Ahmad Reza Khan Barelvi
Ahmad Reza Khan Barelvi (Urdu احمد رضا خان بریلوی; Bareilly, 14 giugno 1856[1] – 28 ottobre 1921) è stato un religioso e mistico indiano di etnia pashtun, sunnita di scuola giuridica hanafita.
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/15/DargahAlahazrat.jpg/220px-DargahAlahazrat.jpg)
Aḥmad Reżā Khān Barelvī (Hindi अहमद रज़ा खान), noto come Aʿlā Hażrat (in persiano أعلى حضرت), fu un Sufi conosciuto per la sua rigida propensione a dichiarare il Takfir (dichiarazione di kufr) e per le sue convinzioni estremistiche. Fu fondatore e guida (Imām) del movimento Barelawī (o Barelvi).[2]
Gioventù
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Muḥalla Jasūlī, una delle aree metropolitane di Bareilly (in persiano بَرَيلي), nello Stato indiano dell'Uttar Pradesh,[3] era figlio di Naqī ʿAlī Khān, mentre suo nonno era Reżā ʿAlī Khān e il bisnonno Shāh Kāẓim ʿAlī Khān.[4] Era di famiglia Pashtun, originaria di Kandahar.[5]
Il nome Aḥmad era in realtà alla nascita Muḥammad, ma suo nonno lo chiamò Aḥmad Reżā[6] e sua madre lo volle chiamare Amman Miyān. Divenne famoso col soprannome con cui era chiamato suo nonno.[7]
Punti di fede
[modifica | modifica wikitesto]I punti di fede di Aḥmad Reżā Khān relativi a Maometto includevano:
- Che Maometto, sebbene umano, possedeva una "Luce" (Nūr) che gli era stata accordata da Allah prima della sua creazione.[8] Questo costituiva un punto di forte contrasto con i Deobandi, secondo cui Maometto era al-Insān al-kāmil (in Farsi Insan-e kamil), ossia "Uomo Perfetto", ma fisicamente del tutto umano.[9][10]
- Maometto era, a suo dire, ḥāḍir naẓīr (che poteva essere presente in vari posti allo stesso tempo.[11])
«Noi non riteniamo che chiunque possa eguagliare la conoscenza di Allah l'Altissimo, o che la si possa possedere indipendentemente, né affermiamo che dono della conoscenza fatto da Allah al Profeta (Dio lo benedica e lo salvi) sia qualcosa di diverso da una sua porzione. Ma che ciò che è palese e che fa una tremenda differenza tra una parte [il Profeta] e un'altra [di chiunque altro] è come la differenza tra il Cielo e la Terra, o anche più grande e più immensa.»
- "Chi mette in dubbio l'incredulità dei Deobandi è anch'egli un non credente."
(Ahmad Reza Khan nelle sue Fatāwā Ridwiyya, 6, 82)
- "Se qualcuno ha la stessa fede che hanno i Deobandi, è anch'egli un non credente".
(Ahmad Reza Khan nelle sue Fatāwā Ridwiyya, 6, 43)
- "Se qualcuno prega dietro[12] qualcuno dei Deobandi, anch'egli non è musulmano".
(Ahmad Reza Khan nelle sue Fatāwā Ridwiyya, 6, 77)
- "Ogni persona che dubita dell'infedeltà (kufr) di questa gente (i Deobandi) diventerà infedele (kāfir) egli stesso!"
(Prefazione al Tamhīd-e Iman di Ahmad Reza Khan, p. v, del Barelvi sudafricano che chiamò se stesso "Il servo di Reza" (Khādim-e Raża), Mohammed Bana, datata 19 ottobre 1987)
- "Ogni persona che non intenda chiamarli (i Deobandi) infedeli o che manterrà rapporti amichevoli con loro, o che prenderà in considerazione le loro posizioni dottrinarie o che sarà loro parente o amico, diventerà definitivamente uno di loro. Egli è [in tal caso] infedeli al pari di loro. Il Giorno del Giudizio sarà legato a loro con la stessa corda. Qualunque scusa e argomento fraudolento essi diano qui saranno ritenuti non validi e falsi".
