Anno | 2020 |
Genere | Thriller |
Produzione | Italia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Giacomo Cimini |
Attori | Sergio Castellitto, Lorenzo Richelmy, Anna Foglietta, David Coco, Gianluca Gobbi Guglielmo Favilla, Gabriele Greggio, Cristina Marino, Marina Occhionero, Bianca Friscelli, Viola Sartoretto, Massimo Triggiani, Viviana Colais, Alessio Di Domenicantonio, Cyro Rossi. |
MYmonetro | 2,49 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 ottobre 2020
Un thriller italiano ad alta tensione che vede protagonista Sergio Castellitto.
CONSIGLIATO NÌ
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Steph è un disc jockey di Radio 105, così popolare che la sua immagine giganteggia su un grattacielo della zona più trendy di Milano. Proprio lì si trova anche lo studio da cui il dj conduce un’altrettanto popolare trasmissione che invita gli ascoltatori ad intervenire live per vincere i biglietti di un concerto. Ma uno di loro non vuole solo giocare: annuncia che si suiciderà in diretta, e per convincere che parla sul serio fa esplodere un ordigno in cima ad uno degli edifici postmoderni del quartiere. Da quel momento inizia il duello vocale fra Steph e l’ascoltatore, che ha una bomba in macchina e non ha paura di usarla.
Il talento del calabrone si inserisce in quello che ormai è un sottogenere del thriller, ovvero lo sconosciuto al telefono che costringe il protagonista a prendere decisioni pericolose e ad assumersi responsabilità impegnative, che conta fra gli esempi In linea con l’assassino e il recente Il colpevole.
Ed è evidente che il regista Giacomo Cimini e il suo cosceneggiatore Lorenzo Collalti, anche autore del soggetto, aderiscono ai codici del genere per creare una tensione costante che tenga lo spettatore incollato alla sedia (o al divano, di questi tempi).
Ma questo tipo di trama per funzionare deve assicurarsi che ogni snodo e ogni dettaglio siano plausibili, pur nella sospensione di incredulità che si riserva ad un’opera di finzione e ad un genere di per sé iperbolico. E purtroppo Il talento del calabrone pecca spesso di scarsa credibilità, probabilmente legata al fatto che si è voluto mettere troppa carne al fuoco, e mostrare troppo virtuosismo narrativo.
Il tema di fondo, come scopriremo solo alla fine, è importante e molto attuale, ed è lodevole l’intenzione di affrontarlo attraverso una veste cinematografica insolita e non meramente sociologica. Ma di nuovo, al cinema il fine non giustifica necessariamente i mezzi. Particolarmente problematico in scrittura è il personaggio del tenente colonnello Rosa Amedei, delineato in modo così contradditorio che Anna Foglietta non sa come renderlo realistico: e l’indossare stivali da combattimento e una pistola sopra un abito da sera, all’interno di una stazione radio, non aiuta.
Quel che aiuta, e molto, è l’interpretazione sofferta di Sergio Castellitto, che nella sua autonomia professionale riesce a dare corpo e voce a un personaggio tratteggiato in modo altrettanto implausibile (quanti talenti specifici può avere un uomo, fatta eccezione per Leonardo Da Vinci?). E aiutano la bella mano di regia di Cimini, la magnifica fotografia di Maurizio Calvesi, il montaggio esperto di Massimo Quaglia, i costumi di Valentina Taviani: con un dream team tecnico di questo livello è davvero un peccato che la costruzione narrativa non si mantenga all’altezza.
La ciliegina sulla torta è invece un tema che emerge quasi involontariamente (ma complimenti agli autori per averlo sentito nell’aria e inserito nella trama), ovvero la vulnerabilità della città di Milano e il suo peccato di hybris nei confronti della natura: non a caso il film inizia con un’inquadratura del bosco verticale, esempio di sottomissione della flora all’ingegno umano più che di illuminata (e usiamo il termine non a caso, riferendoci ad una delle riflessioni più preziose del film) creatività.
