Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Francesca Archibugi |
Attori | Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O'Donovan Andrea Calligari, Elisa Miccoli, Valentina Cervi, Enrico Montesano, Nika Perrone, Alberto Di Stasio, Gianluigi Fogacci, Patrizia Loreti, Francesca Antonelli, Marco Conidi, Daniele Amendola, Gabriele Coppola, Alexandra Filotei, Daniele Foresi, Paola Giannetti, Giulia Greco, Juana Jimenez (II), Angelo Libri, Carlo Medici, Zara May O'Brien, Viola Minio Paluello, Judy Reeves, Simona Senzacqua, Lynn Swanson, Silvio Vannucci. |
Uscita | giovedì 26 settembre 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,23 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 agosto 2021
L'amore di una coppia tra emozioni lecite e illecite, disillusioni e asprezze di un quotidiano sempre più duro. In Italia al Box Office Vivere ha incassato 449 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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La piccola Lucilla Attorre soffre di asma e appare subito evidente che sia un'affezione psicosomatica: la madre Susi, insegnante di danza ad un gruppo di "culone che vogliono dimagrire", è sempre di corsa, dimentica le proprie cose dappertutto e trascina qua e là la sua bambina come un carrello della spesa; il padre Luca è un giornalista freelance "stronzo e sfigatello" con un debole recidivo per le donne; e il fratellastro Pierpaolo è il ricco e viziato erede (da parte di sua madre Azzurra) di una dinastia di avvocati ammanicati con la politica. In questo quadretto disfunzionale si inserisce Mary Ann, una au pair irlandese cattolica che scardina definitivamente i già precari equilibri domestici. Testimone (quasi) silenzioso degli andirivieni della famiglia è il vicino Perind (soprannome che sta per perito industriale), un tipo inquietante dalle strane abitudini. Riusciranno gli Attorre a sopravvivere o il loro nucleo familiare esploderà definitivamente?
A dispetto del titolo del film, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì uniscono le forze (come già avevano fatto per Notti magiche) per firmare una sceneggiatura che diventa ad ogni scena più improbabile e più lontana dalla vita vera. Tuti i personaggi sembrano filtrati attraverso un immaginario "borghese" dimenticando l'autenticità delle psicologie e delle reazioni agli eventi.
Eventi che peraltro si affastellano senza sosta, secondo un ritmo da feuilleton televisivo: infatti sul piccolo schermo Vivere avrebbe funzionato molto meglio, perché i toni sopra le righe, le caratterizzazioni stereotipate e i continui colpi di scena sarebbero stati coerenti con lo stile delle fiction "latine".
Ma il grande schermo richiede più delicatezza, più sfumature e meno luoghi comuni: cosa che sa bene Archibugi, che ha alle spalle i toni misurati di film come Il grande cocomero o Mignon è partita, ai quali il film Vivere rimanda immediatamente data la presenza della ragazza straniera calata nel contesto di una famiglia italiana dai costumi diversi dai suoi.
La regista conserva la sua consueta padronanza del mezzo cinematografico e quella capacità empatica e fisica di "stare addosso" ai corpi dei suoi personaggi, ma è proprio la storia che fa acqua da tutte le parti, e gli attori non riescono a conferire maggiore credibilità ai loro ruoli: Micaela Ramazzotti è (per l'ennesima volta) la coatta romana come se l'immaginano all'Aventino, Adriano Giannini è un esemplare maschile così ignobile da rischiare l'accusa di misantropia, e la au pair è campionessa di incoerenza nei confronti dei propri principi personali e religiosi.
Quanto più si cerca di evidenziare la loro contradditorietà umana, tanto più andrebbero rese riconoscibili le fragilità che ognuno di noi affronta nel corso del proprio, appunto, vivere.
In Vivere invece sembra esserci uno scollamento dalla realtà che si vuole raccontare, ed è un vero peccato, perché alcuni dettagli fanno invece rimpiangere l'attenzione che ognuno dei tre autori ha saputo dare in passato al Paese: il nonno che intima a tutti "stà dritto"; l'infermiere che suggerisce i preservativi al primario; l'espressione dura di Susi quando "sa le cose senza saperle" e la sua follia "Power e Pressburger" mentre danza.
