Coordinate: 41°58′N 12°48′E

Tivoli

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Tivoli
comune
Tivoli – Stemma
Tivoli – Bandiera
Tivoli – Veduta
Tivoli – Veduta
Partendo dall'alto: Fontana di Villa d'Este, Rocca Pia, Vista della Villa d'Este, Tempio di Vesta, Villa Adriana, Duomo di Tivoli
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Amministrazione
SindacoMarco Innocenzi[1] (Fdl) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate41°58′N 12°48′E
Altitudine235 m s.l.m.
Superficie68,65 km²
Abitanti55 176[4] (30-4-2024)
Densità803,73 ab./km²
FrazioniCampolimpido, Favale, Martellona, Tivoli Terme, Villa Adriana
Comuni confinantiCastel Madama, Guidonia Montecelio, Marcellina, Roma, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Vicovaro
Altre informazioni
Cod. postale00019
Prefisso0774
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT058104
Cod. catastaleL182
TargaROMA
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[5]
Cl. climaticazona D, 1 580 GG[6]
Nome abitantitiburtini[2] o tivolesi[3]
Patronosan Lorenzo, santa Sinforosa e san Generoso
Giorno festivo10 agosto
SoprannomeSuperba
MottoTibur Superbum
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tivoli
Tivoli
Tivoli – Mappa
Tivoli – Mappa
Posizione del comune di Tivoli nella città metropolitana di Roma Capitale
Sito istituzionale

Tivoli è un comune italiano di 55 176 abitanti[4] della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Posizione di Tibur nel Latium vetus.
Rocca Pia

Geografia fisica

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Il territorio comunale di Tivoli occupa le pendici dei monti Tiburtini tra la Campagna romana a ovest e il territorio dei comuni di Castel Madama e Vicovaro, nell'entroterra est della provincia di Roma. A nord-est si trova la riserva naturale di Monte Catillo, il cui territorio appartiene per la maggior parte allo stesso comune di Tivoli.

Viene bagnata dal fiume Aniene e dalle sue cascate, che ne determina i confini tra la zona di Albuccione e il municipio VI di Roma.[7]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Tivoli.

Antica città latina di nome Tibur, chiamata da Virgilio con il titolo di Tibur Superbum (Eneide, Lib. VII) che tuttora campeggia nello stemma cittadino. Si vanta di essere più antica di Roma: secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso, sarebbe stata fondata dagli Aborigeni in conseguenza del rito della primavera sacra[8].

L'insediamento arcaico, che risalirebbe al 1215 a.C., si fortificò ad opera dei Siculi sulla riva sinistra dell'Aniene. Sorsero dapprima le fortificazioni nell'attuale contrada di San Paolo (presumibilmente nei secoli XI-X a.C.) e successivamente (VIII-VII secolo a.C.), avvicinandosi gli abitanti al fiume, l'acropoli (dove sarebbero tornati poi ad arroccarsi i cittadini tiburtini del Medioevo), avvantaggiandosi della posizione dominante sul guado che costituiva il percorso più breve per la transumanza delle greggi fra l'Agro Romano e l'Abruzzo; la direttrice sarebbe poi diventata la via Valeria. Ancora oggi la contrada dell'antica acropoli si chiama Castrovetere.

Secondo Catone nella sua opera Origines, i Siculi vennero scacciati dai Greci, guidati da Catillo di Arcadia e dai suoi tre figli, Tibur, Corace e Catillo: al termine della battaglia rinominarono la città con il nome del fratello maggiore. I Romani usavano il sostantivo "Tiburi" per indicare lo stato in luogo della grammatica latina: presumibilmente, il nome della città da qui divenne Tibori, Tiboli e infine Tivoli.[senza fonte] Tutt'oggi, gli abitanti si chiamano tiburtini.

Il fatto che l'antica Tibur fosse punto di confluenza di popolazioni diverse (soprattutto Sabini e Latini), è confermato dall'esistenza del grande santuario di Ercole Vincitore,[9] eroe divinizzato di origine greca, protettore dei commerci e dei luoghi in cui si svolgevano. I resti attuali sono databili al II secolo a.C., ma si può ipotizzare un più antico luogo di culto (forse nella zona dell'attuale ponte dell'Acquoria) comune a popolazioni che si incontravano per commerciare, analogamente a quanto accadeva vicino al guado del Tevere nel Foro Boario già in epoca pre-arcaica.

Nel IV sec. a.C., dopo essere entrata nella Lega Latina, Tivoli guerreggiò contro Roma, che intendeva sottomettere il Lazio, finché la Lega fu definitivamente sconfitta. Aiutò Roma nelle guerre puniche tanto da essere uno dei principali punti di rifornimento delle truppe. Rimase neutrale durante la guerra civile e fu riconosciuta municipio romano con la Lex Iulia municipalis nel I secolo a.C.. Dopo il passaggio da repubblica a impero Tibur si consolidò come centro commerciale e residenziale divenendo sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle ancor oggi note e identificate sono attribuite a Orazio, a Cassio, a Publio Quintilio Varo, a Manlio Vopisco (i resti di quest'ultima sono incorporati nell'attuale Villa Gregoriana). Lo stesso Augusto vi soggiornò ed amministrò la giustizia sotto i portici del santuario di Ercole Vincitore.[10] Il culmine di questi insediamenti fu rappresentato dalla villa di Adriano, nel II secolo d.C. Qui a Tivoli, nel 275 d.C., passò i suoi ultimi giorni la regina Zenobia di Palmira.

