Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Leonardo Di Costanzo |
Attori | Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco Pietro Giuliano, Nicola Sechi, Francesca Ventriglia. |
Uscita | giovedì 14 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,03 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 maggio 2023
Un vecchio carcere ottocentesco è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni in un'atmosfera sospesa. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 2 Nastri d'Argento, 11 candidature e vinto 2 David di Donatello, In Italia al Box Office Ariaferma ha incassato 834 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Un carcere ormai in degrado sta per essere chiuso. Arriva però un contrordine: 12 detenuti ed alcuni agenti di polizia penitenziaria dovranno restarci un po' più a lungo degli altri perché la struttura che dovrebbe accogliere i detenuti non è a momento disponibile. Diventa quindi necessario gestire in modo nuovo il rapporto considerato che gran parte dell'edificio è ormai chiusa.
Leonardo di Costanzo prosegue con rigore il suo percorso di ricerca e di riflessione sulle dinamiche relazionali riprendendo il discorso iniziato con il suo film di finzione d'esordio, L'intervallo.
Là un ragazzo e una ragazza si trovavano confinati in uno spazio chiuso l'uno con il ruolo del carceriere (decretato dalla camorra) e l'altra in quello di prigioniera. I due, inizialmente distanti, finivano con l'avvicinarsi e con il conoscersi. Lo schema si ripropone ora ma con un salto produttivo notevole. Non ci sono più interpreti bravi ma sconosciuti come in quell'opera ma Servillo, Orlando e Ferracane nonché Striano tra i protagonisti.
Di Costanzo però, come detto, non perde il rigore del proprio sguardo indagatore dell'animo umano al di là delle convenzioni (come accadeva anche in L'intrusa) giocando sulla molteplicità dei punti di vista e sullo spazio. Perché non solo gli esseri umani ma le mura stesse dell'edificio raccontano in questo film. Raccontano di un edificio concentrazionario che è funzionale a fare riferimento non, come si potrebbe pensare, alle note vicende del carcere di Santa Maria Capua Vetere ma piuttosto, inizialmente, ai versi di Fabrizio De André "Di respirare la stessa aria dei secondini non ci va."
In quelle mura corrose ci sono due microcosmi conviventi e, al contempo, separati dalle sbarre e dai reciproci ruoli. Il che non impedisce le divisioni all'interno dei singoli gruppi. Sostenuto da una colonna sonora musicale di tutto rispetto di Pasquale Scialò, Di Costanzo compie un'operazione di accerchiamento fisico e psicologico dei suoi personaggi (le celle sono in una rotonda) portandone progressivamente in evidenza le sfumature psicologiche.
Al centro finiscono con il trovarsi l'ispettore Gaetano Gargiulo di Servillo e il detenuto Carmine Lagioia di Orlando. Ma questo non deve trarre in inganno perché il film è un'opera corale in cui ogni dettaglio è curato con attenzione e partecipazione. Un esempio? C'è un "Ecco", pronunciato da uno dei personaggi, che rappresenta la cartina al tornasole di come la sceneggiatura di Di Costanzo, Oliviero e Santella non si limiti ad essere funzionale alla messa in scena ma punti dritta al centro della ricerca di una possibilità di comprensione anche quando questa sembra impossibile.
Tutti siamo uguali dinanzi alla legge perché abbiamo pari dignità in quanto esseri umani. E se qualcuno ha commesso errori nella vita ed è stato condannato al carcere, non per questo perde la sua dignità di persona e la sua umanità. Quello di Costanzo è un film che negli anni '60 si sarebbe definito di "formazione", che trasmette valori, cioè, e contribuisce a rafforzare il senso civico e morale.
