Barack Obama

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Barack Obama
Ritratto ufficiale di Barack Obama

Bandiera degli Stati Uniti 44º Presidente degli Stati Uniti d'America
In carica
Inizio mandato20 gennaio 2009
PredecessoreGeorge W. Bush

Senatore degli Stati Uniti, Illinois
Durata mandato4 gennaio 2005 –
16 novembre 2008
PredecessorePeter Fitzgerald
SuccessoreRoland Burris

Senatore dell'Illinois
Durata mandato8 gennaio 1997 –
4 novembre 2004
PredecessoreAlice Palmer
SuccessoreKwame Raoul

Dati generali
Partito politicoDemocratico
Titolo di studioScienze politiche, Columbia University (1983)
Giurisprudenza, Harvard University (1991)
UniversitàState Elementary School Menteng 01, Punahou School, Occidental College, Columbia University, Harvard Law School, Noelani Elementary School, Centaurus High School, University of Chicago Law School, Università di Harvard, Nelson High School e King College Prep High School
ProfessioneAvvocato
Professore di diritto costituzionale
FirmaFirma di Barack Obama

Barack Hussein Obama II (pron. Template:IPA2; Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense, 44º e attuale presidente degli Stati Uniti d'America.

Primo afroamericano a ricoprire la carica, Obama è stato senatore junior per lo Stato dell'Illinois dal gennaio 2005 al novembre 2008, quando si è dimesso dopo la vittoria delle elezioni presidenziali statunitensi del 4 novembre 2008.

Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago, prima di ottenere la laurea in giurisprudenza ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha insegnato diritto costituzionale alla Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004.

Obama è stato eletto al Senato dell'Illinois per tre mandati, dal 1997 al 2004. In seguito alla mancata elezione alla Camera dei Rappresentanti nel 2000, si è candidato al Senato federale nel 2004, dopo la vittoria a sorpresa alle primarie democratiche nazionali del marzo 2004 (su un folto gruppo di contendenti). Il successo alle primarie ha accresciuto la sua visibilità, e il suo discorso introduttivo (Keynote address) alla convention democratica di luglio lo ha reso una delle figure emergenti del Partito Democratico. È stato quindi eletto senatore degli Stati Uniti d'America nel novembre 2004, con il più ampio margine nella storia dell'Illinois.

Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la propria candidatura alle elezioni presidenziali del 2008.[1] Dopo un duro testa a testa ha battuto l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, divenendo così il primo candidato afroamericano a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti. Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008.

Ha vinto le elezioni presidenziali del 4 novembre 2008, superando il senatore repubblicano dell'Arizona John McCain, e si è insediato ufficialmente alla presidenza il 20 gennaio 2009.

Il settimanale statunitense TIME lo ha eletto "Persona dell'anno" nel 2008[2] e nel 2012[3]. Nel 2009 è stato insignito del Premio Nobel per la Pace «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».[4]

Il 6 novembre 2012 è rieletto presidente degli Stati Uniti d'America, imponendosi sul candidato repubblicano Mitt Romney, e il 20 gennaio 2013 si è insediato ufficialmente alla Casa Bianca per il secondo mandato consecutivo.

Biografia

Primi anni

Barack Obama è nato il 4 agosto 1961 al Kapi'olani Medical Center for Women & Children di Honolulu, nelle Hawaii. La madre, Stanley Ann Dunham (1942-1995), era una statunitense nata a Wichita (Kansas) da una famiglia di origini inglesi e tedesche. Il padre, Barack Obama Sr. (1936-1982), era un keniota di etnia Luo, nato a Nyang'oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza. Al momento della nascita di Barack Jr. entrambi i genitori erano giovani studenti universitari.[5]

Nel 1963 i genitori si separarono per poi divorziare. Il padre andò all'Università Harvard per conseguire un dottorato, e infine tornò in Kenya,[6] dove morì in un incidente stradale nel novembre 1982:[7] rivide il figlio solo in un'occasione, quando aveva dieci anni, durante le vacanze natalizie del 1971. La madre si risposò con Lolo Soetoro (1936-1987), un altro suo ex collega universitario. Soetoro proveniva dall'Indonesia e si laureò in geografia nel 1962. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta, dove nacque la sua sorellastra, Maya Soetoro-Ng, e dove egli frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni.[8]

A dieci anni, nel 1971, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, Stanley Dunham (1918-1992) e Madelyn Payne Dunham (1922-2008), poi dalla madre. Fu iscritto alla scuola privata più importante e prestigiosa dell'isola, la Punahou High School, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979.[9][10] La madre di Obama morì di cancro nel novembre 1995, pochi mesi dopo la pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father (I sogni di mio padre).[11]

In Dreams from my father Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre, una famiglia di ceto medio e bianca. La conoscenza del padre nero assente derivò principalmente dai racconti della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me - che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte - me ne ricordo a malapena."[12] Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multirazziale. Obama scrive del suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa."[13] Al forum civile per la candidatura presidenziale nel 2008, Obama definì il suo uso di droghe come "il suo più grosso fallimento morale".[14][15]

Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University. Là si laureò in scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[16][17] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una società che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[18] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.[19][20]

Nel 1988 Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza a Harvard. Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[21] Nel 1989, durante uno stage estivo presso lo studio legale specializzato in diritto societario Sidley Austin di Chicago, conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991. Il 3 ottobre 1992 sposò Michelle Robinson nella Trinity United Church of Christ di Chicago.

Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi lavorò come avvocato associato presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland nel patrocinio di organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto, e insegnò diritto costituzionale presso la facoltà di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004.[20]

L'allora senatore Obama incontra il Premio Nobel per la Pace Wangari Maathai

L'impegno politico cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il candidato democratico Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.[senza fonte]

Senatore dell'Illinois

Nel 1996 Obama fu eletto al Senato dell'Illinois dal 13º distretto nel quartiere Hyde Park, nella parte meridionale di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del Senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[22] Tra le sue iniziative legislative, Obama concorse a introdurre sgravi fiscali per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò a una legge per aiutare i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e promosse leggi per aumentare i programmi di prevenzione dell'AIDS e di assistenza alle persone colpite dal virus.[23]

Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico per la nomina del rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush, che raccolse il 61% dei voti contro il 30% di Obama.[24]. Rush, già membro delle Pantere Nere e attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo."[25] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, redigendo una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori degli indagati per crimini punibili con la pena di morte[26] e sostenendone un'altra che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine.[27][28] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[29]

Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia con i democratici sia con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[30] Nella sua campagna elettorale per il Senato federale, Obama ottenne l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti lodarono il suo "duraturo appoggio a un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi", nonostante ad alcune leggi il sindacato di polizia si fosse opposto.[31]

Elezione al Senato federale

Nel 2004 si tenne in Illinois l'elezione di uno dei due senatori che rappresentano lo Stato nel Congresso degli Stati Uniti. Il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[32]

La candidatura di Obama divenne vincente grazie a una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu inoltre sostenuta dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times.[33][34]

Vinte le primarie democratiche, Obama affrontò Jack Ryan, vincitore di quelle per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, che poi lo distanziò di venti punti quando i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV, di proprietà dell'ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull'affidamento dei figli risalenti al divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di numerose città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché fosse materia per giornali scandalistici e programmi televisivi di gossip, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica, perché Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza rivali.[35]

Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka, ex allenatore degli Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina[36] e, già residente in Maryland da lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois.[37]

Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto, sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[38] Il 2 novembre 2004, Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[39]

L'attività a Washington

Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[40] Scelse, come direttore del personale, quello dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e come consulente politica Karen Kornbluh, un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, l'ex segretario del Tesoro.[41] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entrò nella squadra di Obama.[42]

A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America".[43] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman nominò Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo".[44] Nel corso degli anni in Senato, Obama ricevette vari dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College,[45] la University of Massachusetts Boston,[46] l'Università Northwestern,[47] e la Xavier University of Louisiana.[48] Era membro delle seguenti commissioni al Senato:[49]

  • relazioni internazionali
  • salute, educazione, lavoro e pensioni
  • sicurezza nazionale e affari di governo
  • veterani

Lasciò il Senato il 16 novembre 2008, per concentrarsi sulla presidenza imminente, con molto anticipo rispetto all'insediamento del 20 gennaio 2009, a differenza della maggior parte dei precedenti senatori eletti presidenti, che lasciarono il Senato pochi giorni prima del giuramento.

Attività legislativa

109ª legislatura
L'ex-Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici Tom Coburn (R-OK) e Obama osservano.[50]

Durante il 109º Congresso, nel biennio 2005-2006, Obama ha prodotto 152 tra disegni di legge e risoluzioni, e ne ha appoggiate altre 427.[51][52] Il suo primo disegno di legge è stata la Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell.[53] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo delle borse di studio "Pell Grant": si tratta di un contributo per il pagamento delle rette universitarie, destinato agli studenti che provengono da famiglie a basso reddito.[54] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votato dal Senato.

Obama ha svolto un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e riformare le leggi sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata, introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[55] Obama ha proposto tre emendamenti alla legge 2611, la Riforma tollerante sull'Immigrazione voluta dal senatore Arlen Specter (R-PA).[56][57] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla Camera.[58] Nel settembre 2006, Obama ha appoggiato un disegno di legge collegato, la Legge per la barriera sicura, che autorizza la costruzione di un muro lungo il confine e rafforza le misure di contrasto all'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[59] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[60]

Congiuntamente, prima, al senatore Richard Lugar (R-IN), e poi al senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha introdotto con successo due iniziative legislative che portano il suo nome. La Lugar-Obama estende la Nunn-Lugar sulla riduzione delle armi di distruzione di massa alle armi convenzionali, tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo.[61][62]

La Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama prevede la pubblicazione dal 2007 di un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che elenca le organizzazioni che ricevono fondi federali. Per ogni organizzazione si dichiara quale agenzia destina i fondi, l'ammontare del contributo e il motivo del finanziamento o contratto.[63][64] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush firmò la Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo, la prima legge federale con Obama primo firmatario.[65]

110ª legislatura

Nei primi giorni della 110ª legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare a un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa a un lobbista".[66] Si è unito al senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che passò al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[67][68] Obama si è unito a Charles Schumer (D-NY) nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine del 2006.[69][70]

Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il senatore John McCain (R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi entro il 2050, ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto.[71][72] Sempre nei primi mesi della 110ª Legislatura, Obama ha presentato il Disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq, che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari statunitensi presenti sul suolo iracheno dal 1º maggio 2007 e il loro totale rientro dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.[73][74]

Visite ufficiali

Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero Richard Lugar

Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il senatore Richard Lugar, Presidente della Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia, Ucraina e Azerbaigian. Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, biologiche e di distruzioni di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[75] Lugar e Obama ispezionarono una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia europea.[76]

Nel gennaio 2006, Obama partecipò a una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq. Poi Obama si è recato in Giordania, Israele e in Palestina. Mentre era in Israele, Obama incontrò il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom.[77] Obama incontrò anche un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. Secondo ABC News 7 (Chicago), Obama riferì agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele", dichiarazione poi ripetuta nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas.[78]

Il terzo viaggio ufficiale di Obama si svolse nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Ciad. Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al villaggio natale di suo padre, vicino a Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[79] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche.[80] Per incoraggiare le popolazioni locali a effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente a un test in una clinica keniota.[81] In un discorso ripreso dalla televisione keniota, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità etniche sulla politica keniota.[82] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i politici kenioti, alcuni dei quali bollarono le parole di Obama come ingiuste e inappropriate, mentre altri condivisero le sue posizioni.[83][84]

Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti

(EN)

«Yes, we can!»

(IT)

«Sì, noi possiamo!»

Voci su una possibile candidatura

Obama parla agli universitari, uno dei suoi punti di forza elettorali
Obama a Boston

Voci su una possibile candidatura di Obama alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004, ma Obama dichiarò alla stampa: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni".[85]

Un articolo del dicembre 2005 della rivista The New Republic osservava che nel 2008 Obama avrebbe avuto le maggiori possibilità di vittoria, perché non ci sarebbe stato un presidente uscente candidato per un secondo mandato né un vicepresidente uscente candidato alla presidenza, come accade nella maggior parte dei casi.[86] Nel gennaio 2006, a una specifica domanda durante la trasmissione televisiva Meet the Press, Obama rispose confermando la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scadeva nel 2010.[87]

L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, più volte invitò Obama a considerare la candidatura.[88] Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, scrisse una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama.[89] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine pubblicò un articolo in cui Obama dichiarava: "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere".[90] La rivista Time pubblicò la sua foto in copertina, accompagnata dal titolo Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente", con all'interno un articolo su nuove voci di una sua possibile candidatura nel 2008.[91]

Il 18 ottobre 2006, Obama partecipò al The Oprah Winfrey Show. La conduttrice Oprah Winfrey lo sollecitò in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[92] Obama promise che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato nel suo programma.[92]

Il 22 ottobre 2006, Obama di nuovo partecipò alla trasmissione Meet the Press, ammettendo per la prima volta di star pensando a una candidatura:[93] "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità, ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre,[94] mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se a un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso"[95].

Il 10 febbraio 2007 Obama annunciò ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1]

Molti commentatori segnalarono l'interesse internazionale per Obama come uno dei fattori determinanti nella costruzione della sua immagine pubblica.[96] Se da un lato la sua candidatura fu premiata da sondaggi svolti a livello globale,[97] fu d'altra parte significativa la scelta di Obama di stabilire relazioni con importanti politici stranieri già prima della sua corsa presidenziale, in particolare con il Primo ministro britannico Tony Blair, che incontrò a Londra nel 2005,[98] con il segretario del Partito Democratico italiano e sindaco di Roma Walter Veltroni, che visitò l'ufficio di Obama al Senato nel 2005,[99] e con il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che incontrò a Washington nel 2006.[100]

La sfida per la nomination democratica

L'iter per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ottenne solo il 37% dei voti, contro il 39% della senatrice Clinton e il 17% di John Edwards.

Il 26 gennaio 2008 vinse nuovamente l'importante primaria statale in Carolina del Sud, dove, monopolizzando il voto nero e aprendosi larghi varchi in quello bianco, conquistò il 55% dei voti contro il 27% della Clinton e il 18% di Edwards. Il 19 febbraio successivo vinse le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton con il 41%, e nelle Hawaii, dove ottenne il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton.

Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana, Obama ottenne il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver.

Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton, riconobbe la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi dalla competizione elettorale. Barack Obama divenne quindi ufficialmente il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca.

Il 23 agosto, Obama scelse come candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden.

Il 4 novembre, Obama vinse le elezioni presidenziali, sconfiggendo il candidato repubblicano John McCain[101].

Insediamento alla Casa Bianca e Presidenza

Giuramento privato del primo mandato presidenziale da Presidente degli Stati Uniti di Barack Obama il 20 gennaio 2009
Il primo ritratto presidenziale di Barack Obama nel 2009[102].

Il 20 gennaio 2009, con la cerimonia di insediamento presso il Campidoglio, sede del Congresso, Barack Obama è diventato il 44º Presidente degli Stati Uniti d'America.

Presidenziali 2012 e rielezione

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni presidenziali statunitensi del 2012.

Nel settembre 2012, alla convention di Charlotte in Carolina, accettò la nomina a candidato Presidente per il Partito Democratico. Il 6 novembre 2012 vinse le elezioni presidenziali battendo il candidato repubblicano Mitt Romney, ottenendo la rielezione[103].

2º mandato presidenziale

Il 20 gennaio 2013 Obama si è insediato alla Casa Bianca per il secondo mandato consecutivo, giurando fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti d'America[104]. È stato il primo Presidente nella storia degli Stati Uniti a parlare, durante il discorso di insediamento, dei diritti degli omosessuali:

«Il nostro viaggio verso la libertà non potrà dirsi completo fin quando i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali non saranno trattati come tutti davanti alla legge: se è vero che tutti siamo creati uguali, allora l’amore tra ciascuno di noi dev’essere trattato allo stesso modo»

Riconoscimenti e onorificenze

Onorificenze

Collare dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) - nastrino per uniforme ordinaria

Premio Nobel

Il 9 ottobre 2009 il comitato di Oslo gli conferì il Premio Nobel per la Pace

«per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli»

La motivazione fa riferimento al suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, un diploma e un assegno di 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro) gli fu consegnato a Oslo il 10 dicembre. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».[106]

Nonostante queste motivazioni, l'attribuzione del Nobel a un presidente eletto da così poco tempo suscitò polemiche. Secondo un sondaggio informale pubblicato dalla MSNBC il 62% degli intervistati pensava che fosse immeritato, mentre numerose critiche furono sollevate dai repubblicani e dalla stampa.[107][108][109] Lo stesso Obama non mancò di far notare che, a suo parere, altri avrebbero maggiormente meritato il premio.[110]

Famiglia e religione

Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle presidenziali, presso Springfield, Illinois, il 10 febbraio 2007.[111]

Nell'estate del 1989, mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley Austin di Chicago, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della medesima società.[112] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago. La cerimonia fu celebrata dal reverendo Jeremiah Wright.[113] Gli Obama hanno due figlie: Malia, nata nel 1998, e Sasha, del 2001.[112]

Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), gli furono ispirate dai sermoni del reverendo Wright.[114] Nel suo libro, Obama così descrive l'esser cresciuto in un ambiente non-religioso:

«Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; a ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto e riteneva che la religione fosse solo superstizione.»

Obama scrive che le sue convinzioni religiose si formarono intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Lì comprese "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali":

«Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità.[115]»

Critiche

Obama in Texas

Si è attirato le critiche di progressisti, come il giornalista David Sirota, quando votò per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando votò a favore di una legge di azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si fosse presentato come un candidato contro la guerra.[116]

Il professore afro-americano Cornel West, dell'Università di Princeton, sollevò forti dubbi su Obama, in particolare sulla scarsa trasparenza dei finanziamenti per la campagna elettorale.[117] Tra i critici più radicali, lo storico Webster Tarpley, già noto come critico spietato dei neoconservatori, è autore di due libri polemici su Obama pubblicati nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata.[118] Obama si è inoltre attirato le critiche della Santa Sede e del mondo cattolico per la sua svolta sull'aborto.[119]

A un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, si moltiplicarono gli articoli critici sul suo operato. Obama in campagna elettorale aveva inserito nel suo programma la fine della guerra in Iraq e la riduzione delle truppe in Afghanistan, nonché una nuova politica di apertura e di pace nei confronti dell'Iran. L'aumento delle truppe in Afghanistan, l'assenza di un'exit strategy dall'Iraq, il mantenimento di leggi controverse, come il patriot act di Bush, alimentarono le tesi critiche[120].

Opere

Manifestanti di Occupy Wall Street chiedono a Obama di non essere il pupazzo della finanza

Nel 1995 Obama ha pubblicato l'autobiografia, I sogni di mio padre (Dreams from My Father), con una seconda edizione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia fu pubblicata dalla casa editrice Nutrimenti nel 2007. La versione in audiolibro fu premiata nel 2006 con un Grammy Award for Best Spoken Word Album.[121]

Nel dicembre 2004, Obama strinse un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[122] Il primo, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni politiche.[123][124] Il secondo è un libro per bambini scritto in collaborazione con la moglie Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è stato annunciato.

Risultati elettorali

  • 2012 Elezione Presidenza degli Stati Uniti
    • Barack Obama (D), 332 grandi elettori (50,5% di voti)[125]
    • Mitt Romney (R), 206 grandi elettori (47,9% di voti)[125]
  • 2008 Elezione Presidenza degli Stati Uniti
    • Barack Obama (D), 365 grandi elettori (53% di voti)[126]
    • John McCain (R), 173 grandi elettori (46% di voti)[126]
  • 2004 Elezione al Senato Federale
    • Barack Obama (D), 70%
    • Alan Keyes (R), 27%
    • Albert J. Franzen (I), 2%
    • Kerry John (L), 1%
  • 2000 Elezione alla Camera dei Rappresentanti - 1º distretto (Primarie dei Democratici)
    • Bobby Rush (D), 61%
    • Barack Obama (D), 30%
    • Donne Trotter (D), 7%

Media

Il Weekly Address è il comunicato settimanale del Presidente degli Stati Uniti d'America, una prassi inaugurata da Franklin Delano Roosevelt.

Barack Obama ha sempre dato molta importanza alla comunicazione mediatica e a internet, per mantenere uno stretto legame con il popolo americano che lo ha eletto. Il suo comunicato settimanale, in cui illustra le iniziative della sua Amministrazione, compare ogni sabato sul sito della Casa Bianca, è disponibile anche come podcast, e può essere incorporato nelle pagine utenti dei principali social network.

Filmografia

Albero genealogico

Il genealogista Bruce Harrison, fondatore del Family Forest Project, ha rivelato pubblicamente di avere trovato legami genealogici tra Obama e alcuni presidenti precedenti, come George Washington, James Madison, Harry Truman e Jimmy Carter.[127][128] Secondo la New England Historic Genealogical Society Obama sarebbe parente, oltre che dei suddetti presidenti anche del suo predecessore George W. Bush, del padre George H.W. Bush, di Gerald Ford e Lyndon Johnson.[129]

Non solo, Obama condivide degli antenati comuni con l'ex senatore del North Carolina John Edwards, con l'ex governatore del Nuovo Messico Bill Richardson e, curiosamente, con entrambi i suoi competitors repubblicani alle elezioni presidenziali: il senatore John McCain, e il governatore Mitt Romney.[127][128]

Il presidente Obama secondo varie ricerche, andando indietro di cinque secoli, sarebbe anche parente del generale della seconda guerra mondiale George S. Patton e del musicista Quincy Jones.[127][128] Sempre secondo la New England Historic Genealogical Society Obama sarebbe anche un lontano cugino dell'attore Brad Pitt, del generale separatista Robert E. Lee e addirittura del primo ministro inglese Winston Churchill.[129]

Nel suo libro autobiografico, I sogni di mio padre, lo stesso Obama ha sostenuto di avere scoperto che uno degli antenati della madre era cugino di secondo grado di Jefferson Davis, primo e unico presidente degli Stati Confederati d'America. Altri studi genealogici hanno evidenziato che Obama è cugino di ottavo grado dell'ex vicepresidente Dick Cheney. La scoperta, fatta dalla stessa moglie, Lynn Cheney, è stata annunciata il 17 settembre 2007, ed è stata confermata dal portavoce di Cheney e da quello di Obama, Bill Burton.[130][131][132] La notizia è stata pubblicata per la prima volta il 9 settembre 2007 da un editorialista del quotidiano locale Chicago Sun-Times.[133] L'articolo afferma inoltre che George W. Bush e Obama sarebbero cugini di 11º grado tramite Samuel Hinckley e Sarah Soole, che vissero nel Massachusetts durante il XVII secolo. Obama sarebbe invece imparentato con Dick Cheney, anche lui come cugino di 11º grado, tramite Mareen e Susannah Duval, emigrati dalla Francia verso gli Stati Uniti nel XVII secolo. La notizia è stata ripresa dal New York Post del 18 ottobre 2008.[134] Secondo nuove versioni, Cheney e Obama sarebbero cugini di 8º grado, mentre è confermato il grado di parentela fra Bush e Obama.

Barack Obama Padre:
Barack Obama, Sr.
Nonno paterno:
Hussein Onyango Obama
Bisnonno paterno:
Obama
Trisnonno paterno:
Opiyo
Trisnonna paterna:
Marrgorat
Bisnonna paterna:
Sara Omar
Trisnonno paterno:
?
Trisnonna paterna:
?
Nonna paterna:
Akumu Nyanjoga
Bisnonno paterno:
Njango
Trisnonno paterno:
?
Trisnonna paterna:
?
Bisnonna paterna:
?
Trisnonno paterno:
?
Trisnonna paterna:
?
Madre:
Stanley Ann Dunham
Nonno materno:
Stanley Armour Dunham
Bisnonno materno:
Ralph Waldo Emerson Dunham, Sr
Trisnonno materno:
Jacob William Dunham
Trisnonna materna:
Mary Ann Kearney
Bisnonna materna:
Ruth Lucille Armour
Trisnonno materno:
Harry Ellington Armour
Trisnonna materna:
Gabriella Clark
Nonna materna:
Madelyn Lee Payne
Bisnonno materno:
Rolla Charles Payne
Trisnonno materno:
Charles Thomas Payne
Trisnonna materna:
Della L. Wolfley
Bisnonna materna:
Leona Belle McCurry
Trisnonno materno:
Thomas Creekmore McCurry
Trisnonna materna:
Margaret Belle Wright

Note

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