Atollo (lampada)
Atollo è una lampada ideata dal designer Vico Magistretti nel 1977 per l'azienda Oluce, vincitrice del concorso Compasso d'Oro nel 1979.
Lampada Atollo prodotto di disegno industriale | |
---|---|
Dati generali | |
Anno di progettazione | 1977 |
Progettista | Vico Magistretti |
Compasso d'oro nel | 1979 |
Profilo prodotto | |
Tipo di oggetto | Lampada da tavolo |
Produttore | Oluce |
Materiali | Metallo bianco, dorato o nero e vetro opale. |
Storia
modificaNella storia del design italiano la lampada Atollo si è affermata come un’icona di stile che, insieme a tanti altri prodotti, ha rappresentato l’evoluzione culturale attraverso l’utilizzo di materiali innovativi e forme che rispecchiavano le tendenze del momento.[1]
Al tempo della realizzazione della lampada Atollo il Design italiano era rappresentato sostanzialmente da Vico Magistretti e Castiglioni, si voleva dare una connotazione di classe alla progettazione.[2]
Magistretti affermava che l'oggetto di design corrispondeva alla risposta ad una necessità, per cui negli anni ha deciso di rivolgere particolare attenzione al tema della casa e dell'abitare e ha appreso un linguaggio espressivo che ha avuto molta presa sulla cultura architettonica lombarda.[3] Invece negli anni ‘70 il designer si è dedicato in particolar modo alla progettazione di arredi ed oggetti, così nel 1977 ha realizzato la lampada "Atollo" su commissione dell'azienda italiana Oluce, di cui era art director e principale designer.[4]
Atollo è diventata l’archetipo della lampada da tavolo, rivoluzionando completamente il modo di immaginare il classico abat-jour.[5] Essa fu, infatti, uno dei più importanti e riconosciuti progetti di Oluce, vincitrice del Premio Compasso d'oro nell'edizione del 1979.[6] Il lume è stato posto in varie collezioni permanenti di musei di design e arti decorative e tuttora la lampada Atollo è considerata un pezzo pregiato dell'Interior design.[5]
Progettazione e descrizione
modificaAtollo è stata progettata sul criterio del gioco di luce e generata da una semplice idea:
- la componente superiore è una cupola (si tratta di una semplificazione dei classici paralumi in tessuto);
- la componente inferiore è uno stelo trasformato in colonna, corposo e resistente, che ha lo scopo di sostenere il peso della cupola ed avere una base larga per rendere stabile la lampada.
La lampada è stata pensata in due varianti di materiale, una versione in alluminio laccato e un'altra in vetro opalino, questi materiali sono stati studiati e scelti accuratamente da Vico Magistretti perché voleva far riprodurre e diffondere la luce in modo morbido ed accogliente, e il materiale doveva essere adatto per propagare la luce della sorgente luminosa, nascosta sotto la cupola che indirizza i raggi luminosi verso il cono che li riflette, generando così luce e al contempo penombra.[7] Grazie a queste accortezze Atollo si trasforma in una silhouette grafica capace di portare alla mente e rivedere il concetto di lampada.[5]
Esistono sei modelli della lampada: tre per la tipologia in metallo e altrettanti per quella in vetro.
Potenza:
- 2 x max 105 W E27 (+ 1 x max 25 W E14);
- 2 x max 60 W(E14) (+ 2 x max 25 W E14);
- 2 x max 75 W E14 (+ 1 x max 40 W - E14 (dimmer)) - le parentesi fanno riferimento alla variante in vetro.
Grandezze in commercio:
- (grande Atollo 233-235) 50 × 70 × 20 cm;
- (media Atollo 239-237) 38 × 50 × 15 cm;
- (piccola Atollo 238-236) 25 × 35 × 10 cm.
I nomi delle versioni in metallo sono: Atollo 233 per la versione grande, Atollo 239 per quella media ed Atollo 238 per quella piccola. I modelli in vetro si chiamano rispettivamente Atollo 235, Atollo 237 ed Atollo 236.[5]
Riconoscimenti
modifica- Compasso d’Oro ADI 1979;
- “Museum of Modern Art”, New York 1979;
- “Philadelphia Museum of Art”, Philadelphia 1983;
- “Kunstgewerbemuseum”, Zuerich 1983;
- Museum “Die Neue Sammlung”, Muenchen 1983;
- “Museum für Kunst und Gewerbe”, Hamburg 1986;
- “Kunstmuseum”, Düsseldorf 1989;
- Collezione Permanente del Design Italiano 1945-1990, Triennale di Milano.
Note
modificaBibliografia
modifica- Silvia D. Ferraris, Vedere per progettare. Basic Design e percezione visiva per il disegno industriale, Franco Angeli.
- Giampiero Bosoni e Fabrizio G. Confalonieri, Paesaggio del design italiano (1972-1988), edizioni di comunità, 1988, p. 204..
- Michela Deni, Oggetti in azione. Semiotica degli oggetti: dalla teoria all'analisi, Franco Angeli, 2002.
- Jean-Marie Floch, Visual Identities, Continuum, The Tower Building, 11 York Road, London SEl 7NX 370 Lexington Avenue, New York, NY 10017-6503, 2000.
- Dario Mangano, Semiotica e Design, Carocci, 2008.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Atollo
Collegamenti esterni
modifica- Atollo, su arredativo.it, 26 aprile 2012. URL consultato il 6 marzo 2022 (archiviato il 28 febbraio 2021).
- Fondazione Vico Magistretti, su vicomagistretti.it. URL consultato il 26 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2018).
- Oluce, Milano dal 1945, su oluce.com. URL consultato il 16 dicembre 2017.
- Questomeseidee.it. URL consultato il 27 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2017).