Orione (mitologia): differenze tra le versioni
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{{Personaggio
[[File:Uranometria orion.jpg|thumb|Stampa di Orione tratta dalle tavole del catalogo astronomico [[Uranometria]] di [[Johann Bayer]], 1603, Biblioteca [[United States Naval Observatory]].]]▼
| medium = mitologia
| saga =
'''Orione''' ({{lang-grc|Ὠρίων}} o {{polytonic|Ωαρίων}}, in [[Lingua latina|latino]] ''Orion'') era un gigante cacciatore, sia nella [[mitologia greca]], sia nella [[mitologia latina]], che fu posto da Zeus, padre degli Dei tra le stelle, nella [[Orione (costellazione)|costellazione di Orione]].▼
| nome italiano = Orione
| nome = Ὠρίων
| epiteto =
| immagine = Uranometria orion.jpg
▲
| prima apparizione =
| sesso = Maschio
| luogo di nascita =
| razza = [[Gigante (mitologia)|Gigante]]
| professione = Cacciatore
}}
▲'''Orione''' ({{lang-grc|Ὠρίων}}
Circa la sua nascita, le sue imprese e la sua morte, vi sono molte versioni, sia per il culto greco, sia per il culto romano (anche se quest'ultimo è povero di episodi).
Ma le argomentazioni principali vertono essenzialmente sulla sua nascita, la sua morte, la sua visita all'
[[File:Orion Hevelius.jpg|thumb|Stampa di Orione tratta dalle tavole del '''''Firmamentum Sobiescianum, sive uranographia''''', contenuto nel catalogo astronomico ''Prodromus Astronomiae'' di [[Johannes Hevelius]], 1690.]]
== Il mito ==
=== Mitologia
Secondo la [[mitologia greca]] (v. [[Ferecide di Atene|Ferecide]] citato da [[Apollodoro di Atene|Apollodoro]]), ''Orione'' era un gigante, figlio di [[Poseidone]] ed [[Euriale (figlia di Minosse)|Euriale]], figlia di [[Minosse]] re di [[Creta (Grecia)|Creta]].▼
Secondo la [[mitologia romana]] (v. [[Ovidio]], [[Gaio Giulio Igino|Igino]], [[Servio]], [[Tzetzes]] e [[Lattanzio]]<ref>Giovanni Pozzoli, Felice Romani e Antonio Peracchi, ''[http://books.google.it/books?id=OOiM3X68_I8C&pg=PA2004&lpg=PA2004#v=onepage&q&f=false Dizionario storico-mitologico di tutti i popoli del mondo]'', vol. IV, Vignozzi, Livorno 1824, pag. 2004.</ref>), ''Orione'' era un gigante generato dall'orina di [[Giove (divinità)|Giove]], [[Nettuno (divinità)|Nettuno]] e [[Mercurio (divinità)|Mercurio]]. Per la sua triplice paternità, gli si attribuì il nome di [[Tripater]].▼
[[File:Orion aveugle cherchant le soleil.jpg|thumb|Olio su tela di [[Nicolas Poussin]] '''''Paysage avec Orion aveugle cherchant le soleil''''' (''Paesaggio con Orione cieco in cerca del sole''), 1658, [[Metropolitan Museum of Art]] di [[New York]]]]▼
Tali autori raccontano che un giorno, Giove, Nettuno e Mercurio, si aggiravano per le campagne della [[Beozia]]. Al tramonto, essi incontrarono il contadino [[Ireo]] che offrì loro ospitalità nella sua capanna. Gli Dei vollero inizialmente mantenere l'anonimato per vedere come quel contadino li avrebbe trattati. Ireo versò da bere e portò loro quanto aveva di meglio da offrire.▼
Si narra che sull'
[[File:Fontanaduomo.JPG|left|thumb|La Fontana di Orione a [[Messina]], del 1551, opera di [[Giovanni Angelo Montorsoli]]; sullo sfondo, il [[Duomo di Messina]].]]▼
Altri invece narrano che Orione ricevette degli occhi costruiti dal dio Efesto, impietosito dalla triste storia. Per la gioia procurata del regalo, iniziò a cacciare per lungo tempo senza mai fermarsi, e senza accorgersene arrivò fino alla dimora di Eos e se ne innamorò perdutamente.▼