(Ahmad Reza Khan nel suo Tamhīd-e Īmān)
- "Se qualcuno ammira la Darul Ulum dei Deobandi, o non creda alla corruzione [dello spirito] dei Deobandi e non li disprezzerà, ciò sarà sufficiente al giudizio ai suoi danni di non islamicità!"
(Ahmad Reza Khan nelle sue Fatāwā Ridwiyya, 6, 43)
- "Se ci sarà una congrega di hindu, cristiani, qadiyani e deobandi, solo i Deobandi saranno respinti, perché essi sono usciti dall'ovile dell'Islam e l'hanno abbandonato. Un accordo con gli infedeli è di gran lunga meglio di un accordo con gli apostati!!"
(Ahmad Reza Khan nelle sue Malfuzāt, pp. 325–6)
Opposizione ad altri movimenti islamici
[modifica | modifica wikitesto]Ahmad Reza Khan stesso redasse puntigliose refutazioni della Ahmadiyya, del pensiero dei Deobandi, dell'Ahl al-Hadith a del Wahhabismo.[13]
Ahmadiyya
[modifica | modifica wikitesto]Mirza Ghulam Ahmad di Qadian pretendeva di essere il Mahdi atteso dai musulmani e che con lui si era riaperto il ciclo profetico nell'Islam, pur in posizione subordinata rispetto a Maometto, e apportatore di una nuova Shari'a che avrebbe ricondotto l'Islam alla sua pura forma originaria.[14] Ahmad Reza Khan Barelvi bollò di eresia e di apostasia Mirza Ghulam Ahmad, definendo kuffār i suoi seguaci.[15]
Deobandi
[modifica | modifica wikitesto]Quando Ahmad Reza Khan Barelvi visitò La Mecca e Medina per il pellegrinaggio del 1905, preparò una bozza di documento dal titolo al-Muʿtamad al-mustanad, Le prove affidabili", per una presentazione ai suoi seguaci delle due città. Ahmad Reza Khan radunò le opinioni degli ʿulamāʾ del Hijaz e le riunì in un compendio dal titolo "La spada dei Due Santuari" (Urdu حسام الحرمین, Ḥusām al-Ḥaramayn), un'opera di 34 deliberazioni rilasciate da 33 ʿulamāʾ, 20 meccani e 13 medinesi. In quel lavoro, una serie di contrapposte fatwa tra i Barelvi e i Deobandi, continuò a essere emessa fino ad oggi. In esse Ahmad Reza Khan denunciava come kuffār i capi Deobandi Ashraf Ali Thanwi, Rashid Ahmad Gangohi e Muhammad Qasim Nanotvi.[16]
Quietismo politico
[modifica | modifica wikitesto]Come molti altri leader musulmani indiani dell'epoca, Ahmad Reza Khan Barelvi e il suo movimento si opposero al Movimento d'indipendenza indiano a causa della guida del Mahatma Gandhi, che non era musulmano ma induista.[17]
Risposte deobandi ad Ahmad Reza Khan Barelvi e al suo movimento
[modifica | modifica wikitesto]Allama Ehsan Elahi Zahir ha scritto un'opera sui Barelawī, in cui sottolinea:
- • L'influenza dello sciismo sul fondatore della scuola di pensiero Barelawī.
- • La facilità con cui i Barelvi dichiarano kuffār i loro oppositori.
- • La propensione alla superstizione, alle chiacchiere senza senso, a storie e favole senza fondamento, all'esteriorità della religione.
- • La loro distorsione (Tahrīf) e la loro cattiva interpretazione del Corano e della Sunna per sostenere le loro convinzioni.
Un'altra opera utile a conoscere la risposta deobandi ai Barelawī è The Book of Unity or Oneness of Allah, di by Muhammad Iqbāl Kaylani.[18] In esso si sostiene che il movimento barelvi è un movimento radicale che non accetta le opinioni degli ʿulamāʾ Deobandi, dell'Ahl al-Hadith e di altre linee di pensiero.[19]
Si sostiene anche che Ahmad Reza Khan Barelvi è stato il fondatore della setta dei Barelawī, che non fa parte dell'Ahl al-Sunna wa l-Jamāʿa (la definizione ufficiale del sunnismo), motivo per il quale ci si può astenere dal leggere i suoi lavori.[1]
Si afferma infine che Ahmad Reza Khan Barelvi si oppose ad etichettare l'India britannica come Dār al-ḥarb ("terra di guerra"), in contrasto quindi con l'orientamento Deobandi che interpretava come doverosa per gli indiani un'azione di jihād o di hijra (migrazione o fuga nell'impossibilità di vittoria).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ḥayāt-e Aʿlā Ḥażrat, vol. 1 p. 1
- ^ The Jamaat Tableegh and the Deobandis: A Critical Analysis of their Beliefs, Books and Dawah, di Sajid Abdul-Kayum, su ahya.org. URL consultato il 3 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ http://www.raza.org.za/the_mujaddid_imam_ahmed_raza_childhood.html
- ^ Usha Sanyal, Devotional Islam and politics in British India: Ahmad Riza Khan Barelwi and his movement, 1870–1920, Oxford University Press, 1996, p. 51, ISBN 978-0-19-563699-4.