Un thriller che sa di internazionale, un gioco terribile con in palio una città intera, un dj sotto scacco e un fan al telefono che ha un piano geniale: tutto questo e molto altro promette Il talento del calabrone. Il film diretto da Giacomo Cimini si svolge in una Milano notturna, fatta di grattacieli e di luci al neon, una metropoli mondiale dove anche il crimine appare come straordinario.
"Ho la tua attenzione ora? Sono in giro per Milano con la mia macchina, accanto a me c'è un ordigno esplosivo piuttosto pericoloso". Con queste parole un Sergio Castellitto in smoking lancia la sfida a Lorenzo Richelmy.
Il talento del calabrone mette in scena una situazione classica di un certo genere di cinema soprattutto americano, il dj di successo messo in scacco da un suo fan che mostra di essere pericoloso e minaccia di poter fare una strage. Un punto di partenza che nel caso del film diretto da Giacomo Cimini, che ha contribuito alla stessa sceneggiatura insieme a Lorenzo Collalti, autore del soggetto, prende una sua strada originale. Perché il minaccioso fan, ha una bomba in macchina, è elegante, è molto intelligente e soprattutto raffinato.
Dall'altro lato c'è Dj Steph, ossia un personaggio sulla cresta dell'onda che conduce un programma di successo tra interviste e canzoni alla moda e numerosi follower sui social. Come detto, da una parte abbiamo Sergio Castellitto e dall'altro l'altrettanto bravo Lorenzo Richelmy (il Marco Polo dell'omonima serie tv targata Netflix). Il confronto tra i due diventa sempre più acceso perché il terrorista trascina il conduttore in un pericolo gioco d'intelligenza, mentre percorre le strade di Milano, una Milano elegantemente noir che diventa il terzo personaggio del film. Fin quando non entra in scena un un nuovo elemento rappresentato dal tenente colonnello dei Carabinieri, Rosa Amedei, interpretato da Anna Foglietta, la donna prova a impedire che il disastro si compia e ad anticipare le mosse del terrorista. In gioco sembra esserci proprio la città e i suoi abitanti.
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Ho letto recensioni che hanno glorificato questo prodotto italiano,(forse proprio perché italiano) e recensioni che lo hanno stroncato. Innanzitutto vorrei dire che se qualcuno pensa di essere di fronte ad un thriller americano sbaglia... questo non lo è, più che altro è un film drammatico, perché attimi di suspense ce ne sono,ma non così tanti da giustificar [...] Vai alla recensione »
(Occhio: rischio spoiler) Insomma... All'apertura stavo quasi gridando al miracolo....(Miracolo a Milano???). Una città puro stile "Blade Runner", un pazzoide semicredibile, un inizio scoppiettante... E poi ti arriva quella sfigata della Foglietta (Non lei come attrice: lei è bravissima. Ma sfigata perchè sempre mal sfruttata, proprio come in questo malaugurato [...] Vai alla recensione »
Castellitto nella parte del cattivo, il terrorista che minaccia di farsi esplodere nel centro di Milano con un’autobomba, è credibile fino ad un certo punto, e nonostante lo sforzo, notevole ed encomiabile, di impersonare un folle disperato capace di qualsiasi cosa, finanche di fare una strage di innocenti, il tentativo fallisce per la sua faccia di buono triste ed inconsolabile, [...] Vai alla recensione »
Big night Milano, big night Italia! Altro che Good morning Vietnam! E magari Giacomo Cimini, regista dell’ultima fatica italiana, uno psico-thriller alla radio, ci avesse pensato! No, il suo film è quanto di più lontano possa apparire, per quanto, scenograficamente perfetto. Milano, città di luci e ombre. Milano con le sue strade pulsanti di vita, quasi riflesso sfocato [...] Vai alla recensione »
Non so perché m''imbarco nella visione di questi pseudo thriller italiani sapendo già in partenza a cosa andrò incontro. Gli italiani fanno ottimi film d''amore, drammatici, comici. Ma sono totalmente incapaci di fare thriller credibili. E questo non è certo l''eccezione che conferma la regola. Castellitto non è affatto credibile nella parte del terrorista bombarolo, con il suo fare radical chic.
