Bombardamenti di Foggia: differenze tra le versioni

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{{NN|seconda guerra mondiale|novembre 2017}}
{{C|La voce riporta cifre inattendibili e senza riscontro storiografico. Cifre dell'ordine dei 20.000 morti (o superiori), in tutta Europa, si sono avute solo in quattro città (Dresda, Amburgo, Berlino, Londra), in due delle quali si sono verificate delle "tempeste di fuoco" mentre nelle altre due il numero e l'intensità dei bombardamenti è stata immensamente superiore.|seconda guerra mondiale|dicembre 2018}}
{{Infobox bombardamento
{{Infobox bombardamento
|Nome = Bombardamenti di Foggia
|Nome = Bombardamenti di Foggia
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|Comandante difensori =
|Comandante difensori =
|Esito = Neutralizzazione di Foggia come nodo ferroviario e base aerea
|Esito = Neutralizzazione di Foggia come nodo ferroviario e base aerea
|Perdite civili = {{sp}}
|Perdite civili = Manca uno studio approfondito sul numero di vittime civili
{{cn|* 28-30-31 maggio 1943: 462 morti e 3-4 feriti
* 21 giugno 1943: 91 morti
* 15 luglio 1943: 1293 morti
* 22 luglio 1943: 7643 morti
* 19 agosto 1943: 9581 morti e oltre 600 feriti
* 24-25 agosto 1943: 971 morti
* 9 settembre [[1943]]: 21 morti
* 17-18 settembre [[1943]]: 179 morti}}
|Perdite infrastrutturali = Distruzione degli aeroporti, dei depositi e degli scali ferroviari; colpite zone della città
|Perdite infrastrutturali = Distruzione degli aeroporti, dei depositi e degli scali ferroviari; colpite zone della città
|Perdite attaccanti = Almeno 8 B-24
|Perdite attaccanti = Almeno 8 B-24 e alcuni B-17
|Perdite difensori =
|Perdite difensori =
|Note =
|Note =
|Ref = Fonti citate nel corpo del testo
|Ref = Fonti citate nel corpo del testo
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I '''bombardamenti di Foggia del 1943''' furono eseguiti dalle [[United States Army Air Forces]] e dalla [[Royal Air Force]] tra la fine di maggio e la metà di settembre di quell'anno, nel quadro della vasta campagna aerea sull'Italia centro-meridionale per ostacolare i prearativi difensivi italo-tedeschi e appoggiare le operazioni anfibie [[Sbarco in Sicilia|in Sicilia]] e [[Sbarco a Salerno|a Salerno]]. Le azioni coinvolsero un elevato numero di apparecchi alleati, in specie i bombardieri [[Boeing B-17 Flying Fortress]] e [[Consolidated B-24 Liberator]], che causarono elevate distruzioni e danni estesi sia alla città, sia alle numerose installazioni militari circostanti. Foggia fu annientata come base aerea militare e la popolazione civile ebbe a soffrire le pesanti incursioni aeree, ma non esistono dati precisi o affidabili sul numero di morti, feriti e sfollati.
I '''bombardamenti di Foggia del 1943''' avvennero tra il maggio e il settembre di quell'anno ad opera dell'aviazione [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleata]], nel corso della [[seconda guerra mondiale]].


== Quadro storico e premesse ==
== Contesto storico ==
Il 5 maggio 1943, anniversario della [[Guerra d'Etiopia|proclamazione dell'Impero]], Mussolini si affacciò per l'ultima volta dal balcone di [[Palazzo Venezia]]: «Sette anni or sono noi eravamo riuniti in questa piazza per celebrare la conclusione trionfale di una campagna durante la quale avevamo sfidato il mondo e aperto nuove vie alla civiltà: la grande impresa non è finita: è semplicemente interrotta»<ref>{{cita|Bonacina|p. 185}}.</ref>. Queste parole furono seguite da fatti tutt'altro che trionfali. Il Bollettino n. 1083 del 13 maggio annunciò che la [[1ª Armata (Regio Esercito)|1ª Armata]] in [[Tunisia]] era [[campagna di Tunisia|stata distrutta]] dalle forze alleate, suggellando la fine dell'impero coloniale italiano anche in [[Nordafrica]] (l'[[Africa Orientale Italiana|AOI]] era già stata perduta nel 1941). Come deciso durante la [[seconda Conferenza di Washington]] del giugno 1942, gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] avevano deciso di proseguire la loro [[Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale|campagna nel Mediterraneo]] invadendo l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e il giorno stesso della caduta della Tunisia, i bombardieri della [[Northwest African Air Forces]] (NAAF) del generale [[Carl Andrew Spaatz]] partirono dalle basi nordafricane appena strappate alle forze dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] per iniziare la campagna di bombardamento e [[interdizione aerea]] in vista dell'invasione terrestre della penisola italiana.<ref>{{cita|Bonacina|p. 186}}.</ref>
Il [[1943]] fu nella [[Italia nella seconda guerra mondiale|storia militare dell'Italia durante la seconda guerra mondiale]] un anno di massicci bombardamenti per molte città, perché gli alleati avevano deciso di invadere l'[[Italia]] per costringerla alla resa, e avevano iniziato una serie di bombardamenti per fiaccare il consenso della popolazione verso il regime fascista.


Con l'approssimarsi dell'invasione della Sicilia ([[Sbarco in Sicilia|operazione Husky]]), il [[Mediterranean Air Command]] intensificò gli attacchi contro le principali vie di comunicazione, alle industrie, ai porti e agli aeroporti dell'Italia Meridionale. Nello specifico, [[Foggia]] con il suo importante nodo ferroviario e con le annesse officine e depositi attrasse l'offensiva aerea che, particolarmente dal maggio all'agosto 1943, determinò la quasi totale distruzione della stazione ferroviaria e danni gravissimi in tutta la città.<ref name=FoggiaTreccani>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/foggia_res-c789cef3-87e5-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Foggia|autore=Umberto Toschi - Enzo Piscitelli|editore=treccani.it|accesso=18 febbraio 2021}}</ref> Gli attacchi alla città iniziarono il 28 maggio, incursione che però ebbe effetti minimi. La missione fu ripetuta il 30 e 31, quando i [[Consolidated B-24 Liberator]] colpirono l'aeroporto e distrussero a terra diverse decine di [[Junkers Ju 88]], provocando danni anche all'abitato.<ref>{{cita|Bonacina|p. 187}}.</ref>
In questo contesto storico particolarmente devastanti furono gli attacchi alla città di [[Foggia]], poiché gli Alleati temevano che dalla stazione ferroviaria, considerata un importante nodo, potessero affluire rinforzi al [[Regio Esercito]] in [[Sicilia]], dove le truppe statunitensi e britanniche [[Sbarco in Sicilia|erano sbarcate]] nel mese di luglio.


