Antico Palazzo d'Estate
L'Antico Palazzo d'Estate (
Storia[modifica | modifica wikitesto]
I primi lavori iniziarono nel 1707, durante il regno di Kangxi. Nel 1725, sotto Yongzheng, i giardini imperiali furono notevolmente ampliati, con l'introduzione di un acquedotto per creare laghi e ruscelli. Durante il regno di Qianlong continua l'espansione del giardino.
Inizialmente chiamato "Giardini Imperiali" (cinese tradizionale:
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
I giardini imperiali erano costituiti da:
- il giardino della perfetta luminosità
- il giardino di eterna primavera (cinese semplificato: 长春园; cinese tradizionale: 长春
園 ; pinyin: Chángchūn Yuan) - l'elegante giardino di primavera (cinese semplificato: 绮春园; cinese tradizionale:
綺 春園 ; pinyin: Qǐchūn Yuán)
In esso vi erano centinaia di strutture come sale, padiglioni, templi, gallerie, giardini, laghi, ecc.
L'antico Palazzo d'Estate è spesso associato ai palazzi costruiti di pietra (contro la tradizione cinese che prediligeva le costruzioni in legno) secondo il gusto del rococò europeo. Tra i progettisti di queste strutture ci sono infatti i gesuiti Giuseppe Castiglione e Michel Benoist, che rispondevano al gusto di Qianlong per gli edifici e gli oggetti stranieri (in particolare dipinti, fontane e orologi). In realtà la superficie in stile europeo è ridotta, rispetto al totale.
Missioni diplomatiche[modifica | modifica wikitesto]
Nell'antico palazzo d'estate fu ricevuta l'ambasciata olandese, guidata da Isaac Titsingh che arrivò a Pechino nel 1794-95 per le celebrazioni del sessantesimo anniversario di regno di Qianlong, insieme alla delegazione americana con Andreas Everardus van Braam Houckgeest ed a quella francese con Chrétien-Louis-Joseph de Guignes. Furono gli ultimi diplomatici europei ad ammirare lo splendore del Palazzo d'Estate prima della sua distruzione; l'incontro con la sfortunata missione diplomatica del britannico George Macartney del settembre 1793 era avvenuto infatti nella residenza estiva di Chengde.
Distruzione[modifica | modifica wikitesto]
Il 18 ottobre 1860, durante la seconda guerra dell'oppio, Lord Elgin, allora Alto Commissario britannico in Cina, in ritorsione per l'uccisione di alcuni europei ed indiani fatti prigionieri, ordinò la distruzione del palazzo, messa in atto da circa 3.500 soldati, che bruciarono e saccheggiarono quasi interamente questa struttura.
Saccheggio[modifica | modifica wikitesto]
Il saccheggio si concentrò sulle opere di porcellana e sulle suppellettili (inclusa una poltrona scambiata per "trono"[1]), mentre fu trascurato il bronzo, ad eccezione della Fontana dello Zodiaco (Haiyantang; cinese:
Dopo la distruzione, la corte imperiale si trasferì nella Città Proibita, dove è rimasta fino al 1924. L'imperatrice vedova Cixi proseguì la costruzione, con enorme dispendio di denaro precedentemente destinato alla costruzione di una moderna flotta militare ad imitazione di quella giapponese, del nuovo Palazzo d'Estate (颐和园, Yíhé Yuán: "Il Giardino dell'Armonia Curata"), mentre l'Antico Palazzo d'Estate non venne restaurato.
Accesso[modifica | modifica wikitesto]
Come per la Città Proibita, il pubblico non era autorizzato ad accedere all'Antico Palazzo d'Estate, che era utilizzato esclusivamente dalla famiglia imperiale.
Oggi questa struttura, molto simile ad un grandissimo parco, è visitabile; all'interno vi sono ampi spazi, i laghi ed i resti delle costruzioni in pietra.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Planimetrie e modelli[modifica | modifica wikitesto]
Dipinti e riproduzioni[modifica | modifica wikitesto]
Foto storiche[modifica | modifica wikitesto]
Yuánmíngyuán al giorno d'oggi[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Anche se il celebre pezzo ora esibito al Victoria & Albert Museum probabilmente fu saccheggiato in una residenza imperiale nella periferia meridionale di Pechino. Cfr.: Craig Clunas, Whose Throne is Anyway? The Qianlong Throne in the T.T. Tsui Gallery, in: Chinese Furniture: Selected articles from "Orientations" 1984-1994, Hong Kong: Orientations, 1996, pag.73 e segg.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su yuanmingyuanpark.com.
- (EN) Yuanmingyuan, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.