Invece Vivere risulta un excursus trafelato e "mucciniano" sul senso di colpa di un gruppo di personaggi poco riconoscibili come persone, e dunque poco capaci di suscitare empatia in chi guarda, senza mai permetterci di dimenticare che stiamo assistendo a una finzione.
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“Vi vedo e sento correre ridere litigare urlare... Vivere in fondo, e v'invidio”. Il tema del film è tutto qui, e lo pronuncia in chiusura niente poco di meno che Marcello Fonte, indimenticabile Dogman, che in questo film fa l'occhiuto e a volte incolpevole invadente, solitudinario, vicino di casa di una famiglia composta da madre, Micaela Ramazzotti, da padre, Adriano [...] Vai alla recensione »
La periferia, immensa, sconfinata, è tutto ciò che abbiamo creato per poter sopravvivere alla frenesia di dover vivere schiacciati dal poco tempo, dai magri guadagni, dalle difficoltà continue. Spazi confinati di vita in cui si sovrappongono mancate realizzazioni, frustrazioni, aspettative ormai lasciate andare per andare avanti come si può.
"Vivere" il film di Francesca Archibugi del 2019, nonostante il valido e collaudato team autoriale composto da Virzì e Piccolo e il cast di rango, risulta essere un film modesto, tenuto insieme da una trama poco convincente e affatto originale.Micaela Ramazzotti interpreta il solito personaggio di donna/madre belloccia e un po' coatta che non riesce ad esprimere un pensiero senza farcirlo di parolacce, [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Francesca Archibugi (leggo insieme ai cosceneggiatori Virzì e Piccolo) tira fuori un film che rivela tutti i suoi clichés, tutti i suoi schemi mentali e prevenzioni nei confronti del genere umano (soprattutto del da lei perennemente bistrattato genere maschile). Radicata nella sua visione vetero-femminista, mette al centro della famiglia protagonista un omuncolo,Luca, [...] Vai alla recensione »
Questo film l’ho visto un po’ di tempo fa e non mi ha entusiasmato. In questi giorni mi è capitato di rileggere i commenti e ho cominciato a riflettere. Il vivere frenetico dei personaggi rimanda al nostro quotidiano, sempre soffocati da problemi da risolvere, la famiglia è un luogo infernale, dove tutti sono soffocati dal lavoro, dove si sente l’urgenza di [...] Vai alla recensione »
Niente è nuovo o sorprende in questo film. Come in molti altri (mi viene in mente il recente "Sole, Cuore e Amore") possiamo assistere ad una messa in scena delle quotidiane miserie di una banale varia umanità. Tutta gente che si scava la fossa con le proprie mani, si infila dentro e si ricopre della terra prima scavata. Dallo scrittore sfigato e irresponsabile alla ballerina [...] Vai alla recensione »
Ho potuto assistere a un film che purtroppo non mi è piaciuto. Troviamo una brava Micaela Ramazzotti , nel film Susi, madre improbabile e disorganizzata di una bella bimba , nel film Lucilla , avuta dalsuo compagno, Adriano Giannini e affetta da asma bronchiale , la quale Susi è anche una improbabile insegnante di danza . Il compagno, giornalista freelance vive praticamente con i soldi [...] Vai alla recensione »
Film pessimo, attori poco credibili, trama inesistente, finale banale...non salvo nulla. È la copia sbiadita vecchia e non originale di Mignon è partita di 30 anni fa. La fine di Montesano è tra il grottesco ed il surreale Incomprensibile per una regista come Archibugi e sceneggiatura di Virzi/Piccolo Il più brutto film che o visto al.
Famiglia atipica e disordinata dove l'arrivo di ragazza pari irlandese complica ancor piu' la loro esistenza.Ma non si fanno volutamente del male e vivono con sincerita' i loro sentimenti accettando la loro condizione.
Un film che fa pensare su come la famiglia sia una gabbia dalla quale non si può uscire. Magistrale direzione degli attori e soprattutto della bambina. Un film da non perdere.
