Banna'i: differenze tra le versioni

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[[File:Ханака_Ахмеда_Ясави_2010_017.jpg|destra|miniatura|Mattoni di Banna'i nel Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi. I mattoni blu mostrano i nomi di [[Allah]], [[Maometto]] e [[Ali ibn Abi Talib|Ali]] nella calligrafia quadra cufica.<br>
[[Immagine:Ханака_Ахмеда_Ясави_2010_017.jpg|destra|miniatura|Mattoni di Banna'i nel Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi. I mattoni blu mostrano i nomi di [[Allah]], [[Maometto]] e [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib|Ali]] nella calligrafia quadra cufica.]]
Nell'[[architettura persiana]], '''banna'i''' ({{Farsi|بنائی}}, "tecnica di costruzione") è un'arte decorativa architettonica in cui le mattonelle smaltate si alternano a mattoni semplici per creare motivi geometrici sulla superficie di un muro o per descrivere nomi sacri o frasi pie.<ref>{{Cita libro |titolo=The Grove encyclopedia of decorative arts |volume=1 |autore=Gordon Campbell |editore=Oxford University Press |città=New York |pagina=474 |anno=2006 |isbn=978-0-19-518948-3|url=https://books.google.com/books?id=i3Od9bcGus0C&pg=RA1-PA47#v=onepage&q=banna&f=false}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.islamic-art.org/glossary/NewGlossary.asp?DisplayedChar=2 |editore=Islamic Art Network |titolo=Technical Glossary |accesso=6 giugno 2017}}</ref> Questa tecnica è nata in [[Siria]] e [[Iraq]] nel [[VIII secolo]], maturata nell'era [[Selgiuchidi|Selgiuchide]] e [[Impero timuride|Timuride]], diffusasi in [[Iran]], [[Anatolia]] e [[Asia centrale]].
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Nell'[[architettura persiana]], '''banna'i''' ({{Farsi|بنائی}}, "tecnica di costruzione") è un'arte decorativa architettonica in cui le mattonelle smaltate si alternano a mattoni semplici per creare motivi geometrici sulla superficie di un muro o per descrivere nomi sacri o frasi pie.<ref>{{Cita libro|titolo="The" Grove encyclopedia of decorative arts, Volume 1|autore=Gordon Campbell|editore=Oxford University Press|città=New York|p=474|anno=2006|isbn=978-0-19-518948-3|url=https://books.google.com/books?id=i3Od9bcGus0C&pg=RA1-PA47#v=onepage&q=banna&f=false}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.islamic-art.org/glossary/NewGlossary.asp?DisplayedChar=2|titolo=Islamic Art Network - Technical Glossary|sito=www.islamic-art.org|accesso=6 giugno 2017}}</ref> Questa tecnica è nata in [[Siria]] e [[Iraq]] nel [[VIII secolo]], maturata nell'era [[Selgiuchidi|Selgiuchide]] e [[Impero timuride|Timuride]], diffusasi in [[Iran]], [[Anatolia]] e [[Asia centrale]].


Se il disegno in muratura è in rilievo allora è indicato come <span>[[hazarbaf]]</span> ({{Farsi|هزارباف}}, composto da ''hazar'' "migliaia" e ''baf'' "tessiture", riferendosi all'aspetto a tessitura dei mattoni).<ref name="kufic">{{Cita web|titolo=Square Kufic|autore=George Potter|accesso=5 gennaio 2012|url=http://www.kufic.info/}}</ref>
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L'hazarbaf è certamente il primo livello di elaborazione dello stile, dapprima sorto attraverso l'uso di una decorazione monocroma in mattoni a rilievo. L'alternanza di pieni e vuoti ne determinava le peculiarità decorative. Il passaggio successivo è avvenuto con l'avvento dei tasselli in ceramica smaltata con cui molte moschee o mausolei di epoca successiva sono stati decorati consentendo meravigliosi giochi decorativi con motivi geometrici o con scritte cufiche.
L'hazarbaf è certamente il primo livello di elaborazione dello stile, dapprima sorto attraverso l'uso di una decorazione monocroma in mattoni a rilievo. L'alternanza di pieni e vuoti ne determinava le peculiarità decorative. Il passaggio successivo è avvenuto con l'avvento dei tasselli in ceramica smaltata con cui molte moschee o mausolei di epoca successiva sono stati decorati consentendo meravigliosi giochi decorativi con motivi geometrici o con scritte cufiche.
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[[Immagine:MABucharaKaljanKomplex6.jpg|miniatura|Un raffronto tra intreccio [[hazarbaf]] (sullo sfondo), decorazione a piastrelle [[zellige]] e banna'i.]]

== Galleria d'immagini ==
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File:Tomb-of-Timur-east-side-Prokudin-Gorskii.jpeg|Mausoleo di Tamerlano a Samarcanda
Tomb-of-Timur-east-side-Prokudin-Gorskii.jpeg|Mausoleo di Tamerlano a Samarcanda.
File:Mausolée octogonal (Shah-i-Zinda, Samarcande) (6012105558).jpg|Il mausoleo ottagonale presso lo Shah-i Zinda a Samarcanda
Mausolée octogonal (Shah-i-Zinda, Samarcande) (6012105558).jpg|Il mausoleo ottagonale presso lo Shah-i Zinda a Samarcanda.
File:Isfahan Royal Mosque minaret.JPG|Iscrizioni cufiche in stile banna'i di un minareto di Isfahan
Isfahan Royal Mosque minaret.JPG|Iscrizioni cufiche in stile banna'i di un minareto di Isfahan.
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Mattoni di Banna'i nel Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi. I mattoni blu mostrano i nomi di Allah, Maometto e Ali nella calligrafia quadra cufica.

Nell'architettura persiana, banna'i (in persiano بنائی‎, "tecnica di costruzione") è un'arte decorativa architettonica in cui le mattonelle smaltate si alternano a mattoni semplici per creare motivi geometrici sulla superficie di un muro o per descrivere nomi sacri o frasi pie.[1][2] Questa tecnica è nata in Siria e Iraq nel VIII secolo, maturata nell'era Selgiuchide e Timuride, diffusasi in Iran, Anatolia e Asia centrale.

Se il disegno in muratura è in rilievo allora è indicato come hazarbaf (in persiano هزارباف‎, composto da hazar "migliaia" e baf "tessiture", riferendosi all'aspetto a tessitura dei mattoni).[3]

L'hazarbaf è certamente il primo livello di elaborazione dello stile, dapprima sorto attraverso l'uso di una decorazione monocroma in mattoni a rilievo. L'alternanza di pieni e vuoti ne determinava le peculiarità decorative. Il passaggio successivo è avvenuto con l'avvento dei tasselli in ceramica smaltata con cui molte moschee o mausolei di epoca successiva sono stati decorati consentendo meravigliosi giochi decorativi con motivi geometrici o con scritte cufiche.

Un raffronto tra intreccio hazarbaf (sullo sfondo), decorazione a piastrelle zellige e banna'i.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Gordon Campbell, The Grove encyclopedia of decorative arts, vol. 1, New York, Oxford University Press, 2006, p. 474, ISBN 978-0-19-518948-3.
  2. ^ Technical Glossary, su islamic-art.org, Islamic Art Network. URL consultato il 6 giugno 2017.
  3. ^ George Potter, Square Kufic, su kufic.info. URL consultato il 5 gennaio 2012.

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