Giorgio Bompiani

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Giorgio Bompiani
NascitaVeroli, 1854
MorteVerona, 18 marzo 1934
Cause della mortenaturale
Luogo di sepolturaCimitero monumentale di Verona
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio esercito
Armafanteria
Anni di servizio1874 - 1920
GradoTenente generale
GuerreGuerra d'Eritrea
Guerra di Abissinia
Guerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Studi militariAccademia Militare
PubblicazioniLe ali della guerra editore Mondadori 1935
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Giorgio Bompiani (Veroli, 1854Verona, 18 marzo 1934) è stato un generale, dirigente sportivo e scrittore italiano.

Di nobile famiglia, si fregiava del titolo di: Patrizio Anconitano Nobile di Tivoli. Fu tenente generale dell'esercito. Padre di Guglielmo, Valentino, che nel 1929 fonderà la casa editrice che porta il suo nome, rendendola nei decenni una delle più solide realtà editoriali in Italia, e Giorgio (Giorgetto) anch'egli ufficiale che cadrà in combattimento durante la grande guerra.[1][2] [3]

Una volta in pensione nel 1922 accettò la carica di Presidente Generale della Polisportiva S.S. Lazio dopo le dimissioni di Fortunato Ballerini, carica che ricoprì fino al 1924, quando gli successe Giorgio Guglielmi.[4] Morì a Verona all'età di 80 anni.

Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ Fonte Ministero della difesa direzione D.G.U.E
  2. ^ Fonte S.M.E. onorcaduti
  3. ^ "Così commemorò la morte del figlio primogenito nella Grande Guerra: La mia famiglia ha pagato il più grave dei tributi con la perdita del mio primogenito Giorgetto, eroicamente morto guidando la sua compagnia all'assalto d'una trincea nemica fra Castelnuovo di Sagrado e Pollezzo oltre l'Isonzo il 30 luglio 1915 dopo aver dato prova d'insuperabile ardimento in altro assalto due giorni prima. Non vanità, obbligo sacrosanto io considero imprimere nelle menti vostre, miei figli vicini e lontani, il rispetto a queste memorie che più tardi sarebbe assai più difficile raccogliere ed accertare, il consacrare alla vostra ammirazione perenne, al vostro culto affettuoso il ricordo di questo giovine, cagione a noi d'inconsolabile dolore e di fierissimo orgoglio. Dal libro: Albo d'oro caduti dell'Accademia militare di Roma, 1924.
  4. ^ Storia della Lazio. Mario Pennacchia ed. Corriere dello Sport 1969