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La '''pirateria nel Mar Baltico''' fu attestata sin dai primordi dell'[[Epoca vichinga]] (790–1066) e proseguì sino a tutto il [[XV secolo]].

In ragione della sua natura di ''Mare clausum'', stretto tra lo [[Jutland]] a [[ovest]], l'[[Europa continentale]] a [[sud]] e la [[Fennoscandia]] a [[nord]] ed [[est]], e dell'importante attività commerciale (fond. [[Ambra (resina)|ambra]], [[Schiavismo|schiavi]], [[Pelliccia|pellicce]]) che lo interessò sin dall'[[Antichità classica|Età classica]], il [[Mar Baltico|Baltico]] fu particolarmente suscettibile agli atti di [[pirateria]]. I dati relativi al fenomeno sono però scarsi sino alla c.d. [[Età del ferro germanica]], quando l'[[Europa settentrionale]], sino ad allora poco o nulla citata nella [[storiografia romana]], balzò rapidamente agli onori della cronaca. Durante l'[[Alto Medioevo]], abbondano invece le fonti che descrivono il Baltico come una frontiera selvaggia dell'Europa cristiana, ove popolazioni barbare e pagane ([[Norreni]], [[Slavi]], [[Balti (popolo europeo)|Balti]] e [[Lingue baltofinniche|Finni]]) alternavano fiorenti commerci a sanguinosi atti di pirateria. La pirateria nel Mar Baltico, come la pirateria nel [[Mar Mediterraneo]], fu infatti sempre pratica diffusa e condivisa tra le varie popolazioni che si affacciavano su quei lidi: non solo i celebri [[vichinghi]] ma anche i pirati slavi, balti o finni.

La scomparsa dei pirati dal Mar Baltico e, più in generale, l'evoluzione dei rapporti tra Danesi, Svedesi, Slavi, Balti, Finni ed i Tedeschi del [[Sacro Romano Impero]] verso moderne e stabili relazioni diplomatiche furono conseguenze dell'evoluzione socio-economica che interessò la macroregione a partire dal [[XII secolo]]: da una parte lo slancio tedesco alla conquista delle terre slave (v.si ''[[Ostsiedlung]]'') e dall'altra la cristianizzazione violenta degli slavi e dei balti per tramite delle c.d. "[[Crociate del Nord|Crociate del nord]]", poi culminate nella creazione dello [[Stato monastico dei Cavalieri Teutonici]].

L'ultimo grande ''exploit'' piratesco nel Baltico si verificò al volgere del [[XIV secolo]], quando la celebre confederazione pirata dei ''[[Vitalienbrüder]]'' profittò della contesa dinastica tra [[Alberto di Meclemburgo]] (r. 1364–1389), [[Sovrani di Svezia|re di Svezia]], e [[Margherita I di Danimarca]] al punto da mettere in seria crisi i proventi della potente [[Lega anseatica]]. La chiusura della contesa con la creazione per opera di Margherita della c.d. "[[Unione di Kalmar]]" e la contestuale eliminazione fisica dei ''Vitalienbrüder'' per mano dei [[Cavalieri teutonici]] debellò in modo significativo la pirateria dalle acque del Baltico.

== Contesto ==
===Il teatro delle operazioni===
[[File:Baltic drainage basins (catchment area).svg|miniatura|sinistra|Il bacino idrografico del Mar Baltico.]]

{{Vedi anche|Mar Baltico}}

Il '''Mar Baltico''' è un [[Mare mediterraneo (idrografia)|mare interno]] dell'[[Oceano Atlantico]] settentrionale e si trova nell'[[Europa settentrionale|Europa nord]]-[[Europa orientale|orientale]], circondato dalla [[penisola scandinava]], dalla terraferma dell'[[Europa centrale]] ed [[Europa orientale|orientale]] e dalle isole [[Danimarca|danesi]]. Sfocia nel [[Kattegat]] e nel [[mare del Nord]], passando attraverso le isole danesi in [[Stretti danesi|tre stretti]]: l'[[Øresund]], il [[Piccolo Belt]] ed il [[Grande Belt]]. Sfociano in esso cinque grandi fiumi: l'[[Oder]], la [[Vistola]], il [[Nemunas|Njemen]] (o Nemunas), la [[Daugava]] (o Dvina Occidentale) e la [[Neva]]. Le coste tendono inoltre a ghiacciare d'[[inverno]] specie in occasione di eventi [[Meteorologia|meteorologici]] particolarmente freddi.

Come ben descritto da Bjork nel suo ''Piracy in the Baltic'' del 1943, questo specchio d'acqua 377 000 [[Chilometro quadrato|km<sup>2</sup>]] era ed è caratterizzato da «nidi d'isole che offrono insenature e secche, promontori, banchi di scogli ed alte scogliere, strutture [ideali] per appostarsi, per sorprendere, per attaccare e per fuggire.»<ref name=":7">{{cita|Bjork 1943|p. 39}}.</ref> Oltre a ciò, i sopracitati grandi fiumi che vi sfociano sono navigabili verso l'entroterra e presentano diverse regioni ad alta densità di [[lago|laghi]] e [[lagune]] (es. la [[Terra dei laghi della Masuria]], la [[laguna di Stettino]], la [[laguna della Vistola]], la [[laguna dei Curi]]), tutti elementi che facilitarono la locale marineria, sia lecita sia illecita.

All'epoca dei [[Civiltà romana|Romani]], il Mar Baltico era conosciuto come "''Mare Suebicum''" o "''Mare Sarmaticum''". [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], nei suoi ''[[De vita et moribus Iulii Agricolae|Agricola]]'' e ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'', del [[98]] d.C., descrisse il ''Mare Suebicum'' che prendeva il nome dalla tribù [[germani]]ca dei [[Suebi]]. Invece, il nome "baltico" potrebbe essere connesso con l'isola nota in antichità, posta a queste latitudini e chiamata "[[Baltia]]", nominata da [[Plinio il Vecchio]].

=== Gli attori coinvolti ===
;Norreni
[[File:Wikinger.jpg|miniatura|Le navi dei vichinghi danesi in rotta per l'Inghilterra - ill. in {{cita libro|lingua=la|autore=[[Abbone di Fleury]]|titolo=Passio Sancti Edmundi, Regis Orientalium Anglorum et Martyris}}]]

{{Vedi anche|Norreni|Vichinghi}}

I '''norrèni'''<ref>{{Treccani|norreno|norreno|v=x}}</ref> o '''nordici'''<ref>{{treccani|nordico|nòrdico|v=1}}</ref> sono un [[gruppo etnolinguistico]] di [[popoli germanici]] che nel [[Medioevo]] abitavano la Scandinavia e parlavano la [[lingua norrena]],<ref group="N">{{cita web|url=https://www.archeofriuli.it/introduzione-allarcheologia-scandinava-cura-lorena-cannizzaro-universita-degli-studi-milano/|titolo=Introduzione all'archeologia scandinava|autore=Lorena Cannizzaro|editore=Società friulana di archeologia|data=23 maggio 2020|citazione=Sappiamo che vengono ricordati nelle fonti con nomi diversi quali Norreni, Vichinghi, Variaghi e Normanni, tutti appellativi riconducibili a guerrieri temibili e abili marinai originari delle remote regioni scandinave. Questi, infatti, salparono dalla Norvegia, Svezia e Danimarca}}</ref><ref group="N">{{Cita libro|autore=Simone Barcelli|titolo=Il Retaggio Perduto dei Vichinghi: Quando i Norreni conquistarono il mondo|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=9__DDwAAQBAJ&q=distinzione#v=snippet&q=distinzione&f=false|anno=2019|editore=Cerchio della luna|citazione=In Inghilterra venivano anche chiamati uomini del Nord o norreni, termini con cui all'epoca si indicavano in maniera generica tutte quelle popolazioni che provenivano dalla Scandinavia, senza distinzione per regione [...]|ISBN=9788869375019}}</ref><ref group="N">{{Cita libro|lingua=en|nome=Rory|cognome=McTurk|titolo=A Companion to Old Norse-Icelandic Literature and Culture|url=https://books.google.com/books?id=Exp50zxE0FwC|data=2008|editore=John Wiley & Sons|p=7|citazione=Old Norse' defines the culture of Norway and Iceland during the Middle Ages. It is a somewhat illogical concept as it is largely synonymous with 'Norse'... The term 'Norse' is often used as a translation of norroenn. As such it applies to all the Germanic peoples of Scandinavia and their colonies in the British Isles and the North Atlantic.|isbn=978-1405137386}}</ref><ref group="N">{{Cita pubblicazione|lingua=en|data=2010|titolo=The North and the Depiction of the "Finnar" in the Icelandic Sagas|rivista=Scandinavian Studies|volume=82|numero=3|pp=257–286|citazione=The term "Norse" will be used as a catchall term for all North Germanic peoples in the sagas...|cognome1=DeAngelo|nome1=Jeremy|jstor=25769033}}</ref> lingua del [[Lingue germaniche settentrionali|ramo germanico settentrionale]] da cui discesero le moderne [[lingue scandinave]].<ref group="N">{{Cita libro|lingua=en|cognome=Leeming |nome=David A. |data=2014 |titolo=The Handy Mythology Answer Book |url=https://books.google.com/books?id=NH2DBwAAQBAJ |editore=Visible Ink Press |p=143 |isbn=978-1578595211 |citazione="Who were the Norse people? The term Norse is commonly applied to pre-Christian Northern Germanic peoples living in Scandinavia during the so-called Viking Age. Old Norse gradually developed into the North Germanic languages, including Icelandic, Danish, Norwegian, and Swedish}}</ref><ref>{{cita web |autore=Lorena Cannizzaro |titolo=Vichinghi misteriosi – ma senza esagerare |url=https://www.academia.edu/46627411/Vichinghi_misteriosi_ma_senza_esagerare |rivista=Query. La scienza indaga i Mysteri |editore=CICAP |anno=2021 |}}</ref> Dal [[VIII secolo]] in poi i norreni iniziarono una [[Espansione vichinga|espansione]] che li portò in tutto il mondo,<ref name="Bartlett">{{Cita libro |autore=Roger Bartlett |url=https://books.google.it/books?id=MYnkBQAAQBAJ&pg=PT29&lpg=PT29&dq=norreni+svedesi+google+books&source=bl&ots=noRjt4hoLh&sig=ACfU3U3HzKUlGLZJzwlT4IU2S2cgWfreTA&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiw58bi4pH0AhVQNOwKHfeuBHgQ6AF6BAgLEAM#v=snippet&q=%22norreni%20scandinavi%22&f=false |titolo=Storia della Russia |editore=Edizioni Mondadori |anno=2014 |ISBN=9788852059544 |}}</ref> creando stati e insediamenti nelle [[Fær Øer]], nel [[Regno Unito]], in [[Irlanda]], in [[Islanda]], in [[Finlandia]], in [[Russia]], in [[Sicilia]], in [[Italia meridionale]], sull'isola di [[Terranova]] in [[Canada]], in [[Groenlandia]].<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Francesco Palma |url=https://www.academia.edu/50932452/Basi_ideologiche_e_costruzioni_storiografiche_nelle_ipotesi_migrazionistiche_sulla_fine_della_Groenlandia_norrena |titolo=Basi ideologiche e costruzioni storiografiche nelle ipotesi migrazionistiche sulla fine della Groenlandia norrena |rivista=Scandia: Journal of Medieval Norse Studies |anno=2020 |accesso=12 novembre 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211112121149/https://www.academia.edu/50932452/Basi_ideologiche_e_costruzioni_storiografiche_nelle_ipotesi_migrazionistiche_sulla_fine_della_Groenlandia_norrena |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Francesco|cognome=D'Angelo|titolo=I Regni del Nord|accesso=3 gennaio 2023|url=https://www.academia.edu/10193885/I_Regni_del_Nord}}</ref>

Il termine "norreni" è spesso [[Sineddoche|assimilato]] al termine "'''vichinghi'''",<ref group="N">{{Cita libro|lingua=en|cognome=Fee |nome=Christopher R. |data=2011 |titolo=Mythology in the Middle Ages: Heroic Tales of Monsters, Magic, and Might |url=https://books.google.com/books?id=tH3nU9REZHgC |editore=ABC-CLIO |p=3 |isbn=978-0313027253 |citazione="Viking" is a term used to describe a certain class of marauding Scandinavian warrior from the 8th through the 11th century. However, when discussing the entire culture of the Northern Germanic peoples of the early Middle Ages, and especially in terms of the languages and literatures of these peoples, it would be more accurate to use the term "Norse." Therefore during the Middle Ages and beyond, it therefore might be useful to speak of "German" peoples in middle Europe and of "Norse" peoples in Scandinavia and the North Atlantic.}}</ref> sebbene quest'ultimo termine sarebbe specifico per quel ristretto gruppo di uomini liberi norreni, esploratori e [[Guerriero|guerrieri]], che a bordo delle loro iconiche ''[[longship]]'' (i celeberrimi ''drekar''/''drakkar'') navigavano per mare dedicandosi alla pirateria.<ref>{{Cita web|url=https://www.oxfordlearnersdictionaries.com/definition/english/viking|titolo=Viking|accesso=23 novembre 2021|opera=Oxford learners dictionaries}}</ref> A questo periodo della [[storia dell'Europa]] (generalmente racchiuso fra gli anni 793 e 1066) ci si riferisce normalmente con l'appellativo di "[[Epoca vichinga]]", termine menzionato per la prima volta nel poema anglosassone del [[IX secolo]] ''[[Widsith]]'', nei versi 47, 59, 80, come "''Wicinga''".

;Slavi
[[File:West slavs 9th-10th c.2-es.svg|miniatura|sinistra|Le tribù slave occidentali tra IX e X secolo.]]

{{Vedi anche|Slavi}}

Gli '''slavi''' stanziati lungo le coste del Baltico, ove erano giunti a seguito della migrazione dalla loro madrepatria nel VII secolo, erano caratterizzati, al principio dell'Epoca vichinga, da un'[[agricoltura]] non molto sviluppata ed avevano pertanto un disperato bisogno di risorse poiché le isole secche erano le uniche coltivabili. Il [[Linum usitatissimum|lino]] era la coltura primaria, destinata a fornire [[Lino (fibra)|fibra]] per la stoffa ed usato come forma di valuta. Unitamente a ciò, gli slavi difettavano di [[bestiame]] ma erano noti per i loro successi nell'[[apicoltura]], vendendo [[miele]] e [[cera d'api]] ai [[tedeschi]] per l'uso nelle candele delle chiese e nei documenti di tenuta. Tramite questo commercio, gli slavi entrarono nel circuito monetario germanico. Il dettaglio delle informazioni sul commercio tra tedeschi e slavi restano però ad oggi sconosciute fino al [[IX secolo]].<ref>{{cita|Thompson 1922|pp. 546-547}}.</ref>

In un simile contesto di miseria, gli slavi ricorsero per forza di cose ad attività di [[brigantaggio]] e/o [[pirateria]] per garantirsi la sopravvivenza, profittando delle asperità della costa baltica che rendeva facile insediarvi roccaforti con sbocchi sul mare: es. v.si l'insediamento dei [[Rani (popolo)|Rani]] nell'[[isola]] di [[Rügen]]. Entrarono allora in contatto con i [[vichinghi]], [[danesi]] ma non solo, per i quali pirateria e commercio andavano di pari passo,<ref name=":5" /> ed allacciarono con essi delle certe, seppur difficilmente documentabili, relazioni operative/commerciali periodicamente inframezzate da scontri da varia portata.<ref name=":0">{{cita|Thompson 1922|p. 548}}.</ref> Un ruolo importante fu sicuramente giocato, in quest'ottica, dagli insediamenti norreni nel Baltico slavo: es. la semi-leggendaria fortezza di [[Jomsborg]],<ref>{{cita|Jones 1978|p. 136}}.</ref> nel delta dell'[[Oder]], in [[Pomerania]], attiva dal [[960]] al [[1043]].