Il carcere di Mortana ste per essere dismesso, ma gli ultimi dodici detenuti per un imprevisto non possono essere più trasferiti nella loro nuova destinazione. La direttrice affida ad un manipolo di agenti il controllo del carcere e parte anche lei per un an uova destinazione. Ben presto le condizioni del regime carcerario provvisorio, che prevede una serie di limitazioni, creano malcontento [...] Vai alla recensione »
In Ariaferma si dimostra che se i codici e le regole ordinarie collassano è il contatto umano l’unica strada percorribile per evitare i pericoli dello stato d’eccezione: Gargiulo concede a Lagioia la possibilità di cucinare per i detenuti piantonando in prima persona tutta l’operazione. Faccia a faccia: questi due personaggi archetipici incarnano polarità inconciliabil [...] Vai alla recensione »
Leggendo dei trascorsi del regista e degli attori di questo film và riconosciuto che si tratta di persone che hanno davvero “studiato” di cinema e teatro, gente che si è applicata con rigore alla settima arte. Da ciò deriva l'alta qualità del cast, nomi di lavoratori dello spettacolo leggendo i quali su una locandina non si può non voler andare [...] Vai alla recensione »
Cominciamo col dire che ultimamente sto vedendo un mucchio di film italiani molto belli, e questo mi pare una buonissima cosa... C'è poco da fare: gli americani devono sempre arrancare per realizzare dei film che ci possano stare dietro. Detto questo, il film è molto bello, ma l'ho trovato un po' sbilanciato. In un momento del film Gargiulo proclama con molta convinzione [...] Vai alla recensione »
Un film importante, attraverso il quale inevitabilmente si riflette sulla condizione di chi per giusta sentenza o per errore giudiziario è costretto a vivere in condizioni di segregazione. C’è chi se ne fa una ragione e approfitta per considerare un cambiamento radicale e valutare di vivere un’esistenza anche se in cattività ma in maniera diametralmente opposta [...] Vai alla recensione »
ORA D’ARIA IMMOBILE recensione mauridal del film ARIAFERMA di Leonardo Di Costanzo Quando la guardia di sorveglianza dell’emiciclo interno al carcere ,urla ai detenuti nelle celle :” ARIA ”. ecco che si anima tutto il microcosmo del carcere ricostruito nel film, i detenuti possono uscire dalle celle per l’ora d’aria, concessa all’aperto [...] Vai alla recensione »
Film lento, noioso, banale, ideologico. Servillo ed Orlando, affiancati da un ottimo cast, non possono fare miracoli. Di Costanzo vuole farci la lezioncina moraleggiante alla Esopo o meglio il sermone cantato. A proposito, il commento sonoro è notevole, come pure si salva la fotografia e sarebbe stato il colmo fosse stato il contrario considerato che il regista di mestiere fa anche il [...] Vai alla recensione »
Film veramente inutile e noioso dove non accade nulla. Titolo dell film aria di noia 😴
Di Costanzo ha realizzato un capolavoro da introdurre nella formazione dei players dell'ambiente penitenziario, guardie ed avvocati, nonché magistrati di sorveglianza. Il film è geniale, ed è interpretato da attori, protagonisti e non, che hanno contribuito ad un autentico capolavoro, per come sarà ricordato nella cinematografia. Da vedere e rivedere, tensione e suspence senza esagerazioni.
Non sono d'accordo con carloalberto. A prescindere dal fatto che "lento" è un aggettivo che ha poco senso in generale, ma soprattutto ne ha poco per quei generi di film che parlano di sentimenti, di emozioni, i film che io definisco "intimisti", come si fa a velocizzarli? Se non sono film d'azione dove un folto gruppo di gente corre dietro ad una misteriosa valigetta, [...] Vai alla recensione »
E' un film che ho apprezzato perché viene mostrata la reazione delle guardie a determinati eventi che accadono in un carcere in difficoltà e viene evidenziato il rapporto tra guardie e detenuti. Gaetano Gargiulo, la guardia responsabile del carcere, esprime una grande sensibilità e umanità. Gaetano ha un ottima consapevolezza delle sue abilità di guardia e mai una volta durante il film verrà messo [...] Vai alla recensione »
questo film è stato molto interessante, ma a volte pesante perché l’aria che si respira in carcere era molto pesante. Ci sono personaggi che ho preferito di più rispetto ad altri come Fantaccini, l’ispettore Gaetano e il carcerato La Gioia. Però l’unica cosa per cui sono rimasta un po’ senza parole è stato il finale, perché secondo me doveva concludersi con un lieto fine per tutti, perché alla fine [...] Vai alla recensione »
film molto interessante, ma strano perchè è quasi impossibile che dei poliziotti cenino con dei carcerati.Però apprezzo il fatto che questi poliziotti siano rimasti lo stesso a fare la guardia ai carcerati. Complimenti alla professoressa che ce l'ha consigliato.
