Al Cappello Rosso

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Al Cappello Rosso è il più antico luogo di accoglienza a Bologna. Sito in Via de Fusari 9, a pochi metri da Piazza Maggiore, svolge ancora oggi la funzione di albergo e di osteria (nota quest'ultima come Osteria del Cappello).

Numerose leggende sono sorte circa l'origine della locanda del Cappello.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esempio di galero cardinalizio in araldica

La prima attestazione risale al 1379, in un breve passaggio di un libro[1] redatto dall'Ufficio delle Bollette in cui compare il nome del proprietario e del suo garante economico.

Nel Medioevo, il "Cappello" era un nome abbastanza diffuso tra le osterie europee essendo uno dei segni distintivi dei pellegrini e dei mercanti, così come la croce, la bilancia e il carro, etc.

L'insegna di questa locanda è tuttavia di chiara matrice ecclesiastica: i fiocchi che caratterizzano il cappello sono riconducibili al galero di un priore o di un vescovo, mentre il colore rosso ricordava ai ministri della fede che per la chiesa dovevano essere disposti a versare il proprio sangue.

Dal 1682, per oltre un secolo, Al Cappello Rosso viene indicato dai numerosi bandi[2] cittadini come l'unico luogo in cui potessero soggiornare gli ebrei in transito in città, rappresentando un ruolo decisivo nel dialogo tra le due religioni nello Stato Pontificio.

Nel 1712 l'incisore Giuseppe Maria Mitelli inserì l'osteria nel Giuoco nuovo di tutte le osterie che sono in Bologna.[3][4][5] In questo gioco la locanda è raffigurata nella casella 41 da quel caratteristico cappello rosso fioccato che, ancora oggi, ne rappresenta l'insegna, indicato come il luogo in cui si mangiano le migliori pernici. Insieme all'Osteria del Sole è l'unica presente nel gioco ad essere ancora attiva a Bologna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ufficio delle Bollette, Libro degli introiti e delle spese, Archivio di Stato Bologna, 1379.
  2. ^ Bandi Merlani, Archivio di Stato di Bologna, dal 1682.
  3. ^ Il gioco nuovo di tutte le osterie, su LombardiaBeniCulturali, Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali (SIRBeC), Regione Lombardia. URL consultato l'8 settembre 2023.
  4. ^ Giuseppe Maria Mitelli, Gioco nuovo di tutte l'osterie (1712), su Cultura Bologna, 16 giugno 2023. URL consultato l'8 settembre 2023. (immagine a maggiore risoluzione su Imago, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio)
  5. ^ (EN) Gioco nuovo di tutte l'osterie che sono in Bologna con le sue insegne e sue strade, su British Museum. URL consultato l'8 settembre 2023. (in alta risoluzione)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Maria Mitelli, Giuoco nuovo di tutte le osterie che sono in Bologna, Bologna, Tamari, 1973, SBN IT\ICCU\MOD\0204158.
  • Rezio Buscaroli, Agostino e Giuseppe Maria Mitelli, catalogo delle loro stampe nella Raccolta Gozzadini nella Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio in Bologna, Zanichelli, Bologna 1931.
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia, Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, Forni, Sala Bolognese, 1980
  • Giancarlo Roversi (a cura di), Bologna Ospitale. storia e storie degli alberghi della città dal Medioevo al Novecento, Costa, Bologna 2004.

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