Linguisticamente ed etnicamente, la corretta identificazione delle popolazioni slave attivamente coinvolte nella pirateria risulta abbastanza complessa. Per tutto il [[Medioevo]] e sin dai tempi dell'[[Impero romano]], le popolazioni non-germaniche stanziate sul Baltico vennero genericamente chiamate "[[Venedi|Venedi/Vendi]]".<ref group="N">Le prime menzioni dei [[Venedi|Venedi/Vendi]] si trovano già nel [[I secolo]] in {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=[[Naturalis historia]]|}} e {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Tacito]]|titolo=[[De origine et situ Germanorum]]|capitolo=XLVI, 1-2}}</ref> Nell'[[Alto Medioevo|Alto medioevo]], il termine passò ad indicare tutte le popolazioni slave che oggi linguisticamente raccogliamo nel gruppo dei c.d. "[[slavi occidentali]]" stanziate ad oriente del c.d. ''[[Limes Saxoniae]]'',<ref group="N">{{Citazione|Questo va dalla riva orientale dell'Elba fino al fiumiciattolo che gli slavi chiamano Mescenreiza, il quale passa sul confine scorrendo pel bosco Delvunder fino al fiume [[Delvenau]]. Da questo si arriva al Horchenbici (oggi [[Hornbeker Mühlenbach]]) ed alle fonti della [[Bille (fiume)|Bille]]. Quindi si prosegue fino al Liudwinestein. Poi esso corre sugli acquitrini del [[Beste (fiume)|Beste]] fino a Travewald e in su attraverso questi fino al bassopiano di [[Blunk]]. Di qui si prosegue ed esso conduce per il bosco di Ackerrand per salire diritto fino al guado dello Ackerrandbach. Là Burvido sostenne un duello contro un campione degli slavi, che uccise, ed una lapide posta in detto luogo lo ricorda. Da questo corso d'acqua il confine corre in su e giunge nel lago di Colse [località non identificata, ''n. d. r. '']. Quindi si viene alla parte orientale dello Schwentinefeld, fino al fiume Schwentine, lungo il quale il confine sassone corre fino allo Skytenmeer ed al [[Mar Baltico]]|{{cita|Adamo da Brema|II libro, cap. 15b}}|''Hoc est ab Albiae ripa orientali usque ad rivulum quem Sclavi vocant, a quo sursum limes currit per silvam usque in fluvium Delvundam ; sicque pervenit in et Bilenispring ; inde ad Liudwinestein et Wispircon et Birznig progreditur. Tunc in Horbinstenon vadit usque in Travena silvam, sursumque per ipsam in Bulilunkin ; mox in Agrimeshov, et recto ad vadum, quod dicitur Agrimeswidil, ascendit. Ubi et Burwido fecit duellum contra campionem Sclavorum, interfecitque eum: et lapis in eodem loco positus est in memoriam . Ab eadem igitur aqua sursum procurrens terminus in stagnum Colse vadit; sicque ad orientalem campum venit Zuentifeld, usque in ipsum flumen Zuentinam, per quem limes Saxoniae usque in pelagus Scythicum et mare quod vocant orientale delabitur.''|lingua=la}}</ref> un confine non fortificato presumibilmente concordato con gli slavi [[Obodriti]] da [[Carlo Magno]] verso l'[[810]]/[[811]], durante il suo ultimo soggiorno nel nord della [[Germania]], ubicato nella parte occidentale dell'attuale [[Schleswig-Holstein]]. Sempre nel corso del [[IX secolo]], tutte queste terre presero ad essere genericamente chiamate "[[Wendland]]" dai [[popoli germanici settentrionali]].<ref group="N">La prima menzione del [[Wendland]], reso "''Weonodland''", ad opera di [[Wulfstan di Hedeby]].</ref> Chiare menzioni sui gruppi tribali e/o le federazioni di popoli slavi gravitanti sul Baltico datano al secolo successivo (Obodriti, [[Veleti]], Rani) quando il territorio viene contestualmente interessato dal crescere dell'ingerenza del neonato [[Ducato di Polonia]], slavo [[Cristianizzazione della Polonia|ma già cristiano]], estesosi fino alla Pomerania, ma la generica menzione di Venedi/Vendi continua a persistere ed anzi si complica laddove "venedo" inizia ad essere utilizzato per indicare personaggi (non sempre chiaramente identificabili) di nazionalità polacca: es. il re venedo [[Burislav]], probabilmente da identificarsi con [[Miecislao I di Polonia]] o suo figlio [[Boleslao I di Polonia|Boleslao I]].

;Balti e Finni

[[File:Baltic Tribes c 1200.svg|miniatura|Le tribù baltiche al principio del XIII secolo.]]

Le sponde orientali del Baltico, al principio dell'Età vichinga, erano invece abitate dalle medesime popolazioni che vi si erano stanziate nel Neolitico: i [[Lingue baltofinniche|Baltofinni]] (antenati di [[Estoni]], [[Finlandesi]] e [[Sami]]) [[Lingue uraliche|uralici]] e gli [[Lingue indoeuropee|indoeuropei]] [[Balti (popolo europeo)|Balti]] ([[Lituani]], [[Lettoni]], [[Letgalli]], ecc.). Seppur non caratterizzate da un'economia molto avanzata, queste lande prosperarono grazie al commercio dell'[[Ambra (resina)|ambra]] (v.si "[[Via dell'Ambra]]")<ref>{{cita|Jones 1978|p. 166}}.</ref> e ad un'agricoltura su vasta scala. I Balti, incuneatisi in un areale di laghi e paludi, prosperarono nel loro isolamento, mentre i Baltofinni si sostentarono per lungo tempo praticando l'allevamento semi-nomade. Nell'entroterra non mancarono ovviamente contatti, frequenti, forse al punto da generare ibridazioni, tra i Balti ed i Finni più meridionali come gli Estoni.<ref>{{cita|Tvauri 2012|pp. 322-325}}.</ref>

I contatti tra i norreni, fondamentalmente svedesi, i balti ed i baltofinni datano alla fase pre-vichinga della storia scandinava.<ref>{{cita|Jones 1978|p. 255}}.</ref><ref>{{cita libro|lingua=en| cognome=Tvauri|nome=Andres|titolo=The Migration Period, Pre-Viking Age, and Viking Age in Estonia|data=2012|cid=Tvauri 2012|url=https://www.etis.ee/Portal/Publications/Display/b80b6f11-43ed-4b8c-b616-48ac53b70ec5?language=ENG|accesso=27 dicembre 2016}}</ref> Già al tempo dell'[[Era di Vendel]] (550−793), coloni e guerrieri dal [[Gotland]] costituirono un fiorente avamposto presso l'attuale [[Grobiņa]], in [[Lettonia]], almeno dal [[650]],<ref>{{cita libro|lingua=en|nome=Marika|cognome= Mägi|url=https://books.google.it/books?id=CGdjDwAAQBAJ&pg=PA243&dq=grobina+vikings&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj9psqo-4DqAhXFl4sKHRZ3BqEQ6AEIKDAA#v=onepage&q&f=false|titolo= In Austrvegr: The Role of the Eastern Baltic in Viking Age|editore=BRILL|anno= 2018|ISBN=978-90-04-36381-6|pp=243-253}}</ref> il cui controllo finì con il divenire, nei secoli successi, l'obiettivo geopolitico dei primi potentati della regione.<ref>{{cita|Jones 1978|p. 256-257}}.</ref> La precoce presenza norrena nel Baltico orientale, fino al [[Golfo di Finlandia]], contribuì a diffondervi la pratica della marineria e, per conseguenza, della pirateria.<ref name=":5">{{cita|Jones 1978|p. 173}}.</ref> Allo stato attuale della ricerca è poi da verificare quanto questa annosa presenza norrena abbia contribuito a diffondere tra i Finni, fond. gli Estoni, il ricorso alle [[fortezze di collina]] poi divenute motori di sviluppo socio-culturale per le prime comunità organizzate quei popoli (c.d. "''kihelkond''" [[lingua estone|et]].).<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Mägi|nome= Marika|anno=2015|capitolo=4. Bound for the Eastern Baltic: Trade and Centres AD 800–1200|curatore-cognome=Barrett|curatore-nome= James H.|curatore2-cognome=Gibbon|curatore2-nome=Sarah Jane|titolo=Maritime Societies of the Viking and Medieval World|editore= Maney Publishing|pp=45–46|ISBN=978-1-909662-79-7}}</ref>

== Storia ==

=== Alto Medioevo ===
[[File:Jaromarsburg 3.jpg|miniatura|sinistra|[[Capo Arkona]], una delle roccaforti dei pirati pagani [[Rani (popolo)|Rani]] a [[Rügen]].]]
Il complesso rapporto di collaborazione/scontro tra Slavi, litoranei o continentali che fossero, Balti, Finni e Norreni, principalmente Danesi e Svedesi, fu preordinato da ovvie ragioni geopolitiche: in quanto ''mare clausum'' stretto tra le aree d'insediamento germanico-settentrionali, slavo-occidentali e balto-finniche, il Baltico non poteva che stimolare al contatto, violento o pacifico, i vari popoli che ne abitavano le rive.<ref name=":0" /> Nello specifico, i rapporti tra i danesi e gli slavi litoranei furono facilitati dal fiorente commercio che da [[Hollingstedt (Schleswig-Flensburgo)]] a ovest collega la [[Frisia (regione storica)|Frisia]] e l'Occidente con [[Birka]] (Svezia), [[Wolin]] (Pomerania), [[Truso]] (presso l'attuale [[Elbląg]], in Masuria), i porti del Baltico orientale (es. [[Riga]]) e quelli dell'[[Russia|entroterra russo]] (es. [[Staraja Ladoga]], [[Novgorod]], ecc.): un commercio che si fondava sia sulla navigazione marittima sia su quella fluviale. Posizionati a cavallo di quest'antica tratta, poi pienamente sviluppatasi nella c.d. "[[Via variago-greca]]" nel [[X secolo]], i danesi ne fecero un prospero [[monopolio]].<ref>{{cita|Jones 1978|pp. 106-107}}.</ref> Per parte loro, anche gli slavi baltici, fondamentalmente la federazione dei Venedi ma anche gli Obodriti, tentarono di ritagliarsi il loro monopolio nei grandi delta fluviali dell'area.<ref name=":1" />

Dal 700 circa fiorì sulle coste baltiche dell'attuale [[Meclemburgo-Pomerania Anteriore]] l'emporio di [[Reric]], fondato dagli Obodriti ma divenuto in Età vichinga un centro multi-etnico slavo-scandinavo.<ref name="Harck12">{{cita libro|lingua=de|nome=Ole|cognome=Harck|nome2=Christian|cognome2=Lübke|titolo=Zwischen Reric und Bornhöved: Die Beziehungen zwischen den Dänen und ihren slawischen Nachbarn vom 9. Bis ins 13. Jahrhundert: Beiträge einer internationalen Konferenz, Leipzig, 4.-6. dicembre 1997|editore=Franz Steiner Verlag|anno=2001|p=12|ISBN=3-515-07671-9}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=de|nome=Jürgen|cognome=Happ|titolo=Reric, der verlorene Handelsplatz der Wikinger am südwestlichen Zipfel der Ostsee|edizione=2|editore=Mensing|anno=2004|ISBN=3-87533-007-2}}</ref> I danesi vi estesero ben presto la loro autorità, riscuotendovi tributi, sino a che l'emporio non fu razziato da re [[Göttrik]] (r. 804–810) nel [[808]],<ref>{{cita|ARF|}}.</ref> nel contesto delle scaramucce tra i danesi e Carlo Magno, che ne deportò la popolazione presso il "suo" emporio di ''Haithabu'' ([[Hedeby]]), la più grande città dei norreni.<ref name="Hoops514515">{{cita libro|lingua=de|nome=Johannes|cognome=Hoops [et al.]|titolo=Reallexikon der germanischen Altertumskunde|edizione=2||editore=Walter de Gruyter|anno=2003|pp=514-515|ISBN=3-11-017575-4}}</ref> Negli anni successivi, mentre faceva erigere il ''[[Danevirke]]'' per proteggere le sue terre dall'[[esercito carolingio]], Göttrik razziò le coste slave dei [[Veleti]]/Vilzi, sottomettendoli.<ref>{{cita|Jones 1978|p. 106}}.</ref>

{{Vedi anche|Dinastia ottoniana}}
[[File:Otto I of Germany.jpg|miniatura|[[Ottone I di Sassonia]] - [[miniatura]] in {{cita libro|lingua=la|autore=[[Ottone di Frisinga]]|titolo=Chronica sive Historia de duabus civitatibus|anno=XII secolo}}]]

La zona di confine fra i territori [[cristianesimo|cristiani]] del [[Sacro Romano Impero]], sempre più caratterizzantesi come una realtà geo-politica germanica mentre il [[impero carolingio|dominio carolingio]] di [[Francia]] cadeva nell'anarchia anche per colpa delle [[espansione vichinga|incursioni vichinghe]], e le terre dei pagani era contrassegnata dell'espansione della potenza dal lato tedesco in contrasto con il decadimento di quello slavo e la mancanza (o incapacità) dei norreni, fond. Danesi, di costituire compagini statali solide o durature. Per i principi tedeschi era soprattutto importante la stabilità dei confini. Perciò essi sostennero la formazione di ampie signorie, sia nella Danimarca vichinga, ove [[Aroldo I di Danimarca]] (r. 933−986), primo sovrano del regno riunito, fu supportato dall'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] (r. 962−973) che fu anche padrino al suo [[battesimo]], sia nella zona slava, quali ad esempio quella dei [[Naconidi]] il cui capostipite, [[Nakon]], fu sottomesso sempre da Ottone nella [[battaglia del Raxa]] ([[955]]).