- condivido in pieno la tua recensione - mi aspettavo di + dalla regista, o forse di meno - a tratti grottesco - adoro la Ramazzotti, sempre brava e forse è l'unica che si salva
- sono d'accordo con Te - si poteva fare di + e meglio
Aspettative alte, purtroppo disattese. Di solito la Archibugi NON delude, ma stavolta NON mi ha convinto al 100%. Forse ha messo troppa carne al fuoco, lasciandola " bruciare".Storia un po' sopra le righe; troppi compromessi semplici e banali. La Ramazzotti mi convince sempre anche se questo personaggio non è nuovo ( anzi ). Si poteva osare di piu', o forse si poteva rendere [...] Vai alla recensione »
Francesca Archibugi è una regista capace e consapevole dei propri mezzi. E la storia di Lucilla, una bambina che soffre di asma e che vive tutte le difficoltà di una famiglia alle prese con il mal di vivere non è facile da raccontare, senza cadere in banali storie strappalacrime. Ed invece il film regge, eccome se regge, anche grazie alla solita ottima interpretazione di Micaela [...] Vai alla recensione »
Il trio Archibugi - Virzì - Piccolo qui al suo meglio, per capacità di indagare nella vita familiare. Micaela Ramazzotti ci sorprende con un'altra interpretazione magistrale e Adriano Giannini alla sua migliore interpretazione. Un film che molti torneranno a rivedere, magari portandosi con se la seconda volta i propri fratelli.
Sono passate varie settimane da quando ho visto il film, e mi continua a far riflettere. Sulla difficoltà della vita quotidiana, su quanto sia difficile essere madre ma anche essere padre, moglie e marito. E ogni tanto, in preda a questi ricordi, mi affaccio a Piazza del Popolo ad osservare le due chiese gemelle che, come ci ricorda una delle protagoniste, mostrano quanto sia fuggevole la vita [...] Vai alla recensione »
Seguo l’Archibugi fin dai suoi esordi e il suo mi pare un percorso coerente. E’ un'unica lunga storia che spero abbia ancora tanti altri capitoli. Lo sguardo qui non è tenero. Su tutti i personaggi sembrano gravare le difficoltà di essere genitori o figli. Soprattutto i secondi soffrono la presenza o l’assenza/inconsistenza dei primi.
tutto molto improbabile.... film davvero sfilacciabto e confusionario
Se guardiamo gli album di famiglia, vediamo tante persone sorridenti di fronte a torte e candeline. Ma poi sentiamo le voci dei nostri vicini, e ci accorgiamo che c'è spesso concitazione, rancore a volte addirittura botte. Eppure, è da lì che nasciamo e dove ci ritroviamo. L'Archibugi riesce a scavare dentro questo grande insieme con la sua consueta leggerezza e profondit&agrav [...] Vai alla recensione »
Nonostante l'esperta Archibugi alla regia e gli stakanovisti Piccolo e Virzì cosceneggiatori, «Vivere» è stato demolito nel suo passaggio fuori concorso alla Mostra di Venezia. Anche se non è un argomento decisivo suona, certo, strano che la bocca buona della critica al cospetto dei titoli italiani si sia trasformata d'incanto in spietato tribunale perché, tutto sommato, il film comunica una tale voglia [...] Vai alla recensione »
I dolori di tutti nell'indifferenza di pochi. Si vive male, tra macerie morali e materiali? Torniamo al neorealismo ornato d'umorismo, a quando i piccoli insegnavano ai genitori a vivere. Archibugi sfida l'implosione tornando al barocco, dinamo architettonica e urbanistica della Roma seicentesca. Flusso e movimento spaziale, vitalità dell'effimero, gioco, sesso, promiscuità transculturale di una città [...] Vai alla recensione »
In una periferia romana più carina che anonima, una famiglia vivace e vagamente disfunzionale, viene osservata nel suo frenetico dispiegarsi quotidiano da un eccentrico vicino di casa. Gli Attorre sono un nucleo formato da Luca (giornalista freelance inaffidabile e ad alto tasso di precarietà), da Susi (insegnante di danza svampita e costantemente sopra le righe) e dalla piccola Lucilla, asmatica per [...] Vai alla recensione »
Susi (Ramazzotti per l'ennesima volta coatta romana) è una insegnante di danza per «culone», sempre trafelata, che trascina in giro la bimba asmatica Lucilla come se fosse un sacchetto della spesa. E' più pacifico papà Luca, freelance che pensa ad andare a letto con Mary Ann, ragazza alla pari. Una sceneggiatura che più distante dalla realtà non si può, con improbabili sviluppi di trama e protagonisti [...] Vai alla recensione »
Micaela Ramazzotti è Susi, una mamma affannata, distratta e amorevole che insegna danza a donne sovrappeso. Corre da mattina a sera per far quadrare i conti in casa. Adriano Giannini è il suo compagno Luca, tutt'altro che amorevole, giornalista freelance squattrinato e un po' frustrato, più impegnato a seguire il suo ego che a partecipare alle dinamiche domestiche.
