Approfondimento

Donne sante & Sante donne. Il prendersi cura di una società che cambia

Donne sante & Sante donne. Il prendersi cura di una società che cambia

“[…] a favore dei più bisognosi, degli ammalati e nella luttuosa circostanza del colera che affligge imperante in quest’anno la città e provincia, espongono la loro vita a mille sacrifici, a mille pericoli per il servizio degli infermi e di tutta la popolazione.

È con le parole di Mons. Girolamo Verzieri (Lettera di Mons. Girolamo Verzeri a Sua Maestà Imperiale, Brescia 22/12/1855) che presentiamo le protagoniste di questo approfondimento: si tratta di straordinarie donne cattoliche vissute nelle realtà territoriali di Brescia e Bergamo tra il XIX e l’inizio del XX secolo e che, con intrepido ardore, declinarono la propria vocazione apostolica al servizio del prossimo.

Ciò che per noi oggi è scontato, all’epoca non lo era affatto. Prima dell’invenzione della penicillina, si moriva ancora per una semplice infezione batterica. L’istruzione elementare, specialmente quella femminile, non era un diritto universale ma un lusso concesso a pochi. Il lavoro, quando c’era, era una benedizione che permetteva di sfamare le bocche della numerosa prole: chi avrebbe rischiato una misera ma sicura paga per rivendicare migliori condizioni lavorative? In quest’epoca di profondi cambiamenti – e smarrimenti – sociali, operarono le donne cattoliche che, a seconda dei propri mezzi e delle proprie possibilità, si impegnarono ad affrontare le tre principali sfide del tempo, quali assistenza, educazione e lavoro.

Chi erano queste donne cattoliche? Il nostro progetto si propone di raccontare le storie – non certo tutte – di alcune delle principali ‘donne sante’, ossia donne che durante la loro vita fondarono istituti religiosi, aprirono scuole ed ospedali, si presero cura materialmente e spiritualmente dei più bisognosi. Per molte di queste, dopo la morte, iniziò il processo di canonizzazione per il riconoscimento ufficiale delle loro virtù eroiche e per questo motivo buona parte di loro vanta i titoli di santa, beata e serva di Dio. È importante ricordare, tuttavia, che insieme a queste illustri protagoniste del cattolicesimo contemporaneo ci furono anche un considerevole numero di ‘sante donne’, sia laiche che religiose, riconosciute come ‘sante’ solo dalla saggezza popolare ma che parimenti hanno contribuirono a diffondere i valori cristiani nella società del tempo. È ad entrambi i profili femminili che questo percorso è dedicato.

L’educazione è stata uno dei pilastri fondanti delle loro opera. Solo nel 1877, con la promulgazione della legge Coppino, la scuola elementare fu resa obbligatoria per tre anni. Ma prima di allora, e in realtà anche in seguito dato che l’applicazione della norma conobbe tempi diversi di estensione sul territorio, le autorità civili intervennero limitatamente nel campo dell’istruzione, lasciando il gravoso onere di porvi rimedio ad istituti religiosi o iniziative private. Come vedremo nella sessione dedicata all’educazione, le donne sante aprirono scuole, istituti educativi e promossero l’istruzione per tutti, senza distinzione di genere o status sociale. Grazie al loro impegno, anche chi sarebbe stato escluso da questi servizi (come fanciulle, poveri ed orfani), ne ebbero accesso e poterono in questo modo migliorare le proprie prospettive future.

Se l’educazione aveva l’obiettivo di occuparsi delle nuove e promettenti generazioni, intervenire nel settore del lavoro significava nobilitare la dignità di lavoratori e lavoratrice, esposti a sfruttamento, dinamiche alienanti e “pericoli per la morale”. Arcangelo Tadini, il fondatore delle Suore Operaie della Casa di Nazaret di Botticino, conosceva profondamente i rischi che dovevano affrontare le giovani per procurarsi un minimo sostentamento lontano da casa. Ciò lo spinse ad aprire una filanda nel paese. Lo stesso fecero altre fondatrici nella provincia bresciana e bergamasca, la quali promossero l’occupazione e crearono opportunità lavorative, aziende tessili, case per lavoratrici. La loro missione favorì l’autonomia economica di molte donne e offrì posti di lavoro per le comunità.

Infine, le sante cattoliche di cui trattiamo si sono distinte anche nel campo dell’assistenza. In un periodo storico segnato da ricorrenti epidemie, precarie condizioni igienico-sanitarie e assenza di adeguate strutture territoriali per prendersi cura di malati e sofferenti, le fondatrici religiose aprirono ospedali, case di cura e istituti di assistenza. Qui i pazienti trovarono non solo le essenziali cure mediche, ma anche il senso di accoglienza e di misericordia cristiana. È doveroso ricordare che se alcuni istituti religiosi si specializzarono in determinate attività (come l’educazione dei giovani o l’assistenza alle orfane), in generale essi tendevano ad occuparsi in modo integrale dei bisogni sociali, dalla cura dei corpi al conforto delle anime.

Questo approfondimento è il frutto del lavoro nato dall’omonimo progetto interdiocesano che ha visto nel 2023, anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, una sinergica attività portata avanti dalle due curie diocesane e da alcuni dei principali istituti religiosi attivi sul territorio, tra gli altri l’Archivio Storico Diocesano di Bergamo e di Brescia. Le storie personali e sociali che andremo a raccontare mirano a restituire alla comunità la memoria di queste donne straordinarie che hanno insegnato e ci insegnano ancora oggi l’importanza del prendersi cura del prossimo.

Si ringraziano: il Dicastero della Cultura e dell’Educazione per la concessione del prestigioso patrocinio vaticano, 8×1000 alla Chiesa Cattolica, gli Uffici per la Pastorale della Vita Consacrata di entrambe le diocesi e le Sezioni di Bergamo e Brescia dell’U.S.M.I. (Unione Superiore Maggiori d’Italia), i ragazzi dei PCTO e la tirocinante Elisa Marenghi che hanno contribuito alla realizzazione di diverse attività tra cui la resa grafica di questo percorso multimediale e, soprattutto, gli istituti religiosi che hanno in vario modo preso parte all’iniziativa: Suore di Carità dette di Maria Bambina (Lovere), Ancelle della Carità (Brescia), Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth (Botticino), Compagne di Sant’Orsola (Brescia), Figlie del Sacro Cuore (Bergamo), Istituti della Sacra Famiglia (Bergamo), Suore Orsoline di San Girolamo (Somasca), Suore del SS. Sacramento (Bergamo), Congregazione delle Umili Serve del Signore (Brescia) e Suore di Santa Dorotea di Cemmo.

 

Il progetto interdiocesano ‘Donne Sante & Sante Donne. Il prendersi cura di una società che cambia’ letto dagli studenti del PCTO del Liceo Classico Arnaldo
Nel video, gli studenti del Liceo Classico Arnaldo di Brescia impegnati del laboratorio PCTO presso l’Archivio storico diocesano, la Biblioteca diocesana e la Casa Madre delle Suore Operaie di Botticino (settembre 2023), presenteranno alcune brevi riflessioni estratte dai loro lavori.

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