Francesco Sessa
Francesco Sessa | |
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Presunto ritratto di Don Francesco Sessa | |
Patrizio milanese | |
Trattamento | Don, Magnificus Dominus |
Altri titoli | Nobile, Senatore, Grande di Spagna |
Nascita | Daverio, 1535 |
Morte | Milano, post 1602 |
Dinastia | Sessa |
Padre | Ettore Sessa |
Madre | Ludovica Sessa |
Coniugi | Laura Caterina Biumi ...? Mantegazza |
Figli | Camillo, Cesare, Isabella, Ludovica, Giustina (naturale), Gabriele (naturale) |
Religione | cattolicesimo |
Francesco Sessa (Daverio, 1535 – Milano, dopo il 1602) è stato un politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Famiglia e carriera
[modifica | modifica wikitesto]Di nobile famiglia, originaria del castello di Sessa in Malcantone, Francesco Sessa nacque a Daverio (Varese) nel 1535. Ebbe per genitori i nobili Ettore Sessa e Ludovica Sessa, fra loro cugini in quinto grado; suo zio era il giureconsulto collegiato Gabriele Sessa. Si sposò in prime nozze il 2 marzo del 1568 con la nobile Laura Caterina Biumi, figlia del patrizio milanese Giovanni Pietro Biumi e della nobile Francesca Daverio; testimone fu la contessa Costanza Trivulzio, moglie di Fabio Visconti Borromeo.[1] Una fonte riporta che da vedovo si unì in matrimonio con una sorella della nobile Paola Mantegazza.[2] Fu giureconsulto collegiato, Questore ordinario togato (1582), podestà di Pavia (1595),[3] Grande di Spagna (1584) e Senatore del Collegio di Milano dal 1589 al 1598. Nel 1573 fu aggregato con la famiglia al patriziato milanese.[4] Fu legato da amicizia al conte palatino Giovanni Battista Selvatico, celebre fisico collegiato di Pavia, che diede in sposa la figlia Anna al giureconsulto Cesare Sessa, figlio secondogenito di Francesco Sessa.[5]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo recenti studi, Francesco Sessa potrebbe identificarsi col padrino di battesimo del pittore Michelangelo Merisi, Caravaggio: nel documento di battesimo datato 1571 è citato come Dominus Francesco Sessa.[6] La fama del Sessa è tuttavia legata al cosiddetto caso Belviso, uno scandalo di sodomia scoppiato a Milano nel 1598 che vide coinvolti molti cittadini, tra i quali illustri esponenti del patriziato come Francesco Sessa e un figlio del nobile Francesco Panigarola.[7] Francesco Sessa fu sospeso dalla carica di Senatore nel 1598, dichiarato decaduto da ogni titolo e carica e sottoposto a sindacato. L'episodio è particolarmente importante per essere stato uno degli episodi di maggiore scontro tra le autorità spagnole e le vecchie istituzioni locali: Filippo II di Spagna aveva insistito appunto affinché i sospettati fossero oggetto di indagini e i colpevoli processati e condannati a morte, mentre il Senato di Milano, capeggiato dal suo presidente Brugnoli, cercò in ogni modo di insabbiare il caso, nell'intento di proteggere i nobili a rischio e il prestigio dell'istituzione stessa.[7] Il processo si risolse con l'assoluzione da ogni sospetto del Sessa e dei maggiori notabili, tuttavia quattro cittadini milanesi furono condannati al rogo.[7]
Attività diplomatica
[modifica | modifica wikitesto]La sua amicizia con le famiglie più in vista della città di Padova e l'ottima conoscenza della lingua spagnola, qualificarono Francesco Sessa come il miglior mediatore delle richieste dei nobili padovani di fronte a Filippo II di Spagna: da diverse generazioni infatti i nobili di Padova covavano un forte malcontento nell'essere sudditi della Repubblica di Venezia e sognavano in segreto la restituzione delle sovranità municipali e un governo indipendente all'ombra della corona spagnola. Essendo noto che Filippo II non guardava favorevolemente Venezia, la quale pareva concentrare su di sé le trame anti-spagnole in Italia, il patriziato padovano sperava di ottenere il suo aiuto in una congiura politica che li avrebbe liberati dal giogo veneziano.[8] All'inizio del 1570, ossia alla vigilia della Battaglia di Lepanto, Francesco Sessa varcava i confini dell'Adda e rientrava in Milano con un carteggio stilato dai nobili padovani e da lui tradotto in spagnolo, contenente un trattato da far pervenire segretamente al Governatore Gabriel de la Cueva e, tramite lui, a Filippo II di Spagna. La richiesta dei patrizi padovani arrivò - fortunatamente senza trapelare - a destinazione, ma Filippo II non poté soddisfare le loro richieste: nel suo immenso regno incombevano problemi più urgenti, giacché la minaccia turca costrinse infatti a mettere da parte le rivalità tra gli Stati Italiani in vista della Lega Santa e della Battaglia di Lepanto.[9]
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Francesco Sessa ebbe prole sia dalla moglie legittima Laura Caterina Biumi sia al di fuori del matrimonio. Si ricordano, tra gli altri:
- Camillo Sessa, primogenito da Laura Biumi, nato nel 1570 e sposatosi con la nobile Francesca Daverio, da cui derivarono i Sessa rimasti a Daverio e iscritti nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, oggi estinti.
- Cesare Sessa, secondogenito da Laura Biumi, nato nel 1573 e marito di Anna dei conti Selvatico di Pavia, da cui discesero i Sessa ascritti al patriziato milanese, oggi estinti.
- Ludovica Sessa, nata da Laura Biumi, morta nubile.
- Isabella Sessa, nata da Laura Biumi, andò in sposa ad un cugino, il nobile Alessandro Sessa, la cui discendenza, oggi estinta, acquisì parentela con i marchesi Medici di Marignano.
- Gabriele Sessa, illegittimo, ma riconosciuto dal padre; da moglie ignota, forse appartenente al casato dei della Croce di Dairago, nacquero due figli: altro Gabriele, Prevosto di Dairago, e Camilla, sposa al nobile Carlo Sessa di Como, dai quali discese un ramo dei nobili Sessa estintosi nella famiglia Gatti Grami.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Milano, Archivio Storico Diocesano, Sacra Visita Pastorale della Pieve di Varese, Vol. VIII, Atti di matrimonio della Parrocchia di Daverio.
- ^ A. Sessa, La famiglia Sessa dal X all'XXI secolo, Vimercate 2011 (Biblioteca Sormani di Milano).
- ^ Archivio di Stato di Cremona, Litterarum, Cartella 42, foglio 59 (retro).
- ^ B. Viviano, Famiglie nobili e notabili della Lombardia, in Il libro della nobiltà lombarda, Distribuzione Storica Lombarda, Gessate 1978, pp. 369-37.
- ^ Giovanni Sitoni di Scozia, Theatrum genealogicum familiarum illustrium, nobilium et civium inclytae urbis Mediolani (...), MS, 1705, pag. 416.
- ^ Caravaggio da Milano - Il Sole 24 ORE, su ilsole24ore.com. URL consultato il 12 marzo 2017.
- ^ a b c Una disamina dello scandalo, e delle manovre messe in atto per insabbiare il processo, si legge in Romano Canosa, La vita quotidiana a Milano in età spagnola, Longanesi, Milano 1996, alle pp. 160-170 e in Storia di Milano nell'età di Filippo II, Sapere, Milano 2000, alle pp. 143-151.
- ^ Padova e Venezia alla vigilia di Lepanto. (PDF), su storiadivenezia.net.
- ^ F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II, Torino, Einaudi, 1953.
- ^ Andrea Borella, Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXII, Teglio (SO), 2015, S.A.G.I. Casa Editrice, Vol. 2 della Parte II, alla voce Sessa.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- M. Marini, La notte di Abramo, Viviani, 2008.
- V. Spreti, Enciclopedia Storico-Nobiliare, Forni, Milano 1932.
- R. Canosa, La vita quotidiana a Milano in età spagnola, Longanesi, Milano 1997.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Gabriele Sessa
- Giacomo Sessa
- Michelangelo Merisi da Caravaggio
- Sessa (famiglia)
- Bartolomeo Sessa
- Claudia Sessa
- Patrizio (titolo)
- Nobiltà milanese
- Milano
- Gatti Grami
Altri progetti
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