Nell'Alto Medioevo le invasioni barbariche portarono a un periodo di decadenza con conseguente abbandono delle ville e delle campagne, a seguito di ciò la popolazione si trasferì all'interno delle mura. Procopio, nella Guerra Gotica, riferisce di un assedio da parte dei degli ostrogoti, sotto Totila, con conseguente conquista della città e uccisione orrenda dei cittadini da parte dei conquistatori. Un documento del 945 attesta che la città era governata da un duca. Tra il X e l'XI secolo Tivoli entrò in guerra con Ottone III. Nel Basso Medioevo Tivoli e Roma ritornarono alle armi perché Roma non sopportava la posizione strategica di Tivoli. Federico Barbarossa fu appoggiato dalla città e in cambio fortificò le mura e permise alla città di inserire l'aquila imperiale nello stemma cittadino. Tivoli fu sede vescovile (nota dall'anno 366) e fortemente implicata nelle contese feudali. Sempre gelosa della propria indipendenza, ma stretta tra i baroni romani e il feudo benedettino di Subiaco, per sottrarsi al patrimonio vescovile si schierò con i ghibellini; tuttavia questo non le risparmiò di dividersi continuamente in fazioni e di rimanere ostaggio della contesa fra i potenti romani, come i Colonna e gli Orsini, per tornare infine, nel XV secolo, nel patrimonio della Chiesa, del cui Stato seguì le sorti. Nel 1461 papa Pio II costruì Rocca Pia e pose fine a tutti i conflitti e assoggettando la città al papato. Nel 1550 fu nominato governatore di Tivoli il cardinale Ippolito II d'Este (1509-1572), che promosse la realizzazione della celebre villa che dalla sua famiglia prende il nome. La sistemazione di Villa d'Este fu continuata dai suoi successori, il nipote cardinale Luigi d'Este (morto nel 1586) e il cardinale Alessandro d'Este (morto nel 1624).

In età medioevale era presente anche una comunità ebraica.[11][12] Nel 1867 la città fu testimone della campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma con la colonna garibaldina Pianciani.

Ventennio fascista e seconda guerra mondiale

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Negli anni dell'avvento del fascismo (1921-1922) Tivoli, con la giunta Parmegiani, eletta nel 1919 e a forte componente operaia, fu uno degli ultimi comuni d'Italia a guida socialista e comunista, insieme ad Ancona, Parma e Cremona, e la sua strenua resistenza alle pressioni del fascismo romano fu strettamente legata allo sfruttamento pubblico delle acque della cascata per la produzione di energia elettrica, che restò tale fino alla caduta della giunta. I tentativi dei fascisti romani, appoggiati da quelli locali che avevano in Guglielmo Veroli il loro segretario, furono continuamente rintuzzati dagli Arditi del Popolo, formazioni di operai e contadini sorte in difesa delle Camere del Lavoro, che erano il consueto bersaglio delle incursioni delle camicie nere. In questo contesto avvennero in quegli anni anche episodi di aggressioni di fascisti locali, come in occasione dello sciopero dei ferrovieri del 1920 o in occasione del rientro a Tivoli di bande fasciste che avevano partecipato a Roma a una manifestazione nel 1921. Gli sviluppi di quest'ultima aggressione portarono all'uccisione del segretario del Fascio Guglielmo Veroli da parte del segretario della Camera del Lavoro Dante Corneli, operaio delle cartiere invalido che, aggredito da 4 fascisti, tra cui il Veroli, nel vicolo Todini, si difese con le armi. Come reazione a questo episodio ci fu una vera e propria occupazione della città, con un uso massiccio della violenza da parte del fascismo, che all'uopo trasferì a Tivoli il gerarca di Civitavecchia Pollastrini, famoso per la sua brutalità che gli aveva consentito di sconfiggere il più agguerrito gruppo di Arditi del Popolo del Lazio. L'attività di quest'ultimo consisté nell'esercitare una continua violenza sui membri della giunta Parmeggiani, e nel tentativo, in parte riuscito, di dividere le maestranze della centrale elettrica. Questo consentì ai fascisti di esautorare, con la complice passività dei regi carabinieri, la giunta Parmegiani, uccidendo in strada l'assessore Multineddu ed esiliandone i principali membri. Il fascismo prese così il potere a Tivoli e immediatamente la centrale elettrica fu privatizzata passando nelle mani della società Anglo-Romana.

Tivoli parte antica in una foto del 1972

Durante la seconda guerra mondiale la città, che si trovava sul percorso della ritirata dei nazisti verso il nord lungo la via Valeria, fu duramente e ripetutamente bombardata dall'aviazione anglo-americana, che puntava ad interrompere i collegamenti ferroviari e stradali tra Roma e l'Adriatico.[13]

Durante l'occupazione tedesca fu forte la presenza di nuclei partigiani. Si dedicarono essenzialmente al sabotaggio e a funzioni di appoggio per le azioni degli Alleati. In questo contesto va inserita la vicenda dell'Eletti, partigiano della prima ora, al quale fu affidata dagli Alleati la responsabilità di una radiotrasmittente che avrebbe dovuto svolgere un ruolo di primaria importanza in vista dell'aviosbarco su Roma. La perdita di affidabilità da parte dell'Eletti, il quale, nonostante l'indubbio valore personale, gestì questa radio in modo molto poco prudente, rischiando di renderne nota la localizzazione ai nazi-fascisti, fu all'origine della sua uccisione da parte degli stessi partigiani tiburtini, su ordine diretto degli Alleati, come fu confermato nel relativo processo avvenuto nell'immediato dopoguerra conclusosi con la piena assoluzione degli imputati. A parte questo doloroso episodio, l'azione di sabotaggio delle formazioni tiburtine fu continua e si estese fino alla campagna romana. Ciò comportò sanguinose ritorsioni nonché la distruzione di infrastrutture (come i ponti sull'Aniene, ad eccezione di quello Lucano antico) da parte dei nazisti in ritirata.

Dal dopoguerra ad oggi

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Fino agli anni settanta del XX secolo Tivoli rimase città a vocazione fortemente industriale e con una solida base operaia, orientata politicamente a sinistra, almeno nelle elezioni sovracomunali.[14] Nella fase di deindustrializzazione che seguì, vi fu anche forte e sentita la contrapposizione politica dei cosiddetti anni di piombo. Numerosi furono gli estremisti di destra anche di rilevanza nazionale provenienti da Tivoli o legati alla città,[15][16][17] coinvolti in alcuni dei principali episodi della strategia della tensione. Tivoli espresse comunque, anche per tutto il decennio 1970-80, un forte e preponderante movimento operaio e studentesco legato al PCI e alla sinistra extra-parlamentare nelle sue diverse articolazioni.

