già una veterana del mondo dell’horror, nonostante la giovane età: ha infatti debuttato a soli 9 anni con Scott Derrickson in Liberaci dal Male, per poi essere diretta da Mike Flanagan nel secondo capitolo della saga Ouija, prima di approdare nel Conjuring Universe. Al suo fianco, nel ruolo della piccola piagata alle gambe dalla poliomelite, troviamo la giovane Talitha Bateman, ai tempi sedicenne; anch’ella all’apparenza più piccola della sua età anagrafica, darà vita a un personaggio sfaccettato che riuscirà a suscitare in noi un variegato spettro di emozioni che porteranno al finale inaspettato che serve da raccordo tra questo Creation ed il primo film su Annabelle. Molto brava anche la piccola attrice coreana Samara Lee, che all’epoca delle riprese aveva solo 9 anni, ed interpreta il difficile ruolo di Annebelle, la bimba dei coniugi Mullins che muore in maniera drammatica in un violento incidente d’auto. È doveroso citare, nel ruolo del demone che alberga nelle stanze della grande dimora isolata, l’attore e musicista Joseph Bishara, il quale, proprio grazie al sodalizio con James Wan, si è specializzato in ruoli di demoni e mostri di ogni sorta: è lui infatti lo spaventoso demone rosso di Insidious, dello stesso Wan, la strega Bathsheba Sherman di Conjuring, ed il demone Annabelle in tutti e tre i film dello spin-off.
Questo capitolo di Annabelle è caratterizzato da una bella fotografia assolata di Maxime Alexandre, che trasporta il terrore all’interno di una casa dove l’amore ha lasciato il posto alla disperazione. Tuttavia anche le scene in notturna sono ben eseguite, lasciando vedere quel che basta per creare una bella suspense, e nonostante qualche jumpscare citofonato, tipico del suddetto Universe, si riesce comunque a spaventarsi nei momenti giusti ed a vivere con la giusta strizza determinate scene, aiutati anche dall’ottima performance delle giovani protagoniste. Confesso poi che l’aspetto della bambola maledetta, come lo sarà anche quello del demone-suora Valak protagonista di The Nun, è davvero molto azzeccato: essa trasmette inquietudine, malessere, ansia, molto di più che la dolce e sorridente Raggedy Ann originale.
Insomma, per una volta mi trovo a dover ammettere che un prequel è di gran lunga più notevole dell’originale, e per fortuna, in quanto io ho trovato davvero inguardabile il primo Annabelle, e ho dovuto trovare il coraggio, ampiamente ricompensato, per andare avanti con la visione dei titoli successivi. Le due figure del padre e della madre sono, a ben guardare, molto interessanti, a causa della cupezza misteriosa che si cela dietro ai loro volti: Samuel è gentile ed accogliente, ma ha modi molto rudi e spesso spaventa le sue piccole ospiti, mentre la moglie Esther vive rinchiusa nella sua camera da letto, senza poter uscire, e chiamando al bisogno con un campanellino il cui suono rimbombante nella grande casa a tutte le ore del giorno e della notte fa letteralmente gelare il sangue. Inoltre la signora ha metà del volto coperto da una strana maschera bianca che ricorda il volto di una bambola di porcellana: quali oscuri segreti nascondono i due coniugi piagati tanti anni prima da un lutto inimmaginabile come la morte violenta dell’amata figlioletta “Bee” proprio sotto i loro occhi?? I loro cuori saranno ancora candidi o sono stati corrotti dal demone del dolore e della disperazione?
Sandberg, proprio come in Lights Out, si riconferma un ottimo narratore, col dono di saper creare bene la suspense senza ricorrere a mezzucci, capace di usare la macchina da presa nel verso giusto per dar vita ad atmosfere e situazioni genuinamente macabre, come ad esempio la bellissima scena in cui una delle orfanelle più grandi rimane rinchiusa nel granaio con uno spaventoso spaventapasseri, davvero una tesissima sequenza al cardiopalma! Per tutto il film l’asticella dell’attenzione del pubblico rimane alta, tanto che il successo in sala di questo prequel è stato a dir poco strepitoso: 306 milioni di dollari di incasso mondiale a fronte dei 15 milioni di budget di produzione! E questo è tanto più notevole se si pensa che la sceneggiatura e la trama del film sono abbastanza scontate e molto poco originali, quindi a maggior ragione è da sottolineare la maestria di Sandberg nell’essere riuscito a coinvolgere così tanto lo spettatore senza grosse trovate geniali, ma usando bene atmosfere, cast e tecniche cinematografiche tipiche dell’horror, senza eccedere mai nello splatter gratuito o nell’uso smodato di CGI. Oggigiorno gli Americani sembrano sempre meno capaci di creare la tensione senza l’uso di effettaci effervescenti, e quindi volentierissimo il mio plauso va a questo prodotto mainstream che sa però catturarti e non mollarti un attimo fino alla fine. Lo consiglio davvero, anche tralasciando gli altri due capitoli della saga, nettamente inferiori. Con questo Creation, Annabelle si conquista meritatamente il posto alla destra della bambola demoniaca per eccellenza, il folle e sboccato Chucky protagonista di un'altra fortunatissima saga horror, per me inarrivabile, quella de La Bambola Assassina.
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