Ancora una volta (Mignon è partita, Il grande cocomero), Francesca Archibugi mette in scena una coppia disfunzionale e relativa prole con problemi. La madre è Susi, ovvero Micaela Ramazzotti nell'eterna parte della sciroccata il padre un giornalista precario pusillanime e acchiappasottane la figlia Lucilla, sei anni, afflitta da asma psicosomatica.
Susi insegna danza aerobica ma fatica a portare a casa uno stipendio degno. Il superficiale marito Luca è un giornalista freelance quindi povero in canna, ha un figlio da una relazione precedente, Pierpaolo, il cui nonno è potentissimo e ricchissimo ma ha chiuso con l'ex genero. La bambina di Susi e Luca, Lucilla, soffre d'asma e le viene affiancata una ragazza alla pari, Mary Ann, che arriva dall'Irlanda. [...] Vai alla recensione »
Tutto inizia come sorta di viaggio in Italia. Quello affrontato dalla giovane irlandese Mary Ann, studentessa di storia dell'arte trasferitasi temporaneamente nel "bel paese" per lavorare come ragazza alla pari presso la famiglia Attorre. Mary Ann (Roisin O'Donovan) incontra così - nel contesto di una grigia periferia romana - Luca (Adriano Giannini), giornalista freelance senza troppa credibilità [...] Vai alla recensione »
Love Is All You Need" cantavano i Beatles e onde non scordarselo, ecco un poster ben inquadrato su una parete di casa Attorre. Perché ciò di cui Susi, Luca e la loro piccola Lucilla hanno bisogno è solo, unicamente ed esclusivamente l'amore. Niente di meno e niente di più, ma soprattutto nulla di diverso sugli schermi del dramedy all'italiana 2.0 come si impara dalla visione di Vivere di Francesca [...] Vai alla recensione »
Se il pesce puzza dalla testa, il film dalla sceneggiatura? Il trio Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì denuncia qualche affanno creativo e drammaturgico, non da oggi: vi ricordate Notti magiche, anno 2018, diretto da Virzì? Fuori concorso a Venezia 76, questo Vivere, regia della Archibugi, è drasticamente peggio: non se ne capisce il senso, ma si capisce fin troppo bene il distacco [...] Vai alla recensione »
La Archibugi ama la famiglia, la scruta con occhio da entomologo, ne conosce le declinazioni positive e negative, la inneggia, la mastica, la re-impasta, la digerisce, la vomita, la spalma sul piatto come Nutella. Dal suo esordio, nel lontano 1988, con Mignon è partita ha esplorato le differenze sociali, il mondo dell'adolescenza, le bugie normali e quotidiane della vita.
Son passati trent'anni da "Mignon è partita" e dal ragazzino che non passa più tra le sbarre del cancello perché ormai è cresciuto: commozione e grande apertura di credito all'Archibugi, regista debuttante. Sarebbe ora di chiuderlo, il credito, e non è la prima volta che il pensiero attraversa la mente. Un film come "Vivere" lo esige, a cominciare dalla casetta con giardino, sia pure in periferia, [...] Vai alla recensione »