Dopo la [[Armistizio di Cassibile|firma della resa incondizionata dell'Italia agli Alleati]] l'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]], le forze tedesche s'impadronirono di Foggia, [[Manfredonia]] e [[Cerignola]] che evacuarono il 28 settembre a causa della pressione dell'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata britannica]] che stava risalendo la Puglia e che occupò Foggia il 1° ottobre; l'intera provincia fu liberata il 10 ottobre. Secondo la strategia degli Alleati, il centro sarebbe diventato fondamentale per continuare la [[Campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]]; la città e il territorio pianeggiante tutto intorno divennero la principale base aerea alleata per il settore italiano e balcanico, da cui partivano le missioni di bombardamento al nord Italia in mano alle forze tedesche e nei Balcani a supporto delle [[Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia|forze di liberazione jugoslave]]. I pianificatori alleati individuarono in Foggia la base ideale per le forze aeree alleate: il terreno pianeggiante e disalberato del [[Tavoliere delle Puglie|Tavoliere]] e la vicinanza ai capienti porti di [[Bari]] e [[Napoli]] permisero la creazione di circa 30 fra aeroporti e campi sussidiari. Primaria importanza rivestì quello di [[Aeroporto di Amendola|Amendola]] - lungo la [[Ferrovia Foggia-Manfredonia|direttrice ferroviaria Foggia-Manfredonia]] - attrezzato con una pista di lancio principale larga oltre 200 metri e lunga 3,5 chilometri oltre le derivazioni.<ref name=FoggiaTreccani/>
Il 17 agosto l'isola era definitivamente in mani alleate, mentre nel frattempo, il [[25 luglio 1943|25 luglio]], il [[fascismo]] era caduto. Nonostante l'annuncio dell'[[armistizio di Cassibile]] dell'8 settembre firmato dal [[maresciallo]] [[Pietro Badoglio]], l'aviazione alleata sotto il comando inglese proseguì i bombardamenti fino al 15 settembre.


== Cronologia degli avvenimenti ==
== Cronologia degli avvenimenti ==
Il 15 luglio 1943 bombardieri bimotori Liberator della [[Ninth Air Force]] del generale [[Lewis Brereton]] (parte delle NAAF) decollarono dalle basi alleate in [[Cirenaica]] e colpirono Foggia, in particolare i suoi aeroporti, allo scopo di rallentare il raduno di velivoli dell'Asse – un pericolo per le operazioni in corso in Sicilia.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 459}}.</ref> L'attacco fu ripetuto il 22 luglio, questa volta da 71 [[Boeing B-17 Flying Fortress]] appartenenti al 97th e 99th Bomber Group.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 465}}.</ref> Il 16 agosto, nel quadro di una massiccia offensiva aerea generale sulle basi aeree e i depositi dell'Asse nell'Italia centro-meridionale, il comando della Ninth Air Force preparò una pesante incursione sugli aeroporti di Foggia, ancora attivi. I B-24 crivellarono le piste, i ricoveri e le infrastrutture; furono accolti da 75-100 caccia e da una decisa contraerea e in otto furono abbattuti: l'incursione riuscì in effetti a disarticolare l'opposizione aerea italo-tedesca e fu una delle ultime azioni connesse alla battaglia in Sicilia, [[Operazione Lehrgang|completamente evacuata]] dai difensori il giorno successivo.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 475-476}}.</ref> La Ninth Air Force fu subito incaricata di riprendere i metodici martellamenti delle basi aeree italiane in preparazione alla tripla invasione dell'Italia continentale ([[operazione Baytown]], [[operazione Slapstick]] e [[Sbarco a Salerno|operazione Avalanche]]). Foggia tornò dunque nelle liste di obiettivi e, il 19 agosto, 162 B-17 e 71 Liberator rovesciarono 646 tonnellate di bombe sui depositi ferroviari della città; si trattava, infatti, di un nodo di comunicazione cruciale per le divisioni tedesche, in arrivo dal [[passo del Brennero]] e dall'Italia settentrionale. All'attacco statunitense seguì, nottetempo, il bombardamento operato da uno stormo di [[Vickers Wellington]] della [[Royal Air Force]].<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 504-506}}.</ref> Si rese tuttavia necessario un altro massiccio bombardamento degli aeroporti di Foggia, sui quali i ricognitori anglo-statunitensi notarono una ripresa dell'ostinata attività italo-tedesca. La Ninth Air force pianificò con cura l'attacco. Un'ondata di 140 caccia [[Lockheed P-38 Lightning]] apparve il 25 sui cieli della regione e si accanì sui singoli velivoli, sulla rete stradale e sulle ferrovie; cedettero quindi il posto a 136 B-17 con una folta scorta di P-38: i quadrimotori, nell'arco di mezz'ora, devastarono completamente gli aeroporti numero 2, 4, 7 e 10 e distrussero altri aerei al suolo, per complessivi 40 velivoli circa perduti dai difensori. Con questo attacco la neutralizzazione di Foggia come grande base aerea dell'Asse fu pressoché totale e, il 31 agosto, gli Alleati compirono un raid minore con apparecchi pesanti per perfezionare le distruzioni.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 506-507}}.</ref> Gli attacchi su Foggia di agosto si inquadrano nella più ampia strategia politico-militare dei governi alleati, ovvero sgretolare il fronte interno italiano e forzare [[Roma]] a uscire dalla guerra mediante l'utilizzo indiscriminato dell'arma aerea; una fase che era cominciata con il [[Bombardamento di Roma|bombardamento della capitale]] del 19 luglio.<ref>{{cita|Labanca|pp. 87-89, 94}}.</ref>
* {{senza fonte|28-30-31 maggio: Distruzione dell'aeroporto e della stazione ferroviaria di Foggia. (462 vittime)}}
* {{senza fonte|21 giugno: seconda incursione aerea. (91 vittime)}}