questo film è stato molto interessante, mi ha colpito soprattutto dal punto di vista sociale poiché sono tematiche molto attuali; troviamo due figure contrapposte: i carcerati e i secondìni, figure diversissime apparentemente ma che poi invece si rivelano molto simili quando si ritrovano a vivere nello stesso ambiente e con le stesse difficoltà . Questo film lo abbiamo visto al cinema con scuola [...] Vai alla recensione »
Mi è piaciuto molto questo film, perché parla di una vita reale di prigionieri. Mi è piaciuto la scena dove tutti i poliziotti mangiano accanto i prigionieri.
abbiamo visto aria ferma con la scuola questo film mi è piaciuto molto per il fatto che i secondini e i detenuti instaurano un rapporto .una delle mie parti preferite è quando non si fanno più distinzioni tra secondini e detenuti che si trovano nella stessa situazione . Uno dei miei personaggi preferiti è stato fantaccini che mi ha riscaldato il cuore .
Ho visto questo film a scuola .È stato molto interessante ,ho trovato originale l’ambientazione e la psicologia dei personaggi. Ma quello che più mi è piaciuto è il messaggio: ovvero che un minimo di umanità sorge sempre in ognuno di noi.Lo consiglio.
Questo film mi è piaciuto molto, anche se non ho capito bene il finale. Avrei preferito qualcosa di più concreto. Ad esempio che arrivasse il trasferimento per tutti i detenuti e che Fantaccini uscisse dal carcere. Mi è piaciuto molto il rapporto che si è creato tra Guargiulo e La Gioia. Una delle scene più belle è stata la scena è stata la cena perché nessuno si aspetta che le guardie cenano con i [...] Vai alla recensione »
Il film mi è piaciuto molto, anche se questo non è il genere che si solito piace a me. Mi è piaciuta molto la parte dove si rifiutavano di mangiare il cibo precotto, e il protagonista, La Gioia, si offre volontario per cucinare. Perché mi è piaciuta la "fiducia" che dà l'ispettore Gargiulo a La Gioia. L'unica cosa che non mi è piaciuta è la fine del film, é che a parer mio deve esserci una continuazione. [...] Vai alla recensione »
Un film che rimane nell anima!!! Stupendo! Non perdetelo! ❤️❤️❤️
Straordinario racconto!Ci fa capire che non ha importanza da quale parte stai ma se hai dignità e rispetto riceverai rispetto...
Ho fatto visionare il film nelle classi della scuola dove insegno...è stato un successo!. Ci ha fatto riflettere, in classe, sul senso della pena carceraria e sul senso del perdono.
Due grandissimi attori si confrontano in un dramma che si muove lentamente e con poche parole. La pesantezza di un carcere in dismissione, un'umanità dolente, stanca, arrabbiata, impotente, bloccata. Atmosfera pesante che il regista rende molto bene. Il film non è dinamico, lascia che i pochi eventi essenziali creino situazioni in cui l'umanità dei personaggi esca [...] Vai alla recensione »
La burocrazia è burocrazia; e poco conta se 12 detenuti vengono lasciati in un carcere in disarmo, in attesa di un trasferimento che avverrà. Sono detenuti, figli di un dio minore, devono scontare non una pena, ma le pene, come quella di perdere il diritto alle visite e al cibo decente. Perché con la chiusura delle cucine sono costretti a mangiare solo cibi precotti.
In un carcere in via di dismissione, a un manipolo di guardie è ordinato di rimanere a sorvegliare l’ultima dozzina di detenuti che a breve, esattamente come loro, saranno spediti in altre strutture. Gaetano Gargiulo, agente che per motivi di anzianità assume il comando, ordina di radunare i detenuti nella parte centrale del carcere, ma i giorni passano senza ricevere nuove notizie [...] Vai alla recensione »
Il carcere è un non luogo buzzatiano dominato dall'attesa. Film cercerario di impronta esistenzialista. Bravissimo Silvio Orlando.
