Gens Fabia: differenze tra le versioni

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L'antichità dei ''Fabii'' è dimostrata anche dal fatto che uno dei collegi sacerdotali più antichi, quello dei [[Luperci]] (anteriore al [[V secolo a.C.]] e dedicato al culto dei [[Lupercalia]]), era costituito esclusivamente da membri delle gentes ''Fabia'' e ''Quinctia''; infatti i Luperci erano distinti in due gruppi in base alla provenienza familiare: i ''Fabiani'' ed i ''Quinctiales''.
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La ''gens Fabia'' deve il nome alla ''faba'', cioè le fave, legumi la cui coltivazione era assai diffusa in età arcaica. In proposito, [[Plinio il Vecchio]] ricorda che molte antiche famiglie romane derivarono il proprio [[nomen]] dai legumi che prediligevano, o alla cui coltivazione erano dediti maggiormente; ad esempio i [[Lentuli]] (da ''lentes'', "lenticchie"), ramo dei [[Gens Cornelia|Cornelii]], i [[Pisoni]], ramo dei [[Calpurnii]], ed ancora i [[Ciceri]].
La ''gens Fabia'' deve il nome alla ''faba'', cioè le fave, legumi la cui coltivazione era assai diffusa sin dall'età regia. In proposito, [[Plinio il Vecchio]] ricorda che molte antiche famiglie romane derivarono il proprio [[nomen]] dai legumi che prediligevano, o alla cui coltivazione erano dediti maggiormente; ad esempio i [[Lentuli]] (da ''lentes'', "lenticchie"), ramo dei [[Gens Cornelia|Cornelii]], i [[Pisoni]], ramo dei [[Calpurnii]], ed ancora i [[Ciceri]].


La ''gens Fabia'' comprendeva diversi rami. Il più illustre fu quello dei [[Fabii Massimi]], che presero il [[cognomen]] dall'[[Ara Massima di Ercole]], presso la quale avevano la propria dimora (nell'area dell'attuale [[basilica di Santa Maria in Cosmedin]]). I Fabii Massimi si vantavano di discendere da un Fabius o Fabio figlio del dio [[Ercole]], nato sotto il regno del mitico re [[Evandro (Pallante)|Evandro]]. Si ricordano inoltre i [[Fabii Ambusti]], i [[Fabii Pittori]], i [[Fabii Vibulani]].
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* [[Quinto Fabio Massimo Allobrogico]], II secolo a.C., questore, riportò una grande vittoria sui [[Galli Allobrogi]] dai quali prese il soprannome. Celebrò un grande trionfo facendo costruire nel Foro un arco a lui dedicato (''[[Fornix Fabianus]]'').
* [[Quinto Fabio Massimo Allobrogico]], II secolo a.C., questore, riportò una grande vittoria sui [[Galli Allobrogi]] dai quali prese il soprannome. Celebrò un grande trionfo facendo costruire nel Foro un arco a lui dedicato (''[[Fornix Fabianus]]'').
* [[Quinto Fabio Pittore]], III secolo a.C., politico e storico, scrisse in greco una Storia di Roma facendone risalire le origini alla leggenda di [[Enea]].
* [[Quinto Fabio Pittore]], III secolo a.C., politico e storico, scrisse in greco una Storia di Roma facendone risalire le origini alla leggenda di [[Enea]].
* [[Marco Fabio Ambusto (tribuno 380 a.C.)|Marco Fabio Ambusto]], IV secolo a.C., [[tribuno militare]] con potestà consolare nel [[381 a.C.|381]] e nel [[369 a.C.]]; promosse un'alleanza politica con la [[Gens Licinia]], di estrazione plebea, e fu aperto sostenitore delle [[Leggi Licinie-Sestie]], che sancirono l'accesso dei plebei alle assegnazioni di [[Ager Publicus]], nonché alla magistratura Consolare.
* [[Marco Fabio Ambusto (tribuno consolare 381 a.C.)|Marco Fabio Ambusto]], IV secolo a.C., [[tribuno militare]] con potestà consolare nel [[381 a.C.|381]] e nel [[369 a.C.]]; promosse un'alleanza politica con la [[Gens Licinia]], di estrazione plebea, e fu aperto sostenitore delle [[Leggi Licinie-Sestie]], che sancirono l'accesso dei plebei alle assegnazioni di [[Ager Publicus]], nonché alla magistratura Consolare.
*[[Paolo Fabio Massimo]], un fratello di [[Africano Fabio Massimo|Quinto Fabio Massimo Africano]] e figlio di [[Quinto Fabio Massimo (console 45 a.C.)|Quinto Fabio Massimo]]; era un pubblico ministero di Caio Antonio Ibrida nel 59 a.C., fu legato da [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] in [[Spagna]],<ref name=":0">{{Cita libro|cognome=[[Luigi Sorricchio]]|titolo='Hatria = Atri', Roma, Tipografia Del Senato, 1911|url=http://archive.org/details/luigi-sorricchio-hatria-atri-1911|accesso=2020-03-23|data=1911|p=208, 210}}</ref> console nel 11 a.C<ref name="Treccani">{{Treccani|paolo-fabio-massimo|Fàbio Màssimo, Paolo}}</ref> con [[Quinto Elio Tuberone]],<ref name=":0" /> proconsole in Asia nel 10-9 a.C.,<ref name="Treccani" /> e fu membro del collegio degli [[Arvali]]. Paolo Fabio Massimo è stato onorato di un monumento costruito da alcuni riconoscenti coloni in memoria di lui sulla cima del sacro colle di [[Monte Giove (Abruzzo)|Monte Giove]], dove c'era un enorme santuario nel territorio di Hatria Picena , oggi [[Atri]].<ref name=":0" />


In epoca medievale e moderna alcune famiglie hanno preteso di discendere dalla gens Fabia attraverso l'uso di fonti fantasiose o poco fondate. Per esempio, lo storiografo bizantino [[Michele Attaliate]] (circa 1022-1080) faceva risalire alla gens Fabia la genealogia della [[Foca (famiglia)|famiglia Foca]]: una verosimile falsificazione fatta a posteriori per nobilitare le origini dell'imperatore [[Niceforo II Foca|Niceforo II]]<ref>Giorgio Ravegnani, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/niceforo-foca_%28Dizionario-Biografico%29/ NICEFORO FOCA]». In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Volume 78, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013</ref>.
In epoca medievale e moderna alcune famiglie hanno preteso di discendere dalla gens Fabia attraverso l'uso di fonti fantasiose o poco fondate. Per esempio, lo storiografo bizantino [[Michele Attaliate]] (circa 1022-1080) faceva risalire alla gens Fabia la genealogia della [[Foca (famiglia)|famiglia Foca]]: una verosimile falsificazione fatta a posteriori per nobilitare le origini dell'imperatore [[Niceforo II Foca|Niceforo II]]<ref>Giorgio Ravegnani, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/niceforo-foca_%28Dizionario-Biografico%29/ NICEFORO FOCA]». In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Volume 78, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013</ref>.
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Fino al [[XVII secolo]] è attestata in Roma<ref>[[Teodoro Amayden]], ''Storia delle famiglie romane'', Collegio Araldico di Roma, Vol. I</ref> la presenza di una famiglia Fabia, nota come Fabi o Fabj, oggi esistente nei cognomi Fabi e Fabiano, che vantavano la propria discendenza da quella antica romana. Inoltre la famiglia dei principi ''[[Massimo (famiglia)|Massimo]]'', tuttora esistente a Roma, attribuiva la propria origine al ramo dei [[Fabii Massimi]] per tradizione orale familiare diffusa da [[Onofrio Panvinio]] (1529-1568) nel suo "De gente Maxima" del [[1556]]<ref name = Ceccarius>[[Ceccarius]], ''I Massimo'', Roma: Istituto di studi romani, 1954</ref>, pochi decenni dopo che la famiglia Massimo, che aveva accumulato un ingente patrimonio con il commercio e con attività finanziarie, avesse cominciato a stringere alleanze matrimoniali con famiglie dell'aristocrazia romana<ref>Anna Modigliani, [http://www.treccani.it/enciclopedia/massimo-massimo_%28Dizionario-Biografico%29/ MASSIMO, Massimo (Massimo di Lello di Cecco)]. In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009</ref>.


== Fabii repubblicani ==
== Fabii repubblicani ==

Versione delle 21:18, 21 mar 2023

La gens Fabia fu un'antichissima famiglia patrizia romana, inclusa fra le cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio.

Origine e territorio

Secondo l'illustre studioso Theodor Mommsen la loro remota origine si desume dal fatto che diedero il nome ad una delle antiche tribù rustiche di Roma, l'omonima Tribù Fabia, che comprendeva i territori di Alba Fucens e Ascoli, Rudie nella terra dei Messapi, Lucca, Brescia e Padova. La provenienza della gens è molto probabilmente autoctona, in quanto i Fabii non risulterebbero avere ascendenze sabine.

Storia

L'antichità dei Fabii è dimostrata anche dal fatto che uno dei collegi sacerdotali più antichi, quello dei Luperci (anteriore al V secolo a.C. e dedicato al culto dei Lupercalia), era costituito esclusivamente da membri delle gentes Fabia e Quinctia; infatti i Luperci erano distinti in due gruppi in base alla provenienza familiare: i Fabiani ed i Quinctiales.

La gens Fabia deve il nome alla faba, cioè le fave, legumi la cui coltivazione era assai diffusa sin dall'età regia. In proposito, Plinio il Vecchio ricorda che molte antiche famiglie romane derivarono il proprio nomen dai legumi che prediligevano, o alla cui coltivazione erano dediti maggiormente; ad esempio i Lentuli (da lentes, "lenticchie"), ramo dei Cornelii, i Pisoni, ramo dei Calpurnii, ed ancora i Ciceri.

La gens Fabia comprendeva diversi rami. Il più illustre fu quello dei Fabii Massimi, che presero il cognomen dall'Ara Massima di Ercole, presso la quale avevano la propria dimora (nell'area dell'attuale basilica di Santa Maria in Cosmedin). I Fabii Massimi si vantavano di discendere da un Fabius o Fabio figlio del dio Ercole, nato sotto il regno del mitico re Evandro. Si ricordano inoltre i Fabii Ambusti, i Fabii Pittori, i Fabii Vibulani.

I membri di questa illustre gens ricoprirono durante la repubblica tutte le magistrature, e in particolare il consolato per ben 66 volte rappresentando nel senato una forza molto conservatrice, tendente ad escludere i plebei dalle magistrature. Notevole fu la loro forza ed influenza anche sul piano militare; ne è prova il fatto che i Fabii assunsero la difesa del territorio di Roma contro la minaccia etrusca di Veio, ed in quella circostanza subirono una tremenda disfatta nella battaglia del Cremera (477 a.C.) nella quale furono quasi sterminati, restandone uccisi più di trecento.

Personaggi illustri

Durante l'età repubblicana comunque la gens Fabia rifiorì, dando origine a personaggi di primissimo piano nella storia di Roma, tra i quali:

In epoca medievale e moderna alcune famiglie hanno preteso di discendere dalla gens Fabia attraverso l'uso di fonti fantasiose o poco fondate. Per esempio, lo storiografo bizantino Michele Attaliate (circa 1022-1080) faceva risalire alla gens Fabia la genealogia della famiglia Foca: una verosimile falsificazione fatta a posteriori per nobilitare le origini dell'imperatore Niceforo II[3]. Fino al XVII secolo è attestata in Roma[4] la presenza di una famiglia Fabia, nota come Fabi o Fabj, oggi esistente nei cognomi Fabi e Fabiano, che vantavano la propria discendenza da quella antica romana. Inoltre la famiglia dei principi Massimo, tuttora esistente a Roma, attribuiva la propria origine al ramo dei Fabii Massimi per tradizione orale familiare diffusa da Onofrio Panvinio (1529-1568) nel suo "De gente Maxima" del 1556[5], pochi decenni dopo che la famiglia Massimo, che aveva accumulato un ingente patrimonio con il commercio e con attività finanziarie, avesse cominciato a stringere alleanze matrimoniali con famiglie dell'aristocrazia romana[6].

Fabii repubblicani

Fabii Ambusti

Altri Fabii

Note

  1. ^ a b c Luigi Sorricchio, 'Hatria = Atri', Roma, Tipografia Del Senato, 1911, 1911, p. 208, 210. URL consultato il 23 marzo 2020.
  2. ^ a b Fàbio Màssimo, Paolo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Giorgio Ravegnani, «NICEFORO FOCA». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 78, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013
  4. ^ Teodoro Amayden, Storia delle famiglie romane, Collegio Araldico di Roma, Vol. I
  5. ^ Ceccarius, I Massimo, Roma: Istituto di studi romani, 1954
  6. ^ Anna Modigliani, MASSIMO, Massimo (Massimo di Lello di Cecco). In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009
  7. ^ Appiano, Guerre mitridatiche, 88.

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