Giovanni Ameglio
Giovanni Ameglio | |
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Giovanni Ameglio | |
Comandante delle Isole italiane dell'Egeo | |
Durata mandato | 5 Maggio 1912 – 14 Ottobre 1913 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Ferruccio Trombi (provvisorio) |
Governatore della Cirenaica | |
Durata mandato | Ottobre 1913 – 5 Agosto 1918 |
Predecessore | Ottavio Briccola |
Successore | Vincenzo Garioni |
Governatore della Tripolitania | |
Durata mandato | 15 Luglio 1915 – 5 Agosto 1918 |
Predecessore | Giulio Cesare Tassoni |
Successore | Vincenzo Garioni |
Dati generali | |
Professione | militare |
Giovanni Ameglio | |
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Nascita | Palermo, 29 ottobre 1854 |
Morte | Roma, 29 dicembre 1921 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1872 - 1921 |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Guerra d'Abissinia Guerra italo-turca Rivolta dei Boxer Prima guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Scuola militare di fanteria e cavalleria di Modena |
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Giovanni Battista Ameglio (Palermo, 29 ottobre 1854 – Roma, 29 dicembre 1921) è stato un generale italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Palermo da una famiglia aristocratica, Giovanni Ameglio entrò giovanissimo nell'esercito italiano uscendo dall'Accademia Militare nel 1875 col grado di sottotenente di fanteria.
Promosso capitano, partecipò alle campagne africane dal 1887 al 1890 e vi si distinse nell'occupazione di Cheren nel 1889 e in quella di Adua l'anno dopo. Promosso a scelta maggiore nel 1894, ebbe il comando del V Battaglione Eritreo di Fanteria coloniale, che da lui prese il nome di "Battaglione Ameglio", alla testa del quale combatté nelle campagne del 1895, 1896 e 1897 distinguendosi tanto da meritare la croce di cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Tenente colonnello dal 1898, comandò il distaccamento italiano in Estremo Oriente (Tientsin) dal 1902 al 1905. Si dimise dopo un pubblico alterco col generale Tettoni, incaricato di una ispezione amministrativa sulla gestione della Cirenaica.
La guerra per la Libia
[modifica | modifica wikitesto]Maggior generale nel 1910 e con alle spalle una prestigiosa carriera specie come ufficiale coloniale, si distinse nella Guerra italo-turca dove ancora una volta diede prova di particolare acume tattico e strategico, dimostrandosi di nuovo un eccellente e, soprattutto, risoluto comandante coloniale. Fu il collaboratore del Generale Ottavio Briccola coadiuvandolo egregiamente nella conquista e pacificazione di Bengasi e della Cirenaica.
L'occupazione di Rodi
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso della stessa guerra guidò l'occupazione dell'isola di Rodi nel maggio 1912. Le consistenti truppe italiane[1] sbarcarono in forze a Calitea il 4 maggio per concludere le operazioni di conquista il 17 quando, con un'imponente azione combinata terrestre e anfibia su tre direttrici convergenti (da Rodi, Calavarda e Malona), il generale Ameglio ebbe ragione dell'ultima resistenza delle deboli forze turche[2] a Psithos[3]. Rivestì quindi la carica di Comandante delle isole occupate dell'Egeo fino al 14 ottobre 1913.
Governatore della Cirenaica e della Tripolitania
[modifica | modifica wikitesto]Promosso Tenente generale per merito di guerra nel 1912 fu poi governatore della Cirenaica italiana dall'ottobre 1913 al 5 agosto 1918 e governatore della Tripolitania italiana dal 1915 al 5 agosto 1918. Fu nominato senatore nel 1920 e comandò la Guardia regia dal luglio 1920 all'ottobre 1921. Ritiratosi dopo quest'ultimo atto a vita privata, morì nel dicembre di quello stesso anno.
Massone, fu membro della loggia romana "Propaganda massonica" del Grande Oriente d'Italia, in seguito il 21 marzo 1910 fu tra i fondatori della Serenissima Gran Loggia, dove ricoprì la carica di Gran Porta Stendardo, Sovrano grande ispettore generale, membro effettivo del Supremo Consiglio del 33° e massimo grado per l'Italia e le sue dipendenze e colonie del Rito scozzese antico ed accettato, nel 1918 fu nominato Luogotenente Sovrano Gran Commendatore onorario[4].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 4 gennaio 1896.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Inizialmente un'avanguardia di 8.000 uomini, parte di un Corpo di spedizione forte complessivamente di 15.000 uomini su due reggimenti di fanteria (34° e 57º reggimento fanteria), un reggimento bersaglieri (4º Reggimento bersaglieri), un battaglione alpini, batterie da montagna, reparti del genio, cavalleria e servizi. La spedizione era partita da Tobruch, in Libia, con un convoglio scortato da una squadra navale comandata dall'Ammiraglio Leone Viale.
- ^ Sull'isola non vi erano più di 1.500 regolari turchi dipendenti dalla guarnigione di Salonicco. L'ultima resistenza fu opposta da un contingente di poco superiore ai mille uomini.
- ^ Alcuni osservatori, tra cui il re d'Italia Vittorio Emanuele III, criticarono la condotta operativa adottata dall'Ameglio come un inutile esercizio di virtuosismo militare. Va altresì notato che essa rispondeva però allo scopo di raggiungere il più completo successo con il minimo dei rischi e delle perdite servendo nello stesso tempo come un'esercitazione su grande scala in condizioni realistiche per l'addestramento delle truppe e dei comandi italiani.
- ^ Luigi Pruneti, Aquile e Corone, L'Italia il Montenegro e la massoneria dalle nozze di Vittorio Emanuele III ed Elena al governo Mussolini, Le Lettere, Firenze, 2012, p. 112.
- ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sergio Romano, La quarta sponda. La guerra di Libia, 1911/1912, Casa Editrice Bompiani, 1977, pag. 270
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giovanni Ameglio
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Ameglio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Amèglio, Giovanni, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Alberto Baldini, AMEGLIO, Giovanni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
- AMEGLIO, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
- AMEGLIO Giovanni, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 257215995 · ISNI (EN) 0000 0003 7870 6188 · SBN IEIV057007 · BAV 495/332268 · GND (DE) 1037167813 |
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