Nei successivi due secoli, le fonti ci presentano i Venedi ancora sottomessi ai Danesi o comunque parte di una regione geopolitica governata dai danesi: v.si il sopracitato impegno nel Wendland di Aroldo I<ref name=":2" /><ref name=":3" /> che si servì dei Venedi nella [[Battaglia di Hjörungavágr]] (c. 986).<ref>{{cita|Jones 1978|p. 140}}.</ref> Questo non significa che i pirati non vichinghi (slavi, balti o finni che fossero) restarono inattivi: stando a [[Snorri Sturluson]], venduto come schiavo dai pirati estoni fu [[Olaf I di Norvegia|Olaf Tryggvason]], poi re di Norvegia (995-1000),<ref name=":4" /> la cui vita e le cui fortune non cessarono di legarsi alle popolazioni non-vichinghe del Baltico, non ultima la sua morte nella [[battaglia di Svolder]] nella quale era con buona probabilità accompagnato da un ciurma di predoni venedi;<ref name=":4" /> ampiamente citati nelle saghe (es. nella ''[[Njáls saga]]'') e supportati da riscontri archeologici furono gli scontri tra i vichinghi, i pirati balti Osiliani della grande isola di [[Saaremaa]] ([[Lingua svedese|sv]]. ''Ösel;'' [[Lingua danese|da]]. ''Øsel''), nel [[Golfo di Riga]], e le coste continentali di quella che sarebbe poi stata chiamata [[Livonia]]; ecc.[[File:Limes.saxoniae.wmt.png|miniatura|sinistra|''[[Limes Saxoniae]]''.]]La riuscita [[Rivolta slava del 983]] contro [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]] (r. 973−983), allora impegnato a combattere nell'[[Italia meridionale]] contro l'[[Emirato di Sicilia]], guidata da Veleti ed Obodriti (supportati da Aroldo di Danimarca, a sua volta infruttuosamente sollevatosi contro i [[Sassoni]] dopo la morte di Ottone I e che sarebbe morto proprio a Jomsborg, in territorio slavo nel [[986]])<ref name=":2">{{Cita libro|lingua=en|cognome=Bagge|nome=Sverre|url=https://www.jstor.org/stable/j.ctt3fgk28|titolo=Early state formation in Scandinavia|data=2009|editore=Austrian Academy of Sciences Press|isbn=978-3-7001-6604-7|volume=16|p=148|jstor=j.ctt3fgk28}}</ref><ref name=":3">{{cita|Jones 1978|pp. 136-139}}.</ref> bloccò però la penetrazione tedesca dell'[[Europa centrale]] ed [[Europa orientale|orientale]] per i successivi due secoli, costringendo l'Impero ad una politica limitanea di mero contenimento delle potenziali minacce.

L'attività missionaria in questi territori, già avviatasi al tempo dei Carolingi, passò allora in secondo piano, laddove invece [[Cristianizzazione della Scandinavia|il cristianesimo andava, lentamente ma metodicamente, prendendo piede in Scandinavia]].<ref>{{cita libro|lingua=no|autore=Warmind M|anno=1994|capitolo=Religionsmøde og trosskifte|cid=Warmind 1994|edizione=2|editore=Museum Tusculanums Forlag|curatore=N. Lund|titolo=Norden og Europa i vikingetid og tidlig middelalder|città=Copenaghen|isbn=87-7289-240-4}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Winroth A|titolo=The conversion of Scandinavia: Vikings, merchants, and missionaries in the remaking of Northern Europe|editore=Yale University Press|anno=2012|cid=Winroth 2012}}</ref> Addirittura, la rivolta del 983 privò alcuni vescovi ottoniani di fresca creazione (es. il [[diocesi di Brandeburgo|vescovo di Brandeburgo]] e quello [[diocesi di Havelberg|di Havelberg]]) della loro sede, facendone dei [[vescovo titolare|vescovi titolari]] senza diocesi perennemente ospiti della corte del re.

{{Vedi anche|Impero del Mare del Nord}}

Dalle ceneri del regno di Tryggvason emerse dominante [[Sweyn I di Danimarca]] (r. 986−1014) che creò un dominio danese del [[Mare del Nord]] comprendente, oltre a diverse parti della Scandinavia, anche l'[[Inghilterra]]. Nel dominio fattuale venutosi a creare, il c.d. '''Impero del Mare del Nord''', il Baltico era una delle marche di confine ed i suoi pirati, slavi e/o balti che fossero, uno dei problemi da gestire. [[Canuto il Grande]] (r. 1016−1035), figlio di Sweyn, vero creatore dell'impero,<ref>{{cita|Jones 1978|pp. 388-408}}.</ref> fu impegnato a contenere la minaccia dei pirati venedi<ref>{{cita|Jones 1978|p. 394n10}}.</ref> ma la sua morte nel [[1035]] mandò in frantumi l'unità dell'impero norreno e permise agli slavi di rialzare la testa, profittando delle contese tra gli eredi del defunto leader. [[Magnus I di Norvegia|Magnus il Buono]] di Norvegia (r. 1035−1047), utilizzando l'accordo che aveva stretto con [[Canuto II d'Inghilterra|Canuto II]] (r. 1035−1042) nel 1040, prese il controllo della Danimarca e, nel consolidarvi il suo potere, fermò un'invasione dei Venedi nella [[battaglia della brughiera di Lyrskov]] ([[1043]]) iniziata poco dopo la distruzione ad opera sua di Jomsborg e della vicina città slava di Jumne/[[Wolin]].<ref>{{cita|Jones 1978|pp. 425-426}}.</ref> Secondo {{cita|Saxo Grammaticus|}}, il titolo "Buono" di Magnus fu appunto dovuto al gran numero di Venedi da lui uccisi.

{{Vedi anche|Rus' di Kiev}}

Contestualmente, nelle terre ad oriente del Baltico, andava sempre più strutturandosi la compagine statale slavo-scandinava della '''Rus' di Kiev''' che, al netto delle nebbie che ancora oggi ne velano le origini,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en|cognome=Ostrowski |nome=Donald |anno=2018 |titolo=Was There a Riurikid Dynasty in Early Rus'? |url=https://brill.com/view/journals/css/52/1/article-p30_2.xml |rivista=Canadian-American Slavic Studies |volume=52 |numero=1 |pp=30–49 |doi=10.1163/22102396-05201009}}</ref> con il [[Gran Principi di Kiev|principe]] [[Vladimir I di Kiev|Vladimir]] (r. 978−1015), divenne un'entità politica a tutti gli effetti, [[Cristianizzazione della Rus' di Kiev|abbracciò il cristianesimo di rito greco]] (entrando quindi ufficialmente nell'areale geopolitico dell'[[Impero bizantino durante la dinastia macedone|Impero bizantino]]) e raggiunse le coste baltiche con la sottomissione degli [[Jatvingi]], stanziati in [[Sudovia]] e [[Dainava]], nell'anno [[983]], come riportato nella [[Cronaca degli anni passati]].<ref>{{Cita libro|lingua=en|cognome=Raffensperger |nome=Christian |anno=2016 |titolo=Ties of Kinship: Genealogy and Dynastic Marriage in Kyivan Rus' |url=https://www.bol.com/nl/nl/p/ties-of-kinship-genealogy-and-dynastic-marriage-in-kyivan-rus/9200000041147549/ |città=Cambridge (MA) |editore=Harvard Ukrainian Research Institute |isbn=9781932650136}}</ref> Il figlio di Vladimir, [[Jaroslav I di Kiev|Jaroslav]] (r. 1016−1054), consolidò la presenza russa in Estonia conquistando l'importante centro fluviale di [[Tartu]] nel [[1030]].<ref>{{cita|Tvauri 2012|pp. 33 e 59-60}}.</ref> L'arrivo della Rus' nelle terre baltiche non ebbe effetti immediati (es. la presa russa su Tartu, al netto della crescente importanza commerciale della città, fu altalenante nei decenni immediatamente successivi)<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://www.academia.edu/3544313 |cognome=Mäesalu |nome=Ain |cognome2=Vissak |nome2=Rünno |curatore-cognome=Pullerits |curatore-nome=Heivi |titolo=Tartu. Ajalugu ja kultuurilugu |editore=Ilmamaa |anno=2005 |pp=16–18 |capitolo=Muinas- ja keskaeg |isbn=9789949131525 |accesso=13 gennaio 2020}}</ref> ma gettò i semi di successivi sviluppi. I costanti rapporti, inizialmente molto collaborativi, tra i Rus' ed i Norreni contribuirono ad infittire la rete geopolitica baltica: es. Magnus il Buono di Norvegia era nato e cresciuto a Kiev.<ref>{{cita|Jones 1978|pp. 408 e 423}}.</ref>

Un altro effetto della costante tensione tra slavi, balti, finni e norreni fu che i tedeschi, specialmente sassoni e [[Franconia|franconi]], presero a combattere per il possesso dei fiumi per i quali gli slavi baltici stavano originariamente combattendo,<ref name=":1">{{cita|Thompson 1922|pp. 550-551}}.</ref> innescando cioè la prima aggressione della "frontiera slava" da parte dei cittadini del Sacro Romano Impero.

=== Basso Medioevo ===

==== Considerazioni preliminari ====
La scomparsa dei pirati dal Mar Baltico e, più in generale, l'evoluzione dei rapporti tra Danesi, Svedesi, Tedeschi, Slavi, Balti e Finni verso moderne e stabili relazioni diplomatiche furono conseguenze dell'evoluzione socio-economica che interessò la macroregione a partire dal [[XII secolo]]. Ancora per tutto l'[[XI secolo]], infatti, al netto dei complessi giochi di potere tra i sovrani norreni che andavano costruendo regni cristiani in Scandinavia ed i potentati slavi e balti nelle terre ancora pagane, la pirateria continuava ad interessare tutto l'areale: es. {{cita|Adamo da Brema|}}, nel suo ''[[Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum]]'', descrisse le isole danesi di [[Sprogø]] e [[Helsingør]] come covi di pirati.

;Le crociate del nord

[[File:LivoniaKnight.jpg|miniatura|sinistra|Un [[Cavalieri teutonici|cavaliere teutonico]] (sx) e un [[Cavalieri portaspada|cavaliere portaspada]] (dx) - ill. in Münchener Bilderbogen, file n. 733.<br/>Grazie ai cronisti di questi due [[ordini religiosi cavallereschi]], impegnati nella [[Crociate del nord]], ci sono pervenute le informazioni sui destini dei pirati baltici bassomedievali.]]

{{Vedi anche|Crociate del nord}}

Il successo della [[Prima crociata]] (1096–1099) condusse un rafforzamento della propaganda ed a una consapevolezza della propria superiorità da parte della Chiesa cattolica e della comunità cristiana nei confronti delle comunità pagane che si caricò da allora anche d'una tinta di [[revanscismo]].<ref>{{cita|Dragnea 2016|p. 64}}.</ref> Questa superiorità spirituale era in contrasto con il comportamento incerto nelle zone di confine della ''[[Cristianità|Cristianitas]]'', quali la Spagna e le marche orientali del Sacro Romano Impero. Dall'altra parte la zona di confine poteva riprendersi con un periodo di pace, cosicché si ebbe un incremento della popolazione, come si poteva osservare nello spazio occidentale e centrale dell'Europa nell'XI secolo. Si avvertì una maggiore necessità di nuovi insediamenti e domini. In parte vennero anche convinti contadini provenienti da alte regioni, come ad esempio dai Paesi Bassi, ad insediarsi come coloni in terre pagane, al fine di sviluppare economicamente la zona (v.si ''Ostsiedlung'' nel seguito). Si dovette però attendere sino agli anni della [[Seconda crociata]] (1147–1150) prima che i semi dell'ideale crociato dessero frutti sul Baltico.

Va inoltre considerato che, nel XII secolo, i popoli negli odierni [[Paesi baltici]] finirono inoltre per originare una sorta di terra cuscinetto tra la [[Chiesa ortodossa]] a est, rappresentata dalla Rus' di Kiev, e la [[Chiesa cattolica]] a ovest, promossa dal Sacro Romano Impero e dai regni scandinavi di Danimarca e Svezia. Le divergenze teologiche figuravano tra i motivi per cui non erano ancora stati convertiti in modo efficace. Ci furono tentativi pacifici da parte di alcuni cattolici di convertire gli estoni, a partire dalle missioni inviate da [[Adalberto di Brema|Adalberto]], arcivescovo di [[Arcivescovato di Brema|Brema]] (1045–1072) e cronista dei fatti di quegli anni, ma quest'opera missionaria sortì un effetto limitato e contenuto dal punto di vista numerico.<ref name="S_2831"/>

Presso i pagani del Baltico si rafforzò nel contempo l'identificazione del cristianesimo con la schiavitù e la dominazione straniera, con l'ovvia conseguenza che l'attività missionaria di conversione fu fortemente ostacolata dal risentimento delle genti indigene. Proprio la necessità di fornire costante supporto armato ai missionari cattolici attivi nel Baltico avrebbe spinto [[Alberto di Riga|Alberto]], il primo [[vescovo di Riga]], a fondare nel 1202 [[Ordini religiosi cavallereschi|ordine monastico militare]] dei [[Cavalieri portaspada]] (de. ''Schwertbrüderorden;'' lat. ''Fratres militiae Christi de Livonia'').<ref name=":Jotischky">{{cita libro|lingua=en|autore=Andrew Jotischky|url=https://books.google.it/books?id=rTUlDwAAQBAJ&pg=PA222&dq=albert+brothers+of+sword&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwj2roPB4KLkAhVMI1AKHfGUAGUQ6AEIJzAA#v=onepage&q=albert%20brothers%20of%20sword&f=false%7C|titolo= Crusading and the Crusader States|editore=Taylor & Francis|anno=2017|ISBN=978-13-51-98392-1|p=222}}</ref><ref name="M-T_28">{{cita|Mänd e Tamm 2020|p. 28}}.</ref>

;''Ostsiedlung''
{{Vedi anche|Ostsiedlung}}

Il sacro romano imperatore [[Lotario II di Supplimburgo|Lotario di Supplimburgo]] (r. 1133–1137) diede nuovo impulso all'espansione germanica verso est, infeudando di territori orientali dei baroni tedeschi: (i) gli [[Dinastia di Schaumburg|Schauenburg]] ([[Adolfo I di Schaumburg|Adolfo di Schauenburg]]) nella Contea di [[Holstein]] ([[1110]]); (ii) i [[Dinastia Wettin|Wettin]] ([[Corrado di Meißen|Corrado di Wettin]]) nella [[Margraviato di Meißen|Marca di Meißen]] ([[1123]]) e nella [[Marca di Lusazia]] ([[1136]]); e (iii)  gli [[Ascanidi|Ascani]] ([[Alberto I di Brandeburgo|Alberto l'Orso]] conte di [[Ballenstedt]], dal 1150 [[Sovrani di Brandeburgo|margravio del Brandeburgo]]) nella [[Marca del Nord]] (Antica Marca, [[1134]]). Si mantennero comunque stabili i rapporti con i Naconidi fino a quanto, nel [[1127]], la morte di [[Enrico dell'Antica Lubecca]], che aveva più volte affrontato i pirati Rani anche con il supporto sassone,<ref name="H_218">{{cita|Herrmann 1970|p. 218}}.</ref> mise in crisi la dinastia ed innescò un mutamento radicale della politica slava delle signorie vicine: v.si il sacco da parte dei Rani dell'[[Antica Lubecca]].<ref name="H_218"/> Il mutamento finale nella politica dei principi tedeschi avvenne nel [[1137]], con la caduta degli Obodriti nella zona di [[Bad Segeberg]]. Cionondimeno vi furono ancora legami fra i vicini diretti più importanti: il principe obodrita [[Niklot]] e il [[Holstein-Gottorp|conte di Holstein]] [[Adolfo II di Schaumburg]], così come tra il principe degli [[Evelli]] [[Pribislavo di Brandeburgo]] ed Alberto l'Orso.

