Chiesa di San Cannato
Chiesa di San Cannato | |
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Stato | Francia |
Regione | Provenza-Alpi-Costa Azzurra |
Località | Marsiglia |
Coordinate | 43°17′53.52″N 5°22′24.6″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Cannato |
Arcidiocesi | Marsiglia |
Stile architettonico | gotico |
La chiesa di San Cannato (in francese église de Saint-Cannat) è una chiesa cinquecentesca di Marsiglia, situata nella place des Prêcheurs, presso la via de la République e vicino al Porto vecchio. Fu fondata dai domenicani e venne dedicata a san Cannato, vescovo di Marsiglia alla fine del V secolo.
La chiesa è stata dichiarata monumento storico nel 1926[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I domenicani erano giunti a Marsiglia nel 1225, installandosi in un primo convento nella periferia della città, presso la via d'Italie (hôpital di Saint-Michel des Ytiers), che doveva essere situato presso l'odierna piazza Jean-Jaurès[2].
Carlo III di Borbone, all'epoca al servizio dell'imperatore Carlo V, in guerra contro il re di Francia Francesco I per il possesso del Ducato di Milano, nel 1524 assediò Marsiglia. In previsione dell'assedio le difese della città furono rafforzate eliminando diverse costruzioni situate all'esterno delle mura, tra le quali era anche il convento domenicano.
Finito l'assedio, i religiosi ricostruirono all'interno delle mura il convento, poi distrutto nel 1891 per l'erezione del Palazzo delle poste, e una chiesa. La prima pietra della chiesa venne posta il 31 dicembre del 1526 da Bernardin de Baux[3], commendatore dell'Ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme e generale delle galere del re Francesco I, che aveva partecipato alla difesa della città[4]. Per la costruzione della chiesa furono fatte offerte anche dalla confraternita dei notai, ma i lavori durarono per molti anni. La chiesa fu consacrata dal vescovo di Fréjus, Barthélémy Camelin, il 18 maggio del 1619.
La facciata venne realizzata nel 1739 in stile barocco dall'architetto Joseph Gérard e dallo scultore Antoine Duparc. Interessata dai lavori di demolizione per l'apertura della nuova via de la République, per risparmiare sui necessari lavori di consolidamento, fu parzialmente demolita nel 1926.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La facciata è articolata da coppie di colonne doriche che inquadrano il portale centrale e due nicchie con statue. Al piano superiore si conservano il finestrone centrale con una balaustra curvilinea, fiancheggiati dalle statue dei due papi domenicani, Pio V e Benedetto XI, scolpite da Antoine Duparc. Nel 1926 fu eliminato il frontone che sormontava la parte centrale della chiesa, con il bassorilievo dell'Annunciazione del Duparc.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]L'interno comprende un'unica navata, in stile gotico tardo, a cinque campate, con profonda abside sul fondo che ospita il coro. Ai lati si aprono su ogni campata delle cappelle laterali.
La chiesa ospita alcune opere classificate come monumento storico francese:
- Altar maggiore con baldacchino, in marmo policromo e in legno, con le parti scolpite in marmo attribuite alla scuola dello scultore Puget[5] (n.1 nella pianta).
- Grande dipinto a olio su tela di Nostra Signora della Pace, alle spalle dell'altar maggiore, opera del 1740 del pittore Pierre Bernard[6] (n.2 nella pianta).
- Pulpito in legno di noce sul lato sinistro della navata, scolpito tra il 1689 e il 1691 dallo scultore Albert Duparc[7], con angioletti che sostengono il leggio[8] (n.22 nella pianta).
- Grande organo della tribuna, sulla controfacciata, sopra la porta, opera del frate domenicano Jean-Esprit Isnard del 1746, con rivestimento in legno scolpito e intagliato datato al 1740-1747[9] (n.26 nella pianta) e parapetto in ferro battuto dorato e dipinto[10] (n.27 nella pianta).
Nella prima cappella a sinistra, che a differenza delle altre ha il fondo absidato, si trova il fonte battesimale in marmo bianco (n.11 sulla pianta) e un dipinto su tela con il Battesimo di Cristo attribuito al pittore Pierre Parrocel[11] (n.13 nella pianta). La cappella è chiusa da una cancellata settecentesca in ferro battuto, probabilmente reimpiegata da una diversa precedente collocazione[12] (n.10 nella pianta).
Nella seconda cappella a sinistra si trova un altare in marmo bianco che ospita una scultura del Cristo giacente (n.14 nella pianta) e di lato il dipinto della Visione di san Benedetto del pittore Jean-Baptiste de Faudran (1611-1669)[13] (n.15 sulla pianta).
Nella terza cappella a sinistra si trasferì dopo la Restaurazione la confraternita dei notai, che in precedenza aveva avuto sede nella chiesa di Notre-Dame-des-Accoules, demolita nel 1794. La "cappella dei notai" conserva i resti del rivestimento in legno intagliato[14] (n.16 nella pianta) e il dipinto a olio su tela della Purificazione della Vergine, opera del pittore Michel Serre[15] (n.17 nella pianta).
La quarta cappella a sinistra ospita un dipinto con la Morte di san Giuseppe (n.18 nella pianta).
A sinistra del coro si trova l'altare di San Cannato (n.21 nella pianta).
La seconda cappella a destra ospita un dipinto della Vergine con il Bambino e san Domenico di Bronzet (n.6 nella pianta)
Nella terza cappella a destra è ospitato il dipinto a olio su tela con il Purgatorio, anch'esso opera del pittore Michel Serre[16] (n.7 nella pianta).
Nella quarta cappella a destra si trova il dipinto con la Visione di san Pio V (n.8 in pianta) e statua di Santa Teresa di Lisieux dello scultore François Carli (n.9 in pianta).
Galleria d'immagini
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Altar maggiore
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Pulpito
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Grande organo della tribuna
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"Cappella dei notai" e dipinto di Michel Serre con Purificazione della Vergine
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Dipinto di Michel Serre con Purgatorio
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Scheda sulla chiesa di San Cannato nella banca dati Mérimée del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sulla storia del convento domenicano di Marsiglia Archiviato il 21 dicembre 2016 in Internet Archive. sul sito della Provincia domenicana di Tolosa.
- ^ Augustin Fabre, Notice historique sur les anciennes rues de Marseille démolies en 1862 pour la création de la rue impériale, Imprimerie de Jules Baril, Marseille, 1862, p.199.
- ^ Antoine de Ruffi, Histore de la ville de Marseille, tomo I, Marseille 1696, p.351.
- ^ Scheda sull'altar maggiore sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul dipinto di Nostra Signora della Pace sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Émilie Roffidal-Motte, "Albert Duparc et l'orgue de Saint-Maximin", in Provence historique, 52, 208, 2002, p.178.
- ^ Scheda sul pulpito in legno sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul rivestimento in legno del grande organo della tribuna sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul parapetto in ferro battuto della tribuna sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul dipinto del Battesimo di Cristo sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sulla cancellata della cappella battesimale sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul dipinto della Visione di San Benedetto sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul rivestimento in legno della cappella dei notai sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul dipinto della Purificazione della Vergine sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
- ^ Scheda sul dipinto del Purgatorio sul database Palissy del Ministero della cultura francese.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- André Bouyala d’Arnaud, Evocation du vieux Marseille, Éditions de minuit, Paris, 1961, pp. 124–128.
- Jean-Jacques Gloton, "Un paysage baroque", in Marseille, la passion des contrastes, Pierre Mardaga éditeur, Liège, 1991, pp. 85–88. ISBN 2870094744
- Jean-Robert Cain, Emmanuel Laugier|, Trésor des églises de Marseille. Patrimoine culturel communal, Ville de Marseille, Marseille 2010, pp. 111–117 ISBN 9782953553000
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Storia del convento di Marsiglia Archiviato il 21 dicembre 2016 in Internet Archive. sul sito della Provincia domenicana di Tolosa