Ricorda molto il Deserto dei Tartari, come impostazione e purezza, il film-documentario Ariaferma di Leonardo di Costanzo, interamente girato in un luogo chiuso e avulso come la prigione. Un luogo su cui tanta letteratura ha scritto e tanto cinema ha rappresentato in maniera più o meno consapevole e originale, dove detenuti espiano la propria pena, spesso in condizioni disumane.
Sembra esserci tutto, in questo film, per attirare l'attenzione di semplici osservatori e amanti del cinema. A guardar bene però, si capisce che la presenza di due mostri sacri come Servillo e Orlando, e la discreta prova degli attori anche non professionisti, la buona fotografia e la location decisamente suggestiva, non bastano per dare alla pellicola un voto positivo nel complesso.
La delicatezza con cui Leonardo Di Costanzo tratta le relazioni tra detenuti e polizia penitenziaria facendo luce sul risvolto umano di ciascuno di loro è quello che mi ha conquistata in questo film. Ci si aspetta violenza, sangue e risse che lascio volentieri ad altri lungometraggi e serie tv. La vita è fatta anche di umanità, di compassione e di tolleranza! Il carcere rimane un luogo senza senso [...] Vai alla recensione »
Film noioso e lento. Non esiste trama, non racconta nulla, non descrive nulla, non succede nulla. Cast non eccellente, Servillo in diversi film mi è piaciuto ma qui non aveva nulla da interpretare, chiunque al posto suo avrebbe avuto scarsi risultati. Non c'era nessun dialogo interessante, nemmeno un'inquadratura interesse, niente di niente.
Di solito uscendo dalla sala del cinema e nei giorni successivi non mi soffermo sulle musiche o sulla fotografia o altri particolari tecnici, ma ripenso e ritorno su ciò che il film mi ha trasmesso, cosa mi ha emozionato, quali pensieri mi ha suscitato e quali mi ha costretto a rivedere. Non perché i particolari tecnici non siano essenziali nel determinare quel coinvolgimento complessivo, [...] Vai alla recensione »
Ben realizzato e recitato con precisione millimetrica dai bravi interpreti. Soffre tuttavia di un male tipico di buona parte del cinema italiano contemporaneo; il minimalismo delle storie che sembrano non avere mai il coraggio di misurarsi con una drammaturgia compiuta e storie potenti. Si procede per esili metafore, allusioni e reticenze che, alla fine dei conti, svelano una forma di pavidità. [...] Vai alla recensione »
Il tema dell'incontro tra quelli che dovrebbero essere inconciliabilmente distanti, nemici, antitetici (secondini e detenuti) torna in Di Costanzo. La scelta, apparentemente rischiosa e fuori dalle regole dell'ispettore Gargiulo (Servillo), è la mossa che rompe gli schemi e aiuta ad abbattere le barriere imposte dai ruoli, o almeno ad accorciare per quanto è possibile le distanze [...] Vai alla recensione »
Questi sono i film che mi toccano profondamente. Il cast di attori sembra quelle sqadre della nazionale che vincono i mondiali,perfettaamente integrati l'un l'altro, ognuno perfetto in ogni singolo movimento o parola proferita con due attori di spicco a suggellare la perfetta intesa. che altro dire: da premio oscar.
questo film visto con la scuola mi ha colpito molto, sopratutto come si sono svolte le vicende , dal punto di vista sociale che pone due persone di differenti situazioni quasi nello stesso piano. consiglio di vederlo
Questo film molto belle anche per il fatto che c'è lo ha fatto vedere la nostra prof a scuola
Bellissimo film che ho visto con la scuola complimenti, molto significativo e interessante, da vedere assolutamente!
questo film è stato molto bello e interessante perché parla di tematiche sempre attuali e molto interessanti e che non devono essere sottovalutate però a tratti mi è sembrato ripetitivo ma tutto sommato è stato interessante.vorrei ringraziare la nostra professoressa che ci ha portato a vederlo.????
Il film Ariaferma mi è piaciuto molto, soprattutto in alcuni punti.Mi è piaciuta la scena dove tutti mangiano insieme senza che nessuno venga emarginato, tutti erano felici malgrado il luogo in cui si trovano. Ringrazio la mia professoressa che ce l’ha consigliato ??