Cacciatore dagli occhi celesti, usciva di notte accompagnato dal suo fedele segugio, [[Sirio]], in cerca di prede. La dea [[Artemide]], che con lui condivideva molte battute di caccia, se ne invaghì perdutamente e, nonostante fosse famosa per la sua sacra castità, gli fece delle esplicite offerte. Orione declinò i ripetuti inviti con garbo, spiegando alla dea che mai avrebbe potuto tradire la sua amata sposa, alla quale era eternamente grato per aver riacquistato la vista.▼
Gli Dei, vedendo la sua grande ospitalità nonostante la povertà in cui versava, si fecero riconoscere ed Ireo impallidì. Ma dopo essersi ripreso, per onorarli della loro presenza, corse fuori la capanna e immolò un toro per i suoi ospiti. Giove volle ricompensare il contadino dicendo che avrebbe soddisfatto qualsiasi suo desiderio.▼
Ireo allora chiese agli Dei di poter avere un figlio senza la necessità di doversi risposare, avendo promesso a sua moglie morta da poco, che non avrebbe preso in moglie alcun'altra donna. Giove gli ordinò, quindi, di portare la pelle del toro immolato e insieme a Nettuno e Mercurio, sparsero la loro orina su essa e la piegarono, ordinando al contadino di seppellirla nell'orto e di ritirarla dopo nove mesi. Ireo ubbidì e dopo nove mesi, dissotterrata la pelle, vi trovò avvolto un bambino che allevò come suo figlio e al quale diede il nome di Urion, da ''urina'', successivamente vòlto in Orione cambiando la prima lettera con una O (come dice [[Ovidio]] nei ''[[Fasti (Ovidio)|Fasti]]'', lib. V, cap. IV: «Perdidit antiquum littera prima sonum»).▼
Inizialmente Artemide si mise l'animo in pace, ammirando, anzi, la insolita fedeltà dell'uomo. Quando però successivamente scoprì che Orione si era invaghito delle [[Pleiadi (mitologia)|Pleiadi]], le sette figlie di [[Atlante (mitologia)|Atlante]] e [[Pleione (mitologia)|Pleione]], e che aveva cominciato a molestarle, la dea fu accecata dall'ira e per vendicare l'incredibile affronto subìto inviò un suo fedele servo, lo [[Scorpione (costellazione)|Scorpione]]; la bestia si intrufolò nella capanna del cacciatore durante la notte e ne attese il ritorno fino all'alba; il mostro continuò a rimaner nascosto fino a quando il nostro eroe ed il suo fido compagno non presero sonno, stanchi per un'intensa battuta di caccia, ed infine sferrò il suo attacco letale con il suo pungiglione avvelenato, prima su Orione e poi su Sirio che si era svegliato ed aveva tentato di difendere il suo padrone.▼
Si racconta che Orione, in pochissimo tempo, divenne un gigante di straordinaria bellezza, tanto alto che, mentre scendeva da una montagna appoggiato ad un [[Ulmus|olmo]], la sua testa era nascosta tra le nubi<ref>''[[Eneide]]'' di Virgilio.</ref>.▼
Orione compare nell'undicesimo libro dell'''[[Odissea]]'' di [[Omero]]: è una delle ombre che Ulisse vede durante l'evocazione dei morti. Il gigante ha un aspetto felice ed è intento a cacciare le [[Ombra|ombre]] delle prede che aveva sconfitto in vita.▼
[[Diana (divinità)|Diana]] lo prese al suo servizio facendolo ministro del suo culto e con lui andava a caccia.▼
[[Diodoro Siculo|Diodoro di Sicilia]] racconta che in vita, Orione progettò e presiedette i lavori della costruzione della città siciliana di [[Zancle]], che prenderà poi il nome di [[Messina]]. Secondo [[Esiodo]], per arginare le frequenti mareggiate che si abbattevano sulla costa, Orione trasportò una grande quantità di terra davanti al porto di Messina. Il terrapieno che realizzò, costituì [[Capo Peloro]] sul quale Orione costruì un tempio dedicato a [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]. A ricordo della fondazione della città siciliana, in Piazza del Duomo a Messina gli è dedicata l'omonima [[Fontana di Orione]] marmorea di [[Giovanni Angelo Montorsoli]] ([[1547]]-[[1551|51]]).▼