- ^ Usha Sanyal, Ahmad Riza Khan Barelwi: In the Path of the Prophet, Oneworld Publications, 2012, p. 52
- ^ Reżā (in arabo riḍā) vuol dire "Di cui Allah è soddisfatto".
- ^ Bastawi, ʿAlā Ḥażrat, p. 25.
- ^ Islamic Beliefs, Practices, and Cultures, Marshall Cavendish, 1º settembre 2010, pp. 145–, ISBN 978-0-7614-7926-0. URL consultato il 4 maggio 2011.
- ^ Pakistan perspectives, Vol. 7, Pakistan Study Centre, University of Karachi, 2002
- ^ Akbar S. Ahmed, Islam today: a short introduction to the Muslim world, Londra, I.B. Tauris Publishers, 1999, ISBN 978-1-86064-257-9
- ^ N. C. Asthana & A. Nirmal (2009) Urban Terrorism: Myths And Realities Publisher Pointer Publishers, ISBN 978-81-7132-598-6, p. 67
- ^ L'espressione si giustifica alla luce dell'ordinamento in file e ranghi dei musulmani in preghiera collettiva nelle moschee.
- ^ The Assertion of Barelvi Extremism - by Ismail Khan
- ^ My Claim to Promised Messiahship - The Review of Religions
- ^ Zahid Aziz, Ahmadiyya Anjuman Ishaat Islam, 2008, A survey of the Lahore Ahmadiyya movement: history, beliefs, aims and work. A.a.i.i.l. (u.k.), ISBN 978-1-906109-03-5. p. 43
- ^ http://books.google.com/books?id=6w7JVOlDIokC&pg=PA282&dq=Khan++deobandi+husam&hl=en&sa=X&ei=h3LgUb-DDaj84AOOq4G4Ag&ved=0CDQQ6AEwAQ#v=onepage&q=Khan%20%20deobandi%20husam&f=false
- ^ R. Upadhyay, Barelvis and Deobandhis: "Birds of the Same Feather". Eurasia Review, courtesy of the South Asia Analysis Group. 28 January 2011.
- ^ The Jamaat Tableegh and the Deobandis: A Critical Analysis of their Beliefs, Books and Dawah by Sajid Abdul-Kayum, su ahya.org. URL consultato il 3 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Islam in Britain: Past, Present and the Future by Mohammad Shahid Raza
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Baraka, A., "A Saviour in a Dark World", su: The Islamic Times, March 2003 Stockport, UK
- Haroon, M., The World of Ahmed Raza Kazi, Lahore, Publications, 1974
- Sanyal, Usha, Ahmed Riza Khan Barelwi: In the Path of the Prophet (Makers of the Muslim World), Oneworld, 2005.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Jamiatur Raza
- Barelvi
- Fazle Haq Khairabadi
- Dawat-e Islami
- Muhammad Ilyas Qadri
- Mohammad Abdul Ghafur Hazarvi
- Qamaruzzaman Azmi
- Syed Wahid Ashraf
- Shah Waliullah
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ahmad Reza Khan Barelvi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Biografia completa di ʿAlāʾ Hażrat, su archive.org.
- Who was Ahmad Raza Khan Barelwi? sunniforum.com
Controllo di autorità | VIAF (EN) 72204981 · ISNI (EN) 0000 0000 8152 7496 · LCCN (EN) n79115485 · GND (DE) 119480301 · BNF (FR) cb15721202z (data) · J9U (EN, HE) 987007301764605171 |
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