Dal 2021, Tivoli si fregia del titolo di "città d'arte".[18] Inoltre condivide con Padova la caratteristica di annoverare più di un singolo sito UNESCO, assieme a poche altre città al mondo (Cordova, Mosca e Pechino).[19]

Il gonfalone

«Troncato: al 1º di rosso, all'aquila [al naturale] coronata d'oro, accostata da due torri d'argento, con la leggenda Libertas in quella di destra e Nobilitas in quella di sinistra; al 2º d'azzurro, al ponte di tre archi, d'argento, con la riviera fluttuosa dello stesso; nella testata del ponte la leggenda Tibur Superbum[20]

Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti ufficialmente con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Ferruccio Parri del 25 giugno 1945.[21] Lo stemma è antico e inizialmente pare fosse costituito solo dai due torrioni collegati da un ponte a tre arcate, che richiama il Ponte Lucano, al di sotto del quale scorre il fiume Aniene. Su una delle torri la scritta latina Libertas si riferisce alla sua indipendenza politica, sull'altra la parola Nobilitas poiché il Comune era governato dal consiglio degli ottimati. Sul parapetto del ponte un tempo era riportata la sigla S.P.Q.T. (Senatus Populusque Quiritium Tiburtinorum) poi sostituita da Tibur Superbum, epiteto dato alla città da Virgilio nel libro VII dell'Eneide.

Popolarmente si tramanda che il privilegio di fregiare lo stemma cittadino con l'aquila sia stata concesso nel 1155 con la venuta di Federico Barbarossa. Secondo altre fonti sarebbe stata adottata in precedenza come dichiarazione di appartenenza alla fazione ghibellina, oppure sarebbe un riferimento all'aquila imperiale romana.[22]

Il gonfalone in uso è un drappo partito di azzurro e di rosso porpora, la descrizione ufficiale di quello riconosciuto nel 1945 è un:

«Drappo partito di amaranto e d’azzurro riccamente ornato di ricami d’argento, caricato dello stemma sopradescritto. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali, frangiati d’argento[20]

La bandiera in uso è un drappo partito di rosso porpora e di azzurro, caricato al centro dello stemma comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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  • Basilica Cattedrale di San Lorenzo diacono e martire;
  • Chiesa di San Biagio vescovo e martire;
  • Chiesa di Sant'Andrea apostolo;
  • Chiesa di Santa Maria Maggiore - convitto
  • Chiesa di San Silvestro;
  • Chiesa di San Bernardino da Siena;
  • Chiesa di San Giorgio martire;
  • Chiesa di San Pietro alla Carità;
  • Chiesa di Santa Sinforosa (detta del Gesù);
  • Chiesa della Madonna della Fiducia (già di Santa Croce dei Cappuccini);
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate;
  • Chiesa di San Getulio;
  • Chiesa di Santa Barbara (Via degli Orti);
  • Chiesa di San Giovanni Evangelista; nella chiesa, attualmente all'interno dell'omonimo complesso ospedaliero, è visibile un ciclo di affreschi del secondo Quattrocento, già attribuito ad Antoniazzo Romano o a Melozzo da Forlì. Oggi si preferisce attribuirli ad un pittore dalla forte personalità, il cosiddetto "Maestro di Tivoli", operante all'epoca di questi due maestri;[23]
  • Chiesa di Sant'Anna;
  • Chiesa ed ex Convento di Sant'Antonio di Padova (detto "Sant'Antonio dei butteri", Strada provinciale per Marcellina);
  • Ex Monastero degli Olivetani - Hotel Torre Sant'Angelo (Viale Quintilio Varo);
  • Arco della Madonna di Quintiliolo (Viale Quintilio Varo);
  • Santuario della Madonna di Quintiliolo.

Chiese sconsacrate:

  • San Michele Arcangelo in piazza Palatina (sec. XII);
  • Santo Stefano dei Ferri (sec. XII);
  • Santa Maria dell'Oliveto (erroneamente creduta Sant'Alessandro) in via del Tempio d'Ercole (sec. XII);
  • San Vincenzo, costruita nel 1268 e rifatta nel 1860. Il titolo parrocchiale fu trasferito alla chiesa di S. Andrea nel 1826;
  • Santa Maria dell'Oliva (1512);
  • Chiesa di San Nicola "sopra Portam Collis" (1590);
  • Annunziata (1729).

Chiese scomparse: Inoltre sono ricordate numerose chiese ormai scomparse.[N 1]

Architetture civili

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  • Palazzo Boschi;
  • Palazzo Coccanari de' Fornari;
  • Palazzo del Tribunale (ex Niccolò Tommaseo);
  • Palazzo Macera;
  • Palazzo Marzi;
  • Palazzo San Bernardino (sede del Comune);
  • Palazzo Torlonia;
  • Ponte della Pace.
  • Ponte Gregoriano;
  • Porta del Colle;
  • Porta San Giovanni;
  • Scuderie Estensi;
  • Villa Braschi;
  • Villa d'Este, Patrimonio Mondiale UNESCO;
  • Villa Gregoriana.
  • Ponte Lucano[24]
  • Antica via Tiburtina

Architetture militari

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Siti archeologici

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Thomas Dessoulavy, Veduta del Ponte dell'Acquoria a Tivoli, 1830/1840, olio su tela.
  • Anfiteatro di Bleso;
  • Criptoportico (sottostante Piazza Tani);
  • Grotta Polesini, dove sono stati ritrovati resti di rilevanti manifestazioni artistiche paleolitiche;
  • Mausoleo dei Plauzi (dei Plautii);[25]
  • Mensa Ponderaria e Sacello di Augusto;
  • Parete semicircolare in opus reticulatum retrostante l'abside della cattedrale di S. Lorenzo (presunti resti del Foro romano);
  • Ponte di età romana (Viale Roma);
  • Ponte Lucano di età romana nei pressi del Mausoleo dei Plauzi;
  • Porta Maior o Romana (Via del Colle);
  • Santuario di Ercole Vincitore;[9]
  • Siti di archeologia industriale - cartiere, fonderie, pastifici ecc. - (margine destro Via del Colle).
  • Tempio circolare dell'acropoli, detto Tempio di Vesta (verosimilmente della Sibilla);
  • Tempio rettangolare dell'acropoli, detto Tempio della Sibilla (probabilmente di Tiburno);
  • Tempio della Tosse (probabile vestibolo di villa tardo-antica, trasformato in cappella nel Medioevo);
  • Tomba della Vestale Cossinia;
  • Villa Adriana, Patrimonio Mondiale UNESCO;
  • Villa dei Pisoni;
  • Villa detta di Bruto;
  • Villa detta di Cassio;
  • Villa detta di Orazio Flacco;
  • Villa di Manlio Vopisco (Villa Gregoriana);
  • Villa di Quintilio Varo
  • Tempio di Vesta