Questo film è stato molto interessante e formativo perché parla dei problemi sociali, la scena che mi è piaciuta di più ~è quella dove tutti cenano assieme senza che nessuno venga escluso, dove tutti erano felici malgrado dove si trovavano
A me ha colpito molto questo film, soprattutto, il legame tra uno degli ispettori e il prigioniero , La Gioia. Il rapporto tra i secondìni e i prigionieri pare essere comprensivo da una parte delle guardie, lo si vede quando questo ultimi incominciano a rifiutare il cibo già confezionato e preferire, invece, far cucinare La Gioia; e poi quando durante la cena, un detenuto chiede alle guardie di cenare [...] Vai alla recensione »
Un film bellissimo, intenso, che narra di ciò che siamo, di ciò che dovremmo essere, dell’attimo esatto in cui riusciamo ad esserlo: ancora una volta l’umanità silenziosa, delicata e a tratti struggente di Leonardo Di Costanzo, in un film perfetto da ogni punto di vista, che rivedrei ancora e ancora e ancora….
Film bellissimo, sottolineato da una musica sempre appropriata ed eccezionale (Pasquale Scialò), girato in un ambiente lugubre e fatiscente, un bianco/nero, che ti tiene col fiato sospeso per quasi due ore, quando ti accorgi che tutti i tentativi di rivedere i rapporti detenuti-agenti di custodia non sono ammissibili e la routine riprenderà il sopravvento.
Film di recitazione e sotto questo aspetto sicuramente riuscito, ma la lentezza specie nella prima parte è esasperante e anche poco giustificata. Evidenti le influenze del Deserto dei Tartari, ma nell'opera di Buzzati e nel film di Zurliniil senso dell' attesa era giustificato e motivato da elementi chiaramente metaforici. Opera non completamente riuscita.
Film ottimo, da tutti i punti di vista, il meglio del cinema italiano, in grado di confrontarsi con l'eccellenza internazionale. Da quello attoriale, ovviamente, innanzitutto, con il sempre straordinario Toni Servillo che incontra un Silvio Orlando perfettamente all'altezza (e forse addirittura qualcosa di più). Da quello della storia, dei modi e dei tempi narrativi, che riescono [...] Vai alla recensione »
Se lento è sinonimo di noioso (non è rock, direbbe qualcuno !!), se banale è un film che non ha colpi di scena, è ideologico se esprime un modo di immaginare i rapporti umani, e moraleggiante se ne approva chiaramente la visione, mi sa che non siamo messi bene… sommersi da un mare di spazzatura cinematografica (prevalentemente americana !!) penso sia un [...] Vai alla recensione »
Nel cinema di Leonardo Di Costanzo ci sono sempre ambienti chiusi e isolati, in cui il cinema coglie preziosi momenti di sospensione, di attesa. Era così nel documentario Odessa (2006), che entrava in una nave di crociera bloccata nel porto di Napoli e filmava i giorni morti e lo stallo esistenziale dei suoi occupanti; era così, naturalmente, nel suo primo film di finzione, L’intervallo (2012), l’incontro di due adolescenti vittime entrambi della logica camorrista, costretti a condividere per un pomeriggio uno stabile abbandonato e il suo giardino e spinti dalle circostanze a trovare un’intesa grazie alla loro immaginazione ancora infantile.
Anche il successivo L’intrusa, girato tre anni dopo, raccontava un mondo “a parte” e “altro”, un centro ricreativo nel cuore dei quartieri napoletani in mano alla criminalità organizzata, che la presenza di un’estranea rendeva una terra di nessuno, una zona franca in cui riscrivere le regole della società.
Di tutti questi luoghi e questi mondi trasformati in palcoscenici, il carcere inesistente e astratto di Ariaferma è una sintesi straordinaria. Di fronte a un’emergenza non meglio chiarita dalla sceneggiatura, con il fantasma del lockdown che grava idealmente sulla situazione e sull’immaginario dello spettatore, la prigione sarda in cui guardie e carcerieri si trovano a condividere una situazione d’emergenza diventa un banco di prova della natura umana.
