Alberto Beneduce (criminale)
Alberto Beneduce (Sant'Anastasia, 24 aprile 1950 – Sessa Aurunca, 1º agosto 1990) è stato un mafioso italiano, membro della Camorra.
Boss del clan dei Casalesi, narcotrafficante internazionale, era soprannominato "’a cocaina"[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]L'affiliazione ai casalesi
[modifica | modifica wikitesto]Fu tra i primi associati al clan di Antonio Bardellino, affiliato con il rito del giuramento direttamente dal vecchio boss del quale è stato uno dei più stretti e fidati collaboratori[2]. La sua carriera criminale va di pari passo con quella imprenditoriale, che sviluppa in particolare nel settore edilizio e in quello turistico-alberghiero. Assieme al fratello Benito, ritenuto la mente economica del gruppo, apre e gestisce numerose aziende in società con Ernesto Bardellino, fratello del capoclan, con le quali i Beneduce cementificano le aree urbane di Formia e Gaeta[3].
Il traffico di droga
[modifica | modifica wikitesto]Nella seconda metà degli anni '70, durante un periodo di detenzione nel carcere di Rebibbia, conosce alcuni referenti del cartello di Medellín, che gli assicurano la fornitura diretta di cocaina da distribuire in Italia e all'estero. Grazie a questo canale privilegiato, Beneduce diviene l'unico referente dei Casalesi per lo spaccio di cocaina[4]. La possibilità di gestire in regime di monopolio enormi quantitativi di denaro e di droga gli consente di diventare, in breve tempo, uno dei protagonisti nel panorama mondiale del traffico internazionale di cocaina e di trattare personalmente con Pablo Escobar per l'importazione di stupefacenti in Europa[5].
Nel corso degli anni '80, accumula un immenso patrimonio e accresce il proprio prestigio criminale, al punto da ricevere la formale nomina di capozona di Baia Domizia e Basso Lazio per conto dei Casalesi[6]. In tal modo, le sue competenze vengono estese anche ai settori delle estorsioni e dell'infiltrazione negli appalti pubblici. Beneduce ormai dispone di un proprio clan autonomo ed opera a stretto contatto con Francesco Schiavone "Sandokan" e, soprattutto, con Michele Zagaria, suo fraterno amico, nonché socio della "Zaga.Ben. Costruzioni s.r.l."[7].
Nei periodi di detenzione, instaura solidi legami con la criminalità calabrese, in particolare con la 'ndrina dei Morabito di Africo e introduce i giovani Leo e Rocco Morabito nei rapporti con i narcos colombiani, permettendo alla 'ndrangheta di estendere il proprio business dal settore dell'eroina a quello della cocaina[8].
In seguito alla scomparsa di Antonio Bardellino e alla conquista della supremazia da parte del gruppo Iovine-Schiavone-Bidognetti-De Falco, Beneduce conserva il suo ruolo verticistico all'interno del clan, grazie ai rapporti ormai consolidati con i fornitori di droga sudamericani[9].
L'agguato e la morte
[modifica | modifica wikitesto]L'omicidio avviene per mano dei gruppi La Torre di Mondragone ed Esposito di Sessa Aurunca che, istigati dal casalese Vincenzo De Falco, mirano ad acquisire il ruolo di Beneduce. Viene ammazzato in un falso appuntamento, nel quale avrebbe dovuto morire anche Zagaria, che però manca l'incontro e che, nei mesi successivi, mette in atto una feroce strategia di vendetta sotto la quale cadranno prima un esponente dei La Torre e poi lo stesso De Falco, interrompendone le mire espansionistiche.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L’Unità 4 maggio 1990 - https://archivio.unita.news/assets/main/1990/05/04/page_009.pdf
- ^ Sentenza Olimpia - Copia archiviata (PDF), su stopndrangheta.it. URL consultato il 22 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
- ^ Formia - Scontro tra Michele Forte e Carmine Schiavone, un rinvio a giudizio, su Temporeale Quotidiano, 20 settembre 2019. URL consultato il 7 aprile 2024.
- ^ CARMINE SCHIAVONE PARLA DEL SUD PONTINO E DI FORMIA.. URL consultato il 4 marzo 2022.
- ^ “Formia ed Ernesto Bardellino”: l’articolo che anticipa il nuovo libro di Salvatore Minieri su “Informare” | caleno24ore, su caleno24ore.it. URL consultato il 21 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2015).
- ^ Copia archiviata (PDF), su liberainformazione.org. URL consultato il 26 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2013).
- ^ Nella reggia di «O pazzo» Marmi, trono, solarium e spranghe per gli affari - Gazzetta di Modena, su Archivio - Gazzetta di Modena. URL consultato il 4 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2022).
- ^ Rocco Morabito, 'U Tamunga'. Ecco chi è il re della cocaina, su web.archive.org, 11 ottobre 2017. URL consultato il 7 luglio 2024 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2017).
- ^ Il fatto quotidiano 19 novembre 2010 - http://it.scribd.com/doc/43312413/ILFT20101119#scribd
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gigi Di Fiore, L'impero, traffici, storie e segreti dell'occulta e potente mafia dei Casalesi, Milano, Rizzoli, 2008.
- Marcello Anselmo e Maurizio Braucci, Questa corte condanna. Spartacus, il processo al clan dei casalesi, L'ancora del mediterraneo, 2008.
- Raffaele Cantone, Solo per giustizia, Milano, Mondadori, 2010.
- Raffaele Cantone, Operazione Penelope, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2012.
- Catello Maresca e Francesco Neri, L'ultimo bunker. La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e più feroce boss dei Casalesi, Milano, Garzanti, 2012, ISBN 978-88-11-68690-3, EAN 9788811686903.
- Rosaria Capacchione, L'oro della camorra, BUR, 2008.
- Francesco Barbagallo, Il potere della camorra, Torino, Einaudi, 2002.
- Francesco Barbagallo, Camorra e criminalità organizzata in Campania, Napoli, Liguori editore, 1995.
- Giuseppe Messina, Nel secolo fedele, Cassino, Mondostudio Edizioni, 2012.
- Roberto Saviano, Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2006.