49 Ceti
49 Ceti | |
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Classificazione | bianca nella sequenza principale |
Classe spettrale | A1V |
Distanza dal Sole | 194 anni luce |
Costellazione | Balena |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 01h 34m 37,7788s |
Declinazione | -15° 40′ 34,893″ |
Lat. galattica | -74,7789° |
Long. galattica | 166,3277° |
Dati fisici | |
Raggio medio | 1,66 R⊙ |
Massa | 2,02 M⊙
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Acceleraz. di gravità in superficie | 4,29 logg |
Temperatura superficiale | |
Luminosità | |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 5,62 |
Magnitudine ass. | 1,75[2] |
Parallasse | 16,32 ± 0,75 mas |
Moto proprio | AR: 94,70 ± 0,71 mas/anno Dec: -2,67 ± 0,44 mas/anno |
Nomenclature alternative | |
49 Ceti è una stella bianca nella sequenza principale di magnitudine 5,62 situata nella costellazione della Balena. Dista 194 anni luce dal sistema solare[2].
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe; grazie alla sua posizione non fortemente australe, può essere osservata dalla gran parte delle regioni della Terra, sebbene gli osservatori dell'emisfero sud siano più avvantaggiati. Nei pressi dell'Antartide appare circumpolare, mentre resta sempre invisibile solo in prossimità del circolo polare artico. La sua magnitudine pari a 5,6 la pone al limite della visibilità ad occhio nudo, pertanto per essere osservata senza l'ausilio di strumenti occorre un cielo limpido e possibilmente senza Luna.
Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra settembre e febbraio; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]49 Ceti è una stella bianca di sequenza principale di tipo spettrale A1V, avente una massa doppia rispetto a quella del Sole[1]. Si tratta di una stella piuttosto giovane, avente un'età di circa 40 milioni di anni. La sua peculiarità è di essere circondata da una spessa nube di gas, ricca, in particolar modo, di monossido di carbonio. In uno studio del 2012 di Zuckerman e colleghi viene spiegato che la presenza della nube in una stella che dovrebbe aver già dissipato il gas circostante dopo la sua formazione, è dovuto alla presenza di uno spesso disco circumstellare formato prevalentemente da comete e oggetti ghiacciati, come la fascia di Kuiper del sistema solare. La differenza è, per gli stessi astronomi, che la massa della nube è molto maggiore di quella della fascia di Kuiper 4000 volte in più, ed equivale a 400 volte la massa terrestre; la densità delle comete sarebbe tale da generare uno scontro tra comete ogni 6 secondi[3][4].
Uno studio in onde millimetriche effettuato nel 2019 con il radiotelescopio ASTE ha osservato che la quantità di carbonio nella nube è 10 volte maggiore delle precedenti stime, rilevandone la distribuzione nel disco di detriti e con quantità di carbonio-13, elemento mai rilevato sino ad allora in un oggetto astronomico.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c J. Zorec, F. Royer, Rotational velocities of A-type stars. IV. Evolution of rotational velocities, in Astronomy and Astrophysics, vol. 537, A120, gennaio 2012), p. 22, DOI:10.1051/0004-6361/201117691.
- ^ a b Extended Hipparcos Compilation (XHIP) (Anderson+, 2012)
- ^ B. Zuckerman, Inseok Song, A 40 Myr Old Gaseous Circumstellar Disk at 49 Ceti: Massive CO-Rich Comet Clouds at Young A-Type Stars, in The Astrophysical Journal, 7 luglio 2012.ar
Χ iv:1207.1747 - ^ Mario Di Martino, Ingorgo di comete attorno a una stella, su blog.focus.it, Focus, 11 novembre 2012. URL consultato l'11 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2012).
- ^ NAOJ (a cura di), Massive Gas Disk Raises Questions about Planet Formation Theory, su nao.ac.jp, 23 dicembre 2019.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 49 Ceti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Dati della stella dall'archivio Simbad, su simbad.u-strasbg.fr.