225088 Gonggong
Gonggong (denominazione ufficiale 225088 Gonggong) è un oggetto transnettuniano orbitante intorno al Sole nel disco diffuso. Scoperto nel 2007, presenta un'orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 67,3782739 au e da un'eccentricità di 0,5029744, inclinata di 30,73943° rispetto all'eclittica. Ha una magnitudine assoluta (H) di 1,9[7] e un diametro dell'ordine dei 1500 km. Al 2017, è, per dimensioni, il terzo oggetto conosciuto presente oltre l'orbita di Nettuno. Con queste caratteristiche, è probabilmente un pianeta nano, sebbene l'IAU non l'abbia inserito in tale categoria.
Gonggong (225088 Gonggong) | |
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Gonggong e la sua luna | |
Stella madre | Sole |
Scoperta | 17 luglio 2007 |
Scopritori | Michael Brown, David Lincoln Rabinowitz, Megan E. Schwamb[1] |
Famiglia | oggetto del disco diffuso[2] TNO risonante, con risonanza 10:3 ?[3] |
Designazioni alternative | 2007 OR10 |
Parametri orbitali | |
(all'epoca JD 2458600,5 27 aprile 2019) | |
Semiasse maggiore | 10079789775 km 67,3782739 au |
Perielio | 5009913559 km 33,488727 au |
Afelio | 15149665992 km 101,2678208 au |
Periodo orbitale | 202012,27 giorni (553,08 anni) |
Inclinazione sull'eclittica | 30,73943° |
Eccentricità | 0,5029744 |
Longitudine del nodo ascendente | 336,84349° |
Argom. del perielio | 207,55231° |
Anomalia media | 105,24269° |
Par. Tisserand (TJ) | 5,424 (calcolato) |
Prossimo perielio | 17 settembre 2410 |
Satelliti | 1[4] |
Dati fisici | |
Dimensioni | 875[5] – 1.400[6] km[7][8] |
Albedo | 0,15 - 0,40? (valori presunti)[8] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 21,3 |
Magnitudine ass. | 1,8 |
Da osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble, nel 2016 è stata annunciata durante la conferenza congiunta tra la Division for Planetary Sciences (DPS) dell'American Astronomical Society e il Congresso europeo di scienze planetarie (ECSP) la scoperta di un satellite di circa 300 km di diametro in orbita attorno a 225088 Gonggong;[9] osservazione confermata a marzo 2017.[10] La scoperta di una luna dovrebbe consentire di determinare la massa del sistema, e quindi di stimare quella di Gonggong per eccesso.
Scoperta
modifica225088 Gonggong fu scoperto il 17 luglio 2007 da Megan E. Schwamb, allora una studentessa di Michael E. Brown, del California Institute of Technology, come parte della propria tesi di dottorato.
La scoperta fu resa nota il 23 agosto 2008 da un gruppo di ricercatori composto da M. E. Schwamb, M. E. Brown e D. L. Rabinowitz ed annunciata formalmente il 7 gennaio 2009.[1]
Denominazione
modifica225088 Gonggong, denominato al momento della scoperta con la designazione provvisoria 2007 OR10, fu soprannominato, dagli stessi autori della scoperta, "Snow White" (Biancaneve)[11], poiché già dalla loro campagna osservativa si evidenziava che doveva essere o molto grande o molto brillante. Inoltre era anche il "settimo nano" (cioè il settimo oggetto candidato a diventare pianeta nano) scoperto dalla squadra di Brown, dopo Quaoar nel 2002, Sedna nel 2003, Haumea e Orcus nel 2004, e Makemake ed Eris nel 2005.
In previsione della denominazione ufficiale, il 9 aprile 2019 gli scopritori hanno avviato un sondaggio aperto a tutti per scegliere fra tre possibili nomi: Gonggong (dall'omonima divinità cinese), Holle (da Frau Holle, protagonista di fiabe germaniche) e Vili (dall'omonima divinità norrena).[12] Con una preferenza del 46%, il nome Gonggong ha prevalso su Vili (31%) e Holle (23%).[13] Tale nome è quindi diventato ufficiale nel 2020.[14]
Parametri orbitali
modifica225088 Gonggong segue un'orbita simile a quella del pianeta nano Eris,[15] caratterizzata da un semiasse maggiore di 67,33 UA, un'eccentricità pari a 0,5 ed un'inclinazione rispetto al piano dell'eclittica di circa 30°. Appartiene quindi al disco diffuso.[2] Gonggong attualmente si trova a circa 87 UA dal Sole[16][17] e l'ultimo passaggio al perielio risale al 1856.[7]
Nella classifica degli oggetti più distanti dal Sole è al secondo posto tra quelli di grandi dimensioni, superato solo da Eris (96
Il Deep Ecliptic Survey (DES) ha calcolato un'orbita preliminare che presenta una risonanza orbitale 10:3 con Nettuno. Tuttavia questo dato non è stato ancora confermato.[3]
Dimensioni
modificaLa dimensione di un pianetino può essere desunta dalla sua magnitudine assoluta e dalla sua albedo. 225088 Gonggong ha una magnitudine assoluta di 1,9.[7] Ciò lo rende un po' meno brillante di Sedna (H=1,6; <1600 km)[18] ed un po' di più di Orco (H=2,3; ~950 km).[19] Assumendo per Gonggong un valore dell'albedo caratteristico per gli oggetti transnettuniani, si riteneva che le sue dimensioni potessero essere comprese tra quelle di Sedna e Quaoar[11].
Successive osservazioni hanno mostrato che 225088 Gonggong è tra gli oggetti più rossastri conosciuti[20]. Questo è probabilmente dovuto in parte al ghiaccio di metano, che vira al rosso quando è investito dai raggi cosmici e dalla luce solare[20].
Basandosi sulle stime del maggio 2016[21], Gonggong dovrebbe avere un diametro di km, che lo porterebbe ad essere il terzo più grande pianeta nano, dopo Plutone ed Eris.
Status di pianeta nano
modificaL'Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha stabilito che un corpo celeste transnettuniano che possiede una magnitudine assoluta inferiore a H = +1
può essere ragionevolmente classificato tra i plutoidi e quindi tra i pianeti nani, ritenendo che la dimensione minima di un oggetto che abbia una tale magnitudine assoluta sia sufficiente a fargli raggiungere l'equilibrio idrostatico. Ciò non esclude che oggetti con un valore maggiore della magnitudine assoluta, com'è il caso appunto di Gonggong, non siano dei pianeti nani; è quindi necessario dimostrare in altro modo che abbiano raggiunto l'equilibrio idrostatico. Tuttavia Gonggong è troppo distante perché possa esserne risolto direttamente il diametro.
Brown ha dichiarato che "dovrebbe essere un pianeta nano anche se fosse prevalentemente roccioso"; Scott Sheppard e colleghi pensano che sia "verosimile" che "Snow White" sia un pianeta nano basandosi sul suo minimo diametro possibile (552 km assumendo un'albedo unitaria) e su quanto se ne sa sull'equilibrio idrostatico nei corpi freddi, composti da rocce e ghiaccio.
Sulla base dell'orbita del piccolo satellite di Gonggong (vedi sotto), la relativa massa è stata calcolata in 1,75 × 10E21 Kg, per una densità di 1.72 ± 0.16 g/cm3. La massa e la densità sono fattori che determinano se il corpo celeste è in equilibrio idrostatico.
La stima delle dimensioni precedenti di 1535 km, va rivista perché era basata su un ipotetico equatore-in vista. Data la massa di 1,75 × 10E21 kg, questa dimensione implicherebbe una densità di 0.92 g/cm3, inaspettatamente bassa per un oggetto di tale dimensione. Kiss et al. stimano che il diametro di Gonggong sia compreso tra 1.210 e 1.295 km, con un valore medio di 1253 km.
Satellite
modificaNel 2016, dall'analisi di immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble di Gonggong nel 2010, si è rivelata la presenza di un satellite di circa 300 km di diametro orbitante a una distanza di almeno 15 000 km dal candidato pianeta nano. Questa scoperta è stata annunciata il 17 ottobre 2016.
Nel maggio del 2017 ulteriori analisi hanno confermato la presenza del satellite. Nel 2020 ha ricevuto la denominazione Xiangliu, dal nome del serpente a nove teste che sovente accompagna Gonggong nei miti.
Il satellite è probabilmente troppo piccolo e scuro per aver falsato le precedenti stime di diametro di Gonggong.
Sulla base delle osservazioni di Hubble prese fra ottobre e dicembre 2017, l'orbita e le proprietà fisiche del satellite potrebbero essere ulteriormente definite. L'orbita ha un'eccentricità relativamente elevata di 0,31, sia derivante da un'orbita intrinsecamente eccentrica, che da una lenta evoluzione delle maree, oppure causata dal meccanismo di Kozai. La dinamica dell'orbita suggerisce che il satellite sia piccolo, meno di 100 chilometri di diametro, indicando un'albedo molto superiore a quello di Gonggong. Il satellite è molto meno rosso di Gonggong. La differenza di colore di (
Note
modifica- ^ a b (EN) Minor Planet Electronic Circular (MPEC) 2009-A42 : 2007 OR10, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center, 1º gennaio 2009. URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ a b (EN) List Of Centaurs and Scattered-Disk Objects, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center. URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ a b (EN) Marc W. Buie, Orbit Fit and Astrometric record for 07OR10, su boulder.swri.edu, SwRI (Space Science Department), 23 ago 2008. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2009).
- ^ (EN) Hubble Spots Moon Around Third Largest Dwarf Planet, su nasa.gov, NASA. URL consultato il 18 maggio 2017.
- ^ Assumendo un'albedo di 0,40.
- ^ Assumendo un'albedo di 0,15.
- ^ a b c d (EN) 2007 OR10, su JPL Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory, 13 aprile 2017. URL consultato il 22 aprile 2017.
- ^ a b (EN) Dan Bruton, Conversion of Absolute Magnitude to Diameter for Minor Planets, su physics.sfasu.edu, Department of Physics & Astronomy (Stephen F. Austin State University). URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2012).
- ^ DPS/EPSC update: 2007 OR10 has a moon!, su planetary.org. URL consultato il 25 ottobre 2016.
- ^ Csaba Kiss, Gábor Marton, Anikó Farkas-Takács, John Stansberry, Thomas Müller, József Vinkó, Zoltán Balog, Jose-Luis Ortiz, András Pál, Discovery of a satellite of the large trans-Neptunian object (225088) 2007OR10.
- ^ a b c (EN) Michael E. Brown, Snow White needs a bailout, su mikebrownsplanets.com, Mike Brown's Planets (blog), 10 marzo 2009. URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ HELP NAME 2007 OR10, su 2007or10.name. URL consultato il 14 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2019).
- ^ (EN) The People Have Voted on 2007 OR10's Future Name!, su planetary.org, 29 maggio 2018.
- ^ Minor Planet Circulars 2020 Feb. 5
- ^ (EN) 136199 Eris (2003 UB313), su JPL Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory, 4 ott 2008 (ultima osservazione utilizzata). URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ (EN) AstDys 2007OR10 Ephemerides, su hamilton.dm.unipi.it, Dipartimento di Matematica, Università di Pisa. URL consultato l'11 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011).
- ^ a b (EN) Horizon Online Ephemeris System, su ssd.jpl.nasa.gov, California Institute of Technology, Jet Propulsion Laboratory. URL consultato l'11 luglio 2015.
- ^ (EN) 90377 Sedna (2003 VB12), su JPL Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory, 23 ott 2008 (ultima osservazione utilizzata). URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ (EN) 90482 Orcus (2004 DW), su JPL Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory, 4 dic 2008 (ultima osservazione utilizzata). URL consultato il 22 aprile 2009.
- ^ a b M. E. Brown, A. J. Burgasser e W. C. Fraser, The Surface Composition of Large Kuiper Belt Object 2007 OR10 (PDF), in The Astrophysical Journal Letters, vol. 738, n. 2, 2011, pp. L26, Bibcode:2011ApJ...738L..26B, DOI:10.1088/2041-8205/738/2/L26, arXiv:1108.1418.
- ^ Pushing the Limits of K2:Observing Trans-Neptunian Objects S3K2: Solar System Studies with K2 (PDF), su lcogt.net (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 225088 Gonggong
Collegamenti esterni
modifica- (EN) 225088 Gonggong - Dati riportati nel database dell'IAU, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center.
- (EN) 225088 Gonggong - Dati riportati nello Small-Body Database, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory.
- (EN) Simulazione orbitale, su JPL Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory. URL consultato il 22 aprile 2009.
- (EN) Robert Johnston, TNO/Centaur diameters and albedos, su johnstonsarchive.net. URL consultato il 22 aprile 2009.