Ne "Il talento del calabrone" Sergio Castellitto è Carlo, un uomo che ha perso prima il figlio e poi la moglie. Non ha più nulla, se non i ricordi e un ultimo obiettivo: uccidersi facendo esplodere una bomba che porta con sé. Ma prima "ingaggia" un duello con il giovane Dj Steph. L'osannato giovane arrogante Dj Steph che ha molti fans e una buona dose [...] Vai alla recensione »
Steph è un famoso dj Milanese che conduce una trasmissione radiofonica nel corso della quale è possibile vincere alcuni biglietti per dei concerti. Durante una diretta viene raggiunto dalla telefonata di un ascoltatore che non vuole vincere alcun premio ma annunciare il suo suicidio per mezzo di una bomba situata nella sua auto. Lungo il suo percorso notturno in un centro di [...] Vai alla recensione »
Un buon thriller con una sceneggatura altalenante ma la tensione c'è sorretto da un eccezionale Castellitto e da un bravo Lorenzo Richelmy....il film come già una critica afferma funzionerebbe bene con i 2 personaggi....il personaggio che guasta il film è quello di Anna Foglietta un poliziotto che ha uno sguardo fuori della recitazione e troppo sopra le righe.
Mah...... non l'ho visto per intero lo ammetto, stavo già per cambiare canale alla scena in cui la protagonista femminile calza degli anfibi ed una fondina ascellare su di abito da sera all'interno di uno studio radiofonico..... vabbè..... Mi sono detto continuo a vederlo per dargli ancora una chance. Alla fine ho spento la TV definitivamente quando sempre la protagonista femminile [...] Vai alla recensione »
Ok, non abbiamo più i registi, gli sceneggiatori e gli attori di una volta, bisogna accontentarsi, ma apprezzare un film così.... imbarazzante è troppo, paragonare Castellitto a Michael Douglas di "un giorno di ordinaria follia" è quasi un sacrilegio. Prima gli italiani, ma fino a un certo punto
Ma la tipa che fa il TENENTE COLONNELLO da dove l'hanno presa.Interpretazione pessima.La dura del film senza carisma.Per non parlare della scena in cui si mette la pistola a tracolla sul vestito da sera....che pagliacciata.Neanche l'ho finito più di guardare.
Sulla carta un progetto affascinante: un thriller dal retrogusto americano, in stile Phone Booth di Joel Schumacher, o Inside Man di Spike Lee, insomma con un pazzoide che minaccia di voler far saltare la città e il ruolo dle negoziatore che viene spartito dal disc jockey/presentatore della trasmissione radiofonica e dal tenente colonnelo dei carabinieri coinvolto nel caso.
Dopo un inizio roboante (primi 5/6 minuti) il film scade in forma graduale ma sempre più veloce. Un brutto colpo glielo da la Foglietta, assolutamente fuori ruolo, (qual'è l'inverso di "fisique du rol"?) indossa gli anfibi e si mette a tracolla del abito da sera rosso e abbondantemente scollato una fondina con la pistola.
Detesto quando certo cinema italiano o europeo cerca di sfottere con malcelata boria la solida tradizione americana del thriller. L'onesto The call con Halle Berry al confronto con questo Calabrone sembra Ladri di biciclette... La retorica abbonda insieme all'autoreferenzialità. Castellitto ovviamente non può non fare Castellitto, cioè il radical chic frustrato (tanto per [...] Vai alla recensione »
La cosa che più spiace e trovare il cinema italiano in questo stato. Anche solo per il rispetto che alla storia dello stesso si deve ritengo inaccettabile una tale mediocrità. La recitazione del tenente colonnello e idel dj dovrebbero essere mostrati nelle scuole di cinema perché tutto ciò non accada più
Solo Castellitto si salva... tutto il resto è davvero pessimo, mal recitato, storia pasticciata, con quel sapore di visto e rivisto. Non se ne sentiva proprio la mancanza...