Tuttavia i tedeschi e gli italiani, riparate alla meglio alcune piste e riattivato qualche collegamento ferroviario, continuarono a rappresentare un possibile problema; inoltre diversi caccia Ju 88 si erano concentrati a Foggia. Perciò, subito prima degli sbarchi a [[Salerno]], la [[Northwest African Strategic Air Forces]] del generale [[Jimmy Doolittle]] (una delle componenti della NAAF) ripeté le missioni sul foggiano: il 7 settembre 124 B-17, suddivisi in tre gruppi distinti, saturarono di ordigni i vari obiettivi per 180 tonnellate complessive. Il giorno successivo 41 B-24 della Ninth Air Force martellarono l'aeroporto numero 2 e lo misero fuori uso.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 516}}.</ref> Nel frattempo la resa italiana era stata resa pubblica e la difesa dell'Italia meridionale ricadde sui soli tedeschi. La [[Wehrmacht]] reagì comunque con rapidità e, anche a Foggia, subentrò immediatamente agli ex-alleati; il 9 settembre, quando si presentarono 41 Liberator della Ninth Air Force, si scagliarono loro contro, pur non riuscendo a deviarne i lanci.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 524}}.</ref> Intanto la situazione delle divisioni anglo-statunitensi sbarcate a Salerno si era fatta precaria e l'afflusso di rinforzi tedeschi fece profilare una grave crisi; la NAAF ebbe dunque ordine di lanciare continui bombardamenti durante le giornate del 10 e dell'11 settembre, ma stavolta Foggia fu oggetto solo di un attacco secondario. L'ultimo bombardamento subito dalla città e dai provati impianti militari avvenne cinque giorni dopo, pausa operativa dovuta al logorio degli aeroplani e degli equipaggi e che i tedeschi avevano sfruttato al meglio; a cominciare dalla notte del 16-17 settembre la NAAF intraprese due giorni consecutivi di incursioni aeree. La regione di Foggia fu assai gravemente colpita, gli aeroporti furono ridotti in macerie, la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] perse in totale circa 300 apparecchi in conseguenza di questa vasta offensiva aerea e dovette ridislocare le proprie forze molto a nord.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 527, 539-540}}.</ref>
Il 15 luglio 1943 bombardieri bimotori [[Consolidated B-24 Liberator]] della [[Ninth Air Force]] del generale [[Lewis Brereton]] (parte delle [[Northwest African Air Forces]], NAAF) decollarono dalle basi alleate in [[Cirenaica]] e colpirono Foggia, in particolare i suoi aeroporti, allo scopo di rallentare il raduno di velivoli dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] – un pericolo per le operazioni in corso in Sicilia.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 459}}.</ref> L'attacco fu ripetuto il 22 luglio, questa volta da 71 [[Boeing B-17 Flying Fortress]] appartenenti al 97th e 99th Bomber Group.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 465}}.</ref> Il 16 agosto, nel quadro di una massiccia offensiva aerea generale sulle basi aeree e i depositi dell'Asse nell'Italia centro-meridionale, il comando della Ninth Air Force preparò una pesante incursione sugli aeroporti di Foggia, ancora attivi. I B-24 crivellarono le piste, i ricoveri e le infrastrutture; furono accolti da 75-100 caccia e da una decisa contraerea e in otto furono abbattuti: l'incursione riuscì in effetti a disarticolare l'opposizione aerea italo-tedesca e fu una delle ultime azioni connesse alla battaglia in Sicilia, [[Operazione Lehrgang|completamente evacuata]] dai difensori il giorno successivo.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 475-476}}.</ref> La Ninth Air Force fu subito incaricata di riprendere i metodici martellamenti delle basi aeree italiane in preparazione alla tripla invasione dell'Italia continentale ([[operazione Baytown]], [[operazione Slapstick]] e [[Sbarco a Salerno|operazione Avalanche]]). Foggia tornò dunque nelle liste di obiettivi e, il 19 agosto, 162 B-17 e 71 Liberator rovesciarono 646 tonnellate di bombe sui depositi ferroviari della città; si trattava, infatti, di un nodo di comunicazione cruciale per le divisioni tedesche, in arrivo dal [[passo del Brennero]] e dall'Italia settentrionale. All'attacco statunitense seguì, nottetempo, il bombardamento operato da uno stormo di [[Vickers Wellington]] della [[Royal Air Force]].<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 504-506}}.</ref> Si rese tuttavia necessario un altro massiccio bombardamento degli aeroporti di Foggia, sui quali i ricognitori anglo-statunitensi notarono una ripresa dell'ostinata attività italo-tedesca. La Ninth Air force pianificò con cura l'attacco. Un'ondata di 140 caccia [[Lockheed P-38 Lightning]] apparve il 25 sui cieli della regione e si accanì sui singoli velivoli, sulla rete stradale e sulle ferrovie; cedettero quindi il posto a 136 B-17 con una folta scorta di P-38: i quadrimotori, nell'arco di mezz'ora, devastarono completamente gli aeroporti numero 2, 4, 7 e 10 e distrussero altri aerei al suolo, per complessivi 40 velivoli circa perduti dai difensori. Con questo attacco la neutralizzazione di Foggia come grande base aerea dell'Asse fu pressoché totale e, il 31 agosto, gli Alleati compirono un raid minore con apparecchi pesanti per perfezionare le distruzioni.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 506-507}}.</ref> Gli attacchi su Foggia di agosto si inquadrano nella più ampia strategia politico-militare dei governi alleati, ovvero sgretolare il fronte interno italiano e forzare [[Roma]] a uscire dalla guerra mediante l'utilizzo indiscriminato dell'arma aerea; una fase che era cominciata con il [[bombardamento di Roma]] del 19 luglio.<ref>{{cita|Labanca|pp. 87-89, 94}}.</ref>

