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la Repubblica/campionato: Zidane vede il Pallone d'oro ma Sheva e' il suo scudiero
Il francese è sempre protagonista nella Juventus
l'attaccante lancia il Milan: campioni a confronto
Zidane vede il Pallone d'oro
ma Sheva è il suo scudiero
Nella corsa al prestigioso trofeo
favorito il dieci bianconero
di MASSIMO VINCENZI
ANDRIY Shevchenko è ucraino, segna molto, tanto, ma sino ad ora ha vinto poco. Zinedine Zidane è francese, segna di meno, ma quando lo fa, cambia spesso il corso delle partite e soprattutto ha vinto molto, tanto, quasi tutto. Ed è probabilmente per questo che si prenderà anche il Pallone d'oro di quest'anno. Non è ufficiale, ma le indiscrezioni che filtrano dalla redazione di France Football - dove si fabbrica il premio - vanno tutte in questa direzione.

Vincerà il numero dieci della Juventus nonostante la testata maledetta di Champions League e i suoi scatti di nervi, nonostante il periodo nero vissuto dalla sua squadra. Vincerà perché è uno dei pochi poeti rimasti a piede libero negli stadi. E perché gioca bene da un'infinità di tempo, che sembra una banalità ma non lo è. Vincerà lui, ma non perderà Shevenchenko l'altro campione adottato dal nostro campionato, che in molti vorrebbero vedere sul trono del calcio.

I due sono diversi in tutto: per ruolo, fisico, carattere, modo di giocare, persino per come corrono. Li unisce la confidenza con il pallone, quella cosa strana e indefinibile che sui campetti di periferia viene chiamata: "Dare del tu al pallone". Quei due ci parlano proprio con il pallone, lo capiscono e si fanno capire. Robe da telecomando.

Zidane parte da dietro, gira al largo dagli ultimi metri, con quell'aria un po' svagata, tipo francese in gita. Il suo regno è la trequarti: da qui - spesso con la suola della scarpa - detta i tempi, guida i compagni. Maestro d'orchestra, sicuro. Ma anche solista con le sue improvvise accelerazioni che lo portano a far male sotto porta. I suoi gol pesano da morire e ne sa qualcosa la Francia che con Zizou si è presa il titolo mondiale e quello europeo.

Shevchenko è meno completo, fuori dal fronte offensivo è come un pesce in montagna. Anche come senso tattico non è il massimo della vita e non a caso Zaccheroni passa gran parte della partita a sgolarsi per richiamare l'ucraino, colpevole di non tenere la posizione. Come Zidane anche lui spesso appare svagato, distratto, come se quello che gli accade attorno non lo riguardasse particolarmente. Poi, però, accade la magia: unica, irripetibile, che - come il bacio di una principessa - trasforma il ranocchio in principe. Accade il gol. Sono diciassette in questa stagione tra campionato, Champions e Coppitalia.

Sono tanti, molti, ma non gli basteranno per conquistare il Pallone d'oro. Perché il suo Milan, che pure lui sta cercando di spingere in alto, non ha ancora vinto nulla. E soprattutto perché la sua Nazionale, l'Ucraina, è piccola, piccola e non gli garantisce il palcoscenico adeguato. Sul trono si siederà Zidane, ma Sheva sarà il suo scudiero e nel loro castello il pallone rimbalzerà sempre dalla parte giusta. Quella che non ti aspetti.

(4 dicembre 2000)