▲Secondo la [[mitologia romana]] (v. [[Ovidio]], [[Gaio Giulio Igino|Igino]], [[Servio Mario Onorato|Servio]], [[Tzetzes]] e [[Lattanzio]]<ref>Giovanni Pozzoli, Felice Romani e Antonio Peracchi, ''[http://books.google.it/books?id=OOiM3X68_I8C&pg=PA2004&lpg=PA2004#v=onepage&q&f=false Dizionario storico-mitologico di tutti i popoli del mondo]'', vol. IV, Vignozzi, Livorno 1824, pag. 2004.</ref>), ''Orione'' era un gigante generato dall'
▲Tali autori raccontano che un giorno, Giove, Nettuno e Mercurio, si aggiravano per le campagne della [[Beozia]]. Al tramonto, essi incontrarono il contadino [[Ireo]] che offrì loro ospitalità nella sua capanna. Gli Dei vollero inizialmente mantenere l'anonimato per vedere come quel contadino li avrebbe trattati. Ireo versò da bere e portò loro quanto aveva di meglio da offrire.
▲=== Mitologia greca ===
▲Secondo la [[mitologia greca]] (v. [[Ferecide di Atene|Ferecide]] citato da [[Apollodoro di Atene|Apollodoro]]), ''Orione'' era un gigante, figlio di [[Poseidone]] ed [[Euriale]], figlia di [[Minosse]] re di [[Creta]].
▲[[File:Fontanaduomo.JPG|left|thumb|La Fontana di Orione a [[Messina]], del 1551, opera di [[Giovanni Angelo Montorsoli]]
▲[[File:Orion aveugle cherchant le soleil.jpg|thumb|Olio su tela di [[Nicolas Poussin]] '''''Paysage avec Orion aveugle cherchant le soleil''''' (''Paesaggio con Orione cieco in cerca del sole''), 1658, [[Metropolitan Museum of Art]] di [[New York]]]]
▲Gli Dei, vedendo la sua grande ospitalità nonostante la povertà in cui versava, si fecero riconoscere ed Ireo impallidì. Ma dopo essersi ripreso, per onorarli della loro presenza, corse fuori
▲Si narra che sull'isola di [[Chio (isola)|Chio]], una notte corteggiò [[Merope (Enopio)|Merope]], figlia del re [[Enopio]], che irato per l'affronto lo fece accecare ed esiliare. Orione si rifugiò sull'isola di [[Lemno]] dove [[Efesto]], impietosito dalla sua cecità, lo affidò alla guida di [[Cedalione]], che lo condusse verso est, fin dove sorgeva il sole; lì grazie ad [[Eos (mitologia)|Eos]], l'aurora, riacquistò la vista e prese in moglie la dea.
▲Ireo allora chiese agli Dei di poter avere un figlio senza la necessità di doversi risposare, avendo promesso a sua moglie morta da poco, che non avrebbe preso in moglie alcun'altra donna. Giove gli ordinò, quindi, di portare la pelle del toro immolato e insieme a Nettuno e Mercurio, sparsero la loro orina su essa e la piegarono, ordinando al contadino di seppellirla nell'orto e di ritirarla dopo nove mesi. Ireo ubbidì e dopo nove mesi, dissotterrata la pelle, vi trovò avvolto un bambino che allevò come suo figlio e al quale diede il nome di Urion, da ''urina'', successivamente vòlto in Orione cambiando la prima lettera con una O (come dice [[Ovidio]] nei ''[[Fasti (Ovidio)|Fasti]]'', lib. V, cap. IV: «Perdidit antiquum littera prima sonum»).
▲Altri invece narrano che Orione ricevette degli occhi costruiti dal dio Efesto, impietosito dalla triste storia. Per la gioia procurata del regalo, iniziò a cacciare per lungo tempo senza mai fermarsi, e senza accorgersene arrivò fino alla dimora di Eos e se ne innamorò perdutamente.
