Nazionalsocialismo: differenze tra le versioni
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[[File:Flag of the NSDAP (1920–1945).svg|thumb|La [[svastica]], simbolo del nazionalsocialismo]]
Il '''nazionalsocialismo''', chiamato anche '''nazismo'''<ref>Tale termine - come ''Germania nazista'' - è riscontrabile ad esempio in un discorso di [[Galeazzo Ciano]] del
Il [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] (NSDAP) sotto [[Adolf Hitler]] salì al potere nel [[1933]] trasformando il ''Reich'' tedesco nel periodo [[1933]]-[[1945]] in un [[Totalitarismo nella Germania nazista|totalitario "Stato Leader"]], la [[Germania nazista]] o ''Terzo Reich'', ispirato completamente all'ideologia nazionalsocialista, all'[[antisemitismo]], al [[nazionalismo tedesco]] e al [[pangermanismo]]. Con l'[[Campagna di Polonia|invasione della Polonia]], nel [[1939]] innescò la [[seconda guerra mondiale]]. L'esperienza nazista come sistema di governo si è conclusa con la resa incondizionata dell'[[Wehrmacht|esercito tedesco]] in data 8 maggio 1945 e la vittoria militare delle contrapposte [[
Il termine "nazionalsocialismo" ed il concetto di [[socialismo nazionale]], preesistenti al 1919 da almeno un trentennio e di diverso e vario utilizzo<ref>A cominciare dalla ''[[Nationalsozialer Verein]]'' di [[Friedrich Naumann]], nel [[Impero tedesco|Kaiserreich tedesco]] del 1896, e dagli ancora precedenti progetti tedeschi del periodo a cavallo della morte di [[Otto von Bismarck]]</ref><ref>[[Werner Conze]]: ''Friedrich Naumann. Grundlagen und Ansatz seiner Politik in der nationalsozialen Zeit (1895–1903)'' (Friedrich Naumann. ''Principi e approccio alla sua politica nell'epoca sociale nazionale (1895-1903))''. In: Walther Hubatsch: ''Schicksalswege deutscher Vergangenheit. Beiträge zur geschichtlichen Deutung der letzten 150 Jahre. Festschrift für Siegfried A. Kaehler.'' Droste, Düsseldorf 1950 (Ristampato:''Contributi per l'interpretazione storica degli ultimi 150 anni. Celebrazioni per Siegfried A. Kaehler'', Keip, Goldbach, 1993).</ref>, si videro confluire in quell'anno nel nome del [[Partito Tedesco dei Lavoratori|DAP, Deutsche Arbeiterpartei]], in realtà fondato nel 1903 in [[Austria]], il cui nome venne riutilizzato da Hitler per poi rinominarsi nel 1920 appunto come NSDAP. Hitler ha definito i concetti di nazionalismo e socialismo in modo molto personale: il nazionalismo è citato come la devozione del singolo per la sua comunità nazionale, mentre il socialismo è descritto come una responsabilità della comunità nazionale per l'individuo<ref>[[Joachim Fest]]: Hitler. Eine Biographie. 8. Auflage 2006, S. 411, tradotto in: ''Hitler. Una biografia'' Rizzoli (1973) ISBN 88-11-67850-1 e Garzanti Libri (1999) ISBN 88-11-69289-X</ref>.
Sono state rintracciate dagli storici molte cause che avrebbero favorito l'ascesa del nazionalsocialismo; tra
== Caratteri generali ==
{{Vedi anche|Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|Germania nazista}}
Il nazismo esprime una forma [[Nazionalismo|nazionalista]] e [[
I fautori di tale corrente sono stati tuttavia oggetto di ostilità crescente da parte di Hitler: la più significativa ondata di persecuzione in questo ambito iniziò il 30 giugno [[1934]] con la cosiddetta [[notte dei lunghi coltelli]]<ref name="Galli-2005">Giorgio Galli. ''Hitler e il nazismo magico''. Ed. Rizzoli / Collana: BUR; 2005.</ref>. Il nazismo trae origine dal partito politico guidato dal suo ideologo principale [[Adolf Hitler]], l'[[NSDAP]] (''Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei'', "Partito operaio nazionalsocialista tedesco"), ed è basato su un programma politico indicato da questi nel libro ''[[Mein Kampf]]''. Una volta raggiunto il potere, esso trasformò il sistema governativo in una spietata [[dittatura]], con un programma sistematico di segregazione e di eliminazione anche fisica degli avversari politici e di persone appartenenti a categorie ritenute inferiori o dannose per la società, quali [[
Nel suo ''[[Mein Kampf]]'' (''La mia battaglia''), Hitler spiega chiaramente i motivi per cui intende perseguitare queste categorie: «La sconfitta dell'esercito tedesco, invitto, al termine della [[prima guerra mondiale]] è scaturita da una pugnalata alle spalle inferta dal giudaismo internazionale con la complicità della massoneria, del bolscevismo internazionale, del nomadismo fomentatore di disordini e del pacifismo propugnato dagli omosessuali e da vasti settori religiosi, tutti quanti sotto l'egida del Papa a [[Roma]]».