[[File:Slavic_raids_on_Scandinavia,_Nar.Muz.Mor.,_Gdańsk,_Poland.jpg|miniatura|Mappa delle spedizioni pirata [[Slavi|slave]] in [[Scandinavia]] a metà del [[XII secolo]].]]

La spinta espansionistica tedesca fu supportata dalla ripresa agricola dell'XI secolo ([[Rotazione triennale delle colture|sistema della rotazione triennale]]; aumento della [[cerealicoltura]]; [[Agricoltura intensiva|coltura intensiva]]; [[Mulino ad acqua|mulini ad acqua]] e [[Mulino a vento|mulini a vento]]) che portò all'aumento delle colture per unità di superficie, all'aumento assoluto del totale delle terre coltivate grazie al [[Diboscamento|disboscamento]]. Come conseguenza, si verificò un eccezionale incremento delle nascite e, in generale, l'aumento di tutta la popolazione. I villaggi si ingrandirono e si infittirono, assumendo la forma di agglomerati compatti; anche le città aumentarono di numero e di estensione e intensificarono la loro vita economica: tra le prime conseguenze della maggiore importanza dei centri urbani, un forte aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. Feudatari tedeschi e principi slavi, nonché i nobili locali e l'alto clero, favorirono l'insediamento di coloni tedeschi in Pomerania, [[Polonia]], [[Slesia]], [[Boemia]], [[Moravia]] e [[Meclemburgo]], tutte regioni destinate grazie a ciò a un grande sviluppo agricolo.<ref name="Piskorski658">{{Cita libro|lingua=en|nome=Jan Maria|cognome=Piskorski|titolo=The Man of Many Devices, Who Wandered Full Many Ways [...] Festschrift in Honour of Janos Bak|anno=1999|città=Budapest|pp=654–667, here p. 658|capitolo=The Historiography of the So-called "East Colonisation" and the Current State of Research|isbn=963-9116-67-X|curatore-nome=Balázs|curatore-cognome=Nagy|curatore-nome2=Marcell|curatore-cognome2=Sebők}}</ref>

==== La crociata dei Venedi ====
{{Vedi anche|Crociata dei Venedi}}
Fu fra la [[Dieta (storia)|Dieta]] imperiale di [[Spira (Germania)|Spira]] del dicembre [[1146]] e quella di [[Francoforte sul Meno|Francoforte]] di metà marzo del [[1147]] che maturò la concreta idea d'una crociata "tedesca" contro i pagani del Baltico, nei confronti dei quali il clero [[Magdeburgo|magdenburghese]] lanciava strali ultorii dal principio del secolo.<ref>{{cita|Dragnea 2016|pp. 51-54}}.</ref> A Spira, l'imperatore [[Corrado III di Svevia]] (r. 1138–1152) rese nota la sua partecipazione alla Seconda crociata e, pertanto, a Francoforte si definì la gestione dell'Impero in vista di tale impresa ma vi si trattò anche del possibile coinvolgimento di un "bersaglio slavo", i pagani Venedi, per la spedizione crociata. I principi sassoni, soprattutto Alberto l'Orso e [[Enrico il Leone]], nuovo [[Sovrani di Sassonia|duca di Sassonia]], si rifiutarono infatti di combattere pagani in [[Palestina]] con la minaccia degli slavi alle porte e, supportati da alcuni entusiasti ecclesiastici, tra cui [[Bernardo di Chiaravalle]], perorarono la crociata in territorio baltico.<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Dragnea|nome=Mihai|titolo=Divine Vengeance and Human Justice in The Wendish Crusade of 1147|rivista=Collegium Medievale|anno=2016|pp=49–82|url=https://core.ac.uk/download/pdf/268146065.pdf|cid=Dragnea 2016}}</ref><ref>{{cita|Faure e Mensing 2012|p. 64}}.</ref> Le razzie effettuate dall'odobrita Niklot ai danni dei coloni tedeschi in Wagria forzarono la mano dei crociati che furono costretti ad intervenire: Enrico il Leone puntò verso il centro odobrita di [[Dobin am See]] mentre Alberto l'Orso su quello [[Liutici|liutico]] di [[Demmin]]. Gli scontri non furono risolutivi: Niklot s'affidò per quanto possibile alla [[guerriglia]] tra gli aviti territori paludosi; i contingenti danesi al seguito di Enrico il Leone furono distratti dagli attacchi dei pirati Rani; i Sassoni si contentarono di riconfermare il loro controllo su Wagria e Polabia<ref>{{cita|Dragnea 2016|p. 60}}.</ref> e delle promesse di Niklot di battezzare la sua gente; la posizione di [[Ratibor I di Pomerania]], già impegnato in saccheggi ai danni dei danesi (v.si seguito) restò incerta.<ref>{{cita|Christiansen 2016|pp. 53-54}}.</ref>

==== Le crociate degli Scandinavi ====
Nel trentennio a cavallo della crociata tedesca contro i Venedi, i sovrani scandinavi non rimasero inoperosi, principalmente a causa della sistematica pressione di flotte pirata, sia slave sia balto-finniche, sulle coste dei domini danesi e svedesi.<ref>{{Cita libro|lingua=sv|autore=Tuomas Heikkilä|titolo=Pyhän Henrikin Legenda|anno=2005|editore=Suomalaisen Kirjallisuuden Seura|pp=138-139}}</ref>

{{Vedi anche|Crociate del nord#Crociate danesi|Crociate del nord#Crociate svedesi}}

Sin dal 1129-1130, i danesi di re [[Niels di Danimarca]] (r. 1104–1134), supportati dal [[Granduca di Polonia|granduca]] [[Boleslao III di Polonia]], avevano attaccato le basi dei pirati di [[Vartislao I di Pomerania]] sulle isole di [[Wolin (isola)|Wolin]] e [[Usedom]], nella [[laguna di Stettino]].<ref>{{cita libro|lingua=pl|cognome=Rymar|nome= Edward|titolo= Rodowód książąt pomorskich|città=Stettino|editore=Książnica Pomorska im. Stanisława Staszica|anno=2005|ISBN=83-87879-50-9|oclc=69296056}}</ref> Nel [[1135]], la flotta pirata del sopracitato Ratibor di Pomerania, fratello e successore di Vartislao, aveva saccheggiato la città danese di [[Kungahälla]] (oggi in [[Svezia]]), devastandola e vendendone gli abitanti come schiavi nei mercati meclemburghesi.<ref name=":4">{{cita libro|autore=[[Snorri Sturluson]]|titolo=[[Heimskringla]]|anno=XIII secolo|lingua=non|capitolo=Saga di re Óláfr Tryggvason}}</ref> L'anno dopo ([[1136]]), [[Eric II di Danimarca]] (r. 1134–1137) varò pertanto una sua personale crociata contro i Venedi (fossero essi effettivamente pagani o no): anzitutto mosse contro i Rani a Rügen, conquistò [[Capo Arkona]] e costrinse i pagani ad accettare il cristianesimo,<ref>{{cita web|url=http://www.mogwai.dk/Erik%20Emune.html|titolo=Erik Emune [1134–1137]|data=19 luglio 2011|lingua=da|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110719125940/http://www.mogwai.dk/Erik%20Emune.html}}</ref> poi sconfisse in acque danesi la flotta di Ratibor che aveva da poco saccheggiato anche Roskilde.<ref>{{cita pubblicazione|nome=Olga|cognome=Baranowska|anno=2001|titolo=Pomorze Zachodnie, moja mała ojczyzna|città=Szczecin|lingua=pl}}</ref> L'immediatamente successiva guerra civile (1139-1141) tra gli eredi di Eric, [[Eric III di Danimarca|Eric III]] e [[Olaf Haraldsen]], seguita poi da una seconda guerra civile tra gli eredi di Eric III, permise però ai Venedi di riprendersi e di contrattaccare, saccheggiando la costa danese oltre alle marche di confine germaniche come discusso poc'anzi.

Agli [[anni 1150]] daterebbe invece la [[Prima crociata svedese]], condotta da [[Eric IX di Svezia]] (r. 1150–1160) e dal [[vescovo di Uppsala|vescovo]] [[Enrico di Uppsala]] in un punto non precisato della [[Fennoscandia]] pagana<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 141}}.</ref> anche se, molto più probabilmente, si sarebbe trattato di un atto di vera e propria pirateria svedese ai danni di navi della [[Repubblica di Novgorod]], come riportato nella ''[[Prima Cronaca di Novgorod]]''.

[[File:Bishop Absalon topples the god Svantevit at Arkona.PNG|miniatura|sinistra|Il vescovo [[Absalon]] distrugge gli idoli di [[Svetovit]] ad Arkona nel [[1169]].]]Il lungo regno di [[Valdemaro I di Danimarca|Valdemaro I]] (1157–1182), uscito vincitore dalla contesa per il trono danese, garantì al paese la stabilità necessaria per pacificare il Baltico. Supportato e sobillato dall'amico e consigliere [[Absalon]] (1128–1201), vescovo di [[Comune di Roskilde|Roskilde]] dal [[1158]], il re patrocinò e guidò numerose spedizioni contro i Venedi. La prima, nel [[1160]], fu guidata dal vescovo in persona,<ref name="bricka">{{cita web|curatore=[[Carl Frederik Bricka]]|titolo=Dansk Biografisk Lexikon|volume=I [Aaberg – Beaumelle]|anno=1887|editore=A.D. Jørgensen|capitolo=Absalon|url=https://runeberg.org/dbl/1/0088.html|sito=runeberg.org|pp=70–81}}</ref> mentre i sassoni, nuovamente alleatisi con i danesi, uccidevano Niklot nella sua roccaforte di Burg Werle.<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 66}}.</ref> Dal [[1164]], le spedizioni crociate nei territori slavi pagani divennero una costante. Nel [[1167]], Absalon fece erigere una [[Castello di Absalon|fortezza]] sulla piccola isola di [[Slotsholmen]] (oggi sede del [[Palazzo di Christiansborg]]), per difendere il centro abitato che sarebbe divenuto [[Copenaghen]] dai Venedi.<ref name="bricka" /> Nel [[1168]] la roccaforte dei pirati Rani di Arkona fu conquistata da Valdemaro e definitivamente annessa ai domini della corona. Nel [[1170]] i Venedi, supportati da [[Boghislao I di Pomerania|Boghislao I]] e [[Casimiro I di Pomerania]], affrontarono Valdemaro ed Ascalon nella battaglia navale del ponte di Julin, presso la foce dell'Oder, ma furono sconfitti.<ref name=":6">{{cita|Huitfeldt 1650|}}.</ref><ref>{{cita|Steenstrup 1904|pp. 632-634}}.</ref>

Nel [[1175]] i danesi costruirono il [[castello di Vordingborg]], una fortezza litoranea che fungesse da piazzaforte per le operazioni nel Baltico, ove il problema della pirateria rimaneva pressante: già nel 1171, [[papa Alessandro III]] aveva scritto al vescovo di Uppsala esortandolo ad organizzar crociate ma, molto probabilmente quale ritorsione, nel [[1187]] le coste scandinave furono saccheggiate da pirati, ancor oggi non è chiaro se [[curi]], [[estoni]] o [[careliani]], che devastarono l'importante emporio svedese di [[Sigtuna]] e vi uccisero il vescovo di Uppsala, Jānis;<ref>{{cita web|url=http://www.ukforsk.se/nya/schu1187.htm|titolo=Sigtunas förhärjning 1187|cognome=Sandén|nome=Börje|lingua=sv}}</ref> il danese Esbern Snare menzionò, nel suo discorso della festa di [[Natale]] del medesimo anno, una grande vittoria dei pagani finlandesi;<ref>{{cita|Jensen 2016|p. 330}}.</ref><ref>{{cita|Markus 2020|p. 52}}.</ref> la {{cita|Cronaca di Enrico di Livonia|}} menziona una flotta pirata di Saarema (16 navi e 500 uomini) attiva lungo le coste svedesi sotto controllo danese; ecc. Le terre pagane del Baltico Orientale costituivano poi una costante tensione geopolitica nella regione perché papabili di conquista per le tre grandi potenze egemoniche della zona: i Danesi, gli Svedesi e i Russi.<ref name="S_2831">{{cita|Selart 2015|pp. 28-31}}.</ref>

[[File:Danish Empire and campaigns 1168-1227.png|miniatura|Estensione dei domini danesi nel 1220, regnante [[Valdemaro II di Danimarca|Valdemaro II]].]]

Il figlio di Valdemaro, [[Canuto VI di Danimarca|Canuto VI]] (r. 1182–1202), risolse la contesa con i Venedi prima respingendo un'invasione del redivivo Boghislao, sobillato dal [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] (r. 1155–1190), nel 1184 e poi attaccando e sottomettendo la Pomerania (1185), guadagnando alla Corona di Danimarca anche il titolo di [[Re dei Venedi]] ([[Lingua danese|da]]. ''Vendernes Konge,'' [[lingua latina|lat]]. ''Rex'' ''Sclavaorum'', lett. "Re delle genti slave del nord").<ref name=":6" /><ref group="N">I [[Re di Danimarca]] portarono il titolo di [[Re dei Venedi]], tra l'altro preteso anche dai [[Re di Svezia]] a partire dal [[1540]], fino al [[1972]] - {{cita web|lingua=en|url=http://www.geocities.com/eurprin/denmark.html|titolo=Titles of European hereditary rulers:Denmark|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/query?url=http://www.geocities.com/eurprin/denmark.html&date=2009-10-25+21:55:47|accesso=1º dicembre 2008|dataarchivio=25 ottobre 2009}}</ref> Pacificati così i confini (e le coste) meridionali del regno, Canuto si volse ad est, rafforzando la sua influenza e le sue spedizioni marittime alle coste baltiche orientali.

