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Tiro (città antica): differenze tra le versioni

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Tiro
La strada colonnata di Tiro.
Localizzazione
StatoBandiera del Libano Libano
DistrettoTiro
Dimensioni
Superficie1 540 000 
Amministrazione
EnteDirection des Monuments Archéologiques et du Patrimoine Architectural
Mappa di localizzazione
Map

Tiro (in arabo صور?, Ṣūr; in fenicio ?; Ṣur; in ebraico צוֹר?, Tzor; in ebraico tib. צר, Ṣōr; in akkadû: 𒋗𒊒, Ṣurru; in greco antico: Τύρος?, Týros; in turco Sur; in latino Tyrus, in armeno Տիր?) è una antica città del Libano, quasi del tutto coperta dalla città moderna (anch'essa chiamata Tiro). I resti dell'antica città sono dal 1984 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Storia

L'arco di trionfo risalente al II secolo.

Le origini di Tiro risalgono all'età del bronzo. L'insediamento fenicio cadde nella sfera di influenza egizia all'inizio del Nuovo Regno, in particolare sotto la XVIII e XIX dinastia, quando la città, aiutata dalla favorevole posizione geografica, prosperò grazie al commercio del vetro, del legno di cedro e soprattutto della porpora, un pigmento ricavato da molluschi marini che veniva utilizzato per tinteggiare i tessuti riservati all'aristocrazia.

La palestra romana.

Nel 969 a.C. Tiro divenne un regno sotto il comando di Hiram I che strinse solidi legami con il regno di Giuda e Israele. Secondo la narrazione biblica (1 Re 9, 10-12; Is 23, 1-18), legname e maestranze di Tiro furono utilizzati per la realizzazione del Tempio di Salomone a Gerusalemme. Hiram I modificò la morfologia urbana, collegando tra loro le due piccole isole dove inizialmente si era sviluppata la città.

Nei decenni successivi, pur in una situazione di crescente dissenso interno, gli abitanti di Tiro (ormai consacrata al culto del dio Melqart) espansero la propria rete commerciale in tutto il Mar Mediterraneo e costruirono colonie in Sicilia (tra cui Palermo e Drepano, l'attuale Trapani), Sardegna (tra cui Tharros)[senza fonte], nella penisola iberica e in Nord Africa. La più importante di queste colonie fu senza dubbio Cartagine, fondata nell'814 a.C. da un gruppo di fuoriusciti guidati, secondo la letteratura greca, dalla regina Didone, anche nota come Elissa.

Fu proprio lo sviluppo di Cartagine a segnare il declino economico di Tiro, che finì col cadere sotto l'egemonia assira, venendo infine occupata da Assurbanipal nel 664 a.C. Dopo la caduta dell'impero assiro, Tiro fu assediata dal re babilonese Nabucodonosor II per tredici anni, dal 586 a.C. al 573 a.C. Il re babilonese riuscì a conquistare la città ma non l'isolotto, adibito a magazzino, che sorgeva poco distante dalla città. Nabucodonosor non distrusse completamente Tiro ma, in cambio, la città fu costretta a pagare una specie di riscatto ai babilonesi.

Resti dell'arena rettangolare.
 Bene protetto dall'UNESCO
Tiro
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii)(iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1984
Scheda UNESCO(EN) Tyre
(FR) Tyr

Un altro spettacolare assedio si verificò nel 332 a.C., quando Alessandro Magno entrò in città dopo sette mesi di accanita resistenza, ordinandone la distruzione. Il terrapieno che Alessandro Magno fece costruire durante l'assedio, utilizzando anche le macerie dell'antica città costiera, collegò definitivamente la città alla terraferma, trasformandola in una penisola.

Ripresasi sotto il dominio dei Seleucidi, la città divenne romana nel 64 a.C., all'interno della provincia romana di Siria. Fu in seguito eletta a colonia dall'imperatore Settimio Severo, divenendo centro di studi letterari e filosofici e sede di un importante arcivescovado cristiano.

Nel periodo bizantino, la città fu sede, tra il 513 e il 515, di un sinodo ecumenico delle confessioni cristiane monofisite, ossia delle chiese che rifiutavano il Concilio di Calcedonia. La città passò sotto il controllo arabo nel 635. Sotto la dinastia omayyade, e in particolare durante il regno di Muʿāwiya ibn Abī Sufyān (661-680), vennero rafforzate le difese del porto e continuarono ad essere promosse le attività artigianali e il commercio.

Nel 1099 e nel 1111 la città evitò gli attacchi dei Crociati in marcia verso Gerusalemme, ma venne infine conquistata nel 1124. La città rimase sotto il controllo del Regno crociato di Gerusalemme per quasi due secoli, durante i quali si verificò un considerevole afflusso di nobili e mercanti europei, tra i quali si annovera l'ecclesiastico e storico Guglielmo di Tiro (1130-1186).

La riconquista islamica avvenne nel 1291 ad opera dei Sultani Mamelucchi. Nei secoli successivi la città entrò in una lunga fase di declino a causa del concomitante sviluppo delle vicine città portuali di Acri, in Palestina, di Sidone e di Beirut. Durante il periodo ottomano, Tiro fece parte dell'eyalet di Sidone, e poi, dopo il 1888, del vilayet di Beirut, fino all'incorporazione all'interno del nuovo Stato libanese, avvenuta il 1º settembre 1920.

Nell'Antico Testamento

  • La fortezza di Tiro è menzionata nel Giosuè come parte dei territori conquistati che fu ripartita a sorte alla tribù di Aser[1].
  • Chiram, re di Tiro, inviò "messaggeri con legno di cedro, carpentieri e muratori, i quali costruirono una casa a Davide" (2Samuele 5:11[2] e 1Cronache 14:1 e 22:4[3]), il quale divenuto re di Israele e di Giuda, ordinò il censimento del popolo anche in questa città (2Samuele 24:7).
  • Il re Chiram inviò prima i ministri e poi le sue maestranze di nuovo per tagliare i cedri del Libano e preparare la costruzione del Tempio di Gerusalemme che le guerre di Davide avevano impedito di iniziarono (1Re 5:15,20[4]; 2 Cronache 2:10-13, 16:2, 33:14; Esdra 3:7[5]. In cambio dell'oro e dei legni, Salomone ripaga Chiram "venti regioni della Galilea" (1Re 9:11).
  • Un nucleo di abitanti di Tiro, stabilitisi a Gerusalemme, commerciava pesce il giorno dello shabbat (Neemia [6].
  • Nell'anno decimottavo di regno assiro di Nabucodonosor, l'esercito del generale Oloferne muove dalla capitale Ninive verso Tiro (Giuditta 2:28[7]. Gli abitanti di Tiro, Sidone e "della parte pagana della Galilea" si alleano con quelli di Galaad per muovere guerra contro gli Israeliti (1Maccabei 5:15[8].
  • Antioco conferma Gionata Maccabeo sommo sacerdote di Israele e nomina suo fratello Simone "comandante dalla Scala di Tiro fino ai confini dell'Egitto" (1Maccabei 11:59).
  • Menelao, fratello di Simone, ruba l'oro del Tempio e lo vende a Tiro e nelle città limitrofe (2Maccabei 4:18[9]. A seguito di altri sacrilegi, sorge una rivolta popolare, il re si reca a Tiro (cap. 4, v. 44) e prosciolto Menelao mette a morte i difensori della città (2Maccabei 4:49).
Profezie

Voci correlate

Note

  1. ^ Libro di Giosuè, capitolo 19, verso 25, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  2. ^ Secondo Libro di Samuele, capitolo 5, v. 11- Presa di Gerusalemme, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  3. ^ Primo Libro delle Cronache, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  4. ^ Primo Libro dei Re, capitolo 5, v. 15- Salomone costruttore, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  5. ^ Libro di Esdra, capitolo 3, verso 7, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  6. ^ Libro di Neemia, capitolo 13, verso 16, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  7. ^ Libro di Giuditta, capitolo 2, verso 28, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  8. ^ Primo Libro dei Maccabei, capitolo 5, verso 15, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  9. ^ Secondo Libro dei Maccabei, capitolo 4, verso 18, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  10. ^ Libro del profeta Isaia, capitolo 23, vv. 5, 8, 15, 17, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  11. ^ Libro del profeta Ezechiele, capitolo 23, vv. 5, 8, 15, 17, su maranatha.it (archiviato il 9 febbraio 2001).
  12. ^ Libro del profeta Gioele, capitolo 4, v. 4 - Il giudizio dei popoli, su maranatha.it (archiviato il 27 aprile 2001).
  13. ^ Libro del profeta Amos, capitolo 1, v. 10 - Il giudizio dei popoli, su maranatha.it (archiviato il 27 aprile 2001).
  14. ^ Libro del profeta Zaccaria, 9:3, 10:11, su maranatha.it.
  15. ^ Libro del profeta Ezechiele, capitolo 26, vv. 2-4, 7, 15, su maranatha.it (archiviato il 26 aprile 2001).

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