Non è un caso che il titolo internazionale del film sia The Inner Prison, la prigione interiore. Ariaferma chiama in causa la responsabilità di farsi uomini, di pensarsi come individui uscendo della prigione dei ruoli prefissati, delle maschere, del confronto fra carcerieri e carcerati. La violenza è implicita in ogni elemento del film, nelle regole di condotta della prigione, nelle sbarre delle celle, negli obblighi degli internati e nei doveri delle guardie: nessuno è libero, in Ariaferma, ma nella situazione singolare che viene a crearsi chiunque ha la possibilità di liberarsi per un attimo della corazza che indossa.
Di Costanzo e i suoi sceneggiatori Valia Santella e Bruno Oliviero hanno volutamente lavorato di sottrazione, o meglio ancora hanno costruito un racconto che avvicina diversi generi (il film carcerario, ovviamente, ma anche il western e le dinamiche di un assedio, alla Distretto 13: Le brigate della morte), ma preferisce allontanare il più possibile la materia narrativa di derivazione romanzesca e avventurosa, scegliendo invece il semplice confronto fra individui.
Anche in Ariaferma, come nell’Intervallo, c’è nel finale un giardino che assume toni quasi fiabeschi. In un luogo ideale, una sorta di astrazione nell’astrazione, i due protagonisti, la guardia Gaetano Gargiulo e il camorrista Carmine Lagioia, condividono per la prima volta un medesimo spazio di libertà. L’incolmabile distanza che li separa e al tempo stesso la vicinanza che li accomuna, li porta a essere finalmente sé stessi; conversando come due uomini alla pari, entrambi raccontano le reciproche storie e riaffermano così la loro natura e la loro idea di sé stessi: il primo consapevole di una superiorità che gli deriva dalla coscienza pulita, il secondo di una forza che nasce dalla sua spietatezza.
Non sono eroi, non sono personaggi, ma semplicemente individui con una vita alle spalle, con errori e responsabilità. E così, oltre il genere e il romanzesco, Ariaferma finisce per mettere in scena la vita, raggiungendo livelli di compassione e di ferocia inauditi.
E se fosse Ariaferma, il film fuori concorso di Leonardo Di Costanzo, il più bello tra i film italiani di Venezia? Sono sempre strani i criteri delle commissioni di selezione e dei direttori dei festival, attenti soprattutto al conformismo delle maggioranze all'interno della categoria dei "cinematografari", di cui fanno parte gli affini e i collaterali, i giornalisti e i critici e i funzionari e i [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Leonardo Di Costanzo fiorisce negli spazi interstiziali, in quei luoghi allo stesso tempo statici e instabili, mutanti e vergini, caratterizzati al loro interno un tempo sospeso; dei laboratori sociali in cui sperimentare inedite forme di prossimità. Succedeva nel suo primo lavoro di fiction, L'intervallo, così come nel successivo L'intrusa.
Basato sul volume di Eric Jager The Last Duel: A True Story of Trial by Combat in Medieval France, dedicato all'ultimo duello giudiziario ufficialmente riconosciuto che sia stato combattuto in Francia, The Last Duel porta su grande schermo il trial by combat del 29 dicembre 1386. I duellanti in questione sono il cavaliere Jean de Carrouges (Damon) e lo scudiero Jacques Le Gris (Driver), accusato dal [...] Vai alla recensione »
Dopo l'edificio abbandonato di L'intervallo e il centro polifunzionale di L'intrusa, è di nuovo uno spazio circoscritto quello in cui Di Costanzo fa muovere i personaggi della sua storia: un penitenziario visto come un pianeta consegnato al suo destino, un guscio che ci si lascia alle spalle, una costruzione prossima al vuoto che, letto in metafora, fa allungare l'ombra del surreale sull'intreccio, [...] Vai alla recensione »
C'è qualcosa di metafisico, in Ariaferma di Leonardo Di Costanzo. Qualcosa che trascende la fisicità della rappresentazione e spinge le immagini verso uno spazio sospeso e scarnificato, dove i personaggi - pur conservando tutta la loro umanità e finanche la loro fisicità, a cominciare dalla fame - diventano epitomi di qualcosa che li trascende. C'è qualcosa che sfugge, in questo splendido film denso [...] Vai alla recensione »