Unico lato positivo dell'attuale situazione di chiusura dei cinema è l'essersi evitati questa pagliacciata in sala.Castellitto unico a salvarsi da questo scempio di sceneggiatura dove nel frullatore vengono lanciati senza pietà film come Die Hard 3 e In linea con l'assassino con quel capolavoro di Io Uccido di Faletti e tutta una serie di inutili frasi fatte.
Idea intressante, sviluppo pessimo. Recitazione ostentata ed esagerata (Castellitto però si salva): lei che indossa la pistola, il DJ che si arrabbia e lei che ci litiga con la pistola, etc.. Due esempi di molteplici. Le vere domande poi sono: "Perchè c'è una Panda all'ultimo piano?" e "Perchè lui deve simulare di guidare per le vie di Milano?" [...] Vai alla recensione »
Laura Cavalcanti sei grande,non voglio ripetere le stesse cose. Vorrei solo aggiungere un detto conosciuto in tutto il mondo: poco paghi e poco hai.E poi la sceneggiatura" è uno scherzo!" Questi registi non vogliono il sogno americano,e non cercano di entusiasmarci,ma dimostrano palesemente di prendendere in giro lo spettatore per chissà quale fine.
Film che dal treiner sembra un capolavoro, ma guardandolo è veramente fatto male. L'unico che si salva è Sergio Castellitto, gli altri sono persi totali. Voto 1,5
Avevo letto recensioni attraenti. "Finalmente un thriller italiano moderno" (Wired). "Una piacevole sorpresa" (Il Giornale). Inoltre, Castellitto mi è sempre piaciuto. Ma tutto si è risolto una delusione, direi quasi totale. I dialoghi (sui quali si basa interamente il film) sono poco credibili. Il thrilling? Mah...
Io ho visto due fim. Uno con un soggetto potente ed interessante che è condotto con discreta abilità dal protagonista riuscendo a presentare con efficacia il problema del bullismo anche con una originale vena tragica di fondo. Il secondo relativo ai personaggi di contorno, che non partecipano al primo film, ma ad una serie di sketch improbabili ed inconsistenti tra loro girati con l'unic [...] Vai alla recensione »
Un film dal finale deludente. Alcuni attori dalla recitazione livello quinta elementare. peccato perché il l trailer era interessante. Il film secondo me si è perso molto lungo la trama.
Un film che sarebbe stato interessante se non avessero esagerato con l'ufficiale dei carabinieri interpretato da una spaesata (purtroppo) Anna Foglietta che indossa stivali e fondina ascellare nello studio radiofonico sul vestito da sera. Fosse rimasta con il vestito, magari applicando il distintivo metallico, sarebbe stato più coerente al personaggio.
Il BOMBUS TERRESTRIS, l'insetto che dà il titolo al film, è un APIDE, e non un AFIDE.Riporto qui la frase che contiene l'errore in oggetto. Manca anche un apostrofo, all'inizio. Grazie, auguri di buon anno a tutti. Franca - TorinoParadosso del Calabrone:All inizio del. Secolo in Germania... Qualcuno pensò che per il bombus terrestris, grosso afide, erroneamente identificato come "Calabrone" fosse [...] Vai alla recensione »
Volevamo scampare all'ultima serata di Sanremo. Troviamo su Sky questo film, lo registriamo e alle 21 iniziamo. l'inizio non male, intrigante, contenti di vedere il supponente dj inndifficoltà. Poi entra in scena il tenente colonnello ( grado ripetuto continuamente) Foglietta e al momento in cui questo improbabile tenente colonnello incomincia a sostituire le scarpe tacco 12 con gli [...] Vai alla recensione »
Non sono riuscito a non farmi distrarre dall'imbarazzante figura del colonnello Foglietta. Più cercavo di entrare nel film, più appariva lei a ricordarmi che era tutta una finzione e domani non avevo il latte per la colazione. Terribile veramente. Bella la trama, poco altro.