Nel 1195, [[papa Celestino III]] (1191–1198) lanciò ufficialmente la crociata contro i pagani del Baltico.<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 120}}.</ref><ref>{{cita|Urban 2006|p. 137}}.</ref> L'anno dopo (1196), lo ''[[Jarl]]'' [[Birger Brosa]] dei [[casato di Folkung|Folkung]] di Svezia guidò una sua personale crociata nelle terre estoni di Kursa e Viruzemi, mentre nel 1197 fu Canuto VI di Danimarca a sbarcare i vessilli crociati in Estonia.<ref name=":6" /> Nel 1198, praticamente in letto di morte, papa Celestino III promosse la costituzione di una flotta crociata per proteggere gli avamposti cristiani nel baltico, direttiva poi implementata dal successore, [[papa Innocenzo III]] (1198–1216) che inviò anche in [[Livonia]] una forza "pontificia" al comando del vescovo [[Bertoldo di Hannover]] poi spacciata dai pagani. Per vendicare la morte di Bertoldo, Innocenzo III varò ufficialmente la c.d. "Crociata livoniana" (v. seguito).<ref>{{cita|Urban 2006|p. 139}}.</ref>

==== La crociata livoniana ====
[[File:Confederazione Livone.svg|miniatura|sinistra|La Livonia nel 1260.<br/>Con l'occupazione crociata delle sponde baltiche, il ricorso alla pirateria da parte degli indigeni (pagani e non) si poté considerare debellato.]]
{{Vedi anche|Crociata livoniana}}

Nel 1200, il sopracitato Alberto di Buxthoeven, nominato [[vescovo di Livonia]] da suo zio, l'arcivescovo [[Arduico II di Brema]], sbarcò a Riga con 23 navi e 500 crociati provenienti dalla [[Westfalia]] ed occupò l'antico porto. L'anno dopo (1201), Alberto costrinse gli indigeni ad accettare il cristianesimo e fondò ufficialmente il [[vescovado]],<ref name="Urban_138">{{cita|Urban 2006|p. 138}}.</ref> poi si garantì supporto militare permanente fondando l'ordine dei Portaspada,<ref name=":5" /><ref name=":2" /> ai cui membri garantì feudi come ricompensa per i servigi prestati.<ref name="Urban_138" /> Posizionata in un luogo geograficamente favorevole per i commerci e gli spostamenti dei guerrieri nel [[Golfo di Livonia]], Riga assunse sin da subito una rilevanza strategica.<ref>{{cita|Mänd e Tamm 2020|p. 27}}.</ref> Coordinando i Portaspada, i miliziani di Riga ed i crociati tedeschi, Alberto riuscì rapidamente a pacificare le coste del Golfo ed a spostarsi verso l'entroterra, sottomettendo i Letgalli entro il 1210,<ref>{{cita|Mänd e Tamm 2020|p. 115}}.</ref> e gettando così le basi della c.d. "[[Terra Mariana]]". La costa livoniana era però ancora tutt'altro che sicura se in quel medesimo anno i Curi diedero, infruttuosamente, l'assalto a Riga.<ref>{{cita|Faure e Mensing 2012|p. 67}}.</ref>

A nord del Golfo di Riga, aveva preso nel frattempo ad operare il fratello ed erede di Canuto VI di Danimarca, [[Valdemaro II di Danimarca|Valdemaro II]] (r. 1202–1241): nel 1206 aveva attaccato la roccaforte pirata di Saaremaa, fallendo però nel tentativo di stabilirvi una testa di ponte, mantenendo poi i pagani della costa, impegnati a saccheggiare gli avamposti tedeschi in Lettonia, sotto pressione.<ref>{{cita|Selart 2015|pp. 121-122}}.</ref> Il ruolo del re danese era allora preminente quale "signore delle rotte baltiche": dal 1203 controllava il porto di [[Lubecca]], nevralgico nello spostamento di truppe e risorse per i crociati,<ref>{{cita|Murray 2017|p. 132}}.</ref> e lo stesso aveva fatto con il porto di [[Amburgo]]. Il controllo esercitato da Valdemaro su questi scali e le loro coste era parzialmente dovuto ad occupazioni più o meno stabili e in parte frutto del vecchio approccio piratesco già dei vichinghi danesi che il cattolico re di Danimarca non disdegnava replicare. Accordatosi con i Portaspada,<ref>{{cita|Murray 2017|p. 9}}.</ref> a loro volta reduci da un fallimentare attacco su Saarema nel 1216,<ref name="F&M_84">{{cita|Faure e Mensing 2012|p. 84}}.</ref> Valdemaro II guidò una forza dano-tedesca contro gli Estoni di [[Revala]], sconfiggendoli nella [[battaglia di Lyndanisse]] (1219) e fondando sulle coste meridionali del Golfo di Finlandia il [[Ducato di Estonia]] presidiato dal [[castello di Toompea]] nell'attuale [[Tallinn]] e nuovo, strategico scalo per la sua flotta.<ref name=":0" /><ref>{{cita|Murray 2017|p. 76}}.</ref>

Gli Svedesi non restarono per parte loro inoperosi. Sulla scia dei successi danesi, nel 1220, ''Jarl'' Karl Döve, fratello del defunto Birger Brosa, portò in Estonia i vessilli del giovane re [[Giovanni I di Svezia|Giovanni I]] (r. 1216–1222), in una campagna per la cristianizzazione del distretto di [[Ridala]] (i.e. la costa prospiciente Saaremaa), la c.d. "[[Seconda crociata svedese]]", che fallì miseramente quando, nella [[battaglia di Lihula]], gli Osiliani uccisero circa 500 svedesi, tra cui lo ''Jarl'' Karl e il [[Diocesi di Linköping|vescovo di Linköping]]:<ref>{{cita libro|Toivo|Miljan|Historical Dictionary of Estonia|url=https://books.google.it/books?id=pUawCQAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|edizione=2|2015|Rowman & Littlefield|lingua=en|pp=XXVI-XXVII|cid=Miljan (2015)|isbn=978-08-10-87513-5}}</ref> una sconfitta tanto bruciante da dissuadere la Svezia da avventure estoni per tre secoli.

[[File:Kuršu uzbrukums Rīgai 1210. gadā.jpg|miniatura|L'infruttuoso assedio di [[Riga]] del 1210 condotto dai [[Curi]] contro i crociati - [[olio su tela]] di [[Voldemārs Vimba|V. Vimba]].]]

Nel 1222, le forze danesi tornarono a Saaremaa partendo da Tallinn e vi fondarono un avamposto stabile dal quale furono però scacciati dagli Osiliani.<ref name="F&M_84"/> Valdemaro II consumò negli anni successivi ingenti forze in un'infruttuosa contesa con il Sacro Romano Impero (1222–1227), che tra le altre cose spianò la strada allo sviluppo della [[Lega anseatica]],<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en |cognome= Ewert |nome= Ulf Christian |cognome2= Sunder |nome2= Marco |data= 2 settembre 2011 |titolo= Trading Networks, Monopoly and Economic Development in Medieval Northern Europe: an Agent-Based Simulation of Early Hanseatic Trade |conferenza= 9th European Historical Economics Society Conference, Dublin, Ireland |città= Oakville, Ontario, Canada |editore= Medievalists.net |url= https://www.medievalists.net/2014/02/trading-networks-monopoly-economic-development-medieval-northern-europe-agent-based-simulation-early-hanseatic-trade/ |accesso= 18 gennaio 2023}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en |cognome= Rotz |nome= Rhiman A. |anno= 1977 |titolo= The Lubeck Uprising of 1408 and the Decline of the Hanseatic League |rivista= Proceedings of the American Philosophical Society |volume= 121 |numero= 1 |pp= 1–45 |jstor= 986565 |issn= 0003-049X}}</ref> culminata nella sua [[Battaglia di Bornhöved (1227)|disastrosa sconfitta a Bornhöved]] nel 1227, anno in cui furono i Portaspada ad impossessarsi definitivamente di Saaremaa. Mentre la spinta verso l'entroterra livoniano proseguiva, il ruolo cardine giocato dai Danesi nella pacificazione delle coste strappate ai pagani costrinse però gli altri attori in gioco ad accettare il dominio di Valdemaro sull'Estonia,<ref>{{cita|Christiansen 2016|pp. 135-137}}.</ref> specialmente quanto, nel 1228, i Curi, supportati dai Semigalli, tornarono ad assaltare Riga ed espugnarono il monastero di Daugavgrīva sul delta della Daugava.

Con la morte dell'arcivescovo Alberto nel 1229, [[papa Gregorio IX]] (1227–1241) aveva perso il suo uomo di punta sul Baltico ed a poco giovò l'operato dei vari [[legato apostolico|legati apostolici]] che Roma inviò nel teatro crociato settentrionale. Maggiori risultati garantirono al Papato gli ordini monastico-cavallereschi. Nel 1234, infatti, un secondo ordine monastico germanico, i [[Ordine teutonico|Cavalieri teutonici]], s'era affacciato sul Baltico, occupando la [[Pomesani]]a e giungendo così sulla Laguna della Vistola. Nel 1237, a seguito della disastrosa sconfitta riportata nella [[battaglia di Šiauliai]],<ref>{{cita|Selart 2015|p. 139}}.</ref> i Portaspada confluirono nell'Ordine teutonico con il nuovo nome di [[Ordine di Livonia]].<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 126}}.</ref> Entro il 1252, i Teutonici, costantemente supportati da rinforzi crociati (non solo tedeschi) e coloni germanici, avevano sottomesso le coste baltiche da Danzica alla sponda nord della laguna dei Curi, ove eressero, presso l'attuale [[Klaipėda]], il [[castello di Memel]].<ref name="Schmid" /> L'anno dopo (1253), l'Ordine di Livonia eresse il [[Grobiņa|castello di Grobiņa]], in Curlandia, per mettere in sicurezza la via litoranea tra Livonia e Prussia.<ref name="Schmid">{{cita libro|lingua=de|nome=Bernhard |cognome=Schmid|titolo=Die Burgen des deutschen Ritterordens in Kurland|rivista=Zeitschrift für Bauwesen|volume=71|numero=7|anno=1921|pp=199-238|url=https://digital.zlb.de/viewer/image/15239363_1921/217/LOG_0024/}}</ref>

A partire dagli anni 1240, le operazioni degli Scandinavi nel Baltico orientale avevano perso di slancio. Gli Svedesi avevano varato la [[Terza crociata svedese|loro terza crociata]] puntando alla Finlandia meridionale (Hämi), ora guidati da un altro Folkung, [[Birger Magnusson]], che si conclusero però con la loro sconfitto nella [[battaglia della Neva]] ad opera dei Russi di Novgorod, risoluti all'alleanza con i pagani baltofinni pur di circoscrivere l'ingerenza cattolica nei loro traffici.<ref>{{cita|Christiansen 2016|pp. 141-142}}.</ref> La Danimarca precipitò invece in uno stato di crisi che si sarebbe protratto per quasi un secolo alla morte di Valdemaro II nel 1241.

Nel corso degli anni 1250, mentre la crociata proseguiva grazie alla metodica avanzata via terra dei Teutonici, la pirateria era tornata un flagello nel Baltico tanto che Lubecca (svincolatasi dal controllo danese nel 1226) si legò a [[Wismar]] e [[Rostock]] con un patto (de. ''bund'') che più tardi svilupperà nella Lega anseatica vera e propria proprio allo scopo di tutelarsi mutualmente contro i pirati.<ref name="Nicolle_10">{{cita|Nicolle 2014|p. 10}}.</ref> La gravità di tale minaccia era enfatizzata dal fatto che le città, consce della necessità di soldati capaci all'uopo, ricorsero a mercenari da imbarcarsi sulle navi.<ref>{{cita|Nicolle 2014|p. 22}}.</ref>

Nel 1260, la sconfitta inferta dai Samogiti a Teutonici e Livoniani nella [[battaglia di Durbe]]<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 131}}.</ref><ref>{{cita|Urban 2006|p. 248}}.</ref> mise ulteriormente a rischio il controllo crociato sulle coste lettoni. L'anno dopo (1261), gli Osiliani di Saarema insorsero, massacrando i coloni tedeschi sull'isola,<ref name="F&M_84"/> ma furono sedati dai Livoniani che poi ivi stabilirono un loro forte di presidio a [[Pöide]].<ref>{{cita|Mänd e Tamm 2020|p. 55}}.</ref> I Teutonici, per parte loro, dovettero concentrarsi nel sud a sedare la c.d. "[[Rivolte prussiane#La grande rivolta prussiana (1260-1274)|Grande rivolta prussiana (1260-1274)]]".<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=William Urban|titolo=The Prussian Crusade|url=https://archive.org/details/livoniancrusade0000urba|cid=Urban (1981)|editore=University Press of America|anno=1981|isbn=978-0-8191-1683-3}}</ref> A seguito della precipitata situazione, Lubecca, Wismar e Rostock rafforzarono i loro accordi anti-pirateria nel 1264.<ref name="Nicolle_10" /> L'Ordine di Livonia e gli uomini di Riga terminarono la sottomissione della Curlandia (e delle sue coste) entro il 1267.<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 119}}.</ref> Nell'entroterra baltico restava però aperto il fronte dei Semigalli che, supportati dai [[Lituani]] del [[Granducato di Lituania|granduca]] [[Traidenis]] (r. 1270–1282), si riversarono sull'Estonia e nella [[battaglia di Karuse]] (1270), combattuta sui ghiacci del mare tra l'isola di [[Muhu]] e la costa, sconfissero pesantemente i Livoniani.<ref>{{cita|Urban 2006|pp. 278-280}}.</ref> Nel decennio 1270-1280, le forze crociate, eventualmente supportate dai Danesi, seppero però spostare il fronte verso le terre del Granducato Lituano che andava ormai configurandosi quale nuovo nemico pagano da abbattere.<ref>{{cita|Urban 2006|pp. 283-286}}.</ref> Nel corso del decennio 1280-1290, i crociati avviarono un'ampia campagna militare per sottomettere definitivamente le popolazioni baltiche e assicurarsi il controllo dei ricchi commerci locali oltre che di quelle terre. Malgrado alcune schermaglie su scala ridotta (nel 1286 i Semigalli fallirono l'ennesimo tentativo d'espugnare Riga), intorno al 1290 (anno convenzionalmente indicato come termine della Crociata livoniana) poteva dirsi in totale controllo cristiano una linea d'una dozzina di fortificazioni dislocate tra Dunaburg e Memel,<ref name="Schmid" /> mentre a sud si era formata una sorta di [[terra di nessuno]].

Con la crociata livoniana al termine, l'insieme di costruzioni difensive dei Teutonici consentiva di disporre di una vasta testa di ponte da cui partire per spingersi verso il grande nemico pagano ancora rimasto, il Granducato di Lituania (v.si [[Crociata lituana]]).<ref>{{cita|Christiansen 2016|p. 127}}.</ref> Sul Mar Baltico, invece, la crescente sinergia tra i Teutonici e la Lega anseatica, anzitutto la sempre più potente Lubecca,<ref>{{cita|Etting 2004|p. 27}}.</ref> favorì la rapida trasformazione di antiche città marinare in fiorenti porti che avevano tutto l'interesse a dissuadere ed eradicare qualsiasi attività piratesca.

