Diocesi di Tortona

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Diocesi di Tortona
Dioecesis Derthonensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Genova
Regione ecclesiasticaLiguria
 
Mappa della diocesi
 
VescovoGuido Marini
Vicario generaleFrancesco Larocca
Vescovi emeritiMartino Canessa,
arcivescovo Vittorio Francesco Viola, O.F.M.[1]
Presbiteri148, di cui 91 secolari e 57 regolari
1.858 battezzati per presbitero
Religiosi62 uomini, 273 donne
Diaconi20 permanenti
 
Abitanti281.200
Battezzati275.100 (97,8% del totale)
StatoItalia
Superficie2.350 km²
Parrocchie309 (10 vicariati)
 
ErezioneII secolo
Ritoromano
CattedraleMaria Santissima Assunta e San Lorenzo
Santi patroniSan Marziano martire
IndirizzoPiazza Duomo, 12 - 15057 Tortona [Alessandria], Italia
Sito webwww.diocesitortona.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Ingresso del palazzo vescovile a Tortona.
Il santuario di Nostra Signora della Guardia, fondato da san Luigi Orione e costruito tra il 1928 e il 1931.

La diocesi di Tortona (in latino Dioecesis Derthonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Genova appartenente alla regione ecclesiastica Liguria. Nel 2022 contava 275.100 battezzati su 281.200 abitanti. È retta dal vescovo Guido Marini.

Il territorio della diocesi si estende su quattro regioni amministrative: il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l'Emilia-Romagna. Le sue 309 parrocchie sono infatti così suddivise sul territorio:

Queste sono organizzate in 10 vicariati: Broni-Stradella, Casteggio, vicariato padano, Voghera, Tortona, Varzi, valli Curone e Grue, Novi Ligure, Arquata-Serravalle, Genovesato.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Tortona.

Sede vescovile è la città di Tortona, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Assunta e di San Lorenzo. Nel territorio diocesano si trovano anche due basiliche minori: San Pietro apostolo a Broni, e la basilica di Nostra Signora della Guardia a Tortona.

Comprende interamente o in parte i seguenti comuni[2]:

Secondo la tradizione, la diocesi di Tortona risalirebbe ai primi decenni del II secolo. San Marziano, morto martire nel 120, è considerato l'evangelizzatore della regione e il protovescovo della diocesi. Tuttavia, il più antico testo che riguarda il santo, composto fra l'VIII e il IX secolo, «non gli dà per niente il titolo di vescovo e molto meno di primo vescovo di Tortona...», il che vuol dire che «quando fu composta la leggenda non s'era ancora formata né diffusa l'opinione che S. Marziano fosse stato primo vescovo di Tortona».[4]

Molti dei primi vescovi attribuiti dalla tradizione alla sede di Tortona furono martirizzati e sono venerati come santi. Secondo Lanzoni, si tratta di «una lista episcopale molto sospetta, a quanto pare, racimolata nel secolo XVI per portare i primordi di Tortona al I secolo».[5] La diocesi è attestata storicamente nel IV secolo con il primo vescovo noto di Tortona, Innocenzo, vissuto a metà circa del IV secolo; lo segue Esuperanzio, che partecipò al concilio di Aquileia del 381. Al concilio provinciale di Milano nel 451 prese parte il vescovo Quinzio (o Quinziano). Un anonimo vescovo di Tortona è menzionato in una lettera di Gregorio Magno al vescovo Costanzo di Milano del 599. Sono questi gli unici vescovi storicamente documentati nei primi sei secoli cristiani. Originariamente la diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.

