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Aleksej Nikolaevič Romanov - Wikipedia

Aleksej Nikolaevič Romanov

cesarevič di Russia (1904-1918)
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Aleksej Nikolaevič Romanov
 
Nascita12 agosto 1904
Morte17 luglio 1918
Venerato daChiesa ortodossa russa
Canonizzazione2001
Ricorrenza17 luglio

Aleksej Nikolaevič Romanov (in russo Алексей Николаевич Рома́нов?; Peterhof, 12 agosto 1904Ekaterinburg, 17 luglio 1918) fu l'ultimo erede al trono degli zar, primo maschio ed ultimogenito dello zar Nicola II e della zarina Alessandra d'Assia, dopo le sorelle Ol'ga, Tat'jana, Marija ed Anastasija.

Pierre Gilliard, il tutore svizzero dei figli dello zar, raccontò nel suo libro Tredici anni alla corte dello Zar del suo primo incontro con lo tsarevich a Carskoe Selo:

«Era là che io vidi per la prima volta lo zarevič, Aleksej Nikolaevič di 18 mesi. Io ero andato come al solito a Palazzo per i miei doveri: stavo finendo la mia lezione con Ol'ga Nikolaevna quando la zarina entrò nella stanza portando il figlio. Venne verso noi ed evidentemente desiderò mostrarmi il nuovo membro della famiglia che non conoscevo. La vidi trasmettere una gioia delirante, di una madre che finalmente ha visto adempiuto il suo desiderio più grande. Era orgogliosa e felice della bellezza del suo bambino. Lo zarevič era certamente uno dei bambini più belli che si possano immaginare, aveva un colorito rosa e fresco di un bambino sano, e quando sorrideva sulle guance paffute si disegnavano due fossette. Aleksej era il centro di questa famiglia unita, il fuoco di tutte le relative speranze e gli affetti. Le sue sorelle lo adoravano. Era l'orgoglio e la gioia dei suoi genitori. Quando stava bene, il palazzo si trasformava.»

Chiamato affettuosamente dei suoi genitori e sorelle "Baby" o Aljoša (Алёша), Ljoška (Лёшка), era malato di emofilia che sua madre cercò di alleviare con l'aiuto dello starec siberiano Rasputin.

Durante la prima guerra mondiale, visse con il padre presso le sedi dell'esercito militare a Mogilëv. Nel 1917, nella cancelleria Militare di Sua Maestà comparve il suo ultimo elenco ufficiale militare[1].

Nel mese di marzo 1917 suo padre abdicò a favore del fratello Michele, in quanto prevedeva che, se il figlio fosse stato proclamato sovrano, sarebbe stato separato dalla famiglia (per la quale, con molta probabilità, era previsto l'esilio). Ad agosto dello stesso anno fu esiliato con la famiglia a Tobol'sk.

Nell'estate del 1918 fu deportato a Ekaterinburg dove fu ucciso, con tutta la sua famiglia, dal commando del commissario bolscevico Jakov Michajlovič Jurovskij il 17 luglio.

Michael Goleniewski, ex ufficiale polacco, poi spia per l'Unione Sovietica e successivamente per la CIA, affermò di essere lo zarevič ma pochi gli credettero.

Nel 1991 furono riesumati dei corpi della famiglia Romanov, ma tra questi non c'erano né Aleksej né Anastasija. Nell'agosto del 2007 nella regione degli Urali furono ritrovati i corpi di due bambini, accanto ai quali vi erano pallottole e boccette di acido solforico (usato per occultare i cadaveri). Gli esami del DNA conclusi e resi pubblici il 16 luglio 2008, hanno confermato che i resti rinvenuti sono quelli di Marija e di Aleksej, chiudendo così per sempre la possibilità che qualche membro della famiglia reale fosse riuscito a scappare dal massacro di Ekaterinburg. Nel 2001 furono canonizzati come martiri dalla Chiesa ortodossa russa.

I pretendenti

Dopo l'assassinio poco chiaro della famiglia Romanov, cominciarono a presentarsi casi di persone che affermavano di essere i principi di Russia, mettendo molto in luce la questione dell'omicidio, la veridicità dell'accaduto ed alimentando la curiosità intorno a quello che per molto tempo fu un mistero. Effettivamente i corpi dello Zarevič e delle sue sorelle non sono stati rinvenuti completamente fino al 2007[2]. Alcuni personaggi dell'epoca si affermarono come possibili Alexej[3].

Immagini

Note

  1. ^ I titoli militari destinati allo zarevič erano, per intero: Colonnello della Scuola d'Artiglieria Kostantinovskij (1917); del 1° Reggimento Nerčinskij dei cosacchi del Bajkal (1916); della 1^ Batteria d'Artiglieria dei cosacchi del Bajkal (1910); del 12° Reggimento fucilieri siberiani (1904); del 1° Reggimento cosacco Orenburgskij (1914); del 14° Reggimento Gruzinskij dei Granatieri (1912); dell' 89° Reggimento di Fanteria Belomorskij (1916); del Reggimento dei Granatieri a cavallo (1910); del 5° Reggimento Kievskij dei Granatieri dello zarevič (1912); del 43° Reggimento Tverskij dei Dragoni dello zarevič (1907); del 1° Reggimento Volgskij dei Cosacchi del Terek (1916); del 2° Reggimento dei Cosacchi del Don (1914); del Corpo dei Cadetti Taškent (1904); del 3° Battaglione di Fanteria Cosacca (1915); Capo della Scuola Militare Aleksej (1906) precedentemente nota come Scuola Militare di Mosca; Colonnello del corpo Navale Morskoj dei Cadetti (1914); del Reggimento della fanteria Moskovskij (1910); del 206° Reggimento Salianskij della Fanteria (1907); Capo della Novočerkassk, Scuola Militare cosacca; Colonnello del Reggimento Atamanskij della Cavalleria cosacca (1904); della 4^ Batteria degli artiglieri a cavallo (1906); del 51° Reggimento Litovskij della Fanteria (1904) e del Reggimento della fanteria Finlandskij (1904)
  2. ^ I Romanov alla prova del DNA: nessun sopravvissuto, su alleanza-monarchica.com. URL consultato il 09-10-2009.
  3. ^ (EN) I pretendenti, su romanov-memorial.com. URL consultato il 09-10-2009.