▲Si racconta che Orione, in pochissimo tempo, divenne un gigante di straordinaria bellezza, tanto alto che, mentre scendeva da una montagna appoggiato ad un [[Ulmus|olmo]], la sua testa era nascosta tra le nubi<ref>''[[Eneide]]'' di Virgilio.</ref>.
▲Cacciatore dagli occhi celesti, usciva di notte accompagnato dal suo fedele segugio, [[Sirio]], in cerca di prede. La dea [[Artemide]], che con lui condivideva molte battute di caccia, se ne invaghì perdutamente e, nonostante fosse famosa per la sua sacra castità, gli fece delle esplicite offerte. Orione declinò i ripetuti inviti con garbo, spiegando alla dea che mai avrebbe potuto tradire la sua amata sposa, alla quale era eternamente grato per aver riacquistato la vista.
▲[[
▲Inizialmente Artemide si mise l'animo in pace, ammirando, anzi, la insolita fedeltà dell'uomo. Quando però successivamente scoprì che Orione si era invaghito delle [[Pleiadi (mitologia)|Pleiadi]], le sette figlie di [[Atlante (mitologia)|Atlante]] e [[Pleione (mitologia)|Pleione]], e che aveva cominciato a molestarle, la dea fu accecata dall'ira e per vendicare l'incredibile affronto subìto inviò un suo fedele servo, lo [[Scorpione (costellazione)|Scorpione]]; la bestia si intrufolò nella capanna del cacciatore durante la notte e ne attese il ritorno fino all'alba; il mostro continuò a rimaner nascosto fino a quando il nostro eroe ed il suo fido compagno non presero sonno, stanchi per un'intensa battuta di caccia, ed infine sferrò il suo attacco letale con il suo pungiglione avvelenato, prima su Orione e poi su Sirio che si era svegliato ed aveva tentato di difendere il suo padrone.
▲[[Diodoro Siculo|Diodoro di Sicilia]] racconta che in vita, Orione progettò e presiedette i lavori della costruzione della città siciliana di [[Zancle]], che prenderà poi il nome di [[Messina]]. Secondo [[Esiodo]], per arginare le frequenti mareggiate che si abbattevano sulla costa, Orione trasportò una grande quantità di terra davanti al porto di Messina. Il terrapieno che realizzò, costituì [[Capo Peloro]] sul quale Orione costruì un tempio dedicato a [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]. A ricordo della fondazione della città siciliana, in Piazza del Duomo a Messina gli è dedicata l'omonima [[Fontana di Orione]] marmorea di [[Giovanni Angelo Montorsoli]] ([[1547]]-[[1551|51]]).
▲Orione compare nell'undicesimo libro dell'''[[Odissea]]'' di [[Omero]]: è una delle ombre che Ulisse vede durante l'evocazione dei morti. Il gigante ha un aspetto felice ed è intento a cacciare.
=== La morte di Orione ===
Riguardo
[[File:Diane auprès du cadavre d'Orion.jpg|thumb|Olio su tela di [[Daniel Seiter]] intitolata '''''Diane auprès du cadavre d'Orion''''' (''Diana
Un'altra versione narra della morte di Orione per mano di [[
[[Giove (divinità)|Giove]] ebbe pietà di quel dolore e accolse Orione e Sirio in cielo tra le splendenti costellazioni. Da allora, Diana, si allieta guardando Orione, il bel cacciatore. Lui, con corazza d'oro e spada d'oro, va per il cielo in traccia di favolose fiere, mentre Sirio, il suo cane fedele, lo segue traverso i campi turchini fioriti di stelle.
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Una linea immaginaria, passante per le stelle della [[Cintura di Orione]] e prolungata verso sud-est, incontra la stella [[Sirio]] della costellazione del [[Cane Maggiore]], il fido compagno di Orione.
Nel cielo, la
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Personaggi dell'Odissea}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Cacciatori mitologici]]
[[Categoria:Giganti della mitologia greca]]
[[Categoria:Personaggi dell'Odissea]]
[[Categoria:Discendenti di Poseidone]]
[[Categoria:Artemide]]
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