Tuttavia i tedeschi e gli italiani, riparate alla meglio alcune piste e riattivato qualche collegamento ferroviario, continuarono a rappresentare un possibile problema; inoltre diversi caccia [[Junkers Ju 88]] si erano concentrati a Foggia. Perciò, subito prima degli sbarchi a [[Salerno]], la [[Northwest African Strategic Air Forces]] del generale [[Jimmy Doolittle]] (una delle componenti della NAAF) ripeté le missioni sul foggiano: il 7 settembre 124 B-17, suddivisi in tre gruppi distinti, saturarono di ordigni i vari obiettivi per 180 tonnellate complessive. Il giorno successivo 41 B-24 della Ninth Air Force martellarono l'aeroporto numero 2 e lo misero fuori uso.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 516}}.</ref> Nel frattempo la [[Armistizio di Cassibile|resa italiana]] era stata [[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|resa pubblica]] e la difesa dell'Italia meridionale ricadde sui soli tedeschi. La [[Wehrmacht]] reagì comunque con rapidità e, anche a Foggia, subentrò immediatamente agli ex-alleati; il 9 settembre, quando si presentarono 41 Liberator della Ninth Air Force, si scagliarono loro contro, pur non riuscendo a deviarne i lanci.<ref>{{cita|Craven, Cate|p. 524}}.</ref> Intanto la situazione delle divisioni anglo-statunitensi sbarcate a Salerno si era fatta precaria e l'afflusso di rinforzi tedeschi fece profilare una grave crisi; la NAAF ebbe dunque ordine di lanciare continui bombardamenti durante le giornate del 10 e dell'11 settembre, ma stavolta Foggia fu oggetto solo di un attacco secondario. L'ultimo bombardamento subito dalla città e dai provati impianti militari avvenne cinque giorni dopo, pausa operativa dovuta al logorio degli aeroplani e degli equipaggi e che i tedeschi avevano sfruttato al meglio; a cominciare dalla notte del 16-17 settembre la NAAF intraprese due giorni consecutivi di incursioni aeree. La regione di Foggia fu assai gravemente colpita, gli aeroporti furono ridotti in macerie, la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] perse in totale circa 300 apparecchi in conseguenza di questa vasta offensiva aerea e dovette ridislocare le proprie forze molto a nord. Il 28 settembre reparti dell'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata britannica]] entrarono nella città devastata, abbandonata dai tedeschi.<ref>{{cita|Craven, Cate|pp. 527, 539-540}}.</ref>


== Le vittime ==
== Le vittime ==
Foggia e le aree adiacenti furono colpite, dalla fine di maggio alla metà di settembre 1943 da quattordici bombardamenti aerei: di questi, due furono azioni minori (31 agosto e 10-11 settembre) e uno in particolare (25 agosto) fu il peggiore subito dal centro. Non esistono, però, cifre precise sulle perdite tra la popolazione civile, rimasta coinvolta nelle operazioni militari. Nella memoria collettiva e, di conseguenza, in certe fonti ufficiali, si è imposto il numero di {{formatnum:20000}} morti circa: vale a dire un terzo degli abitanti di allora. Si tratta di una stima non suffragata da fonti d'archivio e sicuramente esagerata, data anche la relativa lontananza dalle aree urbanizzate delle piste aeree, obiettivi primari (ancor più della stazione) dei reiterati attacchi degli Alleati. L'unica certezza è che i morti furono numerosi - «alcune migliaia».<ref>{{cita|Labanca|pp. 93 (n. 24), 308}}.</ref>
Foggia e le aree adiacenti furono colpite, dalla fine di maggio alla metà di settembre 1943 da quattordici bombardamenti aerei: di questi, due furono azioni minori (31 agosto e 10-11 settembre) e uno in particolare (25 agosto) fu il peggiore subito dal centro. Non esistono, però, cifre precise sulle perdite tra la popolazione civile, rimasta coinvolta nelle operazioni militari. Nella memoria collettiva e, di conseguenza, in parte delle fonti ufficiali, si è imposto il numero di {{formatnum:20000}} morti: vale a dire un terzo degli abitanti di allora. Si tratta di una stima non suffragata da fonti d'archivio e sicuramente esagerata, data anche la relativa lontananza dalle aree urbanizzate delle piste aeree, obiettivi primari (ancor più della stazione) dei reiterati attacchi degli Alleati. L'unica certezza è che i morti furono numerosi - «alcune migliaia».<ref>{{cita|Labanca|pp. 93 (n. 24), 308}}.</ref>

Nel 1954, secondo stime effettuate dal comune, la valutazione sommaria di circa {{formatnum:20000}} morti fu confermata in occasione della posa della prima pietra della Cappella Ossario che doveva accogliere i resti delle vittime; il progetto di procedere a un esatto conteggio dei corpi presenti nelle fosse comuni non venne mai portato a termine anche a causa del fatto che i lavori della Cappella si prolungarono per 13 anni<ref name=Longarone>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/213895/19-agosto-1943-foggia-rasa-al-suolo-anniversario-dimenticato.html|titolo=19 agosto 1943 Foggia rasa al suolo Anniversario dimenticato|autore=Anna Langone|editore=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=18 febbraio 2021}}</ref>.

Di contro secondo l'[[Istituto nazionale di statistica|Istat]] in provincia di Foggia ci sarebbero stati 607 morti per cause belliche e di questi solo 249 fino all'8 settembre. Il Comune di Foggia ritendo errata questa valutazione comunicò al'Istat che a Foggia, prima della guerra, vi erano {{formatnum:79202}} abitanti, nell'aprile 1945 ve ne erano invece {{formatnum:59176}}, dunque sarebbero mancate {{formatnum:20026}} persone. Però comunicò anche che le denunce di morte nel 1943 erano state solo 974<ref name=Longarone/>. L'enciclopedia Treccani riporta che la popolazione presente a Foggia al 31 dicembre 1945 era stimata in {{formatnum:63973}} abitanti, che al 31 dicembre 1947 era salita a {{formatnum:83750}}. Dunque tra il 1945 e il 1947 tornarono in città {{formatnum:19777}} persone, riportando il numero della popolazione alle stesse cifre d'anteguerra<ref name=FoggiaTreccani/>.


Secondo le cifre fornite dall'Istituto Centrale Statistica nel 1957, in Italia i morti civili per attacchi aerei sono stati {{formatnum:59796}}, di cui {{formatnum:41420}} dopo l'armistizio. Dunque in Italia ci sarebbero stati {{formatnum:18376}} civili deceduti per i bombardamenti fino all'8 settembre 1943, un numero dunque inferiore a quello delle vittime che la Medaglia d'oro al valor civile attribuisce alla città di Foggia nello stesso periodo<ref>{{cita|Bonacina|p. 265}}.</ref>. I dati sono in evidente contrasto anche perché in quei mesi vi furono altre città come Napoli, Roma, Salerno, Palermo, Messina che subirono pesanti bombardamenti con migliaia di civili deceduti, tra le quali Napoli fu quella che probabilmente pagò il tributo maggiore in termini di vite umane, con circa {{formatnum:3600}} morti<ref>{{cita|Bonacina|p. 266}}.</ref>.
{{senza fonte|Per completezza d'informazione occorre ricordare che non vi è un consenso unanime da parte degli storici sul numero delle vittime. Prima di tutto a Foggia non è mai stato effettuato un calcolo con un criterio rigoroso del numero dei morti per effetto dei bombardamenti, diverse fonti parlarono di 20.298 o 20.292 vittime, una stima probabilmente sommaria, effettuata dal Comune nel 1954 in occasione della posa della prima pietra della Cappella Ossario che doveva accogliere i resti delle vittime; il progetto di procedere ad un esatto conteggio dei corpi presenti nelle fosse comuni non venne mai portato a termine anche a causa del fatto che i lavori della Cappella si prolungarono per 13 anni. Di sicuro esistono solo le cifre ufficiali dell'Istat relative all'Italia che fanno nascere molti interrogativi}}.