=== Tardo Medioevo ===

==== Considerazioni preliminari ====

{{vedi anche|Crisi del XIV secolo}}

Dopo due secoli di grande sviluppo e prosperità nel continente europeo, il [[XIV secolo|Trecento]] fu un secolo di rottura, con l'interruzione di fenomeni in crescita come lo sviluppo [[demografia|demografico]], l'ampliamento e la fondazione di nuove città, lo straordinario aumento dei traffici in quantità e in qualità. Tale regresso fu anzitutto influenzato da una variazione del [[clima]], l'avvio della c.d. "[[Piccola era glaciale]], che chiuse bruscamente il c.d. "[[Periodo caldo medievale]]" che aveva promosso lo scioglimento dei ghiacci (es. permettendo la colonizzazione norrena della Groenlandia), la coltivazione della [[Vitis|vite]] fin sopra [[Londra]] ed abbondanti raccolti facilitati da piogge scarse e regolari e tiepide primavere. La problematica esplose con la [[Grande carestia del 1315-1317]]<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome= Jordan|nome=William C.|titolo=The Great Famine: Northern Europe in the Early Fourteenth Century|url=https://archive.org/details/greatfaminenorth0000jord|editore= Princeton University Press|anno=1996|ISBN=0-691-05891-1|cid=Jordan 1996}}</ref> ed il conseguente ristagno economico cui seguirono le celebri [[Rivolte popolari del XIV secolo]]. Arrivò poi la [[pandemia]] del 1347 nota come "[[Peste nera]]" che in tre anni mieté un terzo della popolazione europea. Le città ne furono particolarmente colpite, causa il sovraffollamento, e la mortalità rapida ed estremamente elevata distrusse falcidiò l'economia, sia produttiva sia commerciale, con lunghi strascichi.<ref>{{cita|Montanari 2006|pp. 235-237}}.</ref>

La '''Crisi del XIV secolo''' interessò anche il Baltico, anzitutto impattato dal cambiamento climatico che lo ghiacciò completamente almeno due volte, nel 1303 e nel 1306–1307, e ne rese i porti impraticabili causa ghiaccio anche negli inverni 1316–1317 e 1321–1322.<ref>{{cita|Jordan 1996|pp. 18-19}}.</ref> La Grande Carestia vi ebbe un impatto altalenante: le propaggini più orientali dell'area ne furono colpite solo a livello di strascichi commerciali;<ref>{{cita|Jordan 1996|p. 12}}.</ref> i regni scandinavi di Danimarca e Svezia (come anche la Norvegia) soffrirono la fame anche in ragione del fatto che la contestuale crisi politico-militare generale della penisola dirottò verso l'esercito le scarse, preziosissime risorse;<ref>{{cita|Jordan 1996|p. 19}}.</ref> non si verificò, come invece accadde più a meridione, lo spopolamento delle campagne;<ref>{{cita|Jordan 1996|p. 86}}.</ref> le città del Baltico avevano poi dimensioni contenute (solo Lubecca aveva forse raggiunto i {{formatnum:15000}} abitanti nel 1300, seguita da Amburgo con soli 5000!), rispetto alle allora metropoli renane o fiamminghe, che permisero loro di ben gestire la sfida anche perché seppero profittare del declino dei grandi porti di Frisia.<ref>{{cita|Jordan 1996|pp. 130-131}}.</ref> In generale, la Lega anseatica beneficiò della Crisi per l'aumento d'esportazioni di derrate alimentari ([[burro]] e [[stoccafisso]]) destinate alle affamate piazze dei paesi solitamente consumatori delle allora introvabili granaglie.<ref>{{cita|Jordan 1996|pp. 180-181}}.</ref> In Estonia si verificò una delle più celebri rivolte popolari del periodo: la [[Rivolta della notte di San Giorgio]] (1343–1345), repressa nel sangue da Danesi e Teutonico-Livoniani, tramite la quale gli Estoni tentarono di liberarsi dei loro padroni stranieri e che vide nuovamente i pirati osiliani di Saarema ribellarsi ai dano-tedeschi e rinnegare il cristianesimo. La Peste giunse sul Baltico nel biennio 1349-1350, diffusa anzitutto proprio dalle navi della Lega anseatica, e di lì passò a Novgorod entro il 1352.<ref>{{cita libro|nome=William|cognome= Naphy|nome2=Andrew|cognome2= Spicer|titolo=La peste in Europa|editore=Il Mulino|anno=2006|ISBN=978-88-15-10967-5|pp=27-28}}</ref>

[[File:Haupt Routen Hanse.png|miniatura|sinistra|Le rotte commerciali anseatiche.]]

In un simile contesto è lecito supporre che la pirateria fosse tornata a far gagliardamente capolino nelle acque del Mar Baltico ma, almeno fino agli anni 1350, così non fu. Il crescente potere della Lega anseatica, nata proprio come associazione di mutuo soccorso anti-pirata,<ref name="Nicolle_10" /> le cui rotte attraversavano in lungo e in largo il ''mare clausum'', garantivano alle acque baltiche la presenza d'un deterrente sovra-nazionale per la pirateria. La fruttuosa sinergia tra la ''Hansa'' e Teutonico-Livoniani, ormai signori d'uno stato feudale che occupava quasi tutte le coste baltiche continentali (v.si [[Stato monastico dei Cavalieri Teutonici]]), concorse a garantire il potere, anche militare, dei mercanti tedeschi. Durante la prima metà del Trecento, diverse città anseatiche (fond. Rostock e Wismar) erano poi entrate nell'orbita politica del [[Casato di Meclemburgo]] (discendente degli antichi Odobriti) che, con [[Enrico II di Meclemburgo|Enrico II]] (1266–1329) e soprattutto suo figlio [[Alberto II di Meclemburgo|Alberto II "la Volpe"]] (1318–1379), seppe insinuarsi in profondità nelle linee genealogiche dei vari troni scandinavi.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=de|nome=Friedrich|cognome= Wigger|titolo=Stammtafeln des Großherzoglichen Hauses von Meklenburg|rivista=Jahrbücher des Vereins für Mecklenburgische Geschichte und Altertumskunde|numero=50|anno=1885|pp=111–326|url=https://mvdok.lbmv.de/mjbrenderer?id=mvdok_document_00002930}}</ref>
==== Instabilità politica scandinava e rinascita della pirateria ====

Il riaffacciarsi della pirateria agli onori ed agli orrori della cronaca baltica trecentesca si legò ad una fase cruciale nella storia dei regni norreni di Danimarca, Norvegia e Svezia.

[[File:Valdemar Atterdag brandskattar Visby (1882).jpg|miniatura|Valdemaro IV mette all'incanto la città di Visby - [[olio su tela]] di [[Carl Gustaf Hellqvist]] (1882).]]

Con [[Valdemaro IV di Danimarca|Valdemaro IV]] (r. 1340–1375) la Danimarca trovò finalmente la guida sicura di cui era orfana dalla morte del pirata-crociato Valdemaro II. Il nuovo re riunificò il paese entro il 1348, lo resse con pugno di ferro durante la Peste Nera ed il successivo decennio di torbidi (anni 1350), ed entro il 1360, profittando delle contese familiari tra [[Magnus IV di Svezia]] (r. 1319–1364) e suo figlio [[Erik XII di Svezia|Erik]] (r. 1356–1359), si riappropriò della [[Scania (provincia)|Scania]]. L'anno dopo, sbarcò nel Gotland ed occupò la città anseatica di [[Visby]], liberandola solo dietro pagamento d'un sontuoso riscatto. Catturò poi la promessa sposa del principe [[Haakon VI di Norvegia|Haakon]], figlio di Magnus, e la rimpiazzò con sua figlia [[Margherita I di Danimarca|Margherita]], poi prese a taglieggiare le navi anseatiche in transito lungo l'Øresund. Gli Svedesi, oltraggiati, deposero Magnus e suo figlio (1364) e consegnarono la corona ad [[Alberto di Meclemburgo|Alberto III di Meclemburgo]] (r. 1364–1389), degno erede di Alberto II "la Volpe" che ci mise poco ad organizzare una grande coalizione contro il Danese che andava ripercorrendo le gesta degli antichi [[Re del mare|Re del Mare]]. Ne seguì la [[guerra dano-anseatica (1361–1370)]] durante la quale venne sancita la nascita della Lega anseatica vera e propria (v.si [[Confederazione di Colonia]]), Copenhagen fu cinta d'assedio dalla Lega (1368) ed alla fine Valdemaro fu costretto a siglare il [[Trattato di Stralsund]] (1370) con il quale cedette ai mercanti tedeschi il controllo sui castelli del Øresund per mantenere il controllo sul Gotland.<ref>{{cita|Dollinger 1998|p. 101}}.</ref>

[[File:Margrete_1.jpg|miniatura|sinistra|La regina Margherita I di Danimarca - ill. di [[Hans Peter Hansen]] in {{cita libro|lingua=da|autore=Niels Bache|anno=1884|titolo=Nordens Historie}}]]

Con la morte di Valdemaro, lo scacchiere baltico, scandinavo in generale, si complicò. Il trono danese passò (1376) al suo nipote cinquenne, [[Olav IV di Norvegia|Olav]], figlio di Margherita ed Haakon, grazie agli intrighi di quest'ultima, a discapito delle mire di Alberto di Svezia-Meclemburgo ma con il supporto della ''Hansa''.<ref>{{cita|Hanserecesse 1256–1430|I 3, n. 81, p. 70}}.</ref> Per tutta risposta, Alberto distribuì [[lettere di corsa]] a dei capitani pirata, con buona probabilità rampolli della nobiltà meclemburghese impoveriti dalla Crisi,<ref>{{cita|Puhle 1994|p. 20}}.</ref> e li sguinzagliò contro la Danimarca.<ref>{{cita|Zimmerling 2000|p. 53}}.</ref> Data a questo momento il possente riaffermarsi della pirateria nel Baltico: un dispaccio anseatico del 14 marzo [[1377]] riferiva che lungo le coste baltiche erano attivi circa 200 pirati e tale numero salì a 400 un mese dopo!<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 45}}.</ref> Bisognosi di contenere il fenomeno, i mercanti della ''Hansa'' armarono a proprie spese una pattuglia marittima nota come "''[[Seebefriedung]]''" ed organizzarono i mercantili in convogli,<ref name=":7" /> spesso finanziati sinergicamente tra mercanti di due o più città.<ref>{{cita|Daenell 2001|p. 20}}.</ref> Per contro però, i porti anseatici di Rostock e Wismar, controllati da Alberto, presero a ricettare i bottini pirata dei capitani meclemburghesi [[Arnd Stuke]], [[Henning Mandüvel]] e [[Nikolaus Milies]].

Nel 1380, alla morte di Haakon, il decenne Olav ereditò anche la corona norvegese, facendo così di sua madre la sovrana sia di Danimarca sia di Novergia. Alberto di Svezia-Meclemburgo risolse di chiudere temporaneamente la contesa con la temibile regina che, per parte sua, prese invece a guerreggiare con la ''Hansa'' per i diritti commerciali dell'Øresund, ricorrendo questa volta lei ai pirati come strumento di guerra indiretta al nemico.<ref>{{cita|Daenell 2001|p. 111}}.</ref> La mossa riuscì e la Lega negoziò con Margherita, rimpossessatasi della Scania ed allora risaputa sostenitrice di pirati,<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 49}}.</ref> cui vennero felicemente riconsegnati i castelli dell'Øresund (1385) ceduti da suo padre a Stralsund. La pace dano-anseatica chiuse i rapporti tra Margherita e i pirati<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 51}}.</ref> che, ormai organizzatisi nella confederazione che avrebbe poi preso il nome di ''[[Vitalienbrüder]]'', continuarono però ad imperversare anche se ormai sprovvisti di lettere di corsa. La situazione era così grave<ref>{{cita|Hanserecesse 1256–1430|I 2, n. 300, p. 353}}.</ref> che la ''Hansa'', dopo aver reso noto ai suoi sudditi che chiunque avesse supportato i pirati o ne avesse ricettato i bottini sarebbe stato trattato alla stregua d'un pirata, incaricò Wulf Wulfram, figlio del Bertram Wulfram che aveva firmato la pace di Stralsund e già castellano delle rocche danesi dell'Øresund di guidare una flotta armata di moderni [[Cannone|cannoni]] alla caccia dei predoni del Baltico,<ref>{{cita|Nicolle 2014|p. 37}}.</ref> riuscendo infine, se non a debellarli, quanto meno a chiamare al tavolo delle trattative dei loro rappresentanti per siglare una pace (1386) che sarebbe durata sino al 1390.

