Scarmiglione

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«Ei chinavan li raffi e "Vuo' che 'l tocchi",
diceva l'un con l'altro, "in sul groppone?".
E rispondien: "Sì, fa che gliel'accocchi".

Ma quel demonio che tenea sermone
col duca mio, si volse tutto presto
e disse: "Posa, posa, Scarmiglione!".»

Scarmiglione è il secondo diavolo tra quelli inventati da Dante Alighieri per il curioso episodio dei Malebranche (Inferno, Canti XXI, XXII e XXIII) ad essere citato per nome dopo il capo Malacoda.

Il suo personaggio è impregnato dallo stile comico che contraddistigue questo episodio. Virgilio sta parlando con Malacoda, e Dante gli sta acquattato dietro: voltandosi egli si accorge di come alcuni diavoli lo stiano guardando minacciosamente e che parlino tra loro facendo finta di non essere sentiti: "Vuoi che gli tiri un'uncinata sul groppone?" "Sì, affibbiagliela".

Dante non è affatto indignato o preso dall'orrore in questo episodio, perché questi non sono sentimenti consoni allo stile qui usato. Dopotutto Malacoda blocca subito le maleintenzioni dei due diavoli (uno dei quali è scarmiglione, forse il primo) come se li stesse controllando con la coda dell'occhio mentre è preso dalla discussione.

Il poeta va poi a pescare vocaboli popolareschi e sguaiati per contraddistinguere in maniera grottesca e giullaresca questo dialogo: groppone, accoccare...

Il nome Scarmiglione sembra derivare da scarmigliare, propriamente scompigliare, arruffare i capelli, per cui il suo aspetto deve probabilmente essere consono al nome. Questo diavolo non fa parte della truppa che accompagnerà i due poeti-pellegrini nella visita del canto.