Personalmente mi sembra sia stata un'occasione mancata. Mi è piaciuta e ritengo buona l'interpretazione di Castellitto, ma poco credibile proprio la trama, con dialoghi non buoni. Innanzitutto si parla di depressione e bullismo, non di uno psicopatico e di un thriller, e come tale andava affrontata la storia. È inutile la reazione da dura della Foglietta, quando il dj vuole mollare. [...] Vai alla recensione »
Buona suspense in crescendo, musica classica meravigliosa, 2 protagonisti che nn deludono. Insopportabile la colonnello dei Carabinieri, vai a capire perché il regista l'ha fatta recitare in un orrendo vestito rosso scollacciato, proprio in un caso in cui le grazie dell'attrice andavano quantomeno sorrette da un sano reggiseno, il petto di pollo impone qualche escamotage.
Molti attori, ma il film funzionerebbe ugualmente con due.Il film stabilisce alta la posta in gioco, ma probabilmente fosse stata meno sarebbe stato meglioUna piano ideato da parte del personaggio protagonista esagerato solo per [non spoilero]Cioè, anche un po' meno...
Premetto che non sono fan dei film italiani, se ne guardo uno è solamente perché mi ispira e questo film mi ispirava un sacco, scrivo proprio durante i titoli di coda, dopo aver guardato le recensioni ingiuste fatte dai "recensori" (1,5/5 rolling stone, davvero? Chissà che filmoni vedi allora) il film per quanto sembri effettivamente a basso budget è davvero un [...] Vai alla recensione »
Sicuramente criticabile, per le varie incongreuenze, che si trovano in misura uguale o superiore nei thriller Usa a cui, giustamente , si ispira. Ma è un bel film , con tre grandi interpreti, compresa la criticatisdima Foglietta, che conferma solo di essere attrice di caratura internazionale! È un'opera di fantasia, un film, con diverse citazioni e riferimenti da vedere [...] Vai alla recensione »
Io credo che ogni tentativo di migliorare la vetusta idea di un film all'italiana con le solite trame e, soprattutto, la solita fotografia sia sempre da apprezzare. Così come la raccolta di un cast di ottimo livello nei personaggi principali (i secondari nemmeno a "Boris") sia sempre un motivo d'interesse per ogni film che esce.
..che un film dove gli attori hanno dato il massimo, e molto curato nei dettagli, dove si vede la professionalità, debba essere criticato negativamente, film molto bello, evidentemente a chi non è piaciuto, è abituato ai film come i cinepanettoni!Sergio Castellitto in questo film dimostra ancora una volta la sua bravura, dovremmo essere orgogliosi dì averlo in Italia, speriamo che Castellitto interpreti [...] Vai alla recensione »
Chiudiamo in bellezza la nostra breve rassegna sulla trentesima edizione del Noir in Festival con il sorprendente thriller/noir italiano Il talento del calabrone di Giacomo Cimini, in concorso per il Premio Caligari. Un film che sarebbe dovuto andare in sala nel marzo scorso, ma che, vista la situazione, è stato distribuito a novembre direttamente su Amazon Prime Video.
Capita di domandarsi di questi tempi se certi film uno sarebbe andato a vederli al cinema. Ma visto che, purtroppo, al cinema in questo triste autunno 2020 non c'è nulla, e anche i festival sono totalmente in crisi (di recente la notizia che quest'anno la Berlinale si svolgerà per metà in streaming a marzo e per metà, a Dio piacendo, a giugno/luglio nelle arene all'aperto), accade che uno vada in cerca [...] Vai alla recensione »
Il talento del calabrone sfrutta gli archetipi narrativi del thriller ad alta tensione, sulla scia di In linea con l'assassino - Phone Booth, Liberty Stands Still, ATM -Trappola Mortale. E si regge sul dialogo tra due personaggi - un villain misterioso che si aggira per la metropoli coinvolge un dj famoso nel suo piano machiavellico. Il secondo lungometraggio di Giacomo Cimini, in streaming su Amazon [...] Vai alla recensione »
Giacomo Cimini riporta il cinema italiano sul sentiero ancora poco battuto del genere thriller: "Il talento del calabrone" è un giallo dal titolo enigmatico e accattivante, rilasciato dal 18 novembre su Amazon Prime Video, che trasporta lo spettatore nelle atmosfere noir e futuristiche di una Milano notturna, sulla cima di un grattacielo sede degli studi di registrazione di Radio 105.