[[File:Vitalienbrueder.jpg|miniatura|''[[Vitalienbrüder]]'' - ill. in {{cita libro|lingua=de|autore=|titolo=Die hingerichtete See-Räuber Störtebek und Gödeke Micheel|editore=Nicolaus Sauer|anno=1701|città=Amburgo}}]]

Olav IV di Danimarca-Norvegia morì diciassettenne nel 1387, lasciando le corone alla madre Margherita che l'anno dopo (1388) ottenne anche quella di Svezia dalla nobiltà svedese desiderosa di sbarazzarsi dell'invadente Alberto di Meclemburgo. Questi nel frattempo riparò sul continente, raccolse truppe e tornò in dicembre in Svezia, venendo però sconfitto e catturato nella battaglia di Falköping (24 febbraio 1389). Margherita fu libera di sottomettere tutta la Svezia ad eccezione di [[Stoccolma]] che da quell'anno (1389) fu cinta d'assedio ma resistette grazie ai rifornimenti portatigli dalla confederazione pirata che proprio allora si guadagnò il nome di ''Vitalienbrüder''.<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 59}}.</ref> Con Alberto ormai prigioniero di Margherita, mente suo zio Giovanni von Stargard muoveva guerra ufficialmente (ed inutilmente) ai Danesi, il Meclemburgo ricorse sempre più massicciamente ai pirati, supportandoli e tornando a farne dei corsari (1390):<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 57}}.</ref>

{{citazione|[...] frotte di nobili ladri ai quali il furto di terre sembrava più pericoloso e meno redditizio. Si accalcava una folla di trincerati, di debitori fuggitivi e di malfattori della città e della campagna, così come poveri diavoli, gente in viaggio e garzoni erranti. I nobili e i cittadini del Meclemburgo divennero capi, i porti del paese fornirono le navi, furono emesse lettere di marca contro i tre imperi del nord [...]|{{cita|Daenell 2001|p. 119}}.}}

I porti di Rostock e Wismar tornarono allora (1391) a farsi banchi dei pegni della refurtiva pirata,<ref>{{cita|Bracker 2003|p. 22}}.</ref> oltre a fornire loro supporto logistico.<ref>{{cita|Puhle 1994|p. 38}}.</ref> I ''Vitalienbrüder'' presero allora ad attaccare indiscriminatamente tutte le navi che attraversavano il Baltico, razziandone il carico ed eliminandone l'equipaggio.<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 60}}.</ref> La recrudescenza della pirateria mise in crisi la ''Hansa'' che cercò di mantenersi neutrale nel conflitto dano-meclemburghese, sopportando gravi danni al commercio nel 1392–1394,<ref group="N">{{cita libro|lingua=nds|autore=[[Reimar Kock]]|capitolo=Chronik des Reimar Kock|curatore= [[Ferdinand Heinrich Grautoff]] |annooriginale=XVI sec.|titolo= Chronik des Franziskaner Lesemeisters Detmar nach der Urschrift und mit Ergänzungen aus anderen Chroniken|volume=I|città=Amburgo |anno= 1829|p=495|citazione=Nel 1393 [...] i valorosi fratelli Vitalien [padroneggiarono] il mare [...], motivo per cui tutta la navigazione verso Lubecca si fermò}}</ref> ma non lesinò dure punizioni alla pirateria: i pirati catturati erano stipati in barili sulle loro navi e portati a Stralsund per il [[patibolo]].<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 61}}.</ref> Anche Margherita risentì della stagnazione del traffico marittimo, poiché perse le sue considerevoli entrate doganali,<ref>{{cita|Puhle 1994|p. 66}}.</ref> mentre le sue navi furono catturate e distrutte, le città danesi rase al suolo dai pirati ed un vescovo in viaggio per il suo servizio fu imprigionato a Stoccolma. Nel 1393, i ''Vitalienbrüder'', supportati da ingenti forze del Meclemburgo, saccheggiarono il porto norvegese di [[Bergen]] e, come di consueto, rivendettero il bottino a Rostock e Wismar.<ref>{{cita|Puhle 1994|p. 52f}}.</ref> Nel dicembre di quell'anno, Margherita iniziò i negoziati di pace con gli Anseatici come mediatori tra le parti, mentre Stoccolma seguitava a resistere all'assedio danese grazie ai pirati.<ref>{{cita|Daenell 2001|p. 127}}.</ref> Proprio da Stoccolma salpò la flotta pirata, al comando di Albrecht von Pecatel, che conquistò [[Bornholm]] e Gotland nel 1394, facendone la base operativa per i ''Vitalienbrüder'' negli anni successivi.<ref>{{cita libro|lingua=de|cognome=Crull|nome=Friedrich|titolo=Die Wappen der bis 1360 in den heutigen Grenzen Meklenburgs vorkommenden Geschlechter der Mannschaft|rivista=Verein für Mecklenburgische Geschichte und Altertumskunde Jahrbücher des Vereins für Mecklenburgische Geschichte und Altertumskunde|volume=52|anno=1887|pp=34–182|url=http://portal.hsb.hs-wismar.de/pub/lbmv/mjb/jb052/350365512.html|accesso=10 marzo 2024|dataarchivio=5 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120505025149/http://portal.hsb.hs-wismar.de/pub/lbmv/mjb/jb052/350365512.html|urlmorto=sì}}</ref>

==== Eradicazione della pirateria ====

[[File:Konrad von Jungingen.jpg|miniatura|sinistra|[[Konrad von Jungingen]], [[Gran maestro dell'Ordine teutonico]] nel 1393–1407.]]

Con il trattato di Skanör e Falsterbo (20 maggio [[1395]]), la Lega Anseatica, l'Ordine Teutonico, la Danimarca e il Meclemburgo sigillarono la cessazione delle ostilità. Il conflitto dano-meclemburghese seguitò però a ribollire. Nel Gotland, le forze meclemburghesi di Albrecht von Pecatel, stanziato a Visby, e quelle danesi di Sven Sture, che controllava il resto dell'isola, non cessarono d'affrontarsi, con i ''Vitalienbrüder'' dell'isola che si divisero in due fazioni accettando di combattere per ambo le parti! Nell'estate del 1396, il figlio di Alberto, [[Eric I di Meclemburgo|Eric]], capo riconosciuto dei pirati,<ref>{{cita|Bjork 1943|p. 66}}.</ref> sbarcò a Gotland e sconfisse Sture entro la primavera del 1397.<ref>{{cita|Puhle 1994|p. 93}}.</ref> Nello stesso anno, l'[[Unione di Kalmar]] ratificò però il controllo di Margherita su tutti i troni della Scandinavia unita, vanificando in via definitiva le speranze di Alberto di rimettere le mani sul trono svedese.

L'eradicazione della pirateria diffusasi a macchia d'olio nel Baltico sembrava sempre più problematica. Addirittura il duca Barnim VI di Pomerania risolse di farsi pirata ed allearsi ai ''Vitalienbrüder'' per condividerne le fortune. Avviò proprio nel 1395 un conflitto con la città anseatica di Rostock e nel 1398 si accordò con i Teutonici per proseguire la pirateria ma non come alleato dei ''Vitalienbrüder''.<ref name="Pommern">{{cita libro|lingua=de|curatore=Werner Buchholz|titolo=Pommern| editore= Siedler|anno=1999|p=147|ISBN=3-88680-272-8}}</ref>

La prematura morte di Eric di Meclemburgo a Gotland lasciò l'isola della mani di Sture che pensò bene di mettersi a capo dei pirati. La situazione, a questo punto, degenerò in «un'ondata di pirateria totale e incontrollabile.»<ref>{{cita|Bracker 2003|p. 25}}.</ref> I ''Vitalienbrüder'', guidati da Sture, presero il controllo completo dell'isola e iniziarono una guerra pirata contro ogni commerciante che viaggiava nel Mar Baltico. Il Gran maestro dei teutonici, [[Konrad von Jungingen]] (in carica 1393–1407), scrisse che ad ogni pirata fu allora concessa la residenza gratuita nelle campagne e nei castelli di Gotland, Landeskrone e Sleyt, purché spartisse metà del suo bottino con Sture e con la vedova di Eric, Sofia di Pomerania.<ref>{{cita|Hanserecesse 1256–1430|I 4, n. 438, § 5, p. 416}}.</ref> Fu allora proprio von Jungingen, preoccupato per gli attacchi dei pirati ai domini teutonici in Prussia e Livonia, oltre che del potere ammassato da Margherita, a sbloccare la situazione. Nel [[1398]] armò una flotta (84 navi, 4.000 soldati e 400 cavalli), raggiunse Gotland, devastò i dintorni di Visby, ne scacciò i pirati ed occupò l'isola come pegno/[[feudo]] riconosciutogli da [[Giovanni IV di Meclemburgo-Schwerin]] a discapito di Sture.<ref>{{cita|Hanserecesse 1256–1430|I 4, n. 438, § 9, p. 416}}.</ref><ref>{{cita|Bjork 1943|pp. 67-68}}.</ref>

All'inizio del [[XV secolo]], lo Stato monastico dei Cavalieri Teutonici fu, regnante il Gran maestro von Jungingen, all'apice del suo potere. La marina teutonica governava il Mar Baltico dalle basi in Prussia e Gotland e le città prussiane fornivano entrate fiscali sufficienti a mantenere una forza permanente significativa composta da cavalieri teutonici veri e propri, dal loro seguito, dalle leve contadine prussiane e da mercenari tedeschi. Fu in un simile contesto che «le flotte di Lubecca [i.e. Anseatiche] e prussiana [i.e. Teutoniche] cacciarono vigorosamente i pirati, tanto che il Mar Baltico fu completamente ripulito nel 1400.»<ref>{{cita|Dollinger 1998|p. 114}}.</ref> La successiva cessione del Gotland dai Teutonici alla regina Margherita (1405) sancì l'avvenuta eradicazione dei ''Vitalienbrüder'' dalle acque del Baltico.<ref>{{cita|Urban 2006|p. 143}}.</ref> Gli atti di pirateria, guerra di corsa se vogliamo, stavano però proseguendo: il sopracitato Barnim di Pomerania combatté come corsaro per il Meclemburgo contro Lubecca sino alla sua morte di peste nel 1405.<ref name="Pommern"/>

==Le navi==

===Alto Medioevo===
[[File:Exhibition in Viking Ship Museum, Oslo 01.jpg|miniatura|[[Prua]] della [[nave di Oseberg]] - [[Museo delle navi vichinghe di Oslo]].]]

{{vedi anche|Navi vichinghe}}

Le '''navi vichinghe''' costituivano, nel VIII secolo, la punta della tecnologia navale dell'epoca e fornirono ai norreni notevoli vantaggi sui rivali. Erano navi non solo veloci ma anche capaci di navigare in acque basse e attraccare praticamente ovunque. Non necessitando di porti veri e propri, le ''longship'' permettevano ai vichinghi di esplorare, saccheggiare e/o migrare liberamente in nuovi territori, nonché commerciare con piccoli insediamenti sulle coste e lungo i fiumi.<ref name="Sawyer">{{cita libro|lingua=en|nome=Peter|cognome= Sawyer|anno=1975|titolo=The Oxford Illustrated History of the Vikings|editore=Oxford University Press|ISBN=978-0-19-285434-6}}</ref><ref name="Meier_2531">{{cita|Meier 2006|pp. 25-31}}.</ref>

La propulsione mista [[remo (nautica)|remi]]-e-[[Vela (sistema di propulsione)|vela]] garantì alle navi norrene grande manovrabilità nei fiumi oltre che in ampi specchi d'acqua e nelle battaglie navali (anche per eventuali fughe impellenti!). Gli [[Scafo|scafi]] erano composti d'assi sovrapposte collegate le une alle altre a creare una superficie esterna solida e leggera necessitante d'un [[Telaio (meccanica)|telaio]] poco pesante e creante un effetto [[aliscafo]] che riduceva la [[resistenza idrodinamica]] e aumentava la velocità. Oltre a essere più veloci (15 [[Nodo (unità di misura)|nodi]] di velocità massima per le ''drekar''),<ref>{{Cita web| lingua=da| url=http://www.vikingeskibsmuseet.dk/index.php?id=1404&L=1|titolo=Fejl: Siden blev ikke fundet / adgang er ikke tilladt|sito=Vikingeskibsmuseet Roskilde|accesso=5 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110718231844/http://www.vikingeskibsmuseet.dk/index.php?id=1404&L=1|urlmorto=sì}}</ref> le navi norrene potevano anche essere agevolmente [[portage (trasporto)|trasportate]] sulle strisce di terra fra due corsi/specchi d'acqua, caratteristica che ebbe un ruolo fondamentale nella realizzazione delle vie commerciali che i vichinghi stabilirono attraverso la Russia, fino al [[Mar Nero]] ed al [[Medioriente]].<ref name="Meier_2531"/>

Le due imbarcazioni vichinghe più diffuse erano: le già citate ''drekar''/''drakkar'' e le ''[[knarr]]''. Le prime, utilizzate per le esplorazioni e le guerre, erano studiate per essere veloci e maneggevoli, equipaggiate di remi per essere indipendenti dalla propulsione velica, con scafo lungo (anche 25 m) e stretto e un moderato pescaggio per sbarcare truppe in acque basse. Le ''knarr'' invece erano navi mercantili, più lente ma con una maggior capacità di carico (122 [[tonnellata|t]] contro le 20-25 t di un ''drekar''),<ref name="Etting_2728"/> disegnate con uno scafo corto e largo (16x4,6 m) e un profondo pescaggio.<ref name="Sawyer"/><ref name="Meier_2531"/>

L'esempio ed il successo delle navi vichinghe spinse le popolazioni che con i pirati/mercanti norreni avevano più contatti, come appunti gli Slavi ed i Balti, ed emularne il modello:<ref>{{cita|Meier 2006|pp. 31-32}}.</ref><ref name="L&N_38"/> es. a Danzica è stata rinvenuta una ''longship'' vichinga della prima metà del X secolo realizzata da [[Maestro d'ascia|maestri d'ascia]] slavi.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.vikingeskibsmuseet.dk/en/professions/education/method/the-archaeological-sources/puck-2-a-slavic-longship/|titolo=Puck 2 – a Slavic longship|editore=Viking Ship Museum, Roskilde|accesso=10 gennaio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160826053541/http://www.vikingeskibsmuseet.dk/en/professions/education/method/the-archaeological-sources/puck-2-a-slavic-longship/|urlmorto=}}</ref>

=== Basso Medioevo ===
I Danesi (come i Norvegesi) utilizzarono l'evoluzione tarda della versatile ''longship'' (ottima per spostare truppe e sbarcarle, valida sia per la navigazione in mare sia tra fiumi e lagune), la ''snäcka'', fino al XIV secolo.<ref name="L&N_38">{{cita|Lindholm e Nicolle 2007|p. 38}}.</ref> Differiva dal modello classico del ''drekar'' semplicemente per il fatto che il [[timone]] non era più a remo ma a perno ed era fissato al [[dritto di poppa]],<ref>{{cita|Lindholm e Nicolle 2007|p. 35}}.</ref> evoluzione introdotta dalla nuove navi mercantili degli Anseatici (v.si seguito).<ref name="CP">{{cita libro|nome=O|cognome=Crumlin-Pedersen|titolo=To be or not to be a cog: the Bremen Cog in perspective|anno=2000|lingua=en|pp=230–246|volume=29|rivista=International Journal of Nautical Archaeology|numero=2}}</ref>

Nel generale contesto di sviluppo dei traffici che caratterizza il Basso Medievo, il ''design'' della ''longship'' norrena, ottimo legno da combattimento, si rivelò pessimo da un punto di vista commerciale. Nel XII secolo era fondamentale la capacità di carico e, probabilmente per questo motivo, ''drekar'' e ''knarr'' scomparvero dagli arsenali continentali europei, votati al commercio.<ref>{{cita|Nicolle 2014|p. 20}}.</ref>

[[File:Kogge stralsund.jpg|miniatura|sinistra|Una cocca, guarnizione di [[Stralsund]].]]