Secondo le ricerche di uno storico locale - Maurizio De Tullio - le vittime identificate dei bombardamenti su Foggia furono all'incirca {{formatnum:1450}}<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/altre-notizie-home/913211/le-vittime-della-guerra-a-foggia-circa-1-450.html|titolo=«Le vittime della guerra? A Foggia circa 1.450»|autore=Anna Langone|editore=lagazzettadelmezzogiorno.it|accesso=18 febbraio 2021}}</ref>, mentre secondo un altro storico locale (Gaetano Spirito) «20mila vittime a Foggia comporterebbero che in media in ogni famiglia, classe scolastica, condominio, ufficio debba essere deceduto un terzo dei componenti cosa che non sembra avvenuta»<ref name=Longarone/>.
{{senza fonte|Secondo il rapporto "Morti e dispersi per cause belliche negli anni 1940-45", pubblicato dall'Istituto Centrale Statistica nel 1957 e riportato nel [[conteggio delle vittime della seconda guerra mondiale per nazione]], in Italia i morti civili per attacchi aerei sono stati 61.432 di cui 42.613 dopo l'armistizio. Dunque in Italia ci sarebbero stati 18.819 civili deceduti per i bombardamenti fino all'8 settembre 1943, un numero dunque inferiore a quello delle vittime della città di Foggia nello stesso periodo. I dati sono in evidente contrasto anche perché in quei mesi vi furono altre città come Napoli, Roma, Salerno, Palermo, Messina che subirono pesanti bombardamenti con migliaia di civili deceduti. Un altro dato certo è che il Comune di Foggia da un lato dichiarava che nell'aprile del 1945 risultavano residenti 20.026 persone in meno rispetto all'inizio della guerra e dall'altro riferiva che nel 1943 vi erano state solo 974 denunce di morte. Su questo argomento dunque vi sono ancora molti aspetti non secondari da chiarire}}.


== Le cronache ==
== Le cronache ==
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== Onorificenze concesse alla città ==
== Onorificenze concesse alla città ==
La città di Foggia è stata insignita con la [[medaglia d'oro al valor civile]]<ref name="quirinale">{{cita web|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/3590|titolo =Città di Foggia|sito = [[Presidente della Repubblica Italiana|Quirinale.it]]|accesso=20 novembre 2018}}</ref> dal Presidente del Consiglio [[Antonio Segni]] il 22 novembre [[1959]], per aver perso durante i bombardamenti 20298 civili, e il 2 maggio [[2006]] la [[medaglia d'oro al valor militare]] di cui la recente consegna è stata eseguita il 25 aprile 2007 dal presidente della repubblica [[Giorgio Napolitano]].<ref name="quirinale"/>
La città di Foggia è stata insignita con la [[Valor civile|medaglia d'oro al valor civile]]<ref name="quirinale">{{cita web|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/3590|titolo =Città di Foggia|sito = [[Presidente della Repubblica Italiana|Quirinale.it]]|accesso=20 novembre 2018}}</ref> dal Presidente del Consiglio [[Antonio Segni]] il 22 novembre [[1959]], per aver perso durante i bombardamenti 20298 civili, e il 2 maggio [[2006]] la [[medaglia d'oro al valor militare]] di cui la recente consegna è stata eseguita il 25 aprile 2007 dal presidente della repubblica [[Giorgio Napolitano]].<ref name="quirinale"/>


{{Onorificenze
{{Onorificenze
|immagine=Valor civile gold medal BAR.svg
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|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al valor civile
|collegamento_onorificenza=Valor civile
|motivazione=''Resisteva impavida alle offese della guerra, sopportando con stoico coraggio ripetuti bombardamenti aerei che causarono la perdita di oltre 20.000 cittadini; mai venendo meno alla sua fede nel libero avvenire della Patria. Maggio-settembre 1943''.<ref name="quirinale"/>
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome= Cicolella|nome= Luca|titolo= ... e la morte venne dal cielo. Foggia 1943. Cronistoria di cento giorni di guerra|editore= Bastogi|città= Foggia|anno= 1973}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Bonacina|titolo=Obiettivo: Italia. I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945|editore=Mursia|città=Milano|anno=2014|annooriginale=1970|isbn=88-425-3517-6|cid=Bonacina}}
* {{cita libro|cognome= Craven|nome= Weasley Frank|coautore= James Lea Cate|titolo= The Army Air Forces in WWII. Volume 2: Torch to Pointblank|editore= Office of Air Force History|città= Washington|anno= 1947|url= http://www.ibiblio.org/hyperwar/AAF/II/index.html|ISBN= {{noISBN}}|cid= Craven}}
* {{cita libro|cognome= Craven|nome= Weasley Frank|coautore= James Lea Cate|titolo= The Army Air Forces in WWII. Volume 2: Torch to Pointblank|editore= Office of Air Force History|città= Washington|anno= 1947|url= http://www.ibiblio.org/hyperwar/AAF/II/index.html|ISBN= {{noISBN}}|cid= Craven}}
* {{cita libro|cognome= De Santis|nome= Alfonso|titolo= L'immane tragedia dell'estate del 1943 a Foggia|editore= Tipografia Valerio De Santis|città= Foggia|anno= 2007}}.
* {{cita libro|autore= [[Nicola Labanca]]|titolo= I bombardamenti aerei sull'Italia. Politica, Stato e società (1939-1945)|editore= il Mulino|città= |anno= 2012|ISBN= 978-88-15-23816-0}}
* {{cita libro|cognome= Gismondi|nome= Mario|titolo= Taranto: la notte più lunga. Foggia: la tragica estate|editore= Dedalo|città= Bari|anno= 1968}}
* {{cita libro|cognome= Guerrieri|nome= Antonio|titolo= La città spezzata: Foggia, quei giorni del '43|editore= Edipuglia|città= Bari|anno= 1996}}
* {{cita libro|cognome= Labanca|nome= Nicola|titolo= I bombardamenti aerei sull'Italia. Politica, Stato e società (1939-1945)|editore= il Mulino|città= |anno= 2012|ISBN= 978-88-15-23816-0}}
* {{cita libro|cognome= Spini|nome= Giorgio|titolo= Disegno storico della civiltà|editore= Edizioni Cremonese|città= Roma|anno= 1963}}
* {{cita libro|cognome= Tempesta|nome= Odorico|titolo= Foggia nelle ore della sua tragedia|editore= Edizione del Rosone|città= Foggia|anno= 1995}}


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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[[Categoria:Campagna d'Italia]]
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Bombardamenti di Foggia
parte della Campagna d'Italia
DataMaggio-settembre 1943
LuogoFoggia e dintorni
TipoBombardamento strategico
ObiettivoInstallazioni militari e logistiche
Forze in campo
Eseguito daStati Uniti (bandiera) Stati Uniti d'America
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
Ai danni diItalia (bandiera) Italia
Forze attaccantiUnited States Army Air Forces
Royal Air Force
Forze di difesaRegia Aeronautica
Luftwaffe
Bilancio
EsitoNeutralizzazione di Foggia come nodo ferroviario e base aerea
Perdite civiliManca uno studio approfondito sul numero di vittime civili
Perdite infrastrutturaliDistruzione degli aeroporti, dei depositi e degli scali ferroviari; colpite zone della città
Perdite attaccantiAlmeno 8 B-24 e alcuni B-17
Fonti citate nel corpo del testo
voci di bombardamenti aerei presenti su Wikipedia

I bombardamenti di Foggia del 1943 furono eseguiti dalle United States Army Air Forces e dalla Royal Air Force tra la fine di maggio e la metà di settembre di quell'anno, nel quadro della vasta campagna aerea sull'Italia centro-meridionale per ostacolare i prearativi difensivi italo-tedeschi e appoggiare le operazioni anfibie in Sicilia e a Salerno. Le azioni coinvolsero un elevato numero di apparecchi alleati, in specie i bombardieri Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator, che causarono elevate distruzioni e danni estesi sia alla città, sia alle numerose installazioni militari circostanti. Foggia fu annientata come base aerea militare e la popolazione civile ebbe a soffrire le pesanti incursioni aeree, ma non esistono dati precisi o affidabili sul numero di morti, feriti e sfollati.

Contesto storico

Il 5 maggio 1943, anniversario della proclamazione dell'Impero, Mussolini si affacciò per l'ultima volta dal balcone di Palazzo Venezia: «Sette anni or sono noi eravamo riuniti in questa piazza per celebrare la conclusione trionfale di una campagna durante la quale avevamo sfidato il mondo e aperto nuove vie alla civiltà: la grande impresa non è finita: è semplicemente interrotta»[1]. Queste parole furono seguite da fatti tutt'altro che trionfali. Il Bollettino n. 1083 del 13 maggio annunciò che la 1ª Armata in Tunisia era stata distrutta dalle forze alleate, suggellando la fine dell'impero coloniale italiano anche in Nordafrica (l'AOI era già stata perduta nel 1941). Come deciso durante la seconda Conferenza di Washington del giugno 1942, gli Alleati avevano deciso di proseguire la loro campagna nel Mediterraneo invadendo l'Italia e il giorno stesso della caduta della Tunisia, i bombardieri della Northwest African Air Forces (NAAF) del generale Carl Andrew Spaatz partirono dalle basi nordafricane appena strappate alle forze dell'Asse per iniziare la campagna di bombardamento e interdizione aerea in vista dell'invasione terrestre della penisola italiana.[2]

Con l'approssimarsi dell'invasione della Sicilia (operazione Husky), il Mediterranean Air Command intensificò gli attacchi contro le principali vie di comunicazione, alle industrie, ai porti e agli aeroporti dell'Italia Meridionale. Nello specifico, Foggia con il suo importante nodo ferroviario e con le annesse officine e depositi attrasse l'offensiva aerea che, particolarmente dal maggio all'agosto 1943, determinò la quasi totale distruzione della stazione ferroviaria e danni gravissimi in tutta la città.[3] Gli attacchi alla città iniziarono il 28 maggio, incursione che però ebbe effetti minimi. La missione fu ripetuta il 30 e 31, quando i Consolidated B-24 Liberator colpirono l'aeroporto e distrussero a terra diverse decine di Junkers Ju 88, provocando danni anche all'abitato.[4]

Dopo la firma della resa incondizionata dell'Italia agli Alleati l'8 settembre 1943, le forze tedesche s'impadronirono di Foggia, Manfredonia e Cerignola che evacuarono il 28 settembre a causa della pressione dell'8ª Armata britannica che stava risalendo la Puglia e che occupò Foggia il 1° ottobre; l'intera provincia fu liberata il 10 ottobre. Secondo la strategia degli Alleati, il centro sarebbe diventato fondamentale per continuare la campagna d'Italia; la città e il territorio pianeggiante tutto intorno divennero la principale base aerea alleata per il settore italiano e balcanico, da cui partivano le missioni di bombardamento al nord Italia in mano alle forze tedesche e nei Balcani a supporto delle forze di liberazione jugoslave. I pianificatori alleati individuarono in Foggia la base ideale per le forze aeree alleate: il terreno pianeggiante e disalberato del Tavoliere e la vicinanza ai capienti porti di Bari e Napoli permisero la creazione di circa 30 fra aeroporti e campi sussidiari. Primaria importanza rivestì quello di Amendola - lungo la direttrice ferroviaria Foggia-Manfredonia - attrezzato con una pista di lancio principale larga oltre 200 metri e lunga 3,5 chilometri oltre le derivazioni.[3]

Cronologia degli avvenimenti

Il 15 luglio 1943 bombardieri bimotori Liberator della Ninth Air Force del generale Lewis Brereton (parte delle NAAF) decollarono dalle basi alleate in Cirenaica e colpirono Foggia, in particolare i suoi aeroporti, allo scopo di rallentare il raduno di velivoli dell'Asse – un pericolo per le operazioni in corso in Sicilia.[5] L'attacco fu ripetuto il 22 luglio, questa volta da 71 Boeing B-17 Flying Fortress appartenenti al 97th e 99th Bomber Group.[6] Il 16 agosto, nel quadro di una massiccia offensiva aerea generale sulle basi aeree e i depositi dell'Asse nell'Italia centro-meridionale, il comando della Ninth Air Force preparò una pesante incursione sugli aeroporti di Foggia, ancora attivi. I B-24 crivellarono le piste, i ricoveri e le infrastrutture; furono accolti da 75-100 caccia e da una decisa contraerea e in otto furono abbattuti: l'incursione riuscì in effetti a disarticolare l'opposizione aerea italo-tedesca e fu una delle ultime azioni connesse alla battaglia in Sicilia, completamente evacuata dai difensori il giorno successivo.[7] La Ninth Air Force fu subito incaricata di riprendere i metodici martellamenti delle basi aeree italiane in preparazione alla tripla invasione dell'Italia continentale (operazione Baytown, operazione Slapstick e operazione Avalanche). Foggia tornò dunque nelle liste di obiettivi e, il 19 agosto, 162 B-17 e 71 Liberator rovesciarono 646 tonnellate di bombe sui depositi ferroviari della città; si trattava, infatti, di un nodo di comunicazione cruciale per le divisioni tedesche, in arrivo dal passo del Brennero e dall'Italia settentrionale. All'attacco statunitense seguì, nottetempo, il bombardamento operato da uno stormo di Vickers Wellington della Royal Air Force.[8] Si rese tuttavia necessario un altro massiccio bombardamento degli aeroporti di Foggia, sui quali i ricognitori anglo-statunitensi notarono una ripresa dell'ostinata attività italo-tedesca. La Ninth Air force pianificò con cura l'attacco. Un'ondata di 140 caccia Lockheed P-38 Lightning apparve il 25 sui cieli della regione e si accanì sui singoli velivoli, sulla rete stradale e sulle ferrovie; cedettero quindi il posto a 136 B-17 con una folta scorta di P-38: i quadrimotori, nell'arco di mezz'ora, devastarono completamente gli aeroporti numero 2, 4, 7 e 10 e distrussero altri aerei al suolo, per complessivi 40 velivoli circa perduti dai difensori. Con questo attacco la neutralizzazione di Foggia come grande base aerea dell'Asse fu pressoché totale e, il 31 agosto, gli Alleati compirono un raid minore con apparecchi pesanti per perfezionare le distruzioni.[9] Gli attacchi su Foggia di agosto si inquadrano nella più ampia strategia politico-militare dei governi alleati, ovvero sgretolare il fronte interno italiano e forzare Roma a uscire dalla guerra mediante l'utilizzo indiscriminato dell'arma aerea; una fase che era cominciata con il bombardamento della capitale del 19 luglio.[10]

Tuttavia i tedeschi e gli italiani, riparate alla meglio alcune piste e riattivato qualche collegamento ferroviario, continuarono a rappresentare un possibile problema; inoltre diversi caccia Ju 88 si erano concentrati a Foggia. Perciò, subito prima degli sbarchi a Salerno, la Northwest African Strategic Air Forces del generale Jimmy Doolittle (una delle componenti della NAAF) ripeté le missioni sul foggiano: il 7 settembre 124 B-17, suddivisi in tre gruppi distinti, saturarono di ordigni i vari obiettivi per 180 tonnellate complessive. Il giorno successivo 41 B-24 della Ninth Air Force martellarono l'aeroporto numero 2 e lo misero fuori uso.[11] Nel frattempo la resa italiana era stata resa pubblica e la difesa dell'Italia meridionale ricadde sui soli tedeschi. La Wehrmacht reagì comunque con rapidità e, anche a Foggia, subentrò immediatamente agli ex-alleati; il 9 settembre, quando si presentarono 41 Liberator della Ninth Air Force, si scagliarono loro contro, pur non riuscendo a deviarne i lanci.[12] Intanto la situazione delle divisioni anglo-statunitensi sbarcate a Salerno si era fatta precaria e l'afflusso di rinforzi tedeschi fece profilare una grave crisi; la NAAF ebbe dunque ordine di lanciare continui bombardamenti durante le giornate del 10 e dell'11 settembre, ma stavolta Foggia fu oggetto solo di un attacco secondario. L'ultimo bombardamento subito dalla città e dai provati impianti militari avvenne cinque giorni dopo, pausa operativa dovuta al logorio degli aeroplani e degli equipaggi e che i tedeschi avevano sfruttato al meglio; a cominciare dalla notte del 16-17 settembre la NAAF intraprese due giorni consecutivi di incursioni aeree. La regione di Foggia fu assai gravemente colpita, gli aeroporti furono ridotti in macerie, la Luftwaffe perse in totale circa 300 apparecchi in conseguenza di questa vasta offensiva aerea e dovette ridislocare le proprie forze molto a nord.[13]

Le vittime

Foggia e le aree adiacenti furono colpite, dalla fine di maggio alla metà di settembre 1943 da quattordici bombardamenti aerei: di questi, due furono azioni minori (31 agosto e 10-11 settembre) e uno in particolare (25 agosto) fu il peggiore subito dal centro. Non esistono, però, cifre precise sulle perdite tra la popolazione civile, rimasta coinvolta nelle operazioni militari. Nella memoria collettiva e, di conseguenza, in parte delle fonti ufficiali, si è imposto il numero di 20 000 morti: vale a dire un terzo degli abitanti di allora. Si tratta di una stima non suffragata da fonti d'archivio e sicuramente esagerata, data anche la relativa lontananza dalle aree urbanizzate delle piste aeree, obiettivi primari (ancor più della stazione) dei reiterati attacchi degli Alleati. L'unica certezza è che i morti furono numerosi - «alcune migliaia».[14]

Nel 1954, secondo stime effettuate dal comune, la valutazione sommaria di circa 20 000 morti fu confermata in occasione della posa della prima pietra della Cappella Ossario che doveva accogliere i resti delle vittime; il progetto di procedere a un esatto conteggio dei corpi presenti nelle fosse comuni non venne mai portato a termine anche a causa del fatto che i lavori della Cappella si prolungarono per 13 anni[15].

Di contro secondo l'Istat in provincia di Foggia ci sarebbero stati 607 morti per cause belliche e di questi solo 249 fino all'8 settembre. Il Comune di Foggia ritendo errata questa valutazione comunicò al'Istat che a Foggia, prima della guerra, vi erano 79 202 abitanti, nell'aprile 1945 ve ne erano invece 59 176, dunque sarebbero mancate 20 026 persone. Però comunicò anche che le denunce di morte nel 1943 erano state solo 974[15]. L'enciclopedia Treccani riporta che la popolazione presente a Foggia al 31 dicembre 1945 era stimata in 63 973 abitanti, che al 31 dicembre 1947 era salita a 83 750. Dunque tra il 1945 e il 1947 tornarono in città 19 777 persone, riportando il numero della popolazione alle stesse cifre d'anteguerra[3].

Secondo le cifre fornite dall'Istituto Centrale Statistica nel 1957, in Italia i morti civili per attacchi aerei sono stati 59 796, di cui 41 420 dopo l'armistizio. Dunque in Italia ci sarebbero stati 18 376 civili deceduti per i bombardamenti fino all'8 settembre 1943, un numero dunque inferiore a quello delle vittime che la Medaglia d'oro al valor civile attribuisce alla città di Foggia nello stesso periodo[16]. I dati sono in evidente contrasto anche perché in quei mesi vi furono altre città come Napoli, Roma, Salerno, Palermo, Messina che subirono pesanti bombardamenti con migliaia di civili deceduti, tra le quali Napoli fu quella che probabilmente pagò il tributo maggiore in termini di vite umane, con circa 3 600 morti[17].

Secondo le ricerche di uno storico locale - Maurizio De Tullio - le vittime identificate dei bombardamenti su Foggia furono all'incirca 1 450[18], mentre secondo un altro storico locale (Gaetano Spirito) «20mila vittime a Foggia comporterebbero che in media in ogni famiglia, classe scolastica, condominio, ufficio debba essere deceduto un terzo dei componenti cosa che non sembra avvenuta»[15].

Le cronache

Villa Comunale, Foggia. Il Pronao è stato completamente ricostruito dopo i bombardamenti del '43

«Foggia 3 ottobre 1954 - L'amore e la pietà dei concittadini presero ad erigere questo sacro tempio dedicato alle Vittime civili che in numero di 20.298 caddero innocenti ed impotenti nella dolorosa estate del 1943. Che la somma dei vostri olocausti fermi per sempre la furia bellicosa degli uomini a venire e sia scudo contro di essi. Che in questo mesto e pio luogo convengano i posteri a rimembrare il sacrificio, rendendo a voi tributo ed affetto, o fratelli caduti, e per voi da Dio implorando la pace che in terra vi mancò nel momento supremo del tormentoso trapasso»

La cronistoria dei bombardamenti su Foggia è stata raccontata con efficacia cinematografica - anche se descritta solo con parole - dal giornalista cerignolano Luca Cicolella nel libro intitolato ...e la morte venne dal cielo, pubblicato una prima volta nel 1973 e una seconda volta nel 1983.

Il libro riporta in appendice anche la Relazione inoltrata nel 1943 dall'arcivescovo di Foggia Fortunato Maria Farina al Papa, per informarlo dei bombardamenti subiti dalla sua città. La città era stata fotografata dai ricognitori degli Alleati prima dei bombardamenti e fu devastata e ridotta a un cumulo di rovine e macerie cosparse di cadaveri, resti umani e carcasse di animali. Le immagini - definite "apocalittiche" dal Cicolella - dimostrano che durante la "tragica estate del '43" Foggia fu una città fantasma, un cimitero a cielo aperto per il quale di giorno vagavano familiari disperati e di notte sciacalli intenti a spogliare di qualsiasi valore i cadaveri. Inoltre ladri armati si aggiravano in cerca di bottino per le abitazioni abbandonate, incuranti delle epidemie che sarebbero potute esplodere.

Onorificenze concesse alla città

La città di Foggia è stata insignita con la medaglia d'oro al valor civile[19] dal Presidente del Consiglio Antonio Segni il 22 novembre 1959, per aver perso durante i bombardamenti 20298 civili, e il 2 maggio 2006 la medaglia d'oro al valor militare di cui la recente consegna è stata eseguita il 25 aprile 2007 dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano.[19]

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Resisteva impavida alle offese della guerra, sopportando con stoico coraggio ripetuti bombardamenti aerei che causarono la perdita di oltre 20.000 cittadini; mai venendo meno alla sua fede nel libero avvenire della Patria. Maggio-settembre 1943.[19]»
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione dei devastanti attacchi e bombardamenti aerei del 22 luglio e del 19 agosto 1943, la popolazione della città di Foggia seppe dare sublime testimonianza di coraggio e di altruismo allorché, con spregio del gravissimo pericolo della vita in atto, suoi figli civili e militarizzati seppero tra immani difficoltà impedire che i rovinosi incendi fossero portati a conseguenze più gravi e le vittime moltiplicassero, prodigandosi, mentre gli spezzoni venivano ancora furiosamente lanciati, oltre che nei soccorsi, nel sottrarre con lucida e provvida determinazione a ulteriori deflagrazioni e distruzioni i convogli ferroviari carichi di munizioni. Successivamente, nonostante quelle indicibili sofferenze e pesanti distruzioni, altri suoi figli trovarono la forza di opporsi in armi al nemico ostacolando, con rinnovato vigore, la manovra in ritirata delle truppe tedesche nei sobborghi della città, ormai sepolta sotto le macerie. Foggia, luglio - settembre 1943.[19]»

Note

  1. ^ Bonacina, p. 185.
  2. ^ Bonacina, p. 186.
  3. ^ a b c Umberto Toschi - Enzo Piscitelli, Foggia, su treccani.it. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  4. ^ Bonacina, p. 187.
  5. ^ Craven, Cate, p. 459.
  6. ^ Craven, Cate, p. 465.
  7. ^ Craven, Cate, pp. 475-476.
  8. ^ Craven, Cate, pp. 504-506.
  9. ^ Craven, Cate, pp. 506-507.
  10. ^ Labanca, pp. 87-89, 94.
  11. ^ Craven, Cate, p. 516.
  12. ^ Craven, Cate, p. 524.
  13. ^ Craven, Cate, pp. 527, 539-540.
  14. ^ Labanca, pp. 93 (n. 24), 308.
  15. ^ a b c Anna Langone, 19 agosto 1943 Foggia rasa al suolo Anniversario dimenticato, su lagazzettadelmezzogiorno.it. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  16. ^ Bonacina, p. 265.
  17. ^ Bonacina, p. 266.
  18. ^ Anna Langone, «Le vittime della guerra? A Foggia circa 1.450», su lagazzettadelmezzogiorno.it. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  19. ^ a b c d Città di Foggia, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.

Bibliografia

Voci correlate