Tortona uscì indenne dalle invasioni barbariche; anzi accrebbe la propria giurisdizione territoriale, che arrivava fino al Po e al mar Ligure, e a partire dalla fine del IX secolo cominciò ad affermarsi anche la supremazia civile dei vescovi di Tortona. Il re Berengario I assegnò la giurisdizione su Voghera al vescovo di Tortona, staccandola da quella di Bobbio[6][7], anche se entrambe facevano parte della marca Obertenga (Liguria orientale); confermata poi da Ottone I, che assegnò al presule tortonese i diritti comitali sul territorio urbano circostante per un raggio di un miglio. I diritti del vescovo-conte erano però limitati sia dal conte laico del Contado di Tortona, che da quelli dei grandi monasteri possidenti, specie quello del Senatore, che godeva di ampie immunità sulle sue terre. Il vescovo Giseprando fu cancelliere di Lotario e contemporaneamente abate di Bobbio e il fondatore dell'abbazia di San Marziano; al vescovo Gereberto l'imperatore Ottone II confermò nel 979 tutti i beni posseduti dalla sua Chiesa ed inoltre la giurisdizione civile su Tortona per un raggio di tre miglia. Questo potere civile durò de iure fino al 1784.

A partire dall'XI secolo il vasto territorio della diocesi iniziò ad essere smembrato per l'erezione delle diocesi circostanti. Nel 1014 Tortona cedette una porzione del proprio territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Bobbio; nel 1175 fu eretta la diocesi di Alessandria con territorio ricavato in parte da quello di Tortona; nel 1248 con bolla di papa Innocenzo IV, furono sottratte a Tortona le pievi della val Lemme e della valle Scrivia, che furono assegnate all'arcidiocesi di Genova.

Dagli atti del primo sinodo diocesano del 1595, celebrato dal vescovo Maffeo Gambara, risulta che la diocesi era composta di 33 pievi, 180 parrocchie, 5 collegiate, 99 canonicati, 137 chiese non parrocchiali, 125 confraternite, 45 monasteri e conventi di entrambi i sessi, 20 ospedali. Dagli atti del secondo sinodo diocesano, convocato dal vescovo Carlo Settala nel 1673, la diocesi risulta organizzata in 8 regioni, in cui erano distribuite le parrocchie e le pievi diocesane.

«Sul finire del sec. XVIII la diocesi di Tortona contava circa 160.000 abitanti; il territorio era suddiviso in 44 pievanie con 9 chiese collegiate e 221 chiese parrocchiali; le chiese semplici, le chiese campestri e gli oratori ammontavano a 530, i conventi maschili erano 43, quelli femminili 16, nel seminario diocesano risiedevano circa 70 chierici. Il clero secolare superava il migliaio, mentre il clero regolare ammontava a circa 400 unità, le religiose conventuali erano 350 circa».[8]

Nel 1784 il re di Sardegna Vittorio Amedeo III volle risistemare la giurisdizione feudale spettante al vescovo di Tortona, alquanto confusa e conflittuale, in analogia a quanto il padre Carlo Emanuele III aveva fatto con le diocesi di Novara e di San Giovanni di Moriana e con l'arcidiocesi di Tarantasia. Con atto di convenzione rogato il 19 gennaio 1784, il vescovo Carlo Maurizio Peyretti di Condove rinunziò al titolo di conte di Tortona e ai diritti signorili e feudali che deteneva sulle località di Albera, Carezzano, Castellania, La Costa e Sant'Agata, oltre a quei diritti che avrebbe potuto pretendere su feudi spettanti in precedenza alla diocesi, ma concessi a privati (Fabbrica, Sorli, Borghetto e Vignole). In cambio il vescovo di Tortona ottenne il feudo di Cambiò con il titolo di principe per sé e per i suoi successori con lettere patenti datate 20 gennaio 1784.[9]

Su pressione del governo francese, il 1º giugno 1803 la diocesi fu soppressa con il breve Gravissimis causis di papa Pio VII;[10] il territorio fu aggregato dapprima a quello di Alessandria e poi dal 1805 a quello della diocesi di Casale Monferrato, e il vescovo fu costretto a rinunciare.

La sede di Tortona fu ristabilita il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri di papa Pio VII, con territorio modificato rispetto al passato: perdette 22 parrocchie a favore delle diocesi di Alessandria, di Acqui e di Bobbio, ma ne acquisì 67 dalle diocesi di Pavia[11], di Bobbio e di Piacenza. Con la stessa bolla la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Genova.[12]

Sul finire dell'Ottocento, il giovane Luigi Orione entrò nel seminario di Tortona; nel 1903 l'istituto da lui fondato, la Piccola Opera della Divina Provvidenza, riceverà l'approvazione del vescovo diocesano, Igino Bandi. Luigi Orione, a cui si deve la costruzione del santuario di Nostra Signora della Guardia, è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2004.

L'8 dicembre 2023, con decreto del Dicastero per i vescovi, ha ceduto 4 parrocchie alla diocesi di Vigevano.[13]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. La presente cronotassi riporta la lista tradizionale dei vescovi tortonesi, pubblicata per la prima volta da Ferdinando Ughelli nella sua Italia sacra, e poi ripetuta, con alcune aggiunte o correzioni, da Giuseppe Antonio Bottazzi, Giuseppe Cappelletti e Pius Bonifacius Gams. Vengono riportati i dati cronologici solo per i vescovi certi e documentati storicamente, con eventuali note esplicative tratte dalle opere di Savio e di Lanzoni.

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 281.200 persone contava 275.100 battezzati, corrispondenti al 97,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 299.000 300.000 99,7 630 500 130 474 200 500 316
1969 303.800 306.936 99,0 456 370 86 666 177 704 265
1980 295.000 297.000 99,3 375 313 62 786 94 720 317
1990 272.500 275.000 99,1 324 254 70 841 12 104 715 315
1999 276.000 280.000 98,6 268 203 65 1.029 13 68 442 314
2000 276.000 280.000 98,6 261 198 63 1.057 12 66 435 314
2001 276.000 280.000 98,6 256 196 60 1.078 12 63 426 314
2002 276.000 280.000 98,6 247 188 59 1.117 12 62 417 314
2003 270.980 278.500 97,3 241 182 59 1.124 12 62 412 314
2004 272.960 279.070 97,8 232 173 59 1.176 15 63 365 314
2010 273.490 280.060 97,7 202 146 56 1.353 20 60 345 314
2014 274.695 281.420 97,6 164 106 58 1.674 20 62 349 314
2017 275.160 281.980 97,6 159 104 55 1.730 18 60 281 313
2020 275.912 282.420 97,7 150 93 57 1.839 17 62 279 313
2022 275.100 281.200 97,8 148 91 57 1.858 20 62 273 309
  1. ^ Segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
  2. ^ Annuario: Enti, su diocesitortona.it. URL consultato il 29 luglio 2020.
  3. ^ Appartenente alla parrocchia di San Lorenzo in Casale Staffora (PV).
  4. ^ Savio, op. cit., pp. 377-378.
  5. ^ Lanzoni, op. cit., p. 820.
  6. ^ Giuseppe Antonio Bottazzi, Le antichità di Tortona e suo agro, Alessandria, Ed. Salvatore Rossi, 1808
  7. ^ Voghera dai longobardi al medioevo
  8. ^ Dati statistici riportati dal sito web della diocesi.
  9. ^ Alberto Casella, Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte), in Rivista del Collegio Araldico, anno CXIX, 2 (dicembre 2022), p. 117.
  10. ^ Testo della lettera apostolica, pubblicata in edizione latina e traduzione francese in: Bulletin des lois de l'Empire français, quarta serie, tomo terzo, pp. 58-69. A seguire la lettera esecutoria del cardinale Caprara (pp. 69-92), con la quale vengono definiti ed elencati i borghi e i paesi appartenenti a ciascuna delle diocesi piemontesi superstiti.
  11. ^ Si riuscì così ad unificare la giurisdizione ecclesiastica sul paese di Sale che fino ad allora aveva la particolarità di dipendere da due diocesi differenti, Tortona e Pavia, con parrocchie non territoriali ma personali, infatti la popolazione di Sale seguiva la parrocchia, quindi la diocesi, dei propri antenati senza riguardo al domicilio. Tale situazione derivava dal fatto che Sale era sorto dall'unione di villaggi che appartenevano a diverse diocesi. Si veda la voce di "Sale" in C. Goggi, Storia dei comuni e delle parrocchie della diocesi di Tortona, Tortona, 1973.
  12. ^ (LA) Bolla Beati Petri, Bullarii Romani continuatio, vol. XIV, Romae, 1849, pp. 344-358.
  13. ^ don Paolo Butta, Diocesi, quattro parrocchie da Tortona passano a Vigevano, su L'Araldo Lomellino, 14 dicembre 2023. URL consultato il 28 agosto 2024.
  14. ^ Il nome, di chiara origine germanica, è «inverosimilissimo nel II secolo» (Lanzoni, op. cit., p. 826), epoca in cui Ariberto viene cronologicamente collocato dalla tradizione.
  15. ^ Secondo Lanzoni (p. 826), questo vescovo potrebbe essere lo stesso Terenziano di Todi, con probabile confusione fra Derthona (ossia Tortona) e Tudertum (ossia Todi).
  16. ^ Per Savio, Innocenzo è probabilmente il vero protovescovo di Tortona.
  17. ^ Secondo Lanzoni (p. 826), Giovanni I, assieme al precedente Marcellino, potrebbero in realtà essere i due preti omonimi celebrati nella vita di sant'Innocenzo e onorati a Tortona di culto pubblico.
  18. ^ Gams inizia la serie dei suoi vescovi solo con Esuperanzio.
  19. ^ Dopo Esuperanzio, Cappelletti e Gams (ma non Ughelli) pongono un vescovo di nome Eustasio o Teodulo, ricavandone il nome dalla lista dei firmatari degli atti del concilio di Milano del 385, dove però ai singoli vescovi non è attribuita la sede di appartenenza. Secondo Lanzoni, nessuno di questi due vescovi poteva essere di Tortona, in quanto Teodulo (o Teodoro) era vescovo di Octodurus, ossia Sion; mentre Eustasio era vescovo di Aosta o di Bologna.
  20. ^ Secondo Ughelli, un vescovo di nome Albonio o Saturnino avrebbe preso parte ad un concilio di papa Simmaco nel 499; ora, restando ignoto Albonio (o Albino), di certo Saturnino era vescovo di Erdonia in Puglia, e non di Tortona.
  21. ^ Menzionato in una lettera di papa Gregorio I al vescovo Costanzo di Milano, quest'anonimo vescovo di Tortona è citato solo da Lanzoni, ma è sconosciuto da tutte le altre fonti.
  22. ^ Dei vescovi che Ughelli attribuisce all'VIII secolo (da Ottavio a Roberto), solo Giuseppe è storicamente documentato, avendo partecipato ad un concilio lateranense del 769. Questo dato certo, rende vana la cronologia tradizionale, che fa finire l'episcopato di Giuseppe nel 765.
  23. ^ Circa questo vescovo, realmente esistito, non si hanno date certe; secondo Savio (op. cit., p. 382), Giovanni fu vescovo dopo l'820 e prima dell'862.
  24. ^ Dopo Giovanni, Ughelli mette il vescovo Rofredo, che Bottazzi identifica con Ermanfredo, che sottoscrisse nell'842 ad un diploma dell'arcivescovo milanese Angilberto; nel diploma tuttavia non è indicata la sede di appartenenza di Ermanfredo.
  25. ^ Ughelli parla di Glarardo, che Bottazzi corregge in Gerardo; storicamente un vescovo di nome Geroardo intervenne ad un placito tenuto a Pavia nel mese di marzo del 901 (Savio, op. cit., p. 383); questo vescovo potrebbe essere lo stesso Gerebaldo, documentato da Ughelli e dagli altri autori dal 901.
  26. ^ Ughelli e Gams parlano di Benedetto, Savio e Cappelletti di Beato, mentre Bottazzi distingue in due vescovi separati. Beato morì in una data imprecisata tra il 12 maggio 929 e il 16 settembre 930.
  27. ^ Giseprando è il primo vescovo di Tortona di cui si ha la data esatta dell'inizio del suo episcopato.
  28. ^ Cappelletti e Gams inseriscono un vescovo di nome Ottone, che avrebbe preso parte ad un concilio milanese nel 969; per Savio a quel concilio prese parte Giovanni V e non Ottone. Bottazzi inserisce invece il vescovo Zenone, il cui nome compare in un diploma del 979, nel quale l'imperatore Ottone II conferma a Gereberto i beni della Chiesa di Tortona, già concessi ai predecessori Beato, Andrea e Zenone. Secondo Savio si tratta «di una svista dei copisti, che scrissero Zenone in luogo di Gezone, che è il nome abbreviato di Giseprando» (p. 388). Entrambi questi nomi sono ignoti a Ughelli.
  29. ^ Dal diploma del 979, si evince che la sede di Tortona fu diu viduata rectore, ossia fu a lungo senza pastore.
  30. ^ Ughelli ignora il vescovo Gereberto (o Guiberto), inserendo al suo posto il vescovo Eriberto (nel 984), annotando però che an forte idem sit cum Giberto. Cappelletti e Gams parlano di due vescovi distinti, mentre per Savio e Bottazzi Gereberto e Eriberto sono la stessa persona.
  31. ^ Questo vescovo è ignoto a Ughelli, Cappelletti e Gams, ed ammesso da Bottazzi e Savio, in base ad una pergamena conservata nell'archivio della cattedrale di Tortona.
  32. ^ Secondo Ughelli, Agirio prese parte alla dieta di Roncaglia nel 1004 assieme all'arcivescovo Ariberto di Milano. Tuttavia nel 1004 era arcivescovo di Milano Arnolfo e non Ariberto, eletto nel 1018. Ad un sinodo romano nel 1015 prese parte anche il vescovo di Tortona, ma gli atti non ne riportano il nome; potrebbe essere Agirio oppure il suo successore Pietro I.
  33. ^ Secondo Ughelli, Pietro I fu eletto nel 1014 e morì nel 1077; storicamente è documentato solo dal 1022 al 1068.
  34. ^ Nel sinodo di Brixen dove appare il suo nome, Oddo si sottoscrive come Otto terdonensis electus.
  35. ^ La successione e la cronologia dei vescovi da Lambardo a Oberto è documentata da un atto notarile del 1183, riportato da Savio (op. cit., p. 393). Secondo quest'atto, Lambardo governò la chiesa tortonese per 6 anni, Pietro II per 24 anni, Guglielmo per 18 anni.
  36. ^ Pietro II è storicamente documentato dal 10 marzo 1114 ad agosto 1127.
  37. ^ Guglielmo è storicamente documentato dal 12 maggio 1140 al 12 dicembre 1151.
  38. ^ Una bolla di papa Lucio III del 17 maggio 1182 o 1183, parla del vescovo di Tortona, senza farne il nome. Se si tratta di Oberto, la bolla è del 1182, perché il 17 maggio 1183 era già vescovo il successore Ugo.
  39. ^ Vescovo presente nella cronotassi di Ughelli, ma con datazione errata. Se Gandolfo fu vescovo di Tortona, lo fu tra marzo 1193 e aprile 1196 (Savio, op. cit., pp. 397-398).
  40. ^ Ughelli, e con lui Gams e Cappelletti, ammettono un solo vescovo di nome Pietro. Bottazzi invece riferisce di due vescovi omonimi; Savio concorda con Bottazzi, anche se è difficile stabilire la fine dell'episcopato di Pietro Busetto e l'inizio di quello di Pietro Tasso. Dal punto di vista documentario, il vescovo o i vescovi di nome Pietro sono attestati dall'8 agosto 1221 al 5 giugno 1255. In seguito, non sono più documentati vescovi di Tortona fino al 12 luglio 1283.
  41. ^ Come riporta Gams, Giacomo Calcinari venne eletto già nel 1288, ma fu confermato da papa Bonifacio VIII solo nel 1295, dopo un lungo processo circa l'elezione di Giacomo, eletto da una parte del capitolo, in contesa con un altro candidato, Corrado di Beccaria.
  42. ^ Secondo Bottazzi, sarebbe morto nel 1313.
  43. ^ Vescovo di Lodi, non acconsentì al trasferimento a Tortona.
  44. ^ Eubel riporta come alternativa data di decesso il febbraio 1795.
  45. ^ Nominato vescovo titolare di Aliezira.
  46. ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Monterano.

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