{{vedi anche|Cocca}}

Sviluppata nel X secolo, presumibilmente dal modello dello ''knarr'' norreno,<ref name="A">{{Cita web| lingua=en|cognome=Åkesson|nome=Per| titolo=The Cog|url=https://www.abc.se/~m10354/mar/cog.htm| data=1999|accesso=14 settembre 2017| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160326002623/https://www.abc.se/~m10354/mar/cog.htm|urlmorto=no}}</ref> e massicciamente diffusasi nel XII secolo, la '''cocca''' aveva anch'essa propulsione mista remi-e-vela. Di forma "rotonda" (c.d. "''Round-ship''"),<ref>{{Cita web| lingua=en| url=http://www.oxfordreference.com/view/10.1093/oi/authority.20110803100430604|titolo=Round ship|sito=Oxford Reference|editore=[[Oxford University Press]]|accesso=14 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170915070250/http://www.oxfordreference.com/view/10.1093/oi/authority.20110803100430604|urlmorto=no}}</ref> era lunga 15–25 m e larga 5–8 m, con [[stazza]] massima di 200-300 t.<ref name="Etting_2728"/> L'unico [[Albero (vela)|albero]] era armato a [[vela quadra]], il timone, come anticipato, era a perno e montato sotto il dritto di poppa<ref name="CP" /> e l'[[opera morta]] era molto alta per permetterle di meglio affrontare la navigazione in mare aperto.<ref>{{Cita web| lingua=en| titolo=Hamburg Museum - Medieval Hamburg (4) - The Cog - A Cargo-carrying Vessel of the Middle dixious Ages|url=http://www.hamburgmuseum.de/e/htm_e/neu/t-1og-mittelalter04.html|accesso=5 aprile 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref name="Meier_32-35">{{cita|Meier 2006|pp. 32-35}}.</ref>

Originaria della Frisia, nacque come un legno di grandi dimensioni utilizzato per la tranquilla traversata del [[Limfjorden]] ma quando questo fu ostruito per l'accumulo di sabbia e detriti nel XII secolo, le cocche furono rimpiccolite per affrontare la pericolosa traversata del [[Skagen|capo di Skagen]], divenendo robusti mercantili capaci di attraversare anche i passaggi più pericolosi: il perfetto cavallo di battaglia dei mercanti della Lega anseatica.<ref name="Etting_2728">{{cita|Etting 2004|pp. 27-28}}.</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Hutchinson|nome= Gillian|anno=1994|titolo= Medieval Ships and Shipping|città=Cranbury (NJ)|editore= Associated University Presses|ISBN=9780718501174}}</ref> I castelli di prua e di poppa sarebbero stati aggiunti per la difesa contro l'[[abbordaggio]], seppur il castello di poppa o [[Cassero (nautica)|cassero]] offrisse anche più spazio di carico alla stiva fungendo da alloggio per l'equipaggio e per il timone, consentendo l'uso delle cocche in guerra e migliorandone la difesa contro i pirati.<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=McGrail|nome= Sean|anno=1981|titolo= Rafts, Boats and Ships|url=https://archive.org/details/raftsboatsshipsf0000mcgr|città=Londra| editore=National Maritime Museum| ISBN= 0-11-290312-6|p=[https://archive.org/details/raftsboatsshipsf0000mcgr/page/38 38]}}</ref> I castelli, unitamente all'altezza dell'opera morta, garantirono alla cocca la supremazia sulle ''snäcka'' norrene nella battaglia navale vera e propria, portando al loro definitivo abbandono:<ref name="L&N_38" /> es. durante la summenzionata battaglia di Bergen del 1393, le ''longship'' danesi nulla poterono contro la cocca dei ''Vitalienbrüder''. Per contro, nelle battaglie fluviali, la ''longship'' seguitò ad essere utilizzata da Russi e Lituani per rallentare la penetrazione dei crociati nell'entroterra baltico.<ref name="L&N_38" /><ref name="Meier_32-35"/>

== Note ==
;Esplicative
<references group="N"/>
;Bibliografiche
{{note strette}}

== Bibliografia ==
{{div col}}
===Fonti===
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Adamo da Brema]]|titolo=[[Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum]]|anno=XI secolo|cid=Adamo da Brema}}
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Eginardo]] [et al.]|titolo=Annales Regni Francorum|cid=ARF}} ed. {{cita libro|lingua=de|curatore-cognome=Kurze|curatore-nome=Friedrich|titolo=Annales regni Francorum (741-829) qui dicuntur Annales Laurissenses maiores et Einhardi|edizione=Post editionem G. H. Pertzii|collana=Scriptores rerum germanicarum in usum scholarum|volume=6|città=Hannover|annooriginale=1895|anno=1950}}
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Saxo Grammaticus]]|titolo=[[Gesta Danorum]]|anno=XIII secolo|cid=Saxo Grammaticus}}
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Enrico di Livonia]]|titolo=Heinrici Chronicon Lyvoniae|titolotradotto=[[Cronache di Enrico di Livonia|Cronaca di Enrico di Livonia]]|anno=XIII secolo|cid=Cronaca di Enrico di Livonia}} ed. {{cita libro|lingua=lat|titolo=Heinrici Chronicon Lyvoniae|serie=[[Monumenta Germaniae Historica]]. Scriptores rerum Germanicarum|numero=31|annooriginale=1874|editore=Hannover Hahn|anno=1955|ISBN=|url=}}
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Arnoldo di Lubecca]]|titolo=Arnoldi chronica Slavorum|anno=XIII secolo|cid=Cronaca di Arnoldo di Lubecca}} ed. {{cita libro|lingua=lat|titolo=Arnoldi chronica Slavorum|serie=Monumenta Germaniae Historica. Scriptores rerum Germanicarum|numero=14|annooriginale=1868|editore=Hannover Hahn|anno=1978|ISBN=3-7752-5307-6|url=https://www.archive.org/details/arnoldichronicas00arnouoft}}
* {{cita libro|lingua=da|autore=[[Arrild Huitfeldt]]|titolo=Danmarckis Rigis Krönicke fra Kong Dan den förste oc indtil Kong Knud den 6|città=Moltken|anno=1650|edizione=2 t. (8 v.)|cid=Huitfeldt 1650}}
* {{cita libro|lingua=de|curatore=Hansischer Geschichtsverein |titolo=Hanserecesse. Die Recesse und andere Akten der Hansetage 1256–1430|volume= I, 2-4| città=Leipzig|data=1872–1877|editore=Dunker & Humblot| cid= Hanserecesse 1256–1430}}

===Studi===
;Studi pre-1950
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Bjork|nome=David K.|titolo=Piracy In The Baltic, 1375-1398|rivista=Speculum|anno=1943|pp=39-68|cid=Bjork 1943}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Steenstrup|nome=Johannes|titolo=Danmarks Riges Historie|volume=1. Oldtiden og den ældre Middelalder|anno=1904|città=København|cid=Steenstrup 1904}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Matthews|nome= W.K.|titolo=Medieval Baltic Tribes|rivista=American Slavic and East European Review|volume=8|numero=2|data=aprile 1949|pp=126–136|cid=Matthews 1949}}
* {{cita libro|lingua=en |cognome=Thompson|nome=James Westfall|titolo=Early Trade Relations Between the Germans and the Slavs|url=https://archive.org/details/jstor-1822923|rivista=The Journal of Political Economy|anno=1922|pp=534-558|cid=Thompson 1922}}

;Studi post-1950
;In italiano
* {{cita libro|titolo=Le crociate del Nord. Il Baltico e la frontiera cattolica (1100-1525)|isbn=978-88-15-26604-0|annooriginale=1980|anno=2016|editore=Il Mulino|autore=[[Eric Christiansen]]|cid=Christiansen 2016|traduttore=Donatella Levi}}
* {{cita libro|cognome=Jones |nome=Gwyn|anno=1978|titolo=I vichinghi|traduttore=Celso Balducci|edizione=2. ed|editore=Newton Compton Editori| ISBN=9780192158826|cid=Jones 1978|annooriginale=1973}}
* {{Cita libro|autore=[[Massimo Montanari]]|titolo=Storia medievale|editore=Laterza|anno=2006|ed=7|isbn=978-88-420-6540-1|cid=Montanari 2006|sbn=IT\ICCU\AQ1\0081962}}
* {{cita libro|autore=[[William Urban]]|cid=Urban 2006|titolo=I Cavalieri Teutonici: Storia militare delle Crociate del Nord|traduttore=Rossana Macuz Varrocchi|editore=Libreria Editrice Goriziana|anno=2006|annooriginale=2003|isbn=978-88-86-92899-1}}

;In altre lingue
* {{cita web |lingua = de | cognome = Bachmann|nome=Birgit|cognome2=Müller|nome2= Stefan R. | data = 2002 | titolo = Piraten in Norddeutschland [Pirates in North Germany] |opera=[[Blinde-Kuh.de]] |p=3 |  url = http://www.blinde-kuh.de/piraten/ | accesso=|urlmorto=si |urlarchivio=https://archive.is/20130210114908/http://www.blinde-kuh.de/piraten/ }}
* {{cita libro|lingua=de|cognome=Bracker|nome=Jörgen |capitolo=Klaus Störtebeker – Nur einer von ihnen. Die Geschichte der Vitalienbrüder|curatore=Ralf Wiechmann|titolo=Klaus Störtebeker: ein Mythos wird entschlüsselt|editore=Fink|città=Paderborn/Monaco di Baviera|anno= 2003|ISBN=3-7705-3837-4|pp=9-59|cid=Bracker 2003}}
* {{cita libro|lingua=de|cognome=Dollinger|nome=Philippe|titolo=Die Hanse| annooriginale=1966|traduttore=Hans Krabusch [e] Marga Krabusch|città=Stuttgart|editore=Kröner|anno=1998|serie=Kröners Taschenbuchausgabe|volume=371|isbn=3-520-37105-7|cid=Dollinger 1998}}
* {{cita libro|lingua=de|cognome=Daenell|nome=Ernst|titolo=Die Blütezeit der deutschen Hanse: hansische Geschichte von der zweiten Hälfte des XIV. bis zum letzten Viertel des XV. Jahrhunderts|edizione=3. ed.|editore=de Gruyter|città=Berlino|anno= 2001|ISBN=3-11-017041-8|cid=Daenell 2001}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Etting|nome=Vivian|titolo=Queen Margrete I (1353-1412) and the Founding of the Nordic Union|serie=The Northern World|volume=9|anno=2004|editore=Brill|ISBN=9004136525|url=|cid= Etting 2004}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Faure|nome=Gunter|nome2=Teresa|cognome2=Mensing|titolo=The Estonians; The long road to independence|anno=2012|editore=Lulu.com|cid=Faure e Mensing 2012|isbn=978-11-05-53003-6|url=https://books.google.it/books?id=hnq7AwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it}}
* {{cita libro| lingua=de| cognome=Herrmann|nome=Joachim| titolo=Die Slawen in Deutschland|editore=Akademie-Verlag|città=Berlino|anno=1985|annooriginale=1970|cid=Herrmann 1970}}
* {{cita libro |lingua= en|cognome=Konstam |nome=Angus |anno=2011 |titolo=Piracy–The Complete History from 1300 BC to the Present Day | pp= 27-28 | città = Lanham, Maryland | editore=Rowman & Littlefield  |isbn=9780762768356 | url = https://books.google.com/books?id=FUOLBAAAQBAJ | accesso=28 gennaio 2022 }}
* {{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=hz8lDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|cid=Jensen 2016|Kurt Villads|Jensen|Crusading at the Edges of Europe: Denmark and Portugal c.1000 - c.1250|2016|Taylor & Francis|isbn=978-13-17-15670-3}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Lindholm|nome=David|cognome2=Nicolle|nome2=David|titolo=Scandinavian Baltic Crusades 1100-1500|anno=2007|editore=Osprey Publishing|serie=Men at Arms|numero=436| ISBN=978-1-84176-988-2|cid= Lindholm e Nicolle 2007}}
* {{cita libro|lingua=de |cognome=Lornsen |nome=Boy |anno=2005 |titolo=Klaus Störtebeker: Gottes Freund und aller Welt Feind |url=https://archive.org/details/klausstortebeker0000lorn  |editore=Carlsen Verlag GmbH |città=Amburgo |isbn=978-3-551-35447-1}}
* {{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=hizvDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|cid=Markus 2020|Kersti|Markus|Visual Culture and Politics in the Baltic Sea Region, 1100-1250|2020|BRILL|isbn=978-90-04-42617-7}}
* {{cita libro|lingua=en|Anu Mänd; Marek|Tamm|Making Livonia: Actors and Networks in the Medieval and Early Modern Baltic Sea Region|2020|Routledge|cid=Mänd e Tamm 2020|isbn=978-10-00-07693-6|url=https://books.google.it/books?id=V57qDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it}}
* {{cita libro| lingua=en  |cognome=Meier|nome=Dirk |traduttore=Angus McGeoch |anno=2006 |titolo=Seafarers, Merchants and Pirates in the Middle Ages |città = Woodbridge, Suffolk, England  | editore=Boydell Press |isbn=9781843832379 | url = https://books.google.com/books?id=i7-HX1Dx_b8C | accesso=28 gennaio 2022|cid=Meier 2006 }}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Alan V. Murray|url=https://books.google.it/books?id=1TErDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Crusade and Conversion on the Baltic Frontier 1150–1500|editore=Taylor & Francis|anno=2017|isbn=978-13-51-94715-2|cid=Murray 2017}}
* {{cita libro|lingua=en|cid=Murray 2016|url=https://books.google.it/books?id=IKOoDQAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|Alan V.|Murray|The Clash of Cultures on the Medieval Baltic Frontier|2016|Routledge|isbn=978-13-51-89260-5}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Nicolle|nome=David|titolo=Forces of the Hanseatic League: 13th–15th Centuries|serie=Men at Arms| numero=494| anno=2014| editore=Osprey Publishing| ISBN=978 1 78200 779 1|url=|cid= Nicolle 2014}}
* {{cita libro |lingua=de |cognome=Puhle |nome=Matthias |anno=1994 |titolo=Die Vitalienbrüder: Klaus Störtebeker und die Seeräuber der Hansezeit |editore=Campus Verlag |edizione=2. ed.|città=Francoforte |isbn=|cid=Puhle 1994}}
* {{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=dHu9BwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|cid=Selart 2015|Anti|Selart|Livonia, Rus' and the Baltic Crusades in the Thirteenth Century|2015|BRILL|isbn=978-90-04-28475-3}}
* {{cita libro |lingua=de |cognome=Wiechmann|nome=Ralf |cognome2=Bräuer|nome2=Günter |cognome3=Püschel|nome3=Klaus |anno=2003 |titolo=Klaus Störtebeker: ein Mythos wird entschlüsselt |editore=Fink Wilhelm GmbH + Co.KG |città=Monaco di Baviera |isbn=978-3-770-53837-9|cid=Wiechmann, Bräuer e Püschel 2003}}
* {{cita libro |lingua=de |cognome=Zimmerling|nome=Dieter|titolo=Störtebeker & Co.: die Blütezeit der Seeräuber in Nord- und Ostsee|editore=Verlag Die Hanse|città=Amburgo|anno=2000|ISBN=3-434-52573-4|cid=Zimmerling 2000}}
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== Voci correlate ==
* [[Narentani]], pirati slavi stanziati nella [[Dalmazia]] meridionale nell'Alto Medioevo.
* [[Uscocchi]], pirati slavi attivi nel [[Quarnaro]] tra [[XV secolo|XV]] e [[XVII secolo]].

{{Pirateria}}
{{Portale|medioevo|nautica}}

[[Categoria:Lega anseatica]]
[[Categoria:Pirateria]]
[[Categoria:Slavi]]
[[Categoria:Vichinghi]]