Partito Socialdemocratico di Corea
Il Partito Socialdemocratico di Corea (PSC; in hanja
Partito Socialdemocratico di Corea | |
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(KO) 조선사회민주당 Chosŏn Sahoe Minjudang | |
Presidente | Kim Ho-chol |
Vicepresidente | Kang Pyong-hak |
Stato | Corea del Nord |
Sede | Pyongyang |
Abbreviazione | PSC |
Fondazione | 3 novembre 1945 |
Ideologia | Socialdemocrazia[1] ("de iure")
Juche ("de facto")[senza fonte] |
Collocazione | Centro-sinistra ("de iure ")[2] |
Coalizione | Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria |
Seggi Assemblea popolare suprema | |
Iscritti | 30.000 (2007) |
Storia
modificaIl partito venne fondato a Pyongyang, nella Corea del Nord occupata dai sovietici, da Cho Man-sik il 3 novembre 1945 come Partito Democratico Coreano.[12][13] Ottenne rapidamente il sostegno di uomini d'affari e intellettuali cristiani, oltre che di lavoratori benestanti, e dopo poche settimane contava circa mezzo milione di membri.[12] Tuttavia, il partito fu accusato di una serie di rivolte anticomuniste e anti-sovietiche, e dopo che Cho si oppose ai risultati della Conferenza di Mosca a dicembre (che era sostenuta da comunisti e sovietici), fu arrestato dai sovietici.[12] L'arresto di Cho portò molti dei leader del partito a trasferirsi a Seul, in Corea del Sud, dove istituirono una nuova sede;[12] il partito nominò cinque candidati per le elezioni dell'Assemblea costituente del maggio 1948 in Corea del Sud, vincendo un seggio, preso da Yi Yun-yong.[14]
In Corea del Nord il partito è stato rilevato dalla nuova leadership guidata dal comunista Choe Yong-gon e successivamente si è unito al Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria, dopo di che è diventato subordinato al Partito del Lavoro di Corea.[6] Ai suoi candidati furono assegnati 35 seggi, sempre all'interno dell'unica coalizione legale e con "elezioni" senza la possibilità di scegliere tra più candidati, nelle elezioni dell'agosto 1948 e 11 nel 1957. Nel 1959 e nel 1960 tutti gli uffici del partito vennero chiusi dal governo.[12] Successivamente è stato ridotto a quattro seggi nel 1962 e uno nel 1967 e 1972. Nel 1980 ha assunto il nome attuale.[15]
Alla fine degli anni '80, insolitamente, il giornale del partito presentò testi che sollevavano critiche alle politiche governative, tra cui chiamate per dare maggiore sostegno alle persone con disabilità o per migliorare il sistema di petizioni per alzare i benefici del consentire più di un solo candidato per ogni distretto elettorale (mentre tuttora se ne può scegliere uno solo[16]) e chiedere agli elettori di decidere quale debba essere eletto.[17]
Dal 1982 fino all'inizio degli anni 2000, il partito ha distribuito il suo giornale del partito all'estero in traduzione coreana e inglese. Dalla metà degli anni 2000, esso è disponibile solo online.[17]
Le elezioni del 1990 videro l'assegnazione di 51 seggi al partito,[18] quelle del 1998 di 52 seggi[19] e quelle del 2009 di 50 seggi,[20] rimasti 50 nel 2014.[21] A gennaio 2007, il partito contava circa 30.000 membri.[22]
L'allora presidente del partito Kim Yong-dae[23] è stato considerato nel 2011 dal governo nordcoreano penultimo per importanza gerarchica tra i 232 membri della commissione creata per il funerale di Kim Jong-il, testimoniando la scarsissima rilevanza del suo partito e del Partito Chondoista (la cui leader fu classificata ultima tra i membri della stessa commissione) nella politica nordcoreana, diretta solo dal Partito del Lavoro di Corea.[6]
Nel 2012, Kim Yong-dae incontrò dei rappresentanti dell'estrema sinistra sudcoreana (Partito Progressista Unificato) per condannare insieme "le intenzioni del Giappone di invadere le rocce di Liancourt".[6] Nello stesso anno, Kim Yong-dae ricevette l'Ordine di Kim Jong-il,[24] onorificenza nordcoreana per le persone o le organizzazioni "che hanno reso un servizio distinto nella spinta a realizzare la causa rivoluzionaria dello Juche, la causa della costruzione di una fiorente nazione socialista".[25]
Il partito è attualmente guidato da Kim Ho-chol.