Bloccare l' aria dentro quattro pareti, frenare il respiro, sospendere il senso della vita. Il carcere può dare quest' effetto e addirittura peggiorarlo quando chi lo abita - detenuti e guardie - galleggia nell' attesa di sapere se, dove e quando avverrà un annunciato trasferimento. Quell' aria, allora, diviene tremendamente soffocante, inabitabile come l' edificio solitario e decadente nel cuore [...] Vai alla recensione »
Per molti l'ultimo lungometraggio di Leonardo Di Costanzo avrebbe meritato di essere presentato in una sezione competitiva e non Fuori Concorso alla 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Non vogliamo addentrarci in queste scelte dei selezionatori e del direttore artistico, ciò che ci trova in sintonia è che fosse giusto che Ariaferma venisse presentato alla Mostra e per fortuna [...] Vai alla recensione »
L'incontro tra mondi diversi è un tratto distintivo del cinema del regista Leonardo Di Costanzo. La sua è la ricerca di una nuova armonia, di una rinnovata dignità dell'essere umano. Per ragionare sullo scontro tra solitudini diverse, in Ariaferma il cineasta porta lo spettatore all'interno di un carcere isolato. I detenuti non sono molti, i secondini ancora meno.
Ariaferma il nuovo film di Lenoardo Di Costanzo presentato Fuori concorso all' ultima Mostra di Venezia - e tra i più amati della selezione - conferma il talento di questo regista il cui gesto cinematografico porta in sé, per rimodularla a ogni nuova prova l' esperienza dei passaggi precedenti. Non si tratta (non solo) di «generi», il documentario che è stato il suo primo terreno di confronto col mondo, [...] Vai alla recensione »
Presentato fuori concorso, Ariaferma era uno dei migliori film in assoluto visti all' ultima Mostra di Venezia. Di Costanzo, autore di splendidi documentari, è approdato al cinema di finzione a 54 anni e, come i precedenti L' intervallo e L' intrusa , anche questo indaga un momento di sospensione in cui nascono rapporti nuovi tra personaggi. Un carcere sta per essere chiuso, ma all' ultimo momento [...] Vai alla recensione »
Un penitenziario fatiscente in via di chiusura che diventa luogo di umano confronto fra le guardie e i detenuti rimasti: mondi opposti confinati nel medesimo spazio chiuso in beckettiana attesa di un trasferimento che non si sa quando arriverà. Si intitola Ariaferma - come il tempo sospeso della detenzione - l' interessante film di Leonardo Di Costanzo che a Venezia ha ricevuto grande consenso di critica; [...] Vai alla recensione »
I volti tesi, da un lato e dall'altro delle sbarre. I corpi nervosi ripetono ossessivamente gli stessi gesti: chiudere e aprire cancelli e porte, fumare ossessivamente sigarette una dopo l'altra, mangiare cibo scadente, camminare in pochi metri quadrati. Ogni attività ricreativa cancellata, ogni incontro con i parenti annullato. La vita carceraria ridotta all'essenza spietata di un restare fuori dal [...] Vai alla recensione »
Nel prologo del film vediamo alcune persone parlare di fronte a un falò, di notte. Sono guardie carcerarie. Il loro capo (un Toni Servillo di rara compostezza) racconta di quando ragazzo, andando a caccia con il fratello maggiore, sparò a una tortora, ferendola: anziché ucciderla come avrebbe fatto il fratello, se la portò a casa, curandola. Un comportamento anomalo, che denotava tuttavia una compassione [...] Vai alla recensione »
Lo smantellamento di un carcere in degrado è rinviato perché un' altra struttura non può accogliere dodici detenuti, i quali sopravvivono nelle celle a contatto con gli agenti. Due collettività - i carcerati e i secondini - si riflettono l' una nell' altra mostrando individualismi e singolarità che rappresentano la cifra della vita reale. Finché il più pericoloso (Silvio Orlando) e il più tollerante [...] Vai alla recensione »
All'inizio della pandemia da Covid, tra il 9 e l'11 marzo 2020, una serie di rivolte nelle carceri italiane si concluse con la morte di ben 13 detenuti, molti feriti e consistenti devastazioni seguite agli scontri e al difficile ristabilirsi della normalità. Istituzioni piuttosto opache, a tratti apertamente reticenti, parlarono di un'insurrezione pilotata dalla malavita organizzata, in cui molti tossicodip [...] Vai alla recensione »
La forza di "Ariaferma" sta nella tensione costante che suggerisce, senza furbizie, con il massimo rigore e quel minimo di prevedibilità tipico dei film di ambiente carcerario. Non si capisce bene perché sistemato tra i "fuori concorso" a Venezia 2021, in gara avrebbe figurato francamente meglio di almeno due dei cinque titoli inseriti, il nuovo film di Leonardo Di Costanzo arriva nelle sale giovedì [...] Vai alla recensione »
È facile dire quello che Ariaferma non è, elencare i tipici errori del cinema italiano in cui non incorre. Siamo in un carcere, ma la caratterizzazione dei personaggi - guardie e detenuti - si ferma sempre un attimo prima che intervenga lo stereotipo. Le facce e le voci sono credibili, i luoghi sono veri ed esplorati con l'occhio di un documentarista, di musica ce n'è poca e quasi sempre inaspettata [...] Vai alla recensione »
Ariaferma di Leonardo Di Costanzo (in "Fuori concorso") è ambientato in un carcere dismesso, isolato dal resto del mondo, come sospeso in una dimensione senza spazio e tempo e vede come protagonisti poche guardie e 12 detenuti in attesa di trasferimento. Già nel precedente film del regista ischiano, L'Intervallo (2012), presentato nove anni fa alla Mostra di Venezia in "Orizzonti", il contesto di [...] Vai alla recensione »
Ariaferma, una sola parola come il respiro inghiottito in gola. Si chiama così il nuovo film di Lenoardo Di Costanzo presentato Fuori concorso (e in sala il 14 ottobre) che conferma il grande talento di questo regista il cui gesto cinematografico porta in sé, a ogni nuova prova, i passaggi di cui è composto per reinventarli una volta in più. Non si tratta (non solo) di «generi», il documentario che [...] Vai alla recensione »
L'aria è ferma nel carcere di Mortana, esattamente come il tempo. L'ordine di dismissione e chiusura della diroccata struttura carceraria ottocentesca è ormai quasi completato e si sta ultimando il trasferimento dei detenuti. All'improvviso, però, arriva un parziale contrordine: per questioni meramente burocratiche gli ultimi tredici detenuti non possono lasciare il carcere e una squadra di agenti [...] Vai alla recensione »
Non è un film comune nel panorama italiano Ariaferma. Anzi è proprio una gemma preziosa. E del resto nemmeno Leonardo Di Costanzo è un regista ordinario. Formatosi in Francia, con un passato di documentarista e arrivato alla fiction già più che cinquantenne il regista campano è un autore insolito, quasi laterale e forse ancora da scoprire completamente.
Fin dal suo titolo Ariaferma contiene il senso dell'identità politica, etica, morale, sentimentale di Leonardo Di Costanzo. Una volta di più è ferma l'aria per i protagonisti di questo lungometraggio di finzione del regista ischitano, che torna alla Mostra del Cinema di Venezia a nove anni dall'esordio L'intervallo, con cui venne ospitato nel concorso di Orizzonti - in questa occasione invece il film [...] Vai alla recensione »
Chi l'avrebbe detto che il nuovo film di Adam McKay, "Don't Look Up", in definitiva un film catastrofico in salsa satirica, sarebbe stato uno dei migliori non solo della stagione, ma del 2021? Il comparto attori, capitanato da un sempre eccellente e trasformista Leonardo Di Caprio, è quello che si definirebbe un vero e proprio cast d'ensemble, senza un'unica star che sovrasta tutte le altre.
"Non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull'assurdità del carcere". Leonardo Di Costanzo ci rinchiude all'interno di un vecchio istituto di pena, situato in una zona remota e imprecisata del territorio italiano. Fatiscente e in dismissione, questo luogo diventa teatro di un momento di improvvisa sospensione. Poco prima del previsto trasferimento di tutti i detenuti [...] Vai alla recensione »