Biacca
La biacca, o bianco di piombo, è un pigmento pittorico inorganico costituito da carbonato basico di piombo(II).
Biacca | |
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Nome IUPAC | |
carbonato basico di piombo | |
Nomi alternativi | |
biacca cerussite bianco di Cremnitz bianco di piombo | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | (PbCO3)2 · Pb(OH)2 |
Massa molecolare (u) | 775,633 |
Aspetto | polvere bianca |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 215-290-6 |
PubChem | 14834 |
SMILES | C(=O)([O-])[O-].C(=O)([O-])[O-].[OH-].[OH-].[Pb+2].[Pb+2].[Pb+2] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 6,14 |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi H | 360Df - 332 - 302 - 373 - 410 |
Consigli P | 201 - 273 - 308+313 - 501 [1][2] |
Periodo d'uso
modificaConosciuto ed utilizzato fin dai tempi più antichi è stato l'unico bianco disponibile insieme al "bianco San Giovanni" (carbonato di calcio) fino al XIX secolo; in seguito, con l'inserimento in commercio del "bianco di zinco" (nel 1840 circa) e, nel XX secolo (1930 circa), del "bianco di titanio", il suo impiego è molto diminuito fino quasi a scomparire del tutto. Oggi viene usato esclusivamente da alcuni pittori particolarmente legati alla tradizione e, seppur raramente, in lavori di restauro.
Il 19 novembre 1921, a seguito dell'intervento dell'Organizzazione internazionale del lavoro, parecchi stati stipularono una convenzione (White Lead (Painting) Convention, 1921 (No. 13), "Convenzione n. 13 del 1921 sulla biacca"[3]), che ne vieta definitivamente l'utilizzo. Questa convenzione fu ratificata in date diverse dai vari stati che la sottoscrissero. L'Italia la ratificò il 22 ottobre 1952. Stati Uniti d'America e Germania non l'hanno tuttora ratificata.
Caratteristiche
modificaÈ un pigmento tossico a base di piombo, molto coprente e solubile in acido nitrico, la cui vendita sotto forma di polvere è ormai praticamente proibita da tempo in parecchie parti del mondo, particolarmente in Europa e Stati Uniti. Viene prodotto ancora da alcune ditte che però lo utilizzano per la fabbricazione di colori pronti (in genere a olio), di solito mescolandolo al bianco di zinco allo scopo di limitarne l'intrinseca filacciosità e la tendenza a scurire, tipica di questo pigmento.
La biacca ha un residuo radioattivo misurabile con adeguati strumenti, che permette di stabilirne grossomodo l'età e che scompare del tutto dopo un periodo minimo di 160 anni.
L'essiccazione è abbastanza veloce e produce una pellicola molto elastica, di robustezza non raggiungibile con nessun altro bianco, che tuttavia tende a perdere di coprenza con il passare degli anni. Tende a scurire, a causa dell'azione delle tracce di acido solfidrico presenti nell'aria; inoltre ossidandosi si trasforma in ossido di piombo, di colore marrone. Questa tendenza all'incupimento è molto più evidente quando questo bianco è utilizzato con leganti magri (pittura murale, tempera, etc.) e in presenza di umidità.
Per quanto riguarda la tecnica a olio il problema della sua alterazione nelle mescolanze è meno evidente che nelle tecniche ad acqua, in quanto le particelle di pigmento sono protette dal legante grasso e difficilmente entrano in stretto contatto tra loro. È in ogni modo buona norma evitare miscele con sostanze contenenti zolfo e suoi derivati che, in alcuni casi, in reazioni dovute a H2S, potrebbero produrre un annerimento progressivo e irreversibile (trasformandosi in solfuro di piombo).
Nell'affresco, come in tutte le tecniche ad acqua, è un pigmento fortemente sconsigliato, anche per una marcata refrattarietà a mescolarsi omogeneamente con l'acqua. Se adeguatamente utilizzata e difesa dagli agenti atmosferici la biacca è resistentissima, come è possibile constatare dai quadri degli antichi maestri che se ne servirono con giudizio.
La biacca è nociva come tutti i composti a base di piombo ma a volte la sua pericolosità è descritta in termini esagerati. Si pensi che un grande maestro del passato come Tiziano Vecellio, che utilizzò esclusivamente questo bianco, si spense quasi centenario perché si ammalò di peste nera, e non per gli effetti tossici della biacca.[4]
Nomi alternativi
modificaNell'impiego come pigmento per opere d'arte, la biacca è stata denominata con nomi diversi a seconda dell'epoca e del luogo:[senza fonte]
- Bianco d'argento;
- Bianco di Amburgo;
- Bianco di Kremniz;
- Bianco di Kremser;
- Bianco di Genova;
- Bianco di Londra;
- Bianco di Nottinghen;
- Bianco di piombo (in inglese White lead e in tedesco Bleiweiß);
- Bianco di Venezia;
- Bianco inglese;
- Bianco olandese;
- Cerussa (in francese Céruse);
- Cerussite;
- in spagnolo albayalde, dall'arabo al-bayad, che significa "bianco, candore".
Note
modifica- ^ scheda del carbonato basico di piombo(II) su IFA-GESTIS Archiviato il 16 ottobre 2019 in Internet Archive.
- ^ Smaltire presso un impianto di trattamento rifiuti autorizzato.
- ^ International Labour Organisation Archiviato il 6 febbraio 2012 in Internet Archive. - data di entrata in vigore: 31.08.1923, paesi che hanno ratificato la Convenzione al 31.12.2011 = 63]
- ^ Cecilia Gibellini (a cura di), Tiziano, collana I classici dell'arte, vol. 7, Milano, Rizzoli, 2003, SBN IT\ICCU\TO0\1257632.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su biacca
Collegamenti esterni
modifica- Biacca, in Sapere.it, De Agostini.
- Biacca, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Definizione da Encarta [collegamento interrotto], su it.encarta.msn.com.
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