Aree naturali

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Evidenze artistiche

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  • Affreschi del presbiterio della chiesa di S. Giovanni Evangelista (Antoniazzo Romano, 1483 circa);
  • Affreschi dell'arco absidale, del catino e della parete absidale della chiesa di S. Silvestro (scuola romana della prima metà del XIII secolo);
  • Affresco raffigurante S. Pietro, erroneamente attribuito a Cimabue ma in realtà opera di scuola romana della seconda metà del XIII secolo, con influenze cimabuesche[27] (portone al n. 14 di Piazza Domenico Tani);
  • Arco dei Padri Costituenti, opera dello scultore Arnaldo Pomodoro - 2009 (Piazza Garibaldi);
    Arco dei Padri Costituenti
  • Arengario (Piazza Palatina);
  • Crocifisso Ligneo del XV secolo attribuito a Baccio da Montelupo (Chiesa di S. Maria Maggiore);
  • Gruppo ligneo della Deposizione (1220-1230), attribuito al cosiddetto atelier di Tivoli, di scuola cistercense (nella cattedrale di S. Lorenzo);
  • Icona della Madonna Avvocata, attribuita a Jacopo Torriti o alla sua cerchia, XIII secolo (chiesa di S. Maria Maggiore);
  • Monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale, opera dello scultore Carlo Fontana - 1930 (giardino Garibaldi);
  • Pavimento cosmatesco del XIII secolo (chiesa di S. Maria Maggiore);
  • Pavimento cosmatesco a quinconce (chiesa di S. Pietro alla Carità);
  • Ponte Gregoriano;
  • Ponte San Martino (Via della Sibilla);
  • Rocca Pia (XV secolo);
  • Scuderie Estensi (Piazza Garibaldi);
  • Scultura in piazza Trento, opera di Igor Mitoraj - 2008;
  • Seminario Vescovile (Piazza del Seminario);
  • Tavola di Sano di Pietro (1405-1481) raffigurante San Bernardino da Siena, nel Palazzo comunale;
  • Torre del Comune (Piazza Palatina);
  • Torre di Guardia (Via della Sibilla);
  • Trittico del SS. Salvatore (prima metà del XII secolo), incluso in un rivestimento argenteo del 1449, con aggiunte del 1506 (nella cattedrale di S. Lorenzo);
  • Scuderie Estensi.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[28]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 7.793 persone, pari al 14,27% della popolazione.[29]

Lingue e dialetti

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Il dialetto di Tivoli è un dialetto di tipo centrale (definito anche "mediano"), appartenente alla famiglia sabina, e dunque alquanto differente dal vicino romano nelle desinenze finali delle parole maschili che terminano correntemente in -u (se derivanti da parole latine terminanti in -us -um, altrimenti si ha -o) mentre nell'italiano e nel romano si ha l'esito generalizzato in -o.[senza fonte]

Altra caratteristica del tiburtino è la gutturalizzazione dell'italiano gli in -gghi. Quest'ultimo è un suono gutturale duro intermedio tra la c di casa e la g di gatto.

Tipicamente mediano è anche il fenomeno della c.d. "sonorizzazione" delle consonanti dopo nasale ("m" ed "n"): ad es. si ha "cinguanda", "tembo", suoni sconosciuti al romanesco, e comunque in regresso anche a Tivoli.

Gli articoli derivano dal dimostrativo ille, illa illud, come in italiano, con perdita della il iniziale, per cui si avrà l'articolo determinativo lu, la, li, le e lo. L'articolo determinativo lo si usa in relazione a sostantivi non contabili (lo pa', lo sale, lo rame, lo feru), aggettivi e avverbi sostantivati (lo maro', lo pocu, lo troppu, il colore marrone, il poco, il troppo), infiniti verbali sostantivati (lo magna', lo beve, lo dormi'). Gli articoli indeterminativi sono invece: ‘Nu, ‘N, ‘na

I pronomi dimostrativi sono invece: “quistu, questa, questo'” diminut. stu, ‘sta, ‘sto = questo, questa, questo (neutro) “quillu, quella, quello” diminut. ‘ssu, ‘ssa,'sso = codesto, codesta, codesto (neutro), mentre i pronomi personali "Io, Essi, Esse".

Altra caratteristica fonetica che distingue il tiburtino dal romano, ed evidente anche nel parlato italiano, è la chiusura molto frequente del dittongo "ie", che invece nel romano viene pronunciato aperto per l'influsso toscano esercitatosi a Roma a partire dal XVI secolo: per cui mentre a Roma si ha ad esempio "ièri", "insième", "diètro", a Tivoli si avrà rispettivamente "iéri", "insiéme", "diétro", ecc. Sono fatte salve solo alcune parole, in cui anche a Tivoli tale dittongo ha suono aperto, ma si tratta di pronunce tipiche di molte altre aree dell'Italia mediana e non solo, come ad es. "cièlo", "viène". Altra discostanza dal romanesco (e dall'italiano) è la pronuncia aperta della parola "nòme", vitale anche in Campania, Abruzzo, Molise, ecc. Viceversa a Tivoli, conformemente all'italiano standard, vengono pronunciate chiuse le "o" di "sóno" (verbo essere), "sógno" e "bisógno", che a Roma suonano come "sòno", "sògno" e "bisògno".