Ci sono delle cose belle, da salvare, del Talento del calabrone, secondo film di Giacomo Cimini. Ad esempio: le riprese notturne di Milano. Droni belli, poetici. Era giusto iniziare a parlare del film elogiando i lati positivi, solo che si fa difficoltà a trovarne. Lo stesso Sergio Castellitto, che è un attore eccezionale, non basta da solo a reggere un'ora e mezzo di un film che non sta in piedi mai. [...] Vai alla recensione »
Quello in auto (Sergio Castellitto) telefona al conduttore di Radio105 (Lorenzo Richelmy) dicendogli in diretta che si vuole suicidare e che lo farà con una bomba che rischia di uccidere anche altre persone. Per dimostrare che non è uno scherzo, fa saltare in aria un piano di un grattacielo. Non solo: se la radio dovesse interrompere la diretta - minaccia - lui farebbe esplodere una seconda bomba. Vai alla recensione »
Un uomo (Castellitto), dalla sua auto telefona, in diretta, a un dj fighettino milanese (Richelmy) che vorrebbe liquidarlo in fretta. Quando l' ascoltatore rivela che vuole uccidersi, facendo una strage con l' ordigno collocato nella vettura, sia il conduttore radiofonico, sia la polizia, cercheranno, in tutti i modi, di individuare e neutralizzare il terrorista.
Quando s'invoca il ritorno dei film di genere in Italia, spesso si dimentica che non è soltanto questione di registi e sceneggiatori in grado di realizzarli, ma anche, e soprattutto, di attori capaci di interpretarli. Credibilmente. Ecco, a Sergio Castellitto (un po' gigione, però va bene), in questo thriller (quasi) da camera, riesce bene un personaggio rischiosissimo di folle bombarolo in auto che [...] Vai alla recensione »
Talento strano quello della vespa crabro, più comunemente nota come calabrone. Una sorta di sfida alle leggi della fisica. Eppur si muove. Al contrario di Carlo, docente di fisica e sconfitto dalla vita e dagli eventi. Uno che, in rapporto all'insetto, si è buttato via. Così, mentre quello che non potrebbe muoversi sconfigge perfino la propria anatomia, correggendone la fisiologia, colui che invece [...] Vai alla recensione »
L'opera prima di Giacomo Cimini, Il talento del calabrone, la cui uscita saltò lo scorso Marzo a causa della pandemia, è disponibile da oggi, direttamente in streaming, su Amazon Prime Video. Il film è una piccola rarità nel panorama italiano, in quanto thriller dotato di una narrazione mai scontata e in grado di tenere incollato lo spettatore fino alla fine.
"Il talento del calabrone" dal 18 su Prime Video di Roberto Nepoti Se mai non bastasse l' assedio della pandemia, Milano è sotto l' attacco di una nuova minaccia. Un bombarolo attraversa la città a bordo di un' auto carica di esplosivo, deciso a farsi esplodere assieme a un buon numero di passanti ante-lockdown. Non si tratta di un fondamentalista venuto da lontano, ma di un italiano laico e colto [...] Vai alla recensione »
Uno dei punti di forza di Il talento del calabrone, opera prima di Giacomo Cimini, è la tipica cura formale delle produzioni della Paco di Arturo Paglia e Isabella Cocozza. C'è una buona costruzione della tensione, in questo atipico thriller milanese, ma lo scarto forse più determinante sta nell'atmosfera claustrofobica costruita dalle luci al neon di Maurizio Calvesi e nel ritmo spesso impetuoso garantito [...] Vai alla recensione »