Cinegiro

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Cinegiro, figlio di Euforione (in greco antico: Κυναίγειρος?, Kynàigeiros; Atene, VI secolo a.C.Maratona, agosto/settembre 490 a.C.), è stato un militare ateniese, fratello del tragediografo Eschilo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Maratona.

Cinegiro è ricordato per il coraggio che dimostrò nella battaglia di Maratona (490 a.C.) combattendo contro i Persiani. Erodoto narra che, mentre i Persiani fuggivano verso le loro navi ancorate sulla spiaggia, Cinegiro si aggrappò colla mano destra ad una di esse per trattenerla, morendo poi quando la mano gli venne tranciata.[1] Risulta invece inverosimile il resoconto di Giustino, secondo il quale Cinegiro si aggrappò prima con la mano destra, che gli fu tranciata, poi con la sinistra, tranciata anch'essa, e infine coi denti, lottando "come un animale selvatico rabbioso".[2]

L'esemplare coraggio di Cinegiro, divenuto molto famoso, venne citato da vari autori, tra cui Plutarco,[3] Valerio Massimo[4] e Svetonio.[5] Inoltre, l'unica opera superstite di Polemone è proprio un'orazione intitolata Epitaffi dedicata ai caduti di Maratona, in particolare Cinegiro e il polemarco Callimaco. Secondo Plinio il Vecchio il pittore Paneno lo dipinse tra i generali che avevano preso parte alla battaglia (Callimaco e Milziade per parte ateniese, Dati e Artaferne per parte persiana).[6]

Cinegiro divenne pertanto un emblema del coraggio e delle virtù belliche, tanto che pare venisse eretta una statua in suo onore nella stoa poikile di Atene; Luciano di Samosata racconta infatti che il filosofo Demonatte, vedendo il monumento - in cui il soggetto scolpito aveva tra l'altro una mano amputata - vi riconobbe senza esitazione il fratello di Eschilo.[7] Cinegiro fu ricordato anche da Libanio[8] e Paolo Silenziario gli dedicò un epigramma incluso nell'Antologia Palatina.[9]

  1. ^ Erodoto, Storie, VI, 114.
  2. ^ Giustino, Epitome delle Storie Filippiche di Pompeo Trogo, II, 9.
  3. ^ Plutarco, Paralleli minori, 1 (Moralia 305c).
  4. ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium, III, 2, 22.
  5. ^ Svetonio, Vite dei Cesari, I, 68.
  6. ^ Plinio, Naturalis historia, XXXV, 34.
  7. ^ M. Centanni, Cronologia, in Eschilo, Le tragedie, Milano, Mondadori, 2007, p. LXII.
  8. ^ Libanio, Declamationes, 11, 2.
  9. ^ Antologia Palatina, XVI, 118.
Fonti secondarie