Infine c'è da osservare come ormai il dialetto tiburtino autentico risulta sempre più in regresso, circoscritto pressoché al centro storico e del tutto abbandonato dalle generazioni più giovani, specie se residenti nelle frazioni più prossime a Roma, come Bagni di Tivoli: costoro infatti trovano più congeniale esprimersi in romanesco corrente, considerato la variante regionale di maggior prestigio. [N 2]

Tradizioni e folclore[30]

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Panorama di Tivoli nel 1970
  • il Carnevale tiburtino, con carri allegorici e maschere;[31]
  • la Fiera di San Giuseppe, 19 marzo: ultima superstite di una serie di antiche fiere agricole, di bestiame e attrezzi[senza fonte];
  • la Processione del Cristo Morto, il venerdì santo;
  • la Processione della Madonna di Quintiliolo, la prima domenica di maggio. Ogni anno, proprio in questa occasione, viene organizzata dalla Contrada Via Maggiore un'infiorata lungo Via Domenico Giuliani (strada percorsa dalla processione) in cui, per consuetudine, solo il vescovo e chi porta la Madonna possono calpestare i fiori, che raffigurano soggetti religiosi;[32]
  • la Processione di Sant'Antonio di Padova, il 13 giugno;
  • la Processione di Santa Sinforosa, martire tiburtina e compatrona della Città. La Santa Tiburtina viene festeggiata anche nella località di Tivoli Terme, il 18 luglio;
  • la Processione di San Lorenzo martire, Patrono di Tivoli, il 10 agosto: durante il pomeriggio e la processione vengono rappresentate scene storiche sulla vita del Santo Patrono, in collaborazione con il Gruppo Storico di Villa Adriana;
  • l'Inchinata, 14 e 15 agosto: festa religiosa con processione, risalente al Medioevo e tuttora molto popolare, che consiste in una sorta di incontro tra due antiche immagini della Madonna e del Salvatore, provenienti rispettivamente dalla chiesa di S. Maria Maggiore e dalla Cattedrale.
  • Sagra del pizzutello, dove per tutta la città cittadini vestiti con abiti tradizionali offrono o vendono l'uva pizzutella, tipica della zona grazie al terreno fertile sotto la cascata cittadina.[33]
Carnevale tiburtino 2005: maschere

In anni recenti sono state avviate anche alcune iniziative culturali ricorrenti:

  • l'Along Came Jazz, nel mese di luglio: festival annuale dedicato alla sperimentazione dei legami della musica jazz con la musica classica e con la musica folk (sia mediterranea che nord europea);
  • Rassegne e concerti di musica medievale, rinascimentale e barocca ("Rassegna Nazionale di Musica Antica '96-'97 e '98", "Magnificat 2000", "I Concerti dell'Acropoli 2005 e 2007", "I Giullari 2006, 2007 e 2008", "Cantigas y Romances 2006", "Frottole 2010", "Villanelle alla Napolitana 2011", "Il Rinascimento suona giovane 2012");
  • "Le 5 Giornate dell'Arte", rassegna annuale di arti figurative, letteratura e musica.
  • FestiVal TiVoli;
  • Tivoli Chiama.[chiarire con fonti terze e autorevoli la rilevanza di ciascun evento]

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
7 dicembre 1993 31 luglio 1996 Alcibiade Boratto Indipendente Sindaco
31 luglio 1996 18 novembre 1996 Armando Iuliano Commissario
18 novembre 1996 9 novembre 1998 Sandro Gallotti PpL Sindaco
9 novembre 1998 27 giugno 1999 Achille Togna Commissario
27 giugno 1999 4 febbraio 2003 Marco Vincenzi L'Ulivo Sindaco
4 febbraio 2003 10 giugno 2003 Antonio D'Acunto Commissario
10 giugno 2003 15 aprile 2008 Marco Vincenzi L'Ulivo Sindaco
15 aprile 2008 22 gennaio 2010 Giuseppe Baisi PD Sindaco
22 gennaio 2010 13 aprile 2010 Mario De Meo Commissario
13 aprile 2010 10 aprile 2013 Sandro Gallotti PdL Sindaco
10 aprile 2013 27 maggio 2013 Giorgio Tomasi PdL Vicesindaco f.f.
27 maggio 2013 10 giugno 2014 Alessandra De Notaristefani
Di Vastogirardi
Commissario
10 giugno 2014 10 giugno 2024 Giuseppe Proietti Indipendente Liste Civiche Sindaco
10 giugno 2024 In carica Marco Innocenzi FdI Sindaco

Geografica antropica

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Interni di Villa d'Este
Panorama di Tivoli nel 1939

Mentre la parte moderna della città, costruita o ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, presenta caratteristiche architettoniche e urbanistiche modestissime, la parte antica conserva persistenze medioevali di rilievo e permette percorsi interessanti e pittoreschi. Si trovano qui, anche, i principali e più antichi siti archeologici urbani, come l'acropoli, con il tempio rettangolare (detto tempio della Sibilla ma forse dedicato a Tiburno, mitico fondatore della città) e il tempio rotondo (detto tempio di Vesta ma verosimilmente dedicato alla Sibilla), il cosiddetto tempio della Tosse, probabilmente vestibolo di una villa di epoca imperiale rimasta incompiuta e trasformato in chiesa nel Medioevo, il santuario di Ercole Vincitore, straordinario centro economico-religioso della città fino all'epoca tardo imperiale, che ha conservato anche nei secoli successivi un ruolo gangliare nella vita cittadina diventando di volta in volta sede di conventi, chiese e attività produttive (fabbriche di armi, cartiere).[9]

Più in alto, sulla spianata che domina la Campagna romana, sorgeva l'Anfiteatro di Bleso, costruito in età adrianea. I resti del monumento, parzialmente demolito e interrato nel XV secolo per riservarne la posizione dominante alla Rocca Pia voluta dal papa Pio II Piccolomini, tornarono alla luce nel 1948.

La città è ripetutamente citata nella memorialistica del Grand Tour e rappresentata in un gran numero di vedute.[34] Principali punti di attrazione erano l'orrido della Villa Gregoriana e la cascata dell'Aniene, e le due ville oggi patrimonio dell'umanità UNESCO, Villa Adriana e Villa d'Este.

