Ducato di San Sava
Ducato di San Sava | |
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Војвоство светог Саве; Vojvodstvo svetog Save; |
Lingue ufficiali | Serbo |
Capitale | Castelnuovo |
Politica | |
Forma di Stato | Ducato |
Duca | Stefano Vukčić Kosača, Vladislav Hercegović Kosača |
Nascita | 1435. |
Causa | Spartizione del regno di Bosnia dopo la morte di Tvrtko I |
Fine | 1483. |
Territorio e popolazione | |
Religione e società | |
Religione di Stato | Chiesa Serbo Ortodossa |
Ducato di San Sava ( Periodo 1441—1444) | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Regno di Bosnia |
Succeduto da | Impero ottomano |
Ora parte di | Repubblica Serba di Bosnia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Croazia |
Il Ducato di San Sava (in latino Ducatus Sancti Saba[1], in serbo: Hercegovina Svetog Save[2][3]) fu uno stato medievale slavo meridionale esistito al momento della conquista Ottomana della penisola Balcanica.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il ducato fu governato da Stefano Vukčić Kosača e suo figlio Vladislav, membri della famiglia nobile Kosače e comprendeva territori degli odierni stati di Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Croazia e Montenegro. La sede del voivodato si trovava a Breznica, nell'odierno Montenegro.
Il titolo di Stefano era "Duca di San Sava", nel nome del primo arcivescovo serbo, San Sava. La traduzione tedesca del titolo di voivoda è herzeg, con il quale poi verrà battezzata l'odierna regione di Erzegovina. La parola Herzeg fu usata dagli Ottomani per la zona che poi fu trasformata in uno degli sangiaccati (in turco Hersek Sancağı) da parte degli Ottomani.
Nei documenti inviati il 20 Gennaio 1448 all'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico III, Stefano Kosača si definisce "il Duca di San Sava", "Il Signore di Zaclumia e di Primorje" e "granduca" e costringe il re bosniaco di riconoscerlo come tale. Il titolo di "Duca di San Sava" ebbe un considerevole valore pubblico in quanto la salma di San Sava, che si trovava presso il monastero di Mileseva, fu considerata miracolosa da tutte le persone di religione Cristiana (sia Cattolici che ortodossi) dei Balcani.
Il 15 Febbraio 1444 il Duca firmò un accordo con Alfonso V, re di Aragona e di Napoli, col quale il primo divenne vassallo del secondo in cambio di aiuto contro i nemici. Quest'ultimi erano in primis re Stefano Tomaš Ostojić e poi il duca Ivaniš Pavlović e la Repubblica di Venezia. Nello stesso accordo Stefano promette inoltre di pagare una somma a titolo di vassallaggio al re Alfonso V, anziché al sultano.
Nel 1451 Stefano attaccò Ragusa ed iniziò l'assedio della città. Per tutta risposta, il governo di Ragusa lo dichiarò un traditore ed offrì una ricompensa di 15.000 ducati, un Palazzo a Ragusa del valore di 2.000 ducati, un reddito annuale di 300 ducati e la promessa di nobiltà ereditaria di Ragusa a chiunque l'avesse ucciso. La minaccia spaventò Stefano così tanto che egli abbandonò l'assedio.
Stefano Vukčić morì nel 1466, seguito dal figlio maggiore Vladislav Hercegović. Le forze ottomane guidate dal figlio più giovane di Stefano, Hersek Ahmed Pasha che in precedenza si era convertito all'Islam, sconfissero le forze armate di Vladislav nel 1482. Nell'Impero Ottomano, l'Erzegovina diventò un sangiaccato nel pascialato bosniaco.
Stefano fu il fondatore dei monasteri ortodossi di Zagrađe e Savin vicino alla sede del suo ducato a Castelnuovo, nell'odierno Montenegro.
Sovrani
[modifica | modifica wikitesto]- Stefano Vukčić Kosača, 1435 – 1466
- Vladislav Hercegović, 1466 – 1483
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (LA) Charles Du Fresne Du Cange (sieur), Caroli Du Fresne domini Du Cange Illyricum vetus & novum, siue, Historia regnorum Dalmatiae, Croatiae, Slavoniae, Bosniae, Serviae, atque Bulgariae,: locupletissimis accessionibus aucta, atque a primis temporibus, vsque ad nostram continuata aetatem.., Typis Hæredum Royerianorum, 1746. URL consultato il 22 giugno 2020.
- ^ (SR) Vasa Čubrilović, Die Militärgrenzen in den jugoslawischen Ländern der Neuzeit bis zum Frieden von Karlowitz 1699, Srpska akademija nauka i umetnosti, 1989. URL consultato il 22 giugno 2020.
- ^ (EN) Andrew Goldman, Revolution and Change in Central and Eastern Europe: Political, Economic and Social Challenges, Routledge, 16 settembre 2016, ISBN 978-1-315-48075-6. URL consultato il 22 giugno 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mauro Orbini, Il Regno de gli Slavi hoggi corrottamente detti Schiavoni, Pesaro, Apresso Girolamo Concordia, 1601.
- Небојша Дамјановић e Владимир Мереник, The first Serbian uprising and the restoration of the Serbian state, САНУ, 2004.
- Charles du Fresne, Caroli Du Fresne domini Du Cange Illyricum vetus & novum, siue, Historia regnorum Dalmatiae, Croatiae, Slavoniae, Bosniae, Serviae, atque Bulgariae, Typis Hæredum Royerianorum, 1746.
- Артур Еванс, Archaeologia, or, Miscellaneous tracts relating to antiquity, Archaeologia, or, Miscellaneous tracts relating to antiquity, 1770.
- Mark Pinson, The Muslims of Bosnia-Herzegovina, Harvard CMES, 1996.
- M. Th Houtsma, E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam 1913—1936, BRILL, 1987.
- John V. A. Fine, The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest, Ann Arbor, Michigan, University of Michigan Press, 1994 [1987].
- Момчило Спремић, Босански вазали краља Алфонска Арагонског, in Прекинут успон: српске земље у позном средњем веку, Завод за уџбенике и наставна средства, 2005.
- Robert L. Benson, Viator, University of California Press, 1978, ISBN 978-0-520-03608-6.
- Сима Ћирковић e Раде Михаљчић (a cura di), Лексикон српског средњег века (The Lexicon of Serbian Middle Ages), Београд, Knowledge, 1999.
- Владимир Ћоровић, Хисторија Босне, Београд, Српска краљевска академија, 1940.