Elezioni politiche suppletive in Italia
Le elezioni politiche suppletive sono delle elezioni che si tengono in Italia nel corso degli anni per eleggere i deputati o senatori dei collegi uninominali rimasti vacanti.
Usuali nel Regno d'Italia per tutta l'epoca in cui le elezioni per l'elezione della Camera dei Deputati si basarono essenzialmente su collegi uninominali, non vennero più effettuate dopo l'introduzione di un sistema di elezione proporzionale di lista nel 1919. In epoca repubblicana tornarono ad essere svolte dapprima nel 1972 limitatamente alla Valle d'Aosta, per poi essere estese nel 1987 ai pochi seggi del Senato eletti con voto uninominale ed infine trovare larga applicazione soltanto col ritorno a un sistema in prevalenza maggioritario introdotto dalla Legge Mattarella nel 1993. Dopo una nuova pausa nel ricorso a tale istituto in seguito all'introduzione nel 2005 della Legge Calderoli, caratterizzata da un sistema proporzionale con premio di maggioranza, le elezioni suppletive sono tornate a essere svolte in Italia a partire dal 2018, con la nuova Legge Rosato, che ha introdotto un sistema misto.
Le elezioni suppletive nel Regno d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Le elezioni suppletive nella Repubblica Italiana
[modifica | modifica wikitesto]In epoca repubblicana sono state introdotte per la prima volta con la legge n. 471/1972, che però si limitava a indire un turno elettorale straordinario per la sostituzione di Oreste Marcoz e Gennaro Ollietti, entrambi deceduti ma risultati eletti alle elezioni politiche dello stesso anno. La circoscrizione Valle d'Aosta alla Camera e al Senato eleggeva infatti sin dal 1948 un solo deputato e un solo senatore e costituiva dunque di fatto un unico collegio uninominale. Nel 1976 la legge n. 136/1976 introdusse l'istituto delle elezioni suppletive in via definitiva, sempre però solo limitatamente alla circoscrizione valdostana.[1]
Nel 1986 il tema delle elezioni suppletive si ripropose in seguito alla morte del senatore della SVP Peter Brugger, eletto nel collegio di Bressanone. Brugger infatti era uno dei pochi senatori eletti in via maggioritaria nei collegi uninominali del Senato, per i quali la legge prevedeva l'elezione soltanto in caso di superamento del quorum del 65% dei voti espressi. La legge n. 31/1987 estese così l'istituto all'intero territorio nazionale, anche se le caratteristiche della legge elettorale lo rendevano un caso decisamente raro.[2]
La reintroduzione estensiva delle elezioni suppletive si ebbe così soltanto nel 1993 a seguito dell'introduzione della Legge Mattarella, che prevedeva l'elezione del 75% dei parlamentari mediante dei collegi uninominali e il restante 25% in collegi plurinominali.
Tabella riassuntiva delle elezioni suppletive
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lauri 2018, pp. 2-4.
- ^ Lauri 2018, p. 5.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Giuseppe Lauri, “Non escludo il ritorno”. Le elezioni suppletive nella nuova legge elettorale politica (PDF), in Forum di Quaderni Costituzionali, n. 2, 22 febbraio 2018.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Archivio storico delle elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno.