Cultura di Jamna

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La cultura di Jamna nel IV millennio a.C. in Europa.
Estensione approssimata della cultura Jamna e delle culture contemporanee, 3200-2300 a.C. ca.

La cultura di Jamna (in russo Ямная культура?, in ucraino Ямна культура?, la "cultura della tomba a fossa", dal russo/ucraino яма, "fossa") è situata in un periodo tardo dell'età del rame/inizio della cultura dell'età del bronzo nella regione del Bug/Dnestr/Ural (la steppa pontica), risalente a un periodo che va dal XXXVI al XXIII secolo a.C.. Lo stesso nome risulta nella letteratura archeologica anglo-sassone come cultura della tomba a fossa (pit-grave) o cultura della tomba di ocra (ochre-grave).

La cultura fu prevalentemente nomade, con l'agricoltura praticata in qualche zona vicino ai fiumi e in alcune fortezze di collina[1].

Caratteristiche

La peculiarità della cultura sono le inumazioni nei kurgan (tumuli), delle tombe a fossa con il corpo del morto situato in posizione supina e con le ginocchia piegate. I corpi erano ricoperti di colore ocra. Tombe multiple sono state trovate in questi kurgan, aggiunte più tardi. Significativamente, era in uso sacrificare animali sulla tomba (bestiame, maiali, pecore, capre e cavalli), un aspetto questo associato sia ai proto-indoeuropei che ai proto-indoiraniani[2].

Si ritiene siano stati i primi domesticatori di cavalli per uso di trasporto cavaliere e di carri con ruote, che hanno facilitato gli spostamenti e diffuso questa tecnologia[3]. Sono stati trovati i resti del più arcaico carro con ruote trainato da cavalli, nel kurgan della "Storožova mohyla" (Dnipropetrovsk, in Ucraina, con scavi fatti da A. I. Trenožkin) associato alla cultura di Jamna[4].

Il sito sacrificale di Luhansk recentemente scoperto è stato descritto come un santuario collinare dove si praticavano sacrifici umani. Nei siti sono stati rinvenuti mucchi di semi di cannabis che venivano bruciati su pietre roventi[5] .

Espansione e identità

Migrazioni della popolazione della cultura di Jamna, secondo David W. Anthony (2007),[6] 2017;[7] Narasimhan et al. (2019);[8] Nordqvist and Heyd (2020):[9] * 3000 a.C. circa: migrazione iniziale dalla cultura di Jamna verso est che dà inizio alla cultura di Afanasevo, forse Proto-Tocari. * 2900 a.C. circa: migrazioni verso nord-ovest che danno vita alla cultura della ceramica cordata (Corded Ware), che si trasforma in cultura del vaso campaniforme (Bell Beaker); secondo Anthony, migrazione verso ovest dei Carpazi in Ungheria come cultura di Jamna, che si trasforma in cultura del vaso campaniforme. * 2700 a.C. circa: seconda migrazione verso est che inizia ad est dei Carpazi come cultura della ceramica cordata (Corded Ware), trasformandosi in cultura di Fatyanovo-Balanovo (2800 a.C.) -> cultura di Abaševo (2200 a.C.)-> Sintashta (2100-1900 a.C.)-> cultura di Andronovo (1900-1700 a.C.) -> Indoari (circa 1500 a.C.).
Afanasevo
Indoari
Iran
Migrazioni della popolazione della cultura di Jamna, secondo David W. Anthony (2007),[6] 2017;[7] Narasimhan et al. (2019);[8] Nordqvist and Heyd (2020):[9]

La cultura di Jamna viene identificata con i tardi proto-indoeuropei (LPIE) nella teoria kurganica di Marija Gimbutas. Essa è la più efficace candidata per la Urheimat (patria ancestrale) della lingua protoindoeuropea, insieme alla precedente cultura di Srednij Stog, ora che la prova archeologica della cultura e le sue migrazioni sono state strettamente legate all'evidenza fornita dalla linguistica.[10]

Si è detto che fosse originata lungo il corso medio del Volga localizzata nella cultura di Chvalynsk e medio Dnieper nella cultura di Srednij Stog. Ad occidente essa viene a cedere il passo alla cultura delle catacombe, ad est a quelle delle culture di Poltavka e Srubna.

Manufatti

Caratteristici della cultura di Jamna occidentale, nello specifico stanziata tra il bacino carpatico e l'attuale Ungheria orientale, sono gli anelli per capelli a spirale in rame o argento, ornamenti ben documentati nelle testimonianze archeologiche, provenienti quasi unicamente dalle sepolture a tumulo. Altri ornamenti comuni del ramo occidentale sono piccole perline in rame o argento forate, piccoli cilindri ricavati da lamine di rame ripiegate per essere inseriti in collane e denti animali forati con la medesima funzione. È documentata la presenza, seppur esigua, di torque in rame e pendenti di tipo Brillenspirale.

Nel campo degli armamenti le sepolture, specialmente in Romania orientale, hanno fornito testimonianze di asce in rame, asce in pietra levigata, e punte di freccia in selce con alette, queste ultime mostrano una semplice e basilare industria su scheggia. È attestata la presenza di pugnali in rame con codolo, ma quasi unicamente nell'area a nord-ovest del Mar Nero. Alcune statue stele romene attribuite alla cultura di Jamna però raffigurano delle asce martello, quindi è lecito valutare la presenza anche di questi strumenti.[11]

Dalle collezioni del Museo dell'Ermitage

Paleogenetica

Lo stesso argomento in dettaglio: Pastori delle steppe occidentali.
Sepoltura

Secondo Jones et al. (2015) e Haak et al. (2015), test autosomici indicano che il popolo Jamna era il risultato di una commistione genetica tra due diverse popolazioni di cacciatori-raccoglitori: i "cacciatori-raccoglitori orientali" (EHG), dall'Europa orientale, con elevata affinità con le genti della cultura di Mal'ta-Buret' o un altro popolo strettamente imparentato proveniente dalla Siberia, e i "cacciatori-raccoglitori caucasici" (CHG) probabilmente arrivati dal Caucaso o dall'Iran. Ognuna di queste due popolazioni ha contribuito a circa la metà dell'eredità genetica degli Jamna.[12]

Note

  1. ^ (EN) James Patrick Mallory, "La cultura di Jamna", Enciclopedia della cultura indoeuropea, Fitzroy Dearborn, 1997.
  2. ^ (EN) Benjamin W. Fortson, Cultura e lingua indoeuropea: un'introduzione (Blackwell Publishing, 2004), pag. 43.
  3. ^ (EN) Chi furono i primi cavalieri della storia?, su National Geographic. URL consultato il 7 febbraio 2024.
  4. ^ Gli Yamnaya usavano carri trainati da cavalli, nuova scoperta, su Horse Angels ODV, 5 marzo 2023. URL consultato il 7 febbraio 2024.
  5. ^ Stoned Age: i nostri antenati portarono la Cannabis in tutto il mondo, su MJPassion, 28 gennaio 2020. URL consultato il 7 febbraio 2024.
  6. ^ David W. Anthony, The Horse, The Wheel and Language: How Bronze-Age Riders from the Eurasian Steppes Shaped the Modern World, 2007
  7. ^ David Anthony, Archaeology and Language: Why Archaeologists Care About the Indo-European Problem, in European Archaeology as Anthropology: Essays in Memory of Bernard Wailes, 2017
  8. ^ (EN) Vagheesh M. Narasimhan, Nick Patterson, Priya Moorjani, Nadin Rohland e Rebecca Bernardos, The formation of human populations in South and Central Asia, in Science, vol. 365, n. 6457, 6 settembre 2019, DOI:10.1126/science.aat7487, ISSN 0036-8075 (WC · ACNP). URL consultato il 22 marzo 2021 (archiviato il 4 aprile 2021).
  9. ^ Nordgvist e Heyd, The Forgotten Child of the Wider Corded Ware Family: Russian Fatyanovo Culture in Context, in PLOS, 2020. URL consultato il 22 marzo 2021 (archiviato il 15 novembre 2020).
  10. ^ (EN) David W. Anthony, Il cavallo, la ruota e la lingua: come i viaggiatori dell'età del bronzo dalle steppe euroasiatiche formarono il mondo moderno (2007).
  11. ^ (EN) Frinculeasa A., Preda B., Heyd V., Pit-Graves, Yamnaya and Kurgans at the Lower Danube: Disentangling 4th and 3rd Millennium BC Burial Customs, Equipment and Chronology, Preistorische Zeitschrift, 2015.
  12. ^ Haak W, Lazaridis I, Patterson N, Rohland N, Mallick S, Llamas B, Brandt G, Nordenfelt S, Harney E, Stewardson K, Fu Q, Mittnik A, Bánffy E, Economou C, Francken M, Friederich S, Pena RG, Hallgren F, Khartanovich V, Khokhlov A, Kunst M, Kuznetsov P, Meller H, Mochalov O, Moiseyev V, Nicklisch N, Pichler SL, Risch R, Rojo Guerra MA, Roth C, Szécsényi-Nagy A, Wahl J, Meyer M, Krause J, Brown D, Anthony D, Cooper A, Werner Alt K, Reich D, Massive migration from the steppe was a source for Indo-European languages in Europe, in Nature, vol. 522, n. 7555, 2015, pp. 207–211, Bibcode:2015Natur.522..207H, DOI:10.1038/nature14317, PMC 5048219, PMID 25731166, arXiv:1502.02783.

Voci correlate

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