In loro virtù, Tivoli è l'unica città in Italia - assieme a Padova - ad annoverare più di un singolo sito UNESCO, e una delle poche al mondo (le altre sono Cordova, Mosca e Pechino).[19]

Vista di Tivoli

Dopo la guerra l'afflusso di numerosi immigrati, soprattutto dai paesi montani limitrofi a Tivoli, da Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana e dal Basso Lazio - un discreto nucleo originario della provincia di Frosinone è tuttora rilevante a Campolimpido - attratti dalla forte presenza di industrie (gomma, travertino, cartiere) diede vita ad un ingente aumento degli abitanti del comune e alla conseguente crescita dell'urbanizzazione.

A partire dagli anni settanta, poi, le frazioni in pianura, costituite originariamente da piccoli aggregati di case sparse e generalmente abusive nati dopo la guerra in funzione delle fabbriche, delle cave di travertino, dell'attività edilizia e delle coltivazioni locali, cominciarono ad essere urbanizzate intensivamente senza alcuna programmazione (l'unica zona salvaguardata dall'edilizia intensiva fu la fascia degli oliveti che fronteggia la pianura). Rimase perciò invariato il dimensionamento delle infrastrutture stradali, con la conseguente grave e costante congestione del traffico locale[35].

Tra le frazioni del comune di Tivoli la più antica è Tivoli Terme (già Bagni di Tivoli), località nota e utilizzata fin dall'antichità per le sorgenti di acque minerali sulfuree, tra cui le Aquae Albulae[36].

Altra frazione molto popolata è Villa Adriana, che si trova alle pendici del colle su cui sorge Tivoli, sul lato sinistro del fiume Aniene. La frazione si è sviluppata nelle vicinanze dell'omonima e storica villa fatta costruire dall'Imperatore Adriano[37].

Sul lato destro del fiume Aniene sono site poi le frazioni di Favale e di Campolimpido. Le due località, che fino al primo dopoguerra erano a vocazione prevalentemente agricola, e dove sorgevano solo alcuni casali di campagna, tra i quali il Casal Bellini, sono oggi oggetto di sviluppo urbanistico tipicamente residenziale.

La cittadella
Villa d'Este
Tempio di Vesta

Le produzioni agricole tradizionali (olivo e vite), da sempre orientate al mercato locale e romano, si ridussero nei decenni del secondo dopoguerra a settore economico residuale, anche perché la natura scoscesa e calcarea dei terreni non favorisce l'agricoltura industriale; il settore sta tuttavia conoscendo negli ultimi tempi una rinascita grazie al nuovo interesse per l'agricoltura di qualità. Specifica della zona rimane la produzione di una varietà di uva denominata pizzutello.

Più significativa fu, nel tempo, la produzione industriale: la ricchezza di acque fu infatti fino al XX secolo una delle principali risorse della città, sia per l'agricoltura, sia per l'industria, relativamente fiorente già in epoca papalina. A questa si aggiungeva, come nerbo delle produzioni locali, l'estrazione e la lavorazione del travertino[38], pietra regina dei rivestimenti dell'architettura romana dall'antichità al XVIII secolo.

Con la fine del potere temporale e fino alla seconda guerra mondiale la città conobbe un considerevole sviluppo industriale, fondato su diverse industrie cartarie, sulla produzione elettrica, che, avviata nel 1882, fece di Tivoli la prima città illuminata in questo modo in Italia (e che diede poi elettricità ad una parte di Roma), sulla presenza di una grande industria manifatturiera (Pirelli), oltre che sulla produzione di travertino, e, nel dopoguerra, su un'intensa speculazione edilizia.

Finiti gli anni del miracolo economico tuttavia, cioè dagli anni sessanta, e sempre più velocemente nei decenni successivi, la struttura industriale di cui la città viveva si è completamente disgregata, per problemi sia infrastrutturali (posizionamento delle fabbriche storiche su strade che divenivano sempre più inadeguate, dislocazione molto periferica degli svincoli autostradali dell'A24, insufficienza della rete ferroviaria) che strutturali (mancati investimenti, ristrutturazioni industriali sistemiche, crisi delle produzioni manifatturiere).

Le produzioni industriali che non sono state dismesse si sono spostate a valle, in pianura (particolarmente nel comune di Guidonia Montecelio), e la città vive attualmente di terziario (turismo, commercio, servizi), fortemente vincolata alla conurbazione romana di cui sta diventando una propaggine lungo l'asse della via Tiburtina.[senza fonte]

Infrastrutture e trasporti

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Mobilità urbana

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Il servizio di trasporto pubblico è svolto mediante 11 autolinee urbane gestite dalla Cooperativa Autoservizi Tiburtini (CAT) e dalle autolinee interurbane COTRAL. L.go Saragat è un importante capolinea poiché collega Tivoli alla capitale e dunque Roma all'Abruzzo.

Fra il 1879 e il 1934 Tivoli rappresentò il capolinea orientale della tranvia Roma-Tivoli.

Atletica leggera

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  • Atletica Tivoli.[39]
  • ASD Sempre di Corsa Team.[39]
  • Tivoli Marathon.[39]

La maggior società tiburtina è il Tivoli Calcio 1919, che vanta quale maggior successo la partecipazione alla Serie C; vi sono poi il Villa Adriana, l'Olimpica Tivoli e l'Albula (quest'ultima basata a Tivoli Terme), mai spintesi oltre le divisioni dilettantistiche a carattere territoriale.

  • A.S.D. Adrenalina Team Associazione sportiva dilettantistica per la promozione del ciclismo nel territorio di Tivoli.

Pallacanestro

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  • A.S.D. Pallacanestro Tivoli

Dal 1977 a Tivoli è presente l'ASD Andrea Doria Tivoli[40] sez. Pallavolo, che partecipa ormai da anni a numerosi campionati regionali ottenendo diverse promozioni alle categorie successive.

  • ASD Andrea Doria Tivoli sez. Pallavolo, dopo la sconfitta in finale play-off nella stagione 2010/2011 del campionato di serie D, viene ripescata dalla Fipav per disputare, la sua prima volta nella storia, al massimo campionato regionale: la Serie C.

Nella stagione 2013/2014 presenta una formazione maschile che disputa il campionato regionale di serie C, e la Prima Squadra femminile che affronta il campionato regionale di serie D.

Nella stagione 2014/2015 rinuncia al titolo sportivo maschile, mentre la Prima Squadra femminile, per effetto di una retrocessione sofferta nella stagione precedente, disputa il campionato provinciale di Prima Divisione Femminile, vincendo il campionato tornando immediatamente in Serie D.

Dopo due stagioni disputate egregiamente in Serie D, nell'estate del 2017 l'Andrea Doria acquista il titolo per partecipare al Campionato di Serie C femminile, per la stagione 2017/2018. Nella stagione 2017/2018 vince il Campionato di Serie C femminile, acquisendo il titolo della Serie B2 Femminile.

C'è una squadra di Rugby fondata nel 2003 militante nel campionato regionale di serie C2.

  • Tivoli Rugby

Pallanuoto

Asd Swimming club Tivoli[41]

Scuola di Gladiatura[42]

Impianti sportivi

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Annotazioni
  1. ^ Si ricordano le seguenti chiese non più esistenti:
    • Chiesa del Gesù (consacrata nel 1587 e semidistrutta nel bombardamento del 26 maggio 1944. Gli avanzi superstiti, che forse potevano consentire la ricostruzione dell'edificio e in particolare della facciata, furono poi demoliti negli anni '50);
    • Chiesa di San Filippo Neri in via della Missione angolo via del Collegio (sistemata nel 1620 nella forma che ebbe fino al 1944, quando fu anch'essa rasa al suolo dal bombardamento);
    • Chiesa della Madonna della Febbre (ne rimangono gli avanzi in via dell'Acquaregna);
    • Chiesa del Salvatore in Via del Governo;
    • Chiesa di Santa Maria a Carciano (al Romitello, demolita dopo i danni non irreparabili riportati nel bombardamento):
    • Chiesa di Santa Cecilia vergine e martire in via San Valerio;
    • Chiesa di Santa Maria della Porta, poi di Santa Lucia (distrutta dalla piena dell'Aniene nel 1826);
    • Chiesa di Santa Maria del Ponte o di San Rocco, dal ponte sull'Aniene detto appunto di S. Rocco. Sorgeva nell'area dell'ex Hotel Sirene e fu demolita nel 1836. La confraternita che la officiava si trasferì nel 1844 nella chiesa di S. Andrea, dove tuttora ha sede;
    • Chiesa di San Valerio nell'odierna piazza Rivarola (demolita nel 1777 per allargare la via Valeria);
    • Chiesa di San Martino presso il ponte omonimo;
    • Chiesa di San Benedetto Abate in piazza dell'Olmo (dovrebbero appartenerle i due affreschi dei secoli XIII e XIV ora all'ingresso di un palazzo in piazza Tani);
    • Chiesa di San Pantaleone in Postera;
    • Chiesa di Santa Maria in Monte Arsiccio;
    • Chiesa di San Leonardo (presso l'attuale ospedale di San Giovanni);
    • Chiesa di Santa Croce nella piazza omonima (crollata nel 1843; nel 1856 il titolo parrocchiale passò alla chiesa di S. Maria Maggiore o S. Francesco);
    • Chiesa collegiata di San Paolo (fu demolita nel 1647 per la costruzione del Seminario);
    • Chiesa di San Nicola in Selci (ne rimane il campanile del sec. XII);
    • Chiesa di Santa Caterina al Riserraglio (ne resta il campanile, detto appunto Torre di S. Caterina, del sec. XII);
    • Chiesa del Salvatore (1123 - visibili avanzi del portico in via del Governo);
    • Chiesa di San Saba all'arco del Macello (1138 - è superstite il protiro d'ingresso in via del Colle);
    • Chiesa di Sant'Agnese (Via di Sant'Agnese).
  2. ^ Ecco un esempio di poesia in dialetto tiburtino: DIALÉTTU NÓSTRU di Gian Franco D'Andrea Non conoscémo ppiù lu dialéttu, e non ze séndu ‘n gìru li sfunnúni, quìlli bélli descúrzi d'arempéttu, pe' lli vìculi che stànnu deggiúni. Ci dìciu tùtti che la léngua bbòna, è quélla nazzionàle, l'itagghiànu, quésta de andò si nnàtu è ppiù ccafòna, che tte fa èsse bbifúrcu foretànu. Lo mègghio se lo pérdu de secùru, li ggiùvini non zànnu l'arecàcci, biúnzu, crìnu e màncu mottadúru. Sendéte a mme pigghiémo a reparlàcci, ‘n' mézzu a le stràdi e nnòne múru múru, senza dialéttu sémo ppiù pporàcci.
Fonti
  1. ^ Sindaco | Comune di Tivoli, su comune.tivoli.rm.it. URL consultato il 7 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
  2. ^ tiburtino, su treccani.it.it. URL consultato l'8 settembre 2017.
  3. ^ tivolése, su treccani.it.it. URL consultato l'8 settembre 2017.
  4. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  5. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  6. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  7. ^ Piano territoriale paesaggistico regionale - tavola 25 (PDF), su Regione Lazio. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  8. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 16.5.
  9. ^ a b c Strabone, Geografia, V, 3,11.
  10. ^ SvetonioAugustus, 72.
  11. ^ Lazio Itinerari ebraici. I luoghi, la storia, l'arte, Editore Marsilio, 1997, ISBN 88-317-6795-X.
  12. ^ Filippo Alessandro Sebastiani, Viaggio a Tivoli antichissima città latino-sabina fatto nel 1825 (PDF), Fuligno, 1828, p. 108. URL consultato il 28 luglio 2015.
  13. ^ L'obiettivo non venne raggiunto perché le macerie che interrompevano la via Tiburtina Valeria furono sgombrate in poche ore, tanto che pochi giorni dopo per la città transitò la divisione corazzata Goering. Oltre a provocare numerosi morti, i bombardamenti, soprattutto quello del 26 maggio 1944, distrussero vari edifici stravolgendo l'assetto urbanistico cittadino: ove sorgevano abitazioni e palazzi dinanzi all'allora via Garibaldi, nel secondo dopoguerra venne aperta l'odierna centralissima piazza Garibaldi e al posto dei fabbricati distrutti vennero realizzate le attuali fontane.
  14. ^ La città fino a detti anni nelle elezioni parlamentari, regionali e provinciali - a differenza di quanto invece spesso accadeva nelle consultazioni comunali - diede sempre la maggioranza relativa al Partito Comunista tant'è che la Democrazia Cristiana divenne primo partito solo alle elezioni politiche nel 1987 superando di appena un punto percentuale un PCI allora in forte e continuo declino. A tal proposito basti pensare che nella famosa sfida Togliatti-De Gasperi del 1948 la città premiò il primo (44,83% contro il 35,80%) in clamorosa controtendenza rispetto ai risultati nazionali (48% per la DC e 31% per i social-comunisti) e ai risultati della vicina Roma (51,14% DC e 27,29% FDP). Si veda in proposito, in generale, la voce Elezioni politiche in Italia del 1948.
  15. ^ Sergio Calore, una morte da Romanzo Criminale | Giornalettismo
  16. ^ Agostino Calosi | Archivio Guerra Politica Archiviato il 18 aprile 2015 in Internet Archive.
  17. ^ Omicidio Calore/7 - La storia di Costruiamo l'azione/1 « FascinAzione
  18. ^ Città d’Arte e Centri Storici, su Ministero del turismo, 4 luglio 2021. URL consultato il 29 settembre 2023.
    «Rientrano nella denominazioni di Città d’Arte o Centri Storici, dunque, i Comuni caratterizzati dalla presenza di almeno un Sito Unesco, (…)»
  19. ^ a b Cfr. Andrea Ilardi, Articolo, in QuotidianPost.it, 19 dicembre 2018. URL consultato il 15 novembre 2021.
  20. ^ a b Comune di Tivoli – (RM), su Araldicacivica. URL consultato il 25 settembre 2024.
  21. ^ Tivoli, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 21 maggio 2024.
  22. ^ Lo stemma di Tivoli, su tibursuperbum.it. URL consultato il 21 maggio 2024.
  23. ^ Franco Sciarretta, Viaggio a Tivoli, Tivoli, 2001, p. 201, SBN IT\ICCU\RML\0115033.
  24. ^ Descrizione, su comune.tivoli.rm.it.
  25. ^ Il Mausoleo dei Plauzi sorge accanto allo storico Ponte Lucano, entrambi di epoca romana. Dal 2004 il mausoleo è circondato da un muro di cemento che fu costruito - si disse - al fine di salvaguardarlo dalle periodiche piene dell'Aniene. Il risultato è stato peggio che nullo. Per lo stato di degrado a cui il monumento è ridotto dal 2004 si veda l'inchiesta di Sergio Rizzo, Il mausoleo dei Plautii è una discarica a cielo aperto, in Corriere della Sera del 22 febbraio 2015.
  26. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, 31.6
  27. ^ Guglielmo Matthiae, Pittura romana del Medioevo, II. Secoli XI-XIV, 2ª ed. aggiornata da Francesco Gandolfo, Roma 1988, p. 181 e fig. 171.
  28. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  29. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  30. ^ Le manifestazioni ricorrenti | Comune di Tivoli, su www.comune.tivoli.rm.it. URL consultato il 29 settembre 2023.
  31. ^ Tivoli - Storia del Carnevale Tiburtino, su www.tibursuperbum.it. URL consultato il 29 settembre 2023.
  32. ^ Festa della Beata Vergine di Quintiliolo, su www.parchilazio.it. URL consultato il 29 settembre 2023.
  33. ^ In questo documento (PDF) condiviso dall'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura nel Lazio (ARSIAL) si nota a p.13 nella mappa come i vigneti si sviluppino principalmente sulle rive del fiume Aniene. Tutto il documento, comunque, parla del pizzutello a Tivoli.
  34. ^ Si vedano, per alcuni esempi, le immagini storiche di Tivoli su Commons.
  35. ^ Il percorso della Strada statale 5 Via Tiburtina Valeria attraversa ancor oggi il centro urbano di borgate intensivamente popolate, come Tivoli Terme e il conglomerato Villa Adriana-Paterno-Villanova (che appartiene al comune di Guidonia-Montecelio), mescolando traffico locale, traffico commerciale e traffico pesante con risultati di costante congestione.
  36. ^ Le terme Acque Albule, privatizzate e rinnovate dopo gli anni novanta, sono da molti anni luogo di cura per patologie, soprattutto respiratorie, per le quali il trattamento con le acque e le inalazioni di vapore sulfureo possono essere un aiuto nella cura. Le grosse piscine delle terme sono altamente frequentate l'estate dai numerosi bagnanti che le considerano una valida alternativa alle spiagge marine. È presente una grande struttura alberghiera all'interno delle mura termali.
  37. ^ Villa Adriana costituisce di fatto un unico agglomerato urbano con l'altra frazione tiburtina di Paterno da cui è separata dalla via consolare Tiburtina; le due borgate costituiscono ormai un unico tessuto urbano con Villanova, popolosa frazione del comune di Guidonia Montecelio. A Villa Adriana opera da numerosi decenni un importante e ampio stabilimento industriale di lavorazione della gomma già di proprietà della Pirelli, e ora recante il marchio Trelleborg, che fu, insieme alle cartiere della bassa valle dell'Aniene, il punto di coagulo della residenzialità locale. Oggi rimane attiva una sola industria cartaria, ma nella pianura si sono sviluppate manifatture di prodotti per l'edilizia e centri commerciali.
  38. ^ travertino-romano/cave-del-barco-travertino-romano-di-tivoli, su poggibros.it. URL consultato il 2 novembre 2024.
  39. ^ a b c La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)
  40. ^ ASD Andrea Doria Tivoli
  41. ^ La pallanuoto Under 14 di Tivoli vince il campionato regionale Lazio, su confinelive.it.
  42. ^ Scuola di Gladiatura, su tripadvisor.it.

Voci correlate

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