La Germania di questo periodo storico viene generalmente indicata come [[Germania nazista]], mentre il periodo tra il [[1933]] ed il [[1945]] è propriamente conosciuto con il termine di "[[Terzo Reich]]" (in tedesco:
Il Primo Reich continuò fino all'inizio del XIX secolo: dopo la [[pace di Presburgo]] (odierna [[Bratislava]], capitale della [[Slovacchia]]), il 26 dicembre [[1805]], e la nascita della [[Confederazione del Reno]] (uno
Il Secondo Reich aveva una struttura federale che venne mantenuta anche dopo la sua caduta, che coincise con la sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale e la creazione della [[Repubblica di Weimar]] (nota ugualmente come
<!-- L'ascesa del nazionalsocialismo venne fortemente favorita dalla crisi economica del '29
== Ideologia ==
{{Vedi anche|Pangermanismo|Basi ideologiche del
{{citazione|Se la nostra classe intellettuale non avesse ricevuto un'educazione così raffinata, e avesse imparato la boxe, si sarebbe impedito ai lenoni, ai disertori e a una tale gentaglia di fare una rivoluzione in Germania. Poiché la rivoluzione fu vittoriosa non per gli atti arditi, forti, coraggiosi di quelli che la facevano, ma per la vile, commiserevole indecisione di quelli che dirigevano lo Stato, e ne avevano la responsabilità.|[[Adolf Hitler]], ''[[Mein Kampf]],'' pag. 37}}
In base al ''[[Mein Kampf]]'', Hitler sviluppò le sue teorie politiche, partendo dall'osservazione delle politiche dell'[[Impero austro-ungarico]].<ref>{{Cita libro|autore=Joachim C. Fest|titolo=Hitler, una biografia|editore=Garzanti|anno=2005}}</ref> Egli nacque come cittadino dell'Impero, e credeva che questo fosse indebolito dalla diversità etnica e linguistica. Egli fondava concezione di base del nazionalsocialismo sulla riunificazione di tutti i territori germanofili: [[Alsazia]], [[Lorena (regione francese)|Lorena]], [[Svizzera]] tedesca, [[Liechtenstein]], [[Lussemburgo]], [[Paesi Bassi]], [[Danimarca]], [[Norvegia]], [[Svezia]], [[Islanda]] e regioni a prevalenza etnica tedesca in [[Italia]] ([[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e porzioni del [[Veneto]] abitate da [[Cimbri (minoranza linguistica)|Cimbri]] e [[Ladini]]), [[Polonia]], [[Cecoslovacchia]], [[Lituania]] e [[Lettonia]] (la regione attorno al porto di [[Liepāja]]) ed [[Ucraina]] (fino al [[1941]] era stanziata, tra il basso corso dei fiumi [[Don (fiume Russia)|Don]] e [[Volga]] una nutrita comunità di russo - tedeschi, i "[[Tedeschi del Volga]]", discendenti dei coloni germanici che la zarina [[Caterina II]], anch'ella d'origini tedesche, aveva chiamato ivi a stanziarsi, nel [[1762]], e che furono deportati da [[Stalin]] nella regione dell'[[Monti Altaj|Altai]], principalmente).
Un discorso a parte merita
Forte di questa teoria, l'ideologia nazista prevedeva un "focolare unico" ("[[Vaterland]]") in cui comprendere tutti i popoli di lingua germanica, il cosiddetto "[[Pangermanesimo]]" ("[[Pangermanismus]]"), espressa dal motto tipicamente nazista di "Ein Volk, ein Reich, ein Führer!" ("Un solo popolo, un solo stato, un'unica guida politica!"). In ciò non si discostava di molto dai programmi politici adottati da alcune coeve associazioni, quali la [[Lega Pangermanica]] ([[Alldeutscher Verband]]), la [[Unione Per la Protezione e la sfida del Popolo Tedesco]] ([[Deutschvölkische Schutz- und Trutzbund|Deutschvölkischer Schutz- und Trutzbund]]), l'[[Ordine Germanico]] ([[Germanenorden]]) e la [[Associazione Thule]] ([[Thule-Gesellschaft]]), per non citare la più potente di tutte, che arrivò a contare ben {{formatnum:400000}} iscritti, l'associazione estremista e paramilitare [[Stahlhelm, Bund der Frontsoldaten]] ([[Elmetti d'acciaio, Lega dei veterani]]). Per quanto concerne l'influenza delle filosofie pseudostoriche tipiche dell'ordinamento della Thule-Gesellschaft sul nazismo, si rimanda alla voce "[[Misticismo nazista]]". Quivi giova solo ricordare che tutte le summenzionate società furono sciolte d'ufficio tra il [[1933]] ed il [[1935]] ed i loro iscritti vennero tesserati d'ufficio nel Partito Nazista stesso.
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Inoltre, vedeva la democrazia come una forza destabilizzante perché poneva il potere nelle mani delle minoranze etniche, che erano perciò incentivate a indebolire ulteriormente l'Impero (prendendo ad esempio il sempre più cosmopolita [[Impero austriaco|Impero Austriaco]], che vedeva sua la minoranza di lingua tedesca perdere via via la sua importanza man mano che lo stato si ingrandiva, situazione ulteriormente accentuata dalla concessione del suffragio universale nel [[1906]]). Secondo i nazisti, un ovvio errore di questo tipo è quello di permettere o incoraggiare il [[plurilinguismo]] all'interno di una nazione. Questo è il motivo per cui i nazisti erano così preoccupati di unificare i territori abitati da popolazioni di lingua tedesca. Lo stato, nell'ideologia nazista, altro non è che un'autorità messa al servizio del partito (a differenza di quanto avvenne in [[Italia]], dove il [[Partito Fascista]] venne, all'opposto, messo al servizio dello Stato), da cui trae la giustificazione d'essere.
Nella concezione hitleriana, il [[Terzo Reich]] avrebbe dovuto - almeno - eguagliare per durata temporale il [[Primo Reich]]. In quest'ottica si colloca il "[[Tausendjähriges Reich]]", ovvero il "[[Reich millenario]]" della [[propaganda nazista]]. Il cuore dell'ideologia nazionalsocialista era il concetto di [[razza (categorizzazione umana)|razza]]. La teoria nazista ipotizzò la superiorità della razza ariana come "razza dominante" su tutte le altre e in particolare sulla 'razza ebraica'. Il concetto di "razza" è l'essenza della dottrina pseudoscientifica nazista: per il nazionalsocialismo una nazione è la più alta espressione della razza, quindi una grande nazione è la creazione di una grande razza.
La teoria dice che le grandi nazioni crescono con il potere militare, e ovviamente il potere militare si sviluppa da culture civilizzate e razionali. Queste culture naturalmente crescono da razze dotate di una naturale buona salute e con tratti di aggressività, intelligenza e coraggio ("[[Weltanschauung]]"). Le nazioni più deboli sono quelle la cui razza è impura: sono perciò divise e litigiose, e quindi producono una cultura debole. Le nazioni che non possono difendere i loro confini erano quindi definite come le creazioni di razze deboli o schiave. Le razze schiave erano ritenute meno meritevoli di esistere rispetto alle razze dominanti. In questa ottica, Hitler cita la razza ebraica come una razza particolarmente sana e intelligente, proprio a causa della sua "purezza" (intesa come la non mescolanza con altre razze, data la segregazione secolare). Questo genere di purezza sarebbe dunque quella a cui avrebbe dovuto aspirare la "razza germanica": in seguito il nazismo tentò di dimostrare scientificamente queste affermazioni con esperimenti di grande violenza. Comunque, da qui la contrapposizione tra la "razza eletta" (di stirpe germanica, "[[Herrenmensch|Herrenmenschen]]") e le razze inferiori ("[[Untermenschen]]") il cui còmpito era quello di occuparsi dei lavori pesanti a tutto beneficio della classe dominante<ref name="Freund 2006">{{Cita libro|autore=Renè Freund
In particolare, se una razza dominante necessitava di "spazio vitale" ("[[Lebensraum]]"), si riteneva avesse il diritto di prenderlo e di eliminare o ridurre in schiavitù le razze schiave indigene. Come conseguenza, le razze senza una patria venivano definite "razze parassite" (o "razze bastarde"): più gli appartenenti a una razza parassitaria erano ricchi e più virulento era considerato il parassitismo<ref name="
Gli schiavi, soprattutto quelli intelligenti, si riteneva cercassero sempre di ostacolare i padroni promuovendo false religioni e dottrine politiche. Per iniziare a diffondere questo pensiero e farlo assimilare dalla popolazione venivano mostrati filmati di tedeschi deformi, fisicamente o mentalmente, fatti giungere adagio adagio da tutta la [[Germania]] in alcuni centri di raccolta, mettendo in evidenza i loro problemi fisici e mentali; furono questi i primi esseri umani bruciati nei forni dai nazisti. All'inizio queste operazioni di sterminio erano fatte di nascosto: solo gli abitanti del luogo si accorgevano che, dopo ogni arrivo, dai camini di questi centri di raccolta usciva una grossa quantità di ceneri e forti odori.
Si usarono i mezzi di comunicazione dell'epoca, soprattutto le riprese cinematografiche, per far accettare alla gente queste pratiche come qualcosa di necessario per il bene comune. Vennero inoltre prese informazioni su molte persone per verificare se effettivamente erano originarie della Germania o avevano parentele non ariane<ref>{{Cita libro|autore=Joachim C. Fest
[[File:
Nell'ideologia nazista, il vertice più elevato era occupato dalla stirpe germanica. A seguire venivano le altre popolazioni indoeuropee (sebbene antistoricamente Hitler considerasse slavi e zingari non indoeuropei), quindi le altre razze<ref name="
Molto spesso il pensiero del filosofo tedesco [[Friedrich Nietzsche]] è indicato come principio del nazismo, soprattutto nella descrizione del "Oltreuomo", anche "Superuomo" o [[Übermensch]] in tedesco (Hitler stesso si dichiarò tale); bisogna tuttavia ricordare che Nietzsche non solo era profondamente infastidito dagli antisemiti, ma che mai nei suoi libri pubblicati prima della morte aveva inteso in senso razziale il primato dell'Oltreuomo, da intendersi piuttosto come intellettuale ed esistenziale (il filosofo, oltretutto, era contrario alla concezione di superiorità dello stato; anzi, era ben convinto che l'individuo fosse oltre la nazione). Nonostante ciò non si può negare che molti motivi ripresi dal nazismo - l'esaltazione della volontà prevaricatrice, il disprezzo per i valori cristiani e la celebrazione della potenza dell'uomo come valore primario - siano effettivamente parte integrante del pensiero [[Friedrich Nietzsche|nietzscheano]].
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* La produzione, il commercio e la vendita unicamente di beni prodotti dalla nazione stessa, fino a giungere all'[[autarchia]].
Il programma del partito nazionalsocialista del 1920 prevedeva la "[[Nazionalizzazione|statizzazione]] di tutte le imprese associate ''(trusts)'' esistenti".
I consumi pubblici nello stesso periodo crebbero del 18,7%, mentre quelli privati del 3,6% annuo. Siccome questa produzione era primariamente "di consumo" la pressione inflazionistica risollevò la testa, comunque ben inferiore rispetto al periodo della Repubblica di Weimar. La corsa sfrenata al riarmo, la creazione di un'imponente macchina bellica (e le concomitanti pressioni per il suo utilizzo), hanno portato alcuni commentatori alla conclusione che la guerra in Europa era inevitabile solo per motivi meramente economici. Questo non vuol dire che altre e più importanti considerazioni politiche non siano da biasimare. Significa solo che l'economia è stata, ed è, soprattutto in riferimento alla teoria marxista-leninista, uno dei fattori primari che motivano qualsiasi società ad andare in guerra.
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Il controllo di questa cabala venne identificato nel "gruppo etnico" dei giudei, fornendo così un altro tassello alla motivazione ideologica per la distruzione degli ebrei nell'olocausto. Comunque, l'esistenza di grosse banche internazionali o banche d'affari era ben nota a quei tempi. Molte di queste organizzazioni erano in grado di esercitare influenza sugli stati nazionali tramite il rifiuto o la concessione di crediti, e la Repubblica di Weimar era particolarmente vulnerabile a questa minaccia per via delle esose riparazioni di guerra pretese soprattutto dalla [[Francia]]. Questa influenza non era limitata ai piccoli stati che precedettero la creazione dell'[[Impero tedesco]] come entità nazionale negli [[anni 1870]], ma si ritrova nella storia di tutti i principali stati europei a partire dal [[XVI secolo]].
Infatti, alcune compagnie transnazionali del periodo tra il 1500 e il 1800 (la [[Compagnia olandese delle indie orientali]] ne è un buon esempio) vennero formate specificamente per ingaggiare guerra su procura di un coinvolgimento governativo, invece che essere l'opposto. Utilizzando una nomenclatura più moderna, è possibile dire che il partito nazionalsocialista fosse contro il potere delle [[corporazioni]] transnazionali. Questa semplice posizione anti-corporativa è condivisa da molti partiti di centro-sinistra così come da molti gruppi politici che si rifanno al [[socialismo libertario]]<ref>Maurizio Blondet: "Schiavi delle banche". Edizioni Effedieffe, 2004</ref>. Quando Hitler [[Machtergreifung|assurse al potere]], ben 7,5 milioni di tedeschi erano disoccupati, all'incirca il 20% della forza lavoro. Tra i primi provvedimenti che il governo nazista adottò, ci furono la nazionalizzazione della Reichbank e l'inconvertibilità del Reichmark sia verso l'oro, che verso le altre monete.
Il primo provvedimento mirava a colpire gl'interessi di banche private, sottraendo loro la produzione di moneta. Il secondo provvedimento bloccava la speculazione sulla moneta tedesca, imponendo un cambio fissato per legge e non variabile in base alle velleità del [[mercato dei cambi]]<ref name="
Al contempo, venne instaurato un [[protezionismo]] tendente all'[[autarchia]], in quanto venivano prodotti beni a consumo esclusivamente interno. Per beni o materie prime non disponibili sul territorio nazionale, se indispensabili, questi venivano importati e pagati con prodotti finiti tedeschi, una specie di [[baratto]] che, una volta di più, tagliava fuori gl'istituti finanziari e la speculazione.
Queste obbligazioni (o - meglio - questo genere di [[cambiale]]), assieme al lavoro che gratuitamente ogni studente doveva prestare per un mese all'anno a favore dello stato, finanziarono la nascita della rete autostradale tedesca (circa 3.000 km). L'istituto che presiedeva i lavori autostradali era la "[[Autobahn (autostrada)|Autobahn]]" ("[[autostrada]]" in tedesco), l'equivalente dell'italiana [[IRI]]. Lo scopo ufficiale era quello di favorire la motorizzazione di massa in Germania, mentre - in realtà - le autostrade sarebbero servite allo spostamento celere del neorisorto esercito di massa tedesco. Anche la creazione della [[Volkswagen]] ("Auto del popolo", in tedesco) si inserisce in questo preciso contesto. Essa avrebbe dovuto produrre un'auto a "popolare" ad un prezzo molto basso, 990 marchi (al tempo solo 1 tedesco su 50 era possessore di un'automobile), in base alle specifiche tecniche che Hitler concordò con la [[Porsche]].
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* [[Stati Uniti]] e Germania hanno sviluppato una crescita economica - per certi versi - sovrapponibile. La Germania a partire dal [[1871]] si andò affermando nel ramo della [[chimica industriale]] e nella [[siderurgia]]. Gli Stati Uniti, a partire dalla recessione del [[1873]] compirono passi da gigante nell'[[industria automobilistica]] ed essi stessi nella siderurgia.
* La competizione economica non era rivolta contro la [[Gran Bretagna]], sia da parte tedesca che americana. Entrambi i contendenti cominciarono ad acquisire una quota crescente dei mercati mondiali, soprattutto a spese della Gran Bretagna, la cui economia mostrava segni di costante recessione. Quindi, Stati Uniti e Germania erano in lotta reciproca per affermare l'egemonia economica.
* La Germania, durante la prima guerra mondiale, con la guerra sottomarina illimitata e con il [[telegramma Zimmermann]] fece di tutto per provocare gli Stati Uniti al confronto bellico. L'intervento bellico americano fece pendere l'ago della bilancia a favore della [[Triplice
* Proprio per poter recuperare i propri crediti verso Gran Bretagna e Francia, gli Stati Uniti aiutarono la Germania, almeno fino al [[1929]], quando avvenne il crollo della borsa americana di [[Wall Street]] per risanare l'economia germanica. Le riparazioni esorbitanti che i vincitori imposero alla Germania avevano anche lo scopo di rimborsare gli Stati Uniti, oltre al fine di impedire in eterno la rinascita economica e militare della nazione tedesca.
* I nazisti furono feroci oppositori di ogni intervento americano ed, ovviamente, anche delle riparazioni belliche. Tentarono in ogni modo di sabotare il [[piano Dawes]] e, una volta giunti al potere, denunciarono unilateralmente le riparazioni di guerra ed intrapresero la via del riarmo accelerato.
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* [[antisemitismo]], che culminò nell'[[olocausto]];
* [[nazionalismo etnico]], incluse le nozioni di tedeschi come ''[[Herrenvolk]]'' ("razza dominante") e ''[[Übermensch]]'' ("superuomo");
* un credo nel bisogno di purificare la razza tedesca attraverso l'[[eugenetica]], che culminò nell'«[[eutanasia]]»
* [[omofobia]], che portò all'internamento di più di {{formatnum:10000}} persone omosessuali.
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== Personaggi e storia ==
{{Vedi anche
[[File:War ensign of Germany (1938-1945).svg|thumb|Bandiera di guerra del Reich]]
La figura principale del nazismo fu [[Adolf Hitler]], che governò la Germania Nazista dal 30 gennaio [[1933]] fino al suo suicidio avvenuto il 30 aprile [[1945]]; guidò il [[Terzo Reich]] nella [[seconda guerra mondiale]] e fu responsabile dell'uccisione di oltre 40 milioni di persone, 21 milioni solo in [[Unione Sovietica]]. Sotto Hitler, il nazionalismo etnico e il razzismo vennero uniti assieme attraverso un'ideologia militarista per servire i suoi fini.
Riga 163:
Alcune affermazioni di Mussolini sul nazismo:
{{citazione|Il razzismo è roba da biondi!|[[Benito Mussolini]], secondo la testimonianza di [[Indro Montanelli]]{{sf}}}}
{{citazione|
Poi la svolta, con le [[leggi razziali fasciste]], adottate in Italia a partire dal [[1938]]:
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== Totalitarismo nazista ==
{{Vedi anche|Totalitarismo nella Germania nazista}}
Il totalitarismo nella Germania nazista ebbe un carattere di pervasività ed efficacia tali da costituire l'[[idealtipo]]<ref>G. Pasquino, L. Morlino, ''Scienza della politica'', p. 142.</ref> di ''trasformazione totale della realtà sociale''<ref>D. Fisichella, ''Analisi del totalitarismo'', p. 209.</ref> tedesca. Il [[totalitarismo]] nazista, alla cui base stavano la ripresa dell'economia e «il riscatto della [[Germania]] dalle umiliazioni e frustrazioni imposte dalla [[Trattato di Versailles
== Nazismo e religione ==
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Alcuni scrittori cristiani hanno cercato di tipicizzare Hitler come un [[ateismo|ateo]] o un [[occultismo|occultista]] (o persino un [[satanismo|satanista]]), laddove altri hanno enfatizzato l'utilizzo esplicito del linguaggio cristiano da parte del partito nazista, indipendentemente da quale fosse la sua mitologia interna. L'esistenza di un Ministero per gli Affari Ecclesiastici, istituito nel [[1935]] e guidato da [[Hanns Kerrl]], venne riconosciuta a fatica da ideologi come [[Alfred Rosenberg]], che sosteneva un confuso ritorno alla religione germanica, come pure il comandante in capo (Reichsführer) delle SS e capo della polizia tedesca [[Heinrich Himmler]].
Le relazioni del partito nazista con la [[Chiesa cattolica]] sono dibattute. Molti sacerdoti e leader cattolici si opposero apertamente al nazismo sulla base di incompatibilità con la [[morale cristiana]]. La gerarchia cattolica condannò infine i fondamenti teorici del nazismo con l'[[enciclica]] ''[[Mit brennender Sorge]]'' ([[1937]]) di [[papa Pio XI]]. Come per molti oppositori politici, numerosi sacerdoti vennero condannati al [[campo di concentramento]] e uccisi per le loro posizioni. Il comportamento di [[papa Pio XII]] rimane comunque oggetto di una [[Pio XII e l'Olocausto|controversia storiografica]]. Fu al contrario favorevole al nazismo il [[vescovo]] [[Alois Hudal]], che cercò un compromesso tra Chiesa e regime. Durante i dodici anni di vita del Terzo Reich, la Chiesa dovette subire restrizioni e vessazioni perché giudicata ostile dal governo nazista:«''Il Führer è inesorabilmente determinato ad annientare le chiese cristiane dopo la vittoria»'', così annotò [[Joseph Goebbels]] nel suo diario il 24 maggio 1942<ref>{{Cita libro|autore=Pier Luigi Guiducci|titolo=Il Terzo Reich contro Pio XII|edizione=Edizioni San Paolo|anno=2013|ISBN=9788821576515}}</ref>. Durante il processo di Norimberga. uno dei capi d'accusa imputati ai leader nazisti era la persecuzione religiosa. L'accusa dichiarò infatti: <em>«Essi (I cospiratori nazisti) hanno dichiarato il loro obiettivo di eliminare le chiese cristiane in Germania ed hanno perciò cercato di sostituirle con le istituzioni e le credenze naziste; in ordine di ciò hanno perseguito un programma di persecuzione di sacerdoti, chierici e membri di ordini monastici che essi ritenevano opporsi ai loro intenti, ed hanno confiscato le proprietà della chiesa» </em>.<ref>Robert A. Graham, ''“Pio XII e il regime nazista. Note dagli archivi tedeschi”''</ref> I nazisti che dunque, come confessato a Norimberga, erano intenzionati a distruggere l'influenza della chiesa nella società e si adoperarono a far chiudere scuole, giornali e associazioni cattoliche, a licenziare i religiosi dalle scuole pubbliche, a togliere i crocifissi dagli edifici, a limitare i pellegrinaggi, a confiscare monasteri e a proibire la pubblicazione di articoli a carattere religioso<ref>A. Riccardi, “''Il secolo del martirio''”, Milano 2000 pp. 63-83</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.gianmariacomolli.it/2018/09/28/warthegau-il-campo-nazista-destinato-ai-cattolici/|titolo=Warthegau, il “campo” nazista destinato ai cattolici|autore=adcomolli|sito=GIAN MARIA COMOLLI|data=2018-09-28|lingua=it-IT|accesso=2024-05-05}}</ref>.<em>«Più di un terzo del clero secolare e un quinto circa del clero regolare, ossia più di 8000 sacerdoti furono sottoposti a misure coercitive (arresti illegali, prigione, campi rieducativi [...]), 110 morirono nei campi di concentramento, 59 furono giustiziati, assassinati o perirono in seguito ai maltrattamenti ricevuti»</em><ref>G. Miccoli, “''I dilemmi e i silenzi di Pio XII''”, nota 54, p. 444</ref> Dal conteggio sono ovviamente esclusi i laici vicino alla Chiesa e i dati riportati si riferiscono alla sola Germania e non a tutti i territori occupati, dove la persecuzione contro la chiesa fu ancora più tragica.
Esemplificativo del vero rapporto tra [[cristianesimo]] e nazismo è quanto ebbe ad affermare il gerarca [[Robert Ley]]: "La nostra fede - la nostra unica fede - quella sola che ci può salvare, è il Nazionalsocialismo e questo credo non ne tolleri alcun'altra al suo fianco! Il Cristianesimo nazionalsocialista si basa sul sangue e i appropria delle sole virtù attive, rinnegandone le virtù passive quali la moderazione, il perdono e la pietà. Non è accettato l'[[Antico Testamento]] ed il Cristianesimo positivo è un termine introdotto dal Nazionalsocialismo ed il Nazionalsocialismo è l'unico accreditato per interpretarlo!"<ref>Marco Castelli: "La svastica nelle tenebre - Nazismo Magico"; Ed. "Il Foglio"; 2006; ISBN 88-7606-053-7; pag. 73.</ref>. Anche il religioso [[Herman Gruner]], nel [[1934]], invitava i cristiani a far convivere nazismo e cristianesimo: "Non è antitetico esser buoni cristiani ed esser buoni nazionalsocialisti. È giunto il momento che il popolo tedesco si riconosca in Hitler, l'uomo del destino che Dio ci ha inviato per salvare la nostra Patria dalla distruzione. Dobbiamo a lui se Cristo opera finalmente tra noi. Pertanto, il Nazionalsocialismo è Cristianesimo positivo in azione tangibile e concreta"<ref>Ibidem.</ref>
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Adolf Hitler ammirava l'[[Impero britannico]]. Le teorie [[razzismo|razziste]] erano state sviluppate da intellettuali britannici nel XIX secolo per controllare le popolazioni indiane e gli altri "selvaggi". Questi metodi vennero spesso copiati dai nazisti, a cominciare dai [[Campo di concentramento|campi di concentramento]], realizzati dai britannici nelle [[guerre boere]] per togliere l'appoggio della popolazione civile agli avversari<ref>Alan Bullock. ''Hitler, studio sulla tirannide''. Bompiani Editore; 1955</ref>.
Similarmente, nei primi anni, Hitler aveva grande ammirazione per gli [[Stati Uniti d'America]]. Hitler adorava il cinema americano ed era patito dei film con [[Greta Garbo]], dei cartoni animati di [[Topolino]], e dei film comici di [[Stanlio e Ollio]].<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-08-31/hollywood-compiacente-i-nazisti-081441.shtml?uuid=ABRTczoB|titolo=Hollywood compiacente con i nazisti|sito=Il Sole 24 ORE|lingua=it|accesso=2023-05-29}}</ref> C’è da dire anche che le stesse case cinematografiche americane, pur di mantenere alta la distribuzione di pellicole in Germania scesero a compromessi adattando i film alle richieste della censura nazista.<ref name=":0" />
Nel ''Mein Kampf'', lodava gli Stati Uniti per le loro leggi anti-[[immigrazione]] e per la presenza di movimenti esplicitamente razzisti, specie negli stati del "Profondo Sud", ove era radicato il movimento del [[Ku Klux Klan]]. Secondo Hitler, l'America era una nazione di successo perché si manteneva "pura" dalle "razze inferiori". Ad ogni modo, con l'avvicinarsi della guerra, la sua opinione sugli Stati Uniti divenne più negativa e credette che la Germania avrebbe avuto una facile vittoria sugli USA proprio perché, come rilevabile dalle sue ultime considerazioni, era diventata una nazione ibrida ("Gli Stati Uniti d'America sono inquinati dalla componente negra", ebbe ad affermare al ministro italiano [[Galeazzo Ciano]])<ref>Galeazzo Ciano: "Diario 1937 - 1943" Rizzoli Editore; Collana "BUR", 2000; ISBN 978-88-17-11534-6</ref>. == I fattori che promossero il successo del nazionalsocialismo ==
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* Il crollo economico a [[Wall Street]] propagatosi a tutte le nazioni del mondo.
Una considerazione a parte va fatta per il peso che il [[
== Nazismo e socialismo ==
Il nazionalsocialismo nelle sue forme originarie, soprattutto dal punto di vista ideologico, è stata una forma di operaismo simile al [[socialismo]], per il comune obbiettivo dello strato sociale a cui entrambi si rivolgevano, mirando a divenire [[partito di massa|partiti di massa]]. Diametralmente opposto l'approccio e i riferimenti ideologici e culturali ispiratori nei due movimenti, della [[giustizia sociale]] all'uguaglianza economica, alla [[proprietà privata]], per finire poi, come esposto nel programma ideologico del partito nazionalsocialista (''Mein Kampf'', ideato prima del
Il nazismo, inteso come la corrente politica che si è diffusa in Europa dal regime totalitario di [[Hitler]] in [[Germania]], per {{citazione necessaria|alcuni}} invece si configura ideologicamente in una corrente sostanzialmente diversa dal nazionalismo-socialista originario; anzi, qualche storico ritiene che il [[nazionalismo]] estremo di [[Adolf Hitler|Hitler]] abbia solamente pochi punti in comune con il nazional-socialismo che era nato in precedenza. Per la maggioranza degli storici in ogni caso, considerando anche l'adesione di Hitler fin dal 1919 all'originario [[Partito Tedesco dei Lavoratori|Deutsche Arbeiterpartei]], fondato nello stesso anno e la sua veloce ascesa al comitato direttivo centrale già dal 1920 il problema delle origini sarebbe inesistente.
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* Peter Levenda ''Satana e la svastica. Nazismo, società segrete e occultismo''. Milano, Mondadori, 2005. ISBN 88-04-55002-3
* David Del Pistoia. ''Nazismo: tra mito politico e modernità''. Armando, 2006. ISBN 88-6081-038-8.
* Richard J. Evans,
* Joachim C. Fest, ''Il volto del Terzo Reich''. Mursia, 1992. ISBN 88-425-1371-7.
* [[Domenico Fisichella]], ''Analisi del totalitarismo''. D'Anna, 1976.
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* Andreas Hillgruber, ''Il duplice tramonto, la frantumazione del Reich tedesco e la fine dell'ebraismo europeo''. Bologna, il Mulino, 1990. ISBN 88-15-02720-3.
* Paul Johnson, ''Storia del mondo moderno''. Milano, Mondadori, 1989. ISBN 88-04-32679-4.
* Ian Kershaw,
* Claudia Koonz, ''Donne del Terzo Reich''. Giunti, 1996. ISBN 88-09-21001-8.
* Andrea Leonardi, Paolo Pombeni, ''L'età contemporanea. Il Novecento''. Bologna, il Mulino, 2005. ISBN 88-15-10905-6.
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* Richard Saage, ''Interpretazioni del nazismo''. Liguori, 1979. ISBN 88-207-0826-4.
* [[William Shirer]], ''[[Storia del Terzo Reich]]''. Torino, Einaudi, 2007. ISBN 88-06-18769-4.
* William Sheridan Allen, ''[[Come si diventa nazisti. Storia di una piccola città 1930-1935]]''. Torino, Einaudi, 1968. [[Servizio bibliotecario nazionale|SBN]] IT\ICCU\MIL\0140716
* Pasquale Villani, ''L'età contemporanea''. Bologna, il Mulino, 1995.ISBN 88-15-02704-1.
* Rainer Zitelmann, ''Hitler''. Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5596-4.
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* [[Adolf Hitler]]
* [[Antisemitismo]]
* [[Basi ideologiche del
* [[Fascismo]]
* [[Führerprinzip]]
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* {{Collegamenti esterni}}
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