Faye Dunaway è un'attrice statunitense, produttrice, è nata il 14 gennaio 1941 a Bascom, Florida (USA).
Nel 1999 ha ricevuto il premio come miglior attrice non protagonista al Golden Globes per il film Gia. Dal 1968 al 1999 Faye Dunaway ha vinto 5 premi: David di Donatello (1968, 1977), Golden Globes (1977, 1999), Premio Oscar (1977). Faye Dunaway ha oggi 83 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.
Faye Dunaway, si sa, è uno dei mostri sacri del cinema americano e del mondo. Recentemente è stata a Capri dove ha vinto un premio, poi si è concessa un «ripasso» dell'Italia, che ama molto e da dove mancava da tempo: Roma, Firenze e su a Cortina che per lei rappresenta un magnifico ricordo: il film Amanti, con Mastroianni, diretta da De Sica. Allora Faye era una giovane attrice già nota per Bonnie and Clyde, ma si preparava a diventare una numero uno, voluta da tutti i registi e da tutti i divi, e con tanto di legittimazione da Oscar come attrice protagonista per Quinto potere. Naturalmente è sempre bella, ma soprattutto, conoscendola, la sensazione è quella della donna vera e forte, anzi fortissima, e ultradeterminata. Dice: «Se non sei così nel nostro ambiente non sopravvivi... ero molto giovane e già dovevo confrontarmi con registi come De sica, Kazan, Pollack e altri».
Colpisce la cura, davvero maniacale, per il corpo. Apre la borsetta e mostra una bilancia.
«Con questa peso tutto, il pane e il resto. Non sgarro di un grammo. Ci sono abituata. E poi, appena posso, mai a letto dopo le undici».
Una sola volta l'ho vista elegante, non poteva farne e meno, per il resto jeans o addirittura una tuta comoda con quelle grandi scarpe sportive tipo Nike.
Faye, lei ha lavorato con quasi tutti i più grandi attori... vogliamo ripassarli? Cominciamo da Warren Beatty.
«Eravamo quasi ragazzi. Ebbe lui l'idea di Bonnie and Clyde. Fu un tale successo che ne avevamo paura. Per qualche tempo mi chiamavano Bonnie, e lui Clyde».
Dustin Hoffman?
«Preparatissimo. Grinta enorme. Devi averla se la natura non ti ha dato un grande fisico. Per Warren, per esempio, era diverso. Lui è ancora bellissimo e questo, si sa, aiuta, anche in un uomo».
Steve Mc Queen?
«Era ancora molto giovane quando lo abbiamo perduto. Quanto ha sofferto negli ultimi mesi della malattia! Andavo a trovarlo. Non lo avresti riconosciuto. Era un mattoide simpatico. Non stava fermo un momento».
Paul Newman?
«L'efficienza in persona. Quasi riservato. Non è quello che la sera sta con tutti a bere. Comunque lo sappiamo, è un grandissimo».
Robert Redford?
«Parla sempre di politica. Gli piace mostrare che lui è più che un attore. Sul set ti aiuta, è collaborativo. E poi è un po' come me, sempre in jeans.»
Per finire... Marcello Mastroianni. Esita un istante prima di rispondere. Sa cosa vorremmo sentirci dire.
«Dolcissimo, protettivo. Di lui ho un ricordo struggente...»
E mentre lo dice... si vede.
Good bye Faye