Panta rhei
Pánta rheî o panta rei (in greco antico: πάντα ῥ
Interpretazione
modificaLa fonte principale di questa attribuzione risalirebbe a Platone,[4] che nel suo Cratilo scrive:[5] «Dice Eraclito "che tutto si muove e nulla sta fermo" e confrontando gli esseri alla corrente di un fiume, dice che "non potresti entrare due volte nello stesso fiume"». Il riferimento è al frammento 91 D.K. del trattato Sulla natura, dove si può constatare che l'espressione "tutto scorre" non è presente:
«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»
In questo frammento Eraclito sottolinea come l'uomo non possa mai fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni ente, nella sua realtà apparente, è sottoposto alla legge inesorabile del mutamento. Altrove tuttavia Eraclito sottolinea che v'è un Logos, sottostante a questo continuo mutare, un'armonia profonda che governa in modo oscuro e inconoscibile la perenne dialettica fra contrari, che provoca il divenire perpetuo degli enti sensibili. Altrove egli lo paragona al fuoco.
Il discepolo di Eraclito, Cratilo, estremizzerà poi il pensiero del suo maestro, sostenendo che non solo non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, ma neppure una volta sola.
Note
modifica- ^ Edoardo Borgomeo, Oro blu, § III, Bari, Laterza, 2020.
- ^ Jacopo Nacci, Eraclito: il "panta rei" e il logos, videolezione del 25 marzo 2012, 4'32''.
- ^ Cfr. anche Hans Georg Gadamer, Eraclito: panta rei Archiviato il 20 maggio 2013 in Internet Archive., raiscuola, rai.it.
- ^ Vijay Thanka, The ancient greek philsophy, Dorling Kindersley, Delhi, 2006, p. 65.
- ^ Cratilo 402a.
Voci correlate
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