Ideologia
modificaIl Partito Democratico Coreano è stato ribattezzato Partito Socialdemocratico nel 1981. La probabile ragione per il nuovo nome era che la socialdemocrazia è considerata un'ideologia accettabile dagli stranieri. Da allora, il partito è stato utilizzato nella propaganda nordcoreana per i simpatizzanti stranieri. A causa dell'apparente ideologia socialdemocratica, che è comprensibile agli stranieri, il Partito socialdemocratico è utilizzato in tale propaganda molto più dell'altro partito minore legale, il Partito Chondoista Chongu. Negli anni '90, il partito ha pubblicato riviste periodiche in coreano ed in inglese. Queste riviste hanno cercato di convincere contemporaneamente gli stranieri che la Corea del Nord avrebbe un sistema multipartitico con partiti indipendenti ma che, paradossalmente, i partiti minori in Corea del Nord sostengono comunque il Partito del Lavoro di Corea senza riserve.[6]
Teoricamente, il partito aderisce alla socialdemocrazia nazionale che si addice alle condizioni storiche e alle caratteristiche nazionali della Corea e il suo motto politico è "indipendenza, sovranità, democrazia, pace e difesa dei diritti umani".[26]
Risultati elettorali
modificaNota: le elezioni in Corea del Nord sono sempre state descritte dagli osservatori esterni come delle elezioni farsa[27][28][29][30], il voto è obbligatorio e si può scegliere o meno un solo candidato in ogni distretto elettorale, si ritiene che votare in privato possa destare sospetti e disapprovare il candidato possa portare ad essere accusati di tradimento e/o finire sulle liste di proscrizione della polizia segreta[16][31][32], tutti i candidati sono preselezionati e devono far parte del Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria, guidato dal Partito del Lavoro di Corea.[7][8][9][10][11]
Elezione | Seggi |
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Parlamentari 1948 | 35 / 572
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Parlamentari 1957 | 11 / 215
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Parlamentari 1962 | 4 / 383
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Parlamentari 1967 | 1 / 457
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Parlamentari 1972 | 1 / 541
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Parlamentari 1977 | 0 / 579
|
Parlamentari 1982 | 0 / 615
|
Parlamentari 1986 | 0 / 655
|
Parlamentari 1990 | 51 / 687
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Parlamentari 1998 | 53 / 687
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Parlamentari 2003 | 0 / 687
|
Parlamentari 2009 | 50 / 687
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Parlamentari 2014 | 50 / 687
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Parlamentari 2019 | 50 / 687
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Note
modifica- ^ Naenara, su naenara.com.kp.
- ^ Being a minor party in the North, su nknews.org.
- ^ North Korea - MASS ORGANIZATIONS, su countrystudies.us. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (EN) United Nations High Commissioner for Refugees, Refworld | Freedom in the World 2018 - North Korea, su Refworld. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (EN) Jozef Wilczynski, An Encyclopedic Dictionary of Marxism, Socialism and Communism: Economic, Philosophical, Political and Sociological Theories, Concepts, Institutions and Practices — Classical and Modern, East-West Relations Included[collegamento interrotto], Macmillan International Higher Education, 11 novembre 1981, ISBN 978-1-349-05806-8. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b c d e (EN) Being a minor party in the North | NK News, su NK News - North Korea News, 26 novembre 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b How North Korea's elections work, in The Economist, 5 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b Country Reports on Human Rights Practices for 2015, su 2009-2017.state.gov. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b 조국통일민주주의전선(
祖國 統一 民主 主義 戰線 ) - 한국민족문화대백과사전, su web.archive.org, 22 agosto 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2019). - ^ a b (EN) Democratic Front for the Reunification of the Fatherland, su Young Pioneer Tours, 16 luglio 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b Constitutional and Parliamentary Information (PDF), su asgp.info. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2006).
- ^ a b c d e Haruhiro Fukui (1985) Political parties of Asia and the Pacific, Greenwood Press, pp. 652–653
- ^ (EN) Yonhap News Agency Seoul, North Korea Handbook, M.E. Sharpe, 27 dicembre 2002, ISBN 978-0-7656-3523-5. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ 조선민주당(
朝鮮 民主黨 ) - 한국민족문화대백과사전, su encykorea.aks.ac.kr. URL consultato il 2 dicembre 2020. - ^ Dieter Nohlen, Florian Grotz & Christof Hartmann (2001) Elections in Asia and the Pacific: A Data Handbook: South East Asia, East Asia, and the Pacific Volume 2, p404 ISBN 0-19-924959-8
- ^ a b Come sono le "elezioni" in Corea del Nord, su Il Post, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ a b (EN) Voices from the Black Box: 1987, the Social Democratic Party, and Protection of Human Rights, su Sino-NK, 14 settembre 2015. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA: parliamentary elections Choe Go In Min Hoe Ui, 1990, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA: parliamentary elections Choe Go In Min Hoe Ui , 1998, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), ELECTIONS IN 2009, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ IPU PARLINE database: DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA (Choe Go In Min Hoe Ui), Last elections, su archive.ipu.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^
朝 鲜政治 , su web.archive.org, 27 gennaio 2007. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2007). - ^ North Side Committee for Implementing June 15 Joint Declaration Meets, su kcna.co.jp. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
- ^ 북한정보포털 | 인물, su nkinfo.unikorea.go.kr. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Copia archiviata, su web.archive.org. URL consultato l'11 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
- ^ "Naenara"-Politics in Korea - Partied and Public Organizations - Korean Social Democratic Party, su web.archive.org, 9 luglio 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2014).
- ^ (EN) Choe Sang-Hun, North Korea Uses Election To Reshape Parliament (Published 2014), in The New York Times, 9 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (EN) nknews, The weird, weird world of North Korean elections | NK News, su NK News - North Korea News, 3 marzo 2014. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ Cinzia Rizzi, Le elezioni (farsa) in Corea del Nord, su euronews, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (IT) Corea del Nord, quando le elezioni sono una farsa, su Rainews. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (EN) North Koreans vote in 'no-choice' parliamentary elections, in BBC News, 10 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
- ^ (EN) North Koreans head to the polls but they have no choice. So why the charade?, su abc.net.au, 12 marzo 2019. URL consultato il 2 dicembre 2020.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modificaControllo di autorità | VIAF (EN) 